Dragon Ball, Dragonball Z, Dragonball GT, Bulma, Vegeta e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Akira Toriyama, Bird Studio e Toei Animation.

Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.

Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

 

 

VEGETA  ALLENA GOTENKS

By Aresian

 

 

Come tutti abbiamo avuto occasione di vedere. Durante lo scontro con Majinbu il fiero principe dei saiyan ha finalmente capito che l’amore, la passione, la tenerezza e l’amicizia sono sentimenti altrettanto forti di odio, rancore, rabbia ed orgoglio.

Pur di salvare le due persone che amava con tutto se stesso (Trunks e Bulma) ha sacrificato la sua vita. Pur di vendicarne la morte ha calpestato il suo orgoglio ed ha accettato di fare la fusione con gli orecchini Potara con il rivale di sempre, Kaharoth.

Proprio durante questa battaglia il nostro saiyan ha compreso che la sua rivalità con Goku poteva portarlo a due sole strade possibili, un’odio mortale o un’amicizia profonda e sincera. Vegeta aveva finito per scegliere la seconda soluzione, rendendo felice, più di quanto immaginasse, il compagno di battaglia che in fondo al suo cuore aveva sempre desiderato poter considerare il fiero guerriero come un fratello.

 

Esattamente una settimana dopo Goku si presentò alla Capsule Corporation accompagnato dal piccolo Goten.

“Ciao, Bulma. Scusa se ti disturbiamo ma avrei bisogno di parlare con Vegeta. E’ in casa?” chiese Goku all’amica.

“Tu non disturbi mai, Goku. Comunque Vegeta è uscito circa due ore fa, ma non dovrebbe tardare. Se vuoi puoi aspettarlo” lo invitò la donna “Vuoi qualcosa da bere?”.

“Bhe. Sì, grazie” disse accomodandosi nell’ampio soggiorno, seguito dal figlio.

“Bulma, scusa. Trunks non c’è?” chiese Goten sorseggiando il suo succo di frutta.

A quel punto la donna scoppiò in un’allegra risata.

“No, tesoro. Questa mattina Satan è venuto alla Capsule per comprare una nuova macchina ed era accompagnato da Bu. Trunks ne ha subito approfittato per farsi accompagnare da lui a comperare un nuovo giocattolo”.

Goku, che aveva imparato a conoscere il caratterino del piccolo saiyan immaginava che avrebbe finito col farsi comprare mezzo negozio. Satan del resto si era affezionato a quelle due piccole pesti.

Stavano ancora chiacchierando tranquillamente quando Goku “sentì” che Vegeta era tornato.

“Kaharoth?” esordì quest’ultimo entrando nella stanza.

“Salve, Vegeta. Scusaci per il disturbo ma avevo bisogno di parlarti” gli rispose cordiale il saiyan.

“A che pro” chiese questi con tono deciso.

“Credo che anche tu sia d’accordo sul fatto che i nostri due ragazzini sono il futuro” esordì Goku serio. Vegeta gli fece cenno di proseguire.

“Ho parlato con Junior e mi ha detto che quando i due si uniscono formando Gotenks diventano indisciplinati e non obbediscono a nessuno. Ho pensato che tu sia la persona più adatta per allenarli. A te sta bene?”.

Goku sapeva che gli chiedeva molto. Per Vegeta voleva dire allenare il figlio di colui che per anni era stato il suo più acerrimo avversario. Ma il nostro saiyan sperava che Vegeta accettasse. Era un altro passo verso l’unione tra le loro due famiglie, verso l’unione dei saiyan che tanto lui desiderava.

Bulma trattenne il fiato osservando il volto serio e teso del marito. Il principe dei saiyan osservò il piccolo Goten. L’espressione spaesata e intimidita del ragazzino gli dimostrava che Goku non lo aveva informato delle sue intenzioni. Con un sorriso ironico il saiyan si rivolse a Goku.

“Ti fidi fino al punto di consegnarmi tuo figlio?”.

Goku lo osservò serio in volto.

“So che non gli faresti mai del male” poi si rivolse al figlio “Goten, pensi che l’allenamento con Vegeta potrebbe essere troppo duro per te?”.

Il piccolo pensò che non sarebbe stata una passeggiata ma se suo padre era convinto fosse la cosa giusta l’avrebbe fatta. Inoltre, così avrebbe avuto modo di allenarsi con il suo grande amico del cuore, Trunks.

“Io farò del mio meglio, Vegeta” disse serio il piccolo.

“E Chichi cosa ne pensa?” volle ancora sapere il saiyan.

“Si fida di te” fu la risposta semplice e decisa di Goku.

Vegeta raggiunse il lato opposto della stanza, voltando loro le spalle. Quel piccolo saiyan aveva rischiato la vita per aiutare lui e suo figlio nello scontro contro Majinbu.

“Vieni qui” disse deciso a Goten.

Il piccolo esitò un istante guardando il padre. Con un cenno del capo Goku lo incoraggiò. Un po’ titubante il ragazzino raggiunse il saiyan.

“Lascialo qui. Quando Trunks tornerà inizieremo gli allenamenti. Stasera ve lo riporto a casa io. Mi bastano poche ore per capire se ne vale la pena” disse infine rivolto all’amico.

Goku si lasciò sfuggire un sospiro. Perfetto. Era certo che Goten ce l’avrebbe fatta. Aveva molta fiducia in suo figlio.

“Perfetto. Ci vediamo più tardi allora” disse portandosi l’indice e il mdio alla fronte, pronto per il teletrasporto.

Rendendosi conto che il padre stava andando via Goten fece per dirgli qualcosa ma la mano di Vegeta si posò decisa sulla sua spalla. Goku se ne accorse ma fece finta di niente e se ne andò. Era un bene che Goten temesse Vegeta, così avrebbero evitato di fare i furbi quando davano vita a Gotenks.

“Sai dov’è la stanza gravitazionale?” chiese Vegeta al piccolo.

“Sì”.

“Aspettami la”.

Perplesso il piccolo fece come gli era stato detto.

Bulma si avvicinò al marito.

“Mi sembra intimidito” commentò intenerita.

“Meglio. Più mi temono e meno colpi di testa faranno” commentò ironico.

Bulma lo osservò di sottecchi.

“Vegeta…” esordì la donna ma non potè finire la frase. Posandole una mano sulla spalla il saiyan prevenne ogni sua obiezione.

“Riceverà lo stesso trattamento di Trunks, ne più ne meno” disse tranquillo.

Rassicurata la donna gli sorrise.

“Mi sa, allora, che occorrerò un pranzo ultra abbondante. Vai da lui adesso?”.

“Sì. Quando arriva Trunks digli di raggiungerci”.

“D’accordo”

 

Goten si stava guardando attorno incuriosito. Aveva sempre visto solo l’esterno della stanza gravitazionale. Stava giusto curiosando intorno ad un pannello pieno di bottoni e leve quando arrivò Vegeta. Quando la porta si chiuse alle sue spalle il piccolo saiyan ebbe la spiacevole sensazione di essere in trappola. L’uomo si appoggiò con fare indolente alla parete fissando implacabile il ragazzino. Dopo un attimo di indecisione il piccolo gli si avvicinò.

“Cosa devo fare?” chiese innocentemente fissandolo a sua volta.

Vegeta si staccò dalla parete guadagnando il centro della stanza. Poi voltandosi verso di lui gli disse perentorio “Attaccarmi”.

Erano le otto in punto quando Chichi sentì bussare alla porta.

Quando andò ad aprire si trovò davanti Vegeta con al fianco il suo bambino. Dopo una rapida occhiata la donna constatò che il piccolo non aveva nessun segno e pareva solo stanco ed affamato.

“Prego, accomodati Vegeta” disse spostandosi.

Il saiyan entrò nella piccola casa e subito il suo sguardo si focalizzo su Goku, seduto a tavola.

“Ciao, papà” esclamò Goten correndogli incontro.

“Ciao, figliolo. Tutto bene?” gli chiese sorridendogli.

“Benissimo. Ho solo tanta fame” rispose il ragazzino passandosi la mano sullo stomaco.

Chichi lo fece sedere a tavola e gli versò subito un’abbondante porzione di riso.

“Com’è andata?” chiese Goku a Vegeta.

“Mandalo alla Capsule domani pomeriggio. Li allenerò tre giorni alla settimana” gli disse voltandosi pronto ad uscire.

“Perfetto” esclamò soddisfatto Goku. Era veramente felice. Il secondo passo verso la definitiva riconciliazione era stato fatto.

“Ah. Dimenticavo” disse improvvisamente Vegeta. “Dovresti convincere anche Gohan a riprendere seriamente gli allenamenti. O il potenziale che gli ha sviluppato Kaioshin il supremo andrà perduto”.

Goku sorrise a quell’affermazione. Fin da quando avevano combattuto contro Freezer aveva avuto l’impressione che il fiero principe dei saiyan avesse una predilezione per il suo primogenito.

“Glielo dirò”. Chichi stava per obiettare che Gohan doveva studiare ma Vegeta se n’era già andato.

 

Dopo cena Goku si appartò con il piccolo, era curioso di sapere cosa avesse fatto quel giorno.

“Allora, Goten. Com’è Vegeta come allenatore?”.

Il piccolo alzò il viso verso il padre “E’ molto più severo di Gohan. Ma lo è anche con Trunks. Pretende il massimo” disse serio.

“Avete già fatto la fusione?” chiese incuriosito Goku.

“No. Ci ha fatto fare tutto il giorno esercizi di base. Sai, quando sei andato via mi ha fatto un allenamento speciale” proseguì il piccolo, poi entusiasmandosi nel raccontò saltellò intorno al padre.

“Sai papà. Ho combattuto con Vegeta. Bhè, le ho prese ma è stato molto interessante battersi con un adulto che non fosse mio fratello”.

Goku se lo era aspettato. Era sicuro che l’amico avrebbe messo alla prova il ragazzino. Il fatto che avesse deciso di allenarlo dimostrava che era rimasto impressionato dalle sue potenzialità. Del resto più i due giovani miglioravano e più potente diventava Gotenks.

 

Nelle settimane successive Vegeta sottopose a duri allenamenti i due bambini finchè un giorno decise che erano pronti per la fusione. Ora conosceva bene anche il carattere di Goten ed era sicuro di poter controllare quelle piccole pesti.

“D’accordo. Incominciate” disse il saiyan.

Per evitare di fare danni in città si erano trasferiti sulle montagne, vicino alla zona dove abitava Goku e questi, senza farsi notare, si avvicinò indisturbato. Ovviamente Vegeta sapeva che sarebbe venuto.

Assunta la posizione per la Fusion i due ragazzini non persero tempo e in pochi istanti prese vita il potente Gotenks. L’espressione altera del ragazzino era la copia in miniatura di quella di Vegeta.

Goku fu sorpreso nel constatare che l’aura del guerriero era ancora più potente di quanto ricordava, evidentemente l’allenamento intensivo al quale li aveva sottoposti il principe dei saiyan li aveva potenziati.

“Perfetto. Ora procediamo con l’allenamento di base” disse Vegeta trasformandosi in super saiyan.

Ma Gotenks, come era già successo con Junior, non ne voleva sapere di obbedire.

“Dico, starai scherzando” esclamò contrariato. “Credevo avremmo fatto qualcosa di più costruttivo o divertente. Non mi va” disse con indolenza.

Goku constatò che Junior aveva detto il vero. Quel marmocchio era veramente pestifero.

Vegeta strinse i pugni irritato. Se pensavano di menarlo per il naso si sbagliavano di grosso.

“Vi consiglio di abbassare la cresta immediatamente se non volete ricevere una sonora lezione” li ammonì con voce dura.

“Datti una calmata, Vegeta. Ad essere sincero non credo che il tuo potenziale ti permetta di competere con me” ribatte irriverente il ragazzino.

Questa poi. Goku restò allibito ad osservare la reazione del saiyan. L’avevano veramente detta grossa.

Vegeta si sforzò di mantenere la calma contando fino a trenta prima di rispondere. Se quei due si fossero trasformati in super saiyan di terzo livello si sarebbe certamente trovato in difficoltà, doveva trovare il modo di metterli in riga senza scoprirsi.

Il saiyan assunse improvvisamente un’espressione ironica e beffarda. Dopo avere incrociato le braccia sul petto disse tagliente “Mettetevi immediatamente al lavoro o vi giuro che non sarete in grado di sedervi per una settimana” e prima che il ragazzino potesse ribattere aggiunse, assumendo un’espressione dura e spietata (per intenderci quella che usava contro il nemico prima di farlo a pezzi) “Vi rammento che esattamente tra ventisette minuti voi due tornerete normali e non ci sarà niente e nessuno in grado di evitarvi la lezione che meritate”.

La baldanza e strafottenza di Gotenks assunse la consistenza di una bolla di sapone. Caspita, l’avevano combinata davvero grossa. Vegeta non scherzava.

“Ehm!. Senti, Vegeta. Io stavo scherzando, non dicevo sul serio. Facciamo così. Io inizio subito l’allenamento e non discuto più nessun tuo ordine. Se vuoi, pulisco anche la palestra e la camera gravitazionale” cercò di rabbonirlo ora decisamente spaventato.

Goku, dal suo posto di osservazione sorrise divertito. Ottimo. Lo sapeva che Vegeta sarebbe riuscito a controllarli. Trunks conosceva bene suo padre e sapeva perfettamente che non minacciava mai a vuoto. Vegeta ora li aveva in pugno. Soddisfatto si allontanò lasciandoli al loro allenamento.

 

- FINE -

 

 

 

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