Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla. Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

C'è un tempo per ogni cosa

By Aresian

Capitolo 9

- Tenuta Takamiya -
- Capisco. La ringrazio per avermi avvertita, Sig.na Mizuki -.
Shiori depose il ricevitore con un senso d'ansia crescente, come un presentimento. La Dea Scarlatta, sapeva quanto Masumi e suo padre tenessero a quello spettacolo, era come un'ossessione per loro. ^Gli affari vengono prima di tutto^ le aveva detto solo qualche sera prima. Perché ora quella frase la spaventava così tanto?

- Villa Hayami -
Il crepuscolo era già calato ad ammantare la città e le luci del piano terra erano tutte accese. Parcheggiando la macchina davanti alla dependance Masumi si preparò mentalmente al confronto con il padre. Dopo anni di attesa poteva prendersi la sua rivalsa su Eisuke ma, per il bene di Maya e per il suo futuro, non avrebbe affondato il coltello fino in fondo. Era più imperante liberarsi, in modo indolore, dei vincoli con i Takamiya. Non appena messo piede nell'ingresso di casa si imbatté nel maggiordomo che, senza mezzi termini, lo invitò a raggiungere immediatamente il padre in salotto.
^Quanta fretta, neanche il tempo di cambiarmi mi concedi?^ pensò quasi divertito. In un altro frangente si sarebbe risentito alquanto per quella prevaricazione di ogni sua necessità ma in quel momento non gli importava.
- Capisco. Lo raggiungo subito - rispose in tono distaccato entrando in quel salotto che qualche settimana prima aveva dato inizio a tutto.
Eisuke era seduto sulla solita poltrona, il cipiglio altero e l'incarnato cinereo, segno evidente della sua tensione e frustrazione. L'attesa, durata due ore, per il suo rientro doveva averlo disturbato alquanto.
- Scusa il ritardo - disse con fare indifferente, andando verso il mobile bar e preparandosi un drink.
Eisuke studiò l'atteggiamento del tutto tranquillo e rilassato del figlio con palese fastidio. Era il caso che si decidesse a rivelargli il piano che aveva in mente, era stufo di giocare a rimpiattino.
- Allora, si può sapere come pensi di sistemare la questione? Ho fatto un giro di telefonate pure io, Masumi, e quel tizio, quell'Ishikawa, non è l'ultimo arrivato. La Sig.ra Tsukikage si è rivolta ad un pezzo grosso con notevoli capitali alle spalle. Persino il sostegno dei Takamiya potrebbe non essere un deterrente sufficiente ad ammorbidirlo - sbottò Eisuke non appena il figlio si accomodò sulla poltrona di fronte a lui.
Masumi centellinò il contenuto ambrato del bicchiere per qualche istante poi si decise a rispondere.
- Non ho alcun bisogno di ammorbidire il Sig. Ishikawa. E' vero che la Sig.ra Tsukikage ha firmato il contratto con lui ma ignora che io e Ishikawa siamo in società e che pertanto quel contratto la vincola anche con me e non solo lei ma anche l'erede della Dea Scarlatta e per ben un anno -.
Eisuke osservò per un attimo il figlio a bocca aperta. Che il cielo lo fulminasse, Masumi era decisamente diabolico. A quella consapevolezza sbottò in una sonora risata.
- Perché diamine mi hai fatto stare in ansia per tutto questo tempo, potevi dirmelo direttamente al telefono - disse poi tornando serio.
- Semplice, perché io e te dobbiamo ora discutere ... d'affari -.
Il tono di Masumi era pericolosamente calmo. Eisuke aguzzò immediatamente lo sguardo.
- Di cosa stai parlando? - chiese confuso.
- Circa un mese fa, in questa stanza, tu mi ha ordinato, è il termine preciso, di smettere di continuare a ,come dire, sostenere Maya Kitajima in quanto l'affare Takamiya ti stava particolarmente a cuore - esordì Masumi in tono sempre calmo e pacato.
- Che diavolo c'entra questa storia? -.
Il tono di Eisuke si era fatto guardingo e quasi minaccioso.
- Un attimo di pazienza, padre, e tutto ti sarà chiaro - fu la risposta altrettanto dura di Masumi. - In questi anni ho fatto sempre tutto per la Daito Art Production, ho sempre seguito alla lettera tutti i dettami e gli ordini che mi impartivi sulla gestione degli affari degli Hayami, sono arrivato ad accettare che tu mi combinassi un matrimonio che non volevo e tutt'ora non voglio con Shiori Takamiya, ho annullato me stesso per troppo tempo padre. Ora sono stanco ed ho deciso di fare di testa mia, ecco che cosa significa -.
Eisuke si agitò sulla poltrona preoccupato. Masumi non lo avrebbe affrontato direttamente senza avere della buone carte da giocare.
- Non intenderai mandare a monte la fusione con i Takamiya per quella ragazzina? Non te lo permetterò e lo sai. Non è necessario che tu sia innamorato di Shiori perché il matrimonio funzioni - sbottò esasperato.
Un lampo freddo, quasi spietato, attraversò le iridi azzurre di Masumi.
- Oh, lo so anche troppo bene. Ho visto il tuo con mia madre - ribatté gelido.
Il patrigno lo guardò sconcertato per un istante, non gli si era mai rivoltato contro in quel modo.
- Esattamente che cosa hai intenzione di fare - sondò preoccupato.
- Rilassati, non ho intenzione di mandarti in rovina, anche se per lungo tempo ho accarezzato l'idea. Voglio solo che tu, e tu solo, ti esponga per scindere l'accordo con i Takamiya e di conseguenza mandi a monte il matrimonio con la Sig.na Shiori -.
Eisuke reagì a quella imposizione con una sonora risata.
- Non sei assolutamente nella posizione di impormi niente, Masumi. Tutto quello che sei lo devi a me, basterebbe una mia parola per ridurti al nulla o meglio usare le foto di te e Kitajima sull'Astoria - sentenziò in tono duro.
- Non ne sarei così sicuro, padre. Quando hai controllato le uscite di cassa per la ristrutturazione della Sala Ugetsu avresti fatto meglio a controllare anche le migrazioni finanziarie dalle società satellite ma, dall'espressione del tuo volto, ne deduco che non lo hai fatto - disse Masumi in tono compiaciuto. - Con quei fondi, unitamente all'accordo in società con il Sig. Ishikawa, che come hai già rilevato possiede ingenti capitali ed investimenti prevalentemente all'estero tanto da essere fuori dalla tua portata e dei Takamiya, ho messo su una Casa di Produzione parallela alla Daito Art Production che, guarda caso, avrà l'esclusiva della Dea Scarlatta e l'entrata del 35% dei diritti di rappresentazione per un anno intero. Senza contare che, indipendentemente del fatto che si tratti di Ayumi Himekawa o di Maya Kitajima, l'accordo prevede che in ogni caso la Daito Art Production sia esclusa dalle trattative di produzione teatrale dell'opera. Quindi, padre, l'unico modo che tu hai di poter vedere rappresentata la Dea Scarlatta in uno dei teatri Daito è che io decida di ricorrere ad uno di essi. Riguardo le foto sai che è una minaccia vana, non danneggerebbero solo lei ma anche il sottoscritto trascinando la Daito in uno scandalo e facendo saltare egualmente il matrimonio e la fusione - spiegò in tono freddo e cinico in modo che il padre comprendesse bene e sino in fondo la portata della trappola che gli aveva teso.
- Non te la farò passare liscia. Posso anche aspettare un anno e sopportare che sia tu a gestire per quel periodo le rappresentazioni e poi te la porterò via. Tu sposerai la nipote di Takamiya e questo è quanto - ribatté in tono duro Eisuke alzandosi faticosamente in piedi, sostenendosi con il bastone.
Masumi non si mosse dalla poltrona e si limitò a dire serafico.
- Sarai costretto a cedere, questa volta, perché non sarò io a fare marcia indietro. Riflettici padre la Daito e il gruppo Hayami non perderanno niente, anche senza fusione con i Takamiya. Ishikawa ha investito nella mia società secondaria ma dipende da me se i capitali che lui investirà saranno solo miei o se verranno inglobati nelle attività delle imprese Hayami. Tutto quello che chiedo è di essere lasciato libero da un matrimonio che non voglio, di sposarmi solo quando e con chi andrà bene a me e che stai lontano da Maya Kitajima. Non ti ostacolerò nella messa in scena della Dea Scarlatta. Non verrà prodotta direttamente dalla Daito è vero, almeno per un anno poi dipenderà dagli accordi che verranno presi con Ayumi o Maya, ma la tournée sarebbe ospitata dai teatri Daito per tutto il paese con il relativo ritorno d'immagine. Se ti ostini invece a non volermi dare retta sono disposto a rinunciare al cognome Hayami pur di far saltare la fusione con i Takamiya e il matrimonio e tu perderai anche i fondi che potrebbero invece entrare dal nuovo socio Ishikawa. Per completezza d'informazione ho già provveduto a fare registrare allo stato civile unitamente al cognome Hayami quello di mia madre, sai sono previdente, ed il contratto con Ishikawa l'ho siglato usando entrambi i cognomi e pertanto resterà valido, anche se non sarò più un Hayami, così come la Casa di Produzione, come vedi qui l'unico a rimetterci saresti tu -.
Eisuke impallidì visibilmente, lo aveva allevato perché diventasse un Hayami e lui gli si rivoltava contro come una serpe in seno. In un barlume di auto-ironia considerò che aveva fatto realmente di lui un perfetto Hayami.
- Tutto per poter sposare quella Maya Kitajima - disse alla fine, con un sospiro rassegnato, tornando a sedersi.
Masumi sorrise lievemente.
- Perché, padre, tu cosa non hai fatto per Chigusa Tsukikage? - chiese con una vena di comprensione nella voce.
Eisuke chiuse per un attimo gli occhi. Già, cosa non aveva fatto?
- D'accordo, Masumi. Non è il caso che rinunci al nome, hai dimostrato fin troppo bene che sai come trattare un buon affare. Sei certo che Ishikawa non ci darà problemi? - chiese poi in tono rassegnato.
- Fidati, non ce ne saranno e neanche con la Sig.ra Tsukikage. Ho in mente di proporle qualcosa che sicuramente ammorbidirà la sua intransigenza nei nostri confronti, ma devi lasciarmi carta bianca, e che al contempo ci frutterà altro denaro - lo rassicurò con fermezza.
Eisuke annuì, ormai in quel frangente non aveva più voce in capitolo. Masumi non minacciava a vuoto. Se era riuscito a crearsi una società esterna al gruppo Hayami non ci avrebbe messo cinque minuti a piantarlo in asso rinunciando al nome. A quel punto considerò che forse gli conveniva tifare per Maya Kitajima nella corsa alla Dea Scarlatta. A ben vedere nel caso che Masumi fosse riuscito ad impalmarla i Diritti di Rappresentazione sarebbero a quel punto entrati direttamente a far parte del patrimonio degli Hayami, decisamente un ottimo affare.
- Adesso levati dai piedi, devo risolvere la questione con i Takamiya e non sarà una cosa piacevole - borbottò poi considerando che doveva recuperare le forze per affrontare quella faccenda spinosa. Masumi, inaspettatamente, scoppiò a ridere, una risata franca e liberatoria. Da quanto non gli capitava di vedere il figlio così? Sorpreso si rese conto.. da sempre.
- Non fingerti preoccupato, padre. Quello che ho imparato sul mondo degli affari l'ho appreso da te. Sono sicuro che alla fine il vecchio Takamiya si convincerà che l'idea dell'annullamento del fidanzamento l'ha avuta lui. Comunque - soggiunse poi raggiungendo la ventiquattr'ore che aveva posato vicino al mobile bar - questi documenti potrebbero tornarti utili se dovessero opporre resistenza o tirassero in ballo la foto di Shiori sul molo - spiegò estraendo un fascicolo piuttosto corposo con i bilanci, passaggi finanziari, rendiconti fiscali del gruppo Takatsu tutto materiale scovato dal fido Hijiri.
Eisuke si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto suo malgrado.
- Preparato nei minimi dettagli. Sì decisamente sei mio figlio - disse poi in tono quasi ammirato lasciando Masumi sinceramente sorpreso.
- Al vecchio penso io, a te tocca ammorbidire la botta dell'annullamento alla Sig.na Shiori. Mi sa che il compito più facile ce l'ho io - concluse poi il vecchio Hayami prima di allontanarsi.
Masumi considerò che, in fondo, suo padre aveva ragione. Ora gli rimaneva Shiori, la variabile più complessa del problema.

- Un paio di giorni dopo... -
Shiori avvertì un sordo dolore al petto mentre il suo mondo perfetto andava in frantumi.
- Non capisco nonno, cosa significa che devo dimenticarmi del Sig. Masumi? - chiese scioccata osservando il volto severo dell'avo che le faceva cenno di sedersi, preoccupato dal suo improvviso pallore.
- Shiori, cara, mi spiace ma ho avuto una lunga riunione d'affari con Eisuke Hayami. Pare essere venuto a conoscenza di alcuni gravi falsi di bilancio di almeno tre consociate del gruppo, di cui ovvio non ero a conoscenza, e in ragione del rischio di inglobare le grane fiscali dei nostro gruppo ha deciso di rescindere l'accordo preliminare di fusione e anche il coinvolgimento del figlio con la nostra famiglia è stato ritenuto, a questo punto, fuori luogo. Il fidanzamento verrà annullato, non ho scelta è la condizione che ha posto per non richiedere i danni, e pertanto passare al fisco gli incartamenti che ci metterebbero seriamente nei guai, e accettare una risoluzione consensuale del contratto - il tono dell'uomo era grave ma anche fermo.
^Gli affari vengono prima di tutto^  quella frase di Masumi tornò a ronzarle nelle orecchie, impietosa. Ecco cosa aveva voluto dirle, che lui sapesse già cosa aveva in mente il padre? Che in qualche modo l'avesse voluta mettere in guardia?
- No. Non è possibile. La data delle nozze è già stata fissata, io amo il Sig. Masumi, non potete considerare il mio matrimonio un affare - riuscì a dire in tono quasi isterico, scattando repentinamente in piedi tanto da provare una lieve vertigine che decise, proditoriamente, di ignorare.
- Shiori io non posso rischiare una indagine fiscale che metterebbe in ginocchio il gruppo, facendone crollare le quotazioni in borsa, perché tu ti sei invaghita del giovane Hayami - ribatté tuttavia, in tono secco il vecchio Takamiya, per poi riprendere in tono più comprensivo - Mi rendo conto che per te è un duro colpo ma non posso fare altrimenti, il matrimonio è sempre stato parte integrante di un accordo d'affari -.
Shiori si sentì svuotata dentro. Affari, affari... iniziava ad odiare con tutta se stessa quella parola.
- Ne parlerò con il Sig. Masumi. Non posso accettarlo, lui troverà una soluzione - disse facendosi forza.
Lo sguardo rassegnato sul volto del nonno stava a significare che non avrebbe ottenuto niente ma lei non volle dargli credito.

Masumi osservava le stelle dalla terrazza della villa di Izu. Era stato avvertito da Mizuki che Shiori stava arrivando, il momento del confronto tra loro due era alla fine giunto. Doveva muoversi con fermezza ma cercando di non ferirla. Doveva assolutamente evitare che Shiori sospettasse che c'era lui dietro alla decisione presa dal padre di scindere il contratto matrimoniale. Quando sentì suonare il campanello chiuse per un istante gli occhi rammentando a se stesso che ora stava lottando per Maya, per se stesso e in fondo, ne fosse consapevole o meno, per la stessa Shiori. Con passo deciso andò ad aprire. C'era il vento quella sera, aria fredda che penetrava i vestiti e faceva rabbrividire. Il volto pallido di Shiori, al chiarore della luna, i lunghi capelli a danzare selvaggi intorno al suo viso e gli occhi colmi di lacrime. La fine dei suoi sogni era riflessi in essi.
- Vieni, entra - le disse semplicemente facendosi da parte.
Shiori sembrava un fiore di serra, bello e fragile, quasi spaesata in mezzo alla sala illuminata.
- Masumi... - iniziò a dire chiaramente sconvolta.
- Mi spiace che tu ne sia venuta a conoscenza in questo modo. Avevo pregato mio padre di darmi il tempo di parlartene in privato - disse in tono gentile - Ti prego, siediti - proseguì poi temendo che potesse essere colta da uno svenimento, era talmente pallida da preoccuparlo.
La donna acconsentì e si accomodò sul divano mentre Masumi le porgeva un bicchiere d'acqua. Con un paio di respiri profondi cercò di calmarsi.
- Sapevi delle sue intenzioni già dalla festa, vero? - lo accusò poi, appena ripreso il controllo. Era arrabbiata, frastornata e ferita e non sapeva in quale ordine questi sentimenti prevalessero nel suo animo. Il volto di Masumi si rabbuiò mentre le si sedeva accanto.
- Avevo qualche sospetto. Ho cercato di metterti in guardia. Sapevo che erano state sollevate delle perplessità, mio padre è un tipo sospettoso e stava facendo delle indagini accurate, non è stato d'aiuto neanche il tuo assegno a Maya Kitajima in quanto lo ha notevolmente contrariato per le possibili conseguenze di cui abbiamo già discusso e soprattutto per le ripercussioni sulla Dea Scarlatta. Per Eisuke Hayami gli affari vengono prima di tutto - disse in tono pacato approfittando di quella mossa falsa della donna che poteva palesare di avere scoperto. La vide trasalire.
^L'assegno? Mi stai dicendo che sto pagando tutto questo per quel solo errore?^ pensò sgomenta la donna. Si sentì opprimere dalla consapevolezza che aveva sottovalutato l'importanza che per gli Hayami aveva quella dannata Dea Scarlatta, come rimediare ora?.
- Masumi, ti ho spiegato che l'ho fatto per te. Non può essere solo per quello. Ti prego, la data è già fissata. Io ti amo, noi ci amiamo dovrà pure contare qualcosa - ribatté in tono concitato cercando di convincerlo a non rinunciare a tutto.
L'uomo a quel punto si alzò in piedi e si allontanò di qualche passo facendo scorrere la mano tra i folti capelli biondi con aria sofferta.
- No, ovviamente non è per solo per quello, la faccenda delle gravi irregolarità fiscali è stata fatale. Shiori mi rendo conto solo ora di avere commesso un gravissimo errore con te e mi scuso per questo anche se non servirà a lenire il tuo dolore - si sforzò di spiegare con calma. Era palese che lei quella faccenda non riusciva a comprenderla. Vedeva solo l'aspetto dal suo punto di vista. Come farle capire?
- Errore? - domandò Shiori con gli occhi dilatati dalla confusione. Di cosa stava parlando adesso?
- Ascoltami, il nostro è sempre stato un "matrimonio combinato" e come tale io sono sempre stato consapevole che se mio padre o tuo nonno avessero cambiato idea sulla fusione finanziaria tutto sarebbe andato a monte. Quando mi sono reso conto che prendevi troppo sul serio il nostro rapporto ho provato a metterti in guardia, cercando di tenerti un po' a distanza e mettendo sempre le riunioni d'affari prima di te. I sentimenti, in un matrimonio combinato, non contano. Questa è la dura verità. Consapevole dei rischi io ho avuto cura di non lasciarmi coinvolgere troppo ma nessuno a quanto pare ha preparato te a fare la stessa cosa e ora è troppo tardi e di questo sono sinceramente addolorato, non mi piace vederti soffrire  - la donna lo guardò sgomenta.
- Vuoi dire che la tua gentilezza nei miei confronti era studiata, che non sei mai stato sincero con me mentre io mi fidavo di te? - chiese ferita nel profondo, mentre lacrime copiose inondavano ormai il suo viso.
La consapevolezza che in parte le accuse di Shiori fossero fondate gli rese il compito più difficile, ma non era stato sempre così c'erano stati momenti in cui l'aveva realmente sentita vicina.
- No. Non fraintendermi, non mi è mai costato essere gentile con te Shiori perché sei una persona sensibile e che ha saputo vedere oltre la facciata dell'uomo d'affari in me, e di questo ti sono grato. In più di un'occasione hai dimostrato di capire i miei comportamenti anche quando avresti potuto giudicarmi freddo e cinico ma io sono un uomo complesso Shiori, e tu in realtà non mi conosci che superficialmente. Ami una parte di me, la  sola che ho avuto cura di mostrarti ma io sono ben altro - iniziò a dire salvo essere interrotto dalla rabbiosa replica della donna.
- No, non è vero. Io ti amo per quello che sei, sii onesto almeno adesso, sei tu che sei invaghito di quella ragazzina, quella Maya Kitajima. Cos'ha lei che io non ho? Sono certa che se al mio posto ci fosse lei tu andresti anche contro tuo padre - gli urlò contro non curandosi più di nascondere la gelosia per quella ragazza, del resto lo stava perdendo perché continuare a mentire, non avrebbe avuto senso.
Masumi scosse la testa.
- Continui a non capire - mormorò in tono basso e dispiaciuto prima di proseguire dicendo - Rammenti che un giorno mi hai chiesto perché nelle foto da ragazzo non sorridevo mai? - chiese poi in tono pacato vedendola trasalire, confusa.
- E adesso questo cosa c'entra? - chiese in tono perplesso.
- E' da quando ho l'età di quindici anni che mio padre mi educa a mettere gli affari, gli interessi della famiglia, prima dei sentimenti. Il diploma andava conseguito a pieni voti per il prestigio degli Hayami. Vincere una competizione ippica portava il nome Hayami in alto, altro prestigio. Convogliare a nozze con la pupilla dell'"imperatore" Takamiya voleva dire denaro e prestigio per gli Hayami e la Daito Art Production quindi un affare delicato da gestire. Tenere lontane madre e figlia, che si cercano da anni, perché la pubblicità che se ne può ricavare al momento giusto farà guadagnare denaro e prestigio alla Daito è necessario, salvo poi mandare fiori a quella ragazza perché la madre è morta per causa tua, anche questo è il prezzo da pagare per essere un Hayami. L'ho resa orfana a quindici anni Shiori, se veramente sei convinta di conoscermi dovresti sapere che la proteggerò per tutta la vita a qualsiasi costo, anche da te - concluse poi, calcando sull'ultima parte.
Shiori lo fissò turbata dalla fredda compostezza di quella confessione rendendosi conto che mai come ora lui le rivelava il suo "vero" volto. C'era nascosta tanta sofferenza e solitudine dietro a quelle parole da sentirsene sopraffatti. Per la prima volta lo vedeva aperto, franco ed onesto fino in fondo con lei. Senza remore le stava confessando l'invio delle rose scarlatte a Maya Kitajima, che realmente la ragione di tutto quell'interesse di Masumi verso la ragazza  fosse legato al senso di colpa per essere stato concausa della morte di sua madre? Dal tono ferito e sofferto sembrava proprio fosse così e anche se così non fosse stato ora, finalmente lo comprendeva, non aveva più importanza perché non aveva più armi da giocarsi con un uomo che non l'aveva mai amata ma solo, al massimo, stimata. Ormai persino suo nonno le era contro e per cosa? Per salvaguardare gli interessi dell'azienda di famiglia, ora il prezzo del prestigio dei Takamiya, ironia,... lo pagava lei.
- A chi verrà imputata la responsabilità della rottura del nostro fidanzamento? - chiese a quel punto sconfitta, rendendosi conto che l'avere attaccato la ragazza era stata la sua condanna in tutti i sensi.
- Non preoccuparti, verrà affrontato direttamente nelle dichiarazioni riguardo alla risoluzione consensuale del contratto e sarà fatto in modo da non recarti danno. Entrambi ne usciremo senza strascichi, farò in modo che la stampa non abbia di che spettegolare. E' mio dovere farlo per proteggerti da qualsivoglia scandalo - spiegò Masumi, il tono fermo rendendosi conto che alla fine aveva piegato la sua resistenza.
Shiori annuì. L'unica cosa che le restava da fare era uscire di scena a testa alta, con dignità. Si era abbassata anche troppo per elemosinare un amore che lui non aveva mai provato, ora le era chiaro.
- Questo allora è un addio. Non intendo più vederti e sono certa che tu comprenda il perché.  Quello che ti auguro è di non dover mai rimpiangere la scelta di obbedire a tuo padre per l'ennesima volta - disse solo, con una punta di cinismo nella voce prima di avviarsi verso la porta.
Masumi abbassò il capo, annuendo. Che vivesse pure con quella convinzione se ciò implicava essersi liberato di lei. Quello che era certo, non avrebbe mai rimpianto di avere... disobbedito a suo padre, ma Shiori questo non lo avrebbe mai saputo.
 
La notizia della risoluzione degli accordi di fusione tra il gruppo Takatsu e il gruppo Hayami fece tremare gli affari in borsa e sollevò un polverone di pettegolezzi nel settore. Riguardo Ishikawa, invece Masumi aveva insistito con Eisuke per lasciargli gestire la cosa personalmente ed Eisuke aveva acconsentito, anche perché a dire il vero era il solo Masumi ad avere espliciti rapporti d'affari con Ishikawa. Questa mossa sarebbe stata resa pubblica a tempo debito e comunque non prima che Masumi avesse parlato personalmente con la Sig.ra Tsukikage. Mizuki ebbe il suo bel da fare, in ogni caso, a stare dietro a tutte le richieste di informazioni da parte sia della stampa che degli addetti del settore finché, nel giro di un paio di settimane, la situazione non si stabilizzò. Del fidanzamento annullato, per paradosso, non si interessò quasi nessuno se non le riviste di gossip abilmente messe a tacere da una conferenza stampa organizzata appositamente da Masumi per spiegare come alla decisione fossero pervenuti di comune accordo sia lui che la Sig.na Takamiya. Al di là della questione meramente finanziaria tra le famiglie i due si erano trovati a convenire che le tensioni derivanti dagli eccessivi impegni di lui, che sfociavano sempre più in liti, non avevano fatto altro che minare il rapporto e la risoluzione del contratto aveva di fatto sollevato entrambi da un vincolo che iniziavano a considerare sempre più scomodo. L'ufficio stampa dei Takamiya aveva poi rilasciato uno scarna dichiarazione della Sig.ra Shiori che di fatto confermava quanto dichiarato da Masumi.
Maya aveva appreso la notizia a casa di Sakurakoji. Il ragazzo a breve avrebbe avuto l'autorizzazione a riprendere l'attività teatrale, anche se a piccole dosi, e Maya lo stava aiutando a riprendere il ritmo recitativo alternandosi con il regista e Tobe. Stavano chiacchierando del più e del meno, con il televisore acceso, quando la notizia venne data al telegiornale. Maya incredula rimase a fissare lo schermo dove una foto di Masumi e di Shiori accompagnava la scritta "L'imminente matrimonio tra il Presidente della Daito Arto Production e l'erede della famiglia Takamiya è stato annullato" mentre il giornalista raccontava come si erano svolti gli eventi.
- Sig. Hayami ... - sussurrò soltanto, mentre le lacrime le inumidivano gli occhi. Non riusciva a crederci. Il Sig. Hayami non avrebbe più sposato la Sig.na Shiori. Quella consapevolezza si faceva strada lentamente in lei. Il suo cuore tremava, perché ora non ci sarebbe più stata la fidanzata a dividerli anche se non era ben certa di quello che sarebbe accaduto in futuro, ora sapeva che poteva esserci veramente una possibilità per loro.
Sakurakoji, al suo fianco, notò la vivida emozione che animava la ragazza e un sorriso triste si delineò sulle sue labbra. Così Hayami era tornato un uomo libero. Ora aveva veramente perso. ^Spero che almeno tu possa essere felice, Maya^ pensò, nonostante tutto, con sincerità. Al momento per lui era ancora impossibile, era ancora maledettamente presto.

- continua -

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