Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla. Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

C'è un tempo per ogni cosa

By Aresian

Capitolo 3

Masumi era chiaramente furibondo. Avrebbe dovuto sincerarsi con Maya su "come" il padre l'avesse tratta in inganno, le sue parole al riguardo erano rivelatrici, ma ora il problema era un altro. Era stanco di essere manipolato da lui. Anche se Maya era andata via il duello tra i due non era affatto finito.
- Hai intenzione di mandare a monte i miei piani per ottenere i diritti di rappresentazione? Se è così dillo subito - sbottò balzando in piedi. Doveva affrontarlo apertamente, non perdersi in giri di parole.
Eisuke ignorò l'invettiva del giovane. Masumi era diventato abile a controllarsi, a dribblare i discorsi pericolosi per evitare di impantanarsi nelle sabbie mobili ma un dato di fatto non cambiava, non gli avrebbe permesso di mettere a repentaglio la fusione con i Takamyia, aveva investito troppo al riguardo.
Ignorando la sua sfuriata, con indolenza, si limitò a dire - Affatto, Masumi. Tu in compenso da stasera smetterai di mandare rose scarlatte a quella ragazza e dedicherai le dovute attenzioni alla Sig.na Shiori o prenderò provvedimenti personalmente al riguardo - gelando il sangue nelle vene al figlio.
- Cosa? - ribatté quest'ultimo stordito, prima di proseguire con un secco - Non so di cosa tu stia parlando - dettato più dall'istinto che per altro. Masumi, infatti, si sentiva come se all'improvviso la terra gli fosse venuta a mancare sotto i piedi. Suo padre sapeva delle rose scarlatte? Da quanto?
- Non provare a negare, sono sette anni che le fai da devoto e misterioso donatore. Fintanto che si trattava di qualche rosa e qualche spesa extra ho sorvolato ma ora questa tua mania sta andando oltre e rischia di compromettere la fusione con l'azienda dei Takamiya. Vedi di troncare questa faccenda Masumi e questo non è un suggerimento ma un ordine - detto questo Eisuke spinse la sedia a rotelle verso la porta di servizio sulla destra allontanandosi e lasciando il figlio, solo, in mezzo alla stanza.
^ Maledizione, padre. Non te la darò vinta ^ medito furioso Masumi mentre il costoso servizio da tè volava a terra frantumandosi in mille pezzi.

La vettura correva veloce sulla strada semi deserta arrampicandosi agile lungo le tortuose curve che portano alla sommità del promontorio. I fanali ad illuminare un paesaggio reso spettrale dalle fronde degli alberi che oscuravano il cielo impedendo ai raggi della luna di giungere sino al suolo. Masumi era seriamente preoccupato. Quando era uscito da Villa Hayami aveva subito messo mano al cellulare per contattare Hijiri. Doveva cercare di capire come diamine avesse fatto il padre a scoprire il suo segreto. A sconcertarlo però l'affermazione altrettanto preoccupata di Hijiri.
- Sig. Hayami temo che non si tratti di una minaccia a vuoto. Un paio di giorni fa la Sig.na Kitajima ha ricevuto l'album delle foto che le aveva mandato fatto a pezzi e una rosa scarlatta dove l'ammiratore le diceva che "era molto deluso e non l'avrebbe più sostenuta" -.
- Come diamine ha fatto a procurarsi quell'album? - aveva sbottato sentendo un brivido gelido percorrergli la schiena. - Raggiungimi immediatamente a Izu - aveva ordinato poi perentorio.
Con una brusca frenata Masumi arrestò il veicolo innanzi alla Villa notando la presenza dell'auto di Hijiri semi-nascosta, a fanali spenti, al delimitare dell'area antistante la casa. Con un gesto brusco spense i fanali e il motore e scese dall'auto, meno di trenta secondi ed entrambi entravano nella villa. Senza dire una parola si diressero immediatamente nello studio di Masumi e qui l'uomo si sincerò che l'album era scomparso così come il diploma della ragazza.
- Che cosa intende fare adesso, Sig. Masumi? - chiese Hijiri preoccupato quanto il principale. Non pensava che il Presidente Hayami potesse agire in quel modo, era spiazzato egli stesso.
Masumi, tolta la cravatta e gettatala di malo modo sul divano, si mise a camminare avanti indietro innervosito. Stava totalmente perdendo il controllo della situazione.
^ Calma, Masumi. Devi ragionare ^ si ripeteva respirando a fondo.
- Quando ha ricevuto la rosa e le foto strappate Maya?  - chiese cercando di recuperare pezzi importanti del puzzle che gli era scoppiato tra le mani e di cui ignorava persino la forma da ricostruire.
Hijiri gli riferì quello che aveva scoperto, ovvero che era successo il giorno stesso dell'aggressione davanti alla Daito e di come, il giorno seguente la stessa Maya gli avesse detto di riferire al Donatore di Rose che lei si fidava di lui. Da quel che aveva saputo alla disperazione del giorno precedente era seguita la ferrea convinzione che fosse stato qualcun'altro ad inviarle quelle foto e non il suo ammiratore.
Masumi ascoltò in silenzio il resoconto dettagliato di Hijiri mentre il suo cervello ricollegava gli strani eventi accorsi in quei due giorni.
- Aspetta un attimo. Hai detto che le sono arrivate il giorno dell'aggressione? - chiese all'improvviso come se avesse rilevato una coincidenza importante.
- Sì Sig. Masumi -.
- Questo esclude mio padre - sentenziò dopo un attimo - La sua minaccia è scattata solo stasera, e dopo le foto della crociera sull'Astoria... - proseguì ragionando ad alta voce.
- Crociera? - chiese Hijiri con la sensazione di avere perso una parte importante del discorso.
- E' una lunga storia. Ti avevo chiamato più che altro per vedere di sistemare le conseguenze della medesima, ma ora mi preme più scoprire chi, oltre a mio padre, sa che sono l'Ammiratore di Maya e abbia potuto penetrare qui con la consapevolezza di trovare cose che Maya mi aveva mandato -.
- Beh, se esclude suo padre, bisogna considerare chi ha accesso a questa Villa e può averci passato abbastanza tempo da poter curiosare intorno alla ricerca di prove - iniziò a ragionare Hijiri meditando sul fatto che a parte lui, solo i custodi e la Sig.na Shiori avevano accesso alla Villa.
- Shiori - sussurrò all'improvviso Masumi, togliendo dalla tasca della giacca la busta con la foto strappata di Maya. Dannazione, non solo suo padre ma anche Shiori sapeva. Ecco da dove nasceva la sua gelosia. Allo sconcerto si sostituì la rabbia. Indipendentemente dalle ragioni che l'avevano spinta a farlo era furioso, era come se qualcuno avesse invaso nel più profondo la sua privacy, il suo lato più nascosto. Come se lo avessero derubato di qualcosa.
Hijiri osservò per un istante l'uomo in silenzio prima di dire in tono sommesso.
- Crede che la Sig.na Takamiya possa avere fatto una cosa simile? -
Masumi alzò di scatto la testa a cercare lo sguardo del collaboratore in cui poneva la massima fiducia.
- Ne sono quasi sicuro. Debbo però esserne certo al cento per cento. Devi trovare il modo di scoprire se è stata qui di recente, in mia assenza. Contatta i custodi - ordinò brusco.
- Sarà fatto, Sig. Masumi e con il Sig. Hayami come intendete procedere? -.
Già, due gatte da pelare. La situazione stava diventando decisamente spinosa. Rimaneva il fatto che non sapeva come il padre fosse al corrente di tutto. Shoiri poteva avere trovato accidentalmente l'album alla Villa ma il padre non vi aveva accesso. Non era in quel modo che lo aveva scoperto.
- Per prima cosa devo capire esattamente cosa sa, chi glielo ha detto e da quanto. Evidentemente qualcuno mi sta spiando da tempo - considerò cercando di ragionare a mente lucida.
Hijiri annuì brevemente prima di dire in tono sinceramente riconoscente.
- Sono felice che non abbia pensato possa essere stato io, Sig. Masumi -.
Masumi si volse di scatto a guardare in volto il ragazzo. L'idea che potesse essere stato lui a riferire a suo padre che era il Donatore di Rose non lo aveva neanche lontanamente sfiorato. Se non fosse stato certo della sua lealtà non lo avrebbe mai coinvolto con Maya. Tra loro due c'era un rapporto di reciproca fiducia che andava oltre quello tra capo e subordinato. E' vero che la lealtà di Hijiri andava alla Daito, ma fuori da ciò che riguardava strettamente la società e gli affari sapeva di avere in lui un amico sincero. In fondo Hijiri non aveva potuto coltivare amicizie vere, data la sua precaria posizione di "uomo ombra", così come non aveva mai potuto fare lui, in un certo qual modo erano cresciuti insieme.
- Non ho mai preso in considerazione una simile eventualità Hijiri, ciò nonostante la tua affermazione mi porta a considerare che ti sto mettendo in una posizione difficile. Finché mio padre era estraneo alla cosa non si poneva per te un problema di lealtà verso di lui, ora tutto rischia di diventare "scomodo" per te - si ritrovò a considerare, provando un profondo senso di disagio. L'idea di dover rinunciare all'aiuto di Hijiri, in un momento così delicato, lo preoccupava alquanto.
Hijiri scosse lievemente la testa.
- Non dovete preoccuparvi per me. Il Presidente Hayami ha ordinato a voi di smettere di inviare le rose non a me di smettere di essere un vostro collaboratore - rispose con semplicità.
Masumi però non era del tutto convinto. Perciò decise di andare al nocciolo della questione.
- Hijiri, quello che sto per dirti va al di là del rapporto professionale. Ho bisogno che tu mi risponda con franchezza, non te ne vorrò. Tra me e Maya è successo qualcosa durante la crociera - nel dirlo inconsapevolmente arrossì, stentava ancora a crederci eppure non aveva sognato di questo era certo - che mi ha convinto a mettere fine al fidanzamento con Shiori. Mio padre lo ha intuito ed è per questo che è arrivato alla minaccia. Questa volta, per proteggere Maya, per me stesso potrei essere costretto a chiederti di fare qualcosa che vada contro di lui, lo comprendi? - chiese Masumi serio.
Il ragazzo lo fissò per un attimo confuso in volto. Voleva rompere il fidanzamento? Solo una consapevolezza avrebbe portato il Sig. Masumi a prendere una simile scelta. Quella di essere ricambiato dalla ragazza. Quella scoperta non poteva che renderlo sinceramente felice per lui ma in quel modo l'uomo si sarebbe infilato in un ginepraio, guai in vista si profilavano all'orizzonte e non solo con il padre, anche e soprattutto con la famiglia Takamiya. Si ora capiva cosa voleva dirgli. Se decideva di aiutarlo doveva dargli la sua fedeltà completa e totale, solo a lui, e dimenticare il debito che sentiva di avere nei confronti del Sig. Eisuke. Gli aveva confidato, in un altra occasione, di essere pronto a dare la vita che aveva già perso una volta per lui se glielo avesse chiesto... che fare ora? Ripensò per un attimo a Maya, così fresca e solare che per tutti quegli anni era dipesa da lui, il suo tramite con il Donatore di Rose, e la sofferenza silenziosa dell'uomo che aveva di fronte per tutto quel tempo. Quante volte lo aveva spinto a rivelarsi alla ragazza? Ora che potevano avere una scelta, una possibilità poteva forse tirarsi indietro? Forse quello che aveva scoperto, autonomamente, nei confronti degli affari del gruppo Takamiya poteva tornare utile senza innescare guerre in famiglia, considerò.
"Sig. Masumi non è detto che sia necessario mettersi contro suo padre, si potrebbe cercare di portarlo a pensare che lo scioglimento del matrimonio sia la cosa più opportuna per la Daito. A tal proposito, mi perdoni, ho iniziato a prendere autonomamente informazioni sui fondi che i Takamiya hanno investito nell'accordo siglato con la Daito e ci sono passaggi di denaro, attraverso società di fatto, che mi lasciano perplesso. Si potrebbe indagare in tal senso, sono certo che se il Sig. Hayami considerasse la Sig.na Kitajima un affare migliore per la Daito rispetto alla Sig.na Takamiya invece di ostacolarla l'aiuterebbe - propose con pacatezza.
Masumi considerò l'affermazione di Hijiri. Forse non aveva torto e forse si poteva "spingere" la sorte in quella direzione, con un aiutino esterno. Masumi comprese che Hijiri sarebbe rimasto al suo fianco, lo avrebbe aiutato fino in fondo ma non si sentiva di forzarlo ad agire contro Eisuke, aveva un altro mezzo per "forzare" la mano al padre. Era ora di riprendere i contatti con il suo passato. Per un attimo lo sfiorò il dubbio di stare per imbarcarsi in una crociata inutile ma subito gli tornarono alla mente le parole di Maya.
^ Mio Isshin ... verrò anche io da sola ... mi aspetti Sig. Hayami la prego! ^. Dannazione no! Non avrebbe rinunciato a lei. Non adesso che sapeva di essere corrisposto. Eisuke Hayami lo aveva cresciuto per dominare gli altri, bene gli avrebbe mostrato quanto bene aveva appreso la lezione. Con risolutezza levò lo sguardo verso il suo fidato collaboratore. Ora solo fredda lucidità nelle iridi azzurre dell'uomo.
- Hijiri. Per prima cosa devo pensare a proteggere Maya. Se è stata Shori a mandarle quei fiori e il biglietto è determinata e chiaramente guidata dal desiderio di mettere fuori causa una rivale. Dato chi ha alle spalle potrebbe diventare pericolosa. Di Shiori mi occupo io tu contatta Maya e dille che per il momento, il Donatore di Rose, non le invierà altri fiori o messaggi diretti ma che la seguirà sempre, prima vuole scoprire chi si è fatto passare per lui. Dille anche che la prega di continuare a fidarsi di lui e non dubitare mai del suo sostegno e di contare solo esclusivamente sui messaggi che arriveranno da te e nessun'altro e di riferirti ogni cosa le sembri strana. In questo modo tengo a bada mio padre che si riterrà soddisfatto e guadagniamo tempo per studiare delle contromosse - disse portandosi innanzi all'ampia porta finestra, che dava sul mare.
Hijiri annuì prontamente.
- In secondo luogo, voglio che continui ad indagare sulla fonte degli investimenti Takamiya, con molta discrezione come hai fatto fin'ora. In particolare cerca di risalire a chi si nasconde dietro le società di fatto, spulcia tra i bilanci, metti il naso ove necessario ma trovami qualcosa di concreto da poter usare come "arma" -.
- Come ordinate. Riguardo la Crociera sull'Astoria posso domandarle cosa è successo? - chiese semplicemente Hijiri.
Masumi si accigliò per un istante prima di rispondere in tono pacato.
- Mio padre è in possesso di alcune foto diciamo compromettenti per Maya ma dubito che intenda usarle, visto che metterebbe al contempo alla berlina la Sig.na Shiori se le rendesse pubbliche .-.
- Compromettenti? - chiese il giovane interdetto.
Masumi si passò una mano tra i capelli, con un gesto stanco.
- La Crociera era stata organizzata da Shiori, ma lei è rimasta a terra bloccata nel traffico e invece a bordo è salita Maya perché la cercava, voleva restituirle un assegno. E' una storia complicata Hijiri. Per farla breve, una volta bloccati a bordo abbiamo avuto modo di parlare e chiarirci su molti punti. Non so come diamine se le sia procurate ma mio padre ha delle foto di me e Maya sulla nave mentre ceniamo, balliamo e ...- lasciò la frase in sospeso, non si sentiva di parlarne per ora neanche con Hijiri di quell'abbraccio - In più c'è la foto di Shiori che è svenuta sul pontile. Se inviasse quella alla stampa mi metterebbe nei guai. Sai cosa ipotizzerebbero subito i giornali scandalistici? - chiese in tono diventato aspro e sarcastico.
Hijiri annuì.
- Che la Sig.na Takamiya è forse in "stato interessante" - rispose poi in tono pacato.
- Esatto. Al momento non credo che mio padre intenda dare alla stampa quelle foto, non ci guadagnerebbe niente ma sono un arma contro di me. Vedi di scoprire come se l'è procurate, devo sapere chi è che mi spia se lui o i Takamiya-.
- Non si preoccupi. Lo scoprirò - fu la risoluta risposta del ragazzo.
- Bene, ora mostrami i dati relativi le prove delle due compagnie e il referto medico di Sakurakoji. Devo trovare soluzione anche a questo problema -.
Venti minuti dopo i due lasciavano la Villa, prendendo direzioni diverse. Ciascuno con obiettivi e indagini da perseguire e portare a termine. Ora che aveva deciso di seguire il cuore... non sarebbe più tornato indietro.

A chilometri di distanza Maya era rincasata con la testa piena di domande. Alla fine non era riuscita bene a capire perché il Sig. Eisuke Hayami avesse voluto che anche lei fosse presente a quella discussione avuta con il figlio. Aveva la sgradevole impressione di essere una pedina in un gioco di forza tra i due. Quanto avrebbe voluto poter parlare subito con il Sig. Masumi e chiarire tutto. Ma perchè capitavano tutte a lei? Si domandò sconfortata. Senza contare che il pensiero di essere stata ingannata per tutto quel tempo... insomma lei aveva creduto sinceramente a quel signore simpatico che le aveva pure dato suggerimenti su come affrontare le prove per la Dea Scarlatta. Ora l'idea che fosse stato tutto un subdolo calcolo di Eisuke Hayami la faceva infuriare.
Rei si era accorta che la giovane era alquanto agitata ma aveva supposto che fosse dovuto alla preoccupazione per Sakurakoji e per le ripercussioni del medesimo sul futuro della sua Dea Scarlatta pertanto non se l'era sentita di insistere dinnanzi all'ostinato - No, tutto apposto. Sono solo stanca - dietro la quale si era trincerata l'amica.
Quella notte Maya fece fatica a prendere sonno. Tanti, troppi pensieri a vorticarle nella testa e presto... giunse l'alba.

- continua -

TORNA A “ELENCO CAPITOLI”