Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo. Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla. Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
C'è un tempo per ogni cosa
By Aresian
Capitolo 6
Un
vociare sommesso accompagnò l'uscita degli attori dal Kid's
Studios, la sera era calata da tempo e i lampioni lungo la strada
illuminavano il passo lungo la via principale.
- Ci vediamo domani, Kitajima
- disse Tobe passandole accanto. Con un cenno d'assenso la giovane si
incamminò verso la fermata della metropolitana. Le faceva uno
stranissimo effetto non vedere la moto di Sakurakoji parcheggiata
all'altro lato della strada. Si sarebbe fermata a prendere qualcosa da
portagli in ospedale e poi sarebbe passata a fargli visita prima di
rientrare a casa. Era talmente persa in quelle riflessioni che quasi
urlò di spavento quando all'improvviso si trovò davanti
... Hijiri.
- Mi perdoni, Maya. Non volevo spaventarla - disse prontamente il giovane in tono di scusa.
Maya, con il cuore che le era
balzato in gola, annuì brevemente mentre si affrettava a seguire
il giovane nel piccolo vicolo laterale. Rammentava come lui avesse
sempre l'abitudine di comparire all'improvviso e sempre con fare
circospetto, in alcune circostanze quasi facendola sorridere per tutta
quella "segretezza".
L'uomo, ignaro dei pensieri
della giovane, lanciò un paio di occhiate furtive sia al vicolo
che alla strada principale per accertarsi che nessuno avesse notato la
sua presenza.
- Maya sono venuto a recarle
un importante messaggio da parte del suo Ammiratore - iniziò a
dire a quel punto, abbassando lo sguardo sul volto incuriosito della
ragazza.
^ Il Sig. Hayami^ pensò
con il cuore in tumulto la giovane notando in quel momento che Hijiri
non recava né pacchi né mazzi di rose.
- Un messaggio? - chiese confusa.
- Sì. Le manda a dire
che per un po' di tempo non potrà inviarle fiori o regali ma che
il suo apprezzamento e la sua stima nei suoi confronti sono
assolutamente immutati e che continuerà a seguire i suoi
progressi ed attende con ansia di vedere la sua Dea Scarlatta -
spiegò Hijiri notando gli occhi della giovane sgranarsi per la
sorpresa.
Perché il Sig. Hayami
non voleva più mandarle le rose? Non capiva. La cosa la
preoccupava e turbava al contempo. Un lampo di dolore e tristezza
attraversò le sue iridi scure e Hijiri lo notò.
- Maya, il suo ammiratore
è preoccupato. E' venuto a conoscenza dello spiacevole episodio
occorso al riguardo del falso biglietto che lei ha ricevuto. La prega
di avere fiducia in lui, per questo le manda a dire che per ora non le
invierà nulla proprio perché non vuole che lei abbia a
soffrire per stupidi scherzi. Io continuerò ad essere il suo
contatto con lui, qualsiasi cosa gli voglia fare sapere faccia
affidamento su di me, come sempre, e si fidi solo dei messaggi che io
le porterò, di nessun'altro. Se dovesse capitare nuovamente
qualcosa di strano, imputabile al suo ammiratore, la prego di
avvertirmi me ne occuperò personalmente - le spiegò in
tono calmo, posandole una mano sulla spalla come a volerla rassicurare.
Maya non si rese neanche conto
di avere gli occhi colmi di lacrime. Quello che le stava dicendo il
Sig. Hijiri era la conferma che le foto strappate erano arrivate da
parte di qualcun'altro ma ormai su questo lei non aveva più
alcun dubbio. Tuttavia se per lei si era trattato di uno scherzo di
cattivo gusto per il Sig. Masumi invece la questione doveva essere
più seria. Forse aveva a che fare anche con lo strano invito a
Villa Hayami. Non le importava se le rose non arrivavano più
ciò che le importava erano le parole di Hijiri. Poteva contare
su di lui come sempre. Per un attimo considerò
l'opportunità di confessargli tutto. Di dire all'uomo che
conosceva l'identità dell'Ammiratore ma forse questo non era il
momento adatto.
- Ho... ho capito. Per favore
gli dica che... io credo in lui e non mi importa se non arriveranno le
rose....mi basta sapere che lui crede in me - balbettò alla
fine, mentre una lacrima solitaria le solcava il visino arrossato
dall'emozione.
Hijiri si intenerì
innanzi a quella esternazione emotiva. Ora che il Sig. Masumi gli aveva
rivelato che la giovane ricambiava i suoi sentimenti riusciva a vedere
la verità per quello che era. I pezzi del puzzle, almeno per
lui, avevano preso la giusta collocazione. Non c'era altra spiegazione
all'atteggiamento della ragazza che nonostante tutto credeva nell'amico
misterioso e guarda caso dopo avere visto il Sig. Masumi.
- Maya, mi dica la
verità, lei ha scoperto l'identità del suo Ammiratore,
non è così? - chiese in tono basso e dolce.
La giovane sobbalzò
come se l'avesse punta un'ape. Poi arrossì violentemente
abbassando la testa prima di sussurrare - Sì - e prima che lui
potesse aggiungere qualcosa proseguì velocemente, alzando il
viso a guardarlo - La prego, però, non glielo dica -.
Hijiri comprese che era un
compito che non spettava a lui. La giovane e il Sig. Masumi dovevano
trovare il modo di confidarsi a vicenda, con totale franchezza e
chiarezza, e senza intrusione di terze persone per quanto in buona
fede. Una cosa però poteva fare, visto che ora conosceva la
realtà dei fatti, avrebbe potuto consigliare in modo
più... appropriato le mosse del suo principale.
- D'accordo. Non gli
dirò niente. Accadranno molte cose nei prossimi giorni Maya,
potrebbero anche sembrarle incomprensibili, la prego solo... non
dimentichi mai di fidarsi del suo Ammiratore - si limitò a dire
con fermezza. Maya annuì e si profuse in uno dei suoi goffissimi
inchini di ringraziamento che gli strappò un lieve sorriso.
- Ora devo andare. Ci sentiremo presto - e detto ciò si allontanò lungo il vicolo sino a scomparire alla vista.
Maya sentiva improvvisamente
il cuore più leggero. Ora che il Sig. Hijiri sapeva, la
lontananza dal Sig. Hayami era più accettabile perché il
legame era diventato più .. speciale.
Mezz'ora dopo Maya raggiunse
l'ospedale, l'orario di visita era iniziato da poco ma c'era mezzo cast
in fila per fare un saluto al ragazzo. Maya aveva sperato di poter
parlare con calma con Sakurakoji ma ciò non era chiaramente
possibile. Un po' impacciata si fece avanti posando, sul tavolino
accanto al letto, il sacchettino con i dolcetti di riso che aveva preso
lungo la strada.
- Come ti senti? - chiese un
po' titubante, con le mani dietro la schiena, come se fosse la prima
volta che si rivolgevano la parola.
Sakurakoji studiò il
suo visino imbarazzato, vide la preoccupazione negli occhi di lei e si
rammentò il dialogo avuto con il Sig. Hayami. Era sconcertato
che potesse esserci un legame tra i due ma i suoi occhi avevano visto
anche troppo bene cosa era accaduto poche ore prima al molo. L'aveva
persa? Forse, ad essere onesto con se stesso, non l'aveva mai avuta
veramente. Avrebbe fatto molto meglio ad allontanarsi da lei, dalla
Daito, da tutto e andare a leccarsi le ferite reali e dell'anima da
qualche parte ma Hayami su una cosa aveva ragione, nonostante tutto,
lui le voleva ancora bene e non sarebbe scappato, non questa volta.
- Come se fossi finito sotto un camion - ribatté con una smorfia che fece sorridere i presenti.
- E' colpa mia, scusami tanto. Se io fossi venuta con te.... - iniziò a dire la giovane contrita.
- No. La colpa è solo
mia che non ho visto uno stupido semaforo rosso - le disse con
gentilezza. Fosse stato un tremendo egoista l'avrebbe fatta sentire in
colpa per settimane per averlo ferito così nel profondo tuttavia
poteva avere tanti difetti ma quello non gli apparteneva.
- Io ti aspetterò,
Sakurakoji. Preparerò la mia Akoya in questi due mesi ma ti
aspetterò, non voglio che tu venga sostituito, non è
giusto - disse la giovane in tono accorato.
^Maya^ pensò il giovane
^Perché fai così? Non capisci che mi fai stare male? No,
non puoi capirlo perché tu sei così. Ingenua e
cristallina in tutto quello che fai. Perché non ho mai voluto
capire? Solo vederti mi fa stare male, Maya. Come posso essere Isshin
sul palco quando avrei voluto esserlo per te nella vita?^. Si sentiva
dilaniato da sentimenti contrastanti, un misto di rancore e di
comprensione per i sentimenti di lei per tutto ciò che era stato
e per quello che mai sarebbe divenuto. Con un gemito sommesso chiuse
gli occhi mentre una fitta alla testa gli mozzava il respiro. Era a
pezzi, in tutti i sensi. Notando la tensione sul suo volto pallido a
quel punto un'infermiera intimò a tutti i visitatori di lasciare
la stanza, il ragazzo era ancora molto provato e doveva riposare. Senza
obiettare i presenti acconsentirono immediatamente. Maya gli
lanciò ancora uno sguardo desolato, non sapeva cosa fare. A
quegli occhi velati di tristezza Sakurakoji non seppe resistere. Fu in
quell'istante che decise. Se ne sarebbe pentito cento volte, lo sapeva,
ma con un lieve sorriso le disse semplicemente - Vai Maya, non
preoccuparti per me, presto starò bene -.
La giovane annuì brevemente, più tranquilla, prima di uscire dalla stanza.
Il mattino seguente una telefonata di Sakurakoji raggiungeva il Presidente della Daito, era il momento di .. agire.
A tempo di record Masumi aveva
organizzato un incontro "informale" presso la tenuta ove risiedeva la
Sig.ra Tsukikage alla presenza della medesima, dei due registi, di
Utako Himekawa che aveva insistito per rappresentare la figlia e del
Presidente dell'Associazione Nazionale per lo spettacolo. Puntando sul
fatto che, in parte, concausa della problematica era una pecca
nell'organizzazione a monte da parte dell'Associazione Nazionale per lo
Spettacolo, in quanto non aveva previsto nei cast dei "sostituti" per i
personaggi principali, era riuscito a portare il Presidente della
medesima a votare a favore del posticipo della rappresentazione di tre
mesi e di conseguenza aveva di fatto indotto la Sig.ra Tsukikage, che
all'Associazione si era appoggiata, ad acconsentire a sua volta. Di per
sé quei due voti erano già sufficienti, considerato poi
che anche Utako Himekawa si era detta favorevole al rinvio la decisione
fu presa quasi all'unanimità. Di fatto ad uscire scontento dalla
riunione fu solo Onodera.
La Sig.ra Tsukikage aveva
assistito al tutto con un crescente sconcerto. Si era sbagliata, Hayami
non intendeva ostacolare Maya, di tutte le opzioni che poteva
caldeggiare si era abilmente battuto per quella che andava a favore
della ragazza. La cosa la lasciava sinceramente sorpresa. Sembrava
quasi volere che la giovane ottenesse la Dea Scarlatta, ma
perché?
Prima che l'uomo lasciasse la casa aveva voluto affrontare la questione direttamente con lui.
- Che cosa sta macchinando questa volta, Sig. Masumi? - gli aveva chiesto diretta.
Lo aveva visto sostenere il suo sguardo senza battere ciglio e rispondere con estrema tranquillità.
- Yu Sakurakoji è un
attore della Compagnia Ondine, della Daito. Tra i candidati sostituti
nessuno appartiene alla Daito, ho semplicemente fatto gli interessi
della Compagnia -.
^Ah, sicuramente faceva gli interessi della Compagnia ma esattamente... quali?^ si domandò la donna.
- Al solito non dice quello
che realmente pensa. Suppongo dovrò tenermi la curiosità
- aveva risposto alla fine, in tono pacato.
L'uomo le aveva concesso un lieve sorriso prima di congedarsi.
La giornata lavorativa di
Masumi era comunque lungi dall'essere conclusa. In primo luogo era
tornato in ufficio per dare disposizioni a Mizuki di organizzare, per
il mattino seguente, una conferenza stampa con la quale sarebbe stato
dato l'annuncio ufficiale, poi era uscito per incontrarsi con Hijiri.
Doveva fare il punto della situazione riguardo le indagini che questi
stava conducendo per suo conto. Per depistare gli eventuali "angeli
custodi" propinatigli dal padre o dai Takamyia aveva cambiato la
macchina, lasciandola in un autolavaggio automatico, salendo su un
furgoncino anonimo guidato dal fedele collaboratore ed ora stava
controllando con attenzione gli incartamenti che il giovane si era
premunito di fornirgli.
- Questi tabulati sono
interessanti Hijiri, ma non sono ancora sufficienti. Mi serve qualcosa
di più compromettente. Possibile che l'Impero Takatsu non abbia
falle? - sospirò appoggiando la testa contro il sedile. Aveva
sperato in ben altre informazioni.
Hijiri, intento nella guida, cercò di tranquillizzarlo. Le sue indagini erano solo all'inizio.
- Non penso, Sig. Masumi. E'
vero, quanto ho scoperto non è molto ma sono solo i rapporti
preliminari di cui le avevo parlato, sto conducendo un'indagine
più approfondita, solo che mi occorre un po' di tempo, è
una situazione ingarbugliata e complessa. Comunque entro un paio di
giorni dovrei avere i risultati del controllo incrociato sull'ultima
società prestanome della lista. Mi sono concentrato su quella
perché ha il maggior giro di capitali cosa che mi ha
insospettito da subito. - spiegò pragmatico, vedendolo annuire.
- Avvertimi appena avrai
quelle informazioni. Cambiando argomento. Novità riguardo mio
padre? Sei riuscito a scoprire come è venuto a conoscenza di
tutto? - chiese Masumi, dopo un attimo.
- Sì, Sig. Masumi.
Credo che abbia iniziato ad avere sospetti da quando ha fatto quel giro
di capitali, dal conto aziendale, per nascondere l'uscita di denaro per
la ricostruzione della Sala Ugetsu. Infatti è stato proprio per
lo spettacolo "Lande dimenticate", se non ricordo male, che il
Presidente ha iniziato a prendere contatti con Maya. Ah, dimenticavo.
Ho riferito il suo messaggio alla Sig.na Kitajima. Ha detto che non ha
importanza se non arriveranno le rose, le basta sapere di avere il suo
sostegno -.
Masumi sospirò
nuovamente. Era stato dannatamente maldestro. In quel momento aveva
pensato solo al modo per permettere a Maya di concorrere ancora per il
Premio al Festival delle Arti.
^Maya troverò il modo,
te lo prometto troverò il modo^ pensò determinato,
tornando a studiare la fila di numeri del Bilancio Consuntivo di una
delle società satellite di Hong Kong, non notando lo sguardo
comprensivo di Hijiri.
- Notizie da parte di Ken? -
chiese poi, lanciando uno sguardo distratto all'insegna al neon che
capeggiava al lato della strada, mentre il furgone sostava ad uno stop.
- Sì, l'ho sentito
questa mattina. Il Sig. Ishikawa ha detto che trova l'offerta molto
allettante, sta facendo una serie di controlli a sua volta per
verificare che l'eventuale investimento di denaro non rappresenti un
problema per la stabilità economica della sua attività
principale. A tal proposito mi ha chiesto se posso fargli avere gli
ultimi bilanci della compagnia, è un problema? -.
Masumi sorrise quasi divertito. Ken era smaliziato negli affari almeno quanto lui.
- No, nessun problema, ma solo
i consuntivi, non fornirgli i previsionali e digli che al riguardo del
Budget quinquennale se ne può discutere insieme a cena, non
questa sera però - rispose in tono pratico, dando uno sguardo
rapido all'orologio. Quella sera aveva una cena di lavoro con... suo
padre.
- Come desidera - rispose Hijiri e notando il gesto dell'uomo svoltò a sinistra tornando verso l'autolavaggio.
Prima che i due si lasciassero Masumi si sincerò ancora su una cosa.
- Sei riuscito a scoprire chi è entrato alla Villa di Izu? - chiese riponendo i documenti nella ventiquattr'ore.
Hijiri annuì.
- Sì, Sig. Masumi.
Aveva ragione. La custode mi ha confidato che la Sig.na Takamyia si
è presentata a chiedere la chiave pregandola di non riferirle
niente perché intendeva farle una sorpresa -.
Masumi contrasse visibilmente
la mascella. A dire il vero aveva sperato caldamente di essersi
sbagliato, anche dopo la conversazione avuta con Shiori in ufficio una
parte di lui aveva sperato di essere in errore, ma errore non c'era
stato.
- Grazie, Hijiri. Ti raccomando Maya - disse in tono conciso, preparandosi a scendere.
- Non si preoccupi. Un'ultima
cosa, volevo riferirle che secondo i miei informatori non è il
Sig. Eisuke a farla pedinare ma la famiglia Takamiya. Pare che la cosa
sia iniziata da quando sono arrivate le prime minacce da parte della
Yakuza per il nuovo gruppo musicale acquisito della Daito.
Probabilmente sono preoccupati per la sua incolumità e per
quella della Sig.na Shiori - riferì ancora.
Masumi annuì
brevemente. In effetti la crociera sull'Astoria era stata organizzata
da Shiori che quegli uomini fossero a bordo della nave diventava
decisamente, ora, plausibile.
- Ottimo lavoro. Adesso vai.
Chiamami appena hai notizie da Ken o sul gruppo Takatsu - concluse poi
scendendo dal furgone, allontanandosi rapidamente verso la propria
macchina, era ora di rientrare a casa.
- Villa Hayami - poco dopo -
- Buona sera, Sig. Hayami. Suo
padre la sta attendendo in sala da pranzo - disse la cameriera che gli
aveva aperto, con un leggero inchino. Masumi fece una smorfia
divertita. Certo che lo stava aspettando, con tutti i tirapiedi che
aveva alla Daito, come infiltrati, sicuramente sapeva già che la
rappresentazione di prova sarebbe stata rinviata, o meglio aveva fatto
in modo che ne fosse già a conoscenza.
- Grazie - rispose in tono asciutto avviandosi verso l'antro del leone.
- Si può sapere che
diamine stai combinando, Masumi? - fu la gelida accoglienza che
ricevette. Esattamente quello che si era aspettato.
Eisuke sedeva rigido sulla sua
inseparabile sedia a rotelle, davanti ad una tavola sobriamente
imbandita, il camino acceso a riscaldare l'ambiente quasi fosse un
comodo focolare domestico e non il terreno dell'ennesima battaglia tra
i due.
- A cosa ti riferisci, padre?
- chiese mostrando sorpresa mentre, toltosi la giacca, si sedeva
esattamente all'altro capo del tavolo.
- Perché hai insistito
per rimandare la data della Rappresentazione Dimostrativa? - chiese
inquisitorio Eisuke, facendo cenno alla cameriera che poteva servire la
cena.
- Se proprio vuoi saperlo in
primo luogo perché Sakurakoji è un attore della Daito,
mentre nessuno dei papabili sostituti lo era, considerato che di fatto
ho investito tempo e denaro per fare in modo che fosse assegnato al
cast di Kuronuma proprio per questo scopo mi è sembrata l'unica
decisione da prendere - iniziò a spiegare in tono discorsivo,
sapeva che lo aveva sorpreso - In secondo luogo, al di là dei
diritti di rappresentazione, alla fine conterà anche il ruolo
del regista e di Isshin per la messa in scena dello spettacolo, non
solo della Dea, e pertanto sarebbe un'ottima pubblicità se alla
fine i personaggi principali e il regista risultassero appartenere alla
Compagnia Ondine - concluse poi con praticità prima di gustare
un delizioso antipasto a base di pesce e riso.
Eisuke considerò che il
figlio stava decisamente architettando qualcosa. Possibile che facesse
parte del piano per ottenere la Dea Scarlatta? Se si era mosso per
infiltrare Sakurakoji nel cast di Kuronuma una ragione sicuramente
c'era e con tutta probabilità era sempre per quella ragazzina.
Conoscendolo era certo che non avrebbe osato opporsi al suo ordine di
troncare con quella Kitajima, non era nella posizione di farlo, ma
altrettanto sapeva che quella mossa era il suo modo, sottile, di
rendergli la pariglia. Considerò se fosse il caso di provocarlo
per scoprire se la sua impressione fosse corretta ma sospettò
che tirare la corda sarebbe stato controproducente così
lasciò cadere l'argomento.
- Capisco - disse alla fine,
iniziando a cenare a sua volta, per poi deviare il discorso sulle
questioni d'affari legate alla giornata che volgeva al termine. Masumi
non si fece trarre in inganno. ^So che pensi che sia per Maya ma
l'istinto ti suggerisce di non mettermi alla corda più di quanto
hai già fatto. Questa tua temporanea passività gioca a
mio favore. Mi basta che Ken si convinca dell'affare e ti ritroverai ad
avere altre gatte da pelare, padre, che quattro rose inviate ad
un'attrice^ considerò infatti sapendo bene che lo scontro vero
era solo rimandato.
- Kid's Studio -
L'atmosfera, alla sala prove,
quella sera era pregna di rinnovato ottimismo. Quando Kuronuma era
tornato dalla riunione aveva immediatamente informato gli attori della
bella notizia. Sakurakoji non sarebbe stato sostituito e ancor meglio
veniva concesso un rinvio sulla data della rappresentazione
così, anche se avrebbe faticato un po' e riprendere il ritmo,
non ci sarebbero stati grossi problemi nel proseguire le prove per lo
spettacolo. Semplicemente si sarebbero concentrati, come accade nelle
riprese per il cinema, sulle scene dove non era necessaria la presenza
di Isshin fintanto che il ragazzo non fosse stato in grado di riunirsi
al gruppo. Maya era felice, perché non aveva perso il suo
partner e perché, soprattutto, Yu avrebbe ancora potuto battersi
alla pari con Akame per quel ruolo. La consapevolezza che fosse tutto
opera del Sig. Hayami, questo Kuronuma l'aveva lasciato intendere
chiaramente, le dava una doppia gioia. Ora toccava a lei trovare la Dea
Scarlatta. Doveva trovare quella maturità che ancora le mancava
per rendere completa la sua interpretazione. Forse, considerò,
era un bene che il Sig. Hayami non le mandasse più le rose
scarlatte. Contava troppo su di esse, doveva iniziare a contare solo su
se stessa e non solo per la recitazione ma anche per la vita o non
sarebbe mai stata in grado di sostenere un ruolo affianco al Sig.
Hayami in società. Una consapevolezza che aveva acquisito
durante la crociera e che ora doveva trasformare in una realtà.
- continua -