Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla. Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

C'è un tempo per ogni cosa

By Aresian

Capitolo 2

Come aveva disposto Eisuke Hayami, Maya si fece trovare pronta alle 16.40 davanti all'ingresso, un'autista inviato da Villa Hayami sarebbe passato infatti a prelevarla dalla sala prove. Per l'ennesima volta si domandò di cosa volesse parlarle. Aveva cercato di rintracciare Ayumi per sentire se lei aveva qualche informazione in più ma le era stato risposto che la Sig.na Himekawa non era raggiungibile al telefono al momento. In quel mentre una berlina nera accostò al marciapiede ed un autista in impeccabile livrea blu le si avvicinò.
- La Sig.na Kitajima?" - chiese in tono gentile e lievemente interrogativo.
Maya annuì brevemente, imbarazzata, per poi accomodarsi sul sedile posteriore della vettura.
Durante il tragitto la sfiorò l'idea che in casa potesse esserci anche Masumi e all'idea fremette di aspettativa ma ripensandoci, alle 17.00 di un giorno lavorativo, l'unico posto dove poteva trovarsi Masumi era il suo ufficio alla Daito o dentro qualche teatro per presenziare a delle prove o lanci pubblicitari di qualche nuova produzione. Con un sospiro ripensò,  per l'ennesima volta, a quanto era accaduto a bordo della nave ma soprattutto sul molo. Aveva difficoltà a capire sino in fondo il Sig. Hayami, era una persona complessa ed ogni volta che pensava di avere compreso il suo carattere un suo atteggiamento o una sua frase mandavano a farsi benedire tutte le sue certezze ma quell'inaspettato invito a Izu l'aveva riempita di gioia, proprio perché le era parso che lui la invitasse a vedere oltre la maschera, lui voleva mostrarle il vero Masumi. Questa prospettiva l'aveva alla fine spinta a gettarsi tra le sue braccia e confidargli, ora arrossiva al pensiero della propria audacia, che non era ancora abbastanza matura per il suo ambiente ma di aspettarla, pur nel terrore di avere frainteso tutto per l'ennesima volta, ma lui... lui aveva risposto al suo abbraccio con altrettanto trasporto. Le sembrava un sogno. "Ti aspetterò, tu abbi fiducia in me" quelle parole le ronzavano nella testa come una litania dolce di cui non si sarebbe mai stancata. Quella era gioia ma c'era anche il dolore. L'incidente occorso a Yu la faceva sentire in colpa, già era difficile l'idea di dovergli restituire il ciondolo e mandare in frantumi le sue speranze di un futuro con lei, ora, dopo quello che era successo con quale animo poteva dirgli che non poteva amarlo? No, non poteva. Avrebbe dovuto aspettare. Sì, avrebbe aspettato che si riprendesse. ^Oh, Sakurakoji, mi dispiace così tanto^ pensò asciugandosi una lacrima furtiva. Era confusa Maya da molteplici sentimenti turbinanti nel suo cuore. Le sue preoccupazioni sentimentali  vennero comunque bruscamente interrotte quando l'auto giunse in vista della Villa. Beh, non è che fosse la prima volta che ci metteva piede, a dire il vero, ma l'idea di affrontare il vecchio Hayami le suscitava qualche preoccupazione. Chissà che tipo era. Sicuramente un uomo arcigno e scostante. Senza fare commenti si lasciò accompagnare sino alla porta dove venne accolta dal freddo e composto inchino di un impomatato maggiordomo.
- Sig.na, prego si accomodi da questa parte - disse quest'ultimo facendole cenno di seguirlo lungo il corridoio di ingresso, che come rammentava era ricercato e lussuoso, in qualche modo opprimente, per poi fermarsi innanzi ad una doppia porta in legno, sulla sinistra, diligentemente aperta per metà. Con un lieve cenno di ringraziamento Maya prese un bel respiro ed entrò nell'ampio salotto aspettandosi di tutto tranne quello che effettivamente le si presentò innanzi.

Eisuke Hayami, comodamente seduto sulla sua sedia a rotelle, con la luce del sole che gli accarezzava le spalle e gettava la sua ombra nel centro della stanza, osservò divertito il volto della giovane diventare bianco come la neve, mentre gli occhi neri si dilatavano per l'evidente sorpresa, per poi imporporarsi di vergogna e forse rabbia mentre balbettava confusa.
- Lei... lei... non è possibile - portandosi una mano alla bocca mentre realizzava pienamente che il simpatico vecchietto, che in diverse occasioni aveva incontrato in città e durante le prove della Dea Scarlatta, altri non era che ... il padre di Masumi.
- La prego, si accomodi Sig.na - disse a quel punto Eisuke facendole cenno verso una delle due poltrone poste innanzi a lui.
Maya avrebbe voluto andarsene immediatamente. Si sentiva scombussolata e presa in giro. Per tutto quel tempo aveva ignorato la vera identità di quel signore che aveva, istintivamente, trovato così simpatico mentre lui sapeva bene con chi aveva a che fare. L'aveva presa in giro per tutto il tempo.
- Mi ha mentito - lo accusò senza mezzi termini, arrabbiata.
Eisuke si lasciò sfuggire una risata gutturale sinceramente compiaciuta. Gradiva alquanto il modo diretto di fare della giovane. Fresca, ingenua e briosa quanto schietta e franca. Fin troppo per l'ambiente in cui voleva primeggiare.
- Questo non è esatto. Ho semplicemente omesso di dirle il mio nome - puntualizzò dopo un attimo indicando nuovamente la poltrona.
Maya trasalì a quell'affermazione, a ben pensarci non aveva torto. Lei infatti non conosceva il suo nome. Non sapendo bene come comportarsi alla fine assecondò l'invito e si sedette mantenendo una postura rigida, come se fosse pronta a balzare in piedi ad ogni istante mentre il suo cervello tornava a funzionare e razionava che Ayumi non c'era. Ma allora....
Eisuke annuì brevemente a quella domanda inespressa.
- In realtà non ho mai invitato la Sig.na Himekawa. Mi perdoni per il piccolo inganno ma in quanto allieva della Sig.ra Tsukikage ero certo che se l'avessi invitata direttamente non avrebbe mai accettato - le spiegò in tono pratico. Sapeva di avere il pieno controllo della situazione ma era curioso di vedere come avrebbe reagito la giovane.
Maya incassò l'affermazione dell'uomo chinando bruscamente il capo a fissarsi la punta delle scarpe. Uffa, l'aveva detto che non doveva accettare quello stupido invito.
- Visto che ci sono cascata in pieno, posso almeno sapere perché ci teneva tanto ad incontrarmi qui, invece di fingere di incontrami per caso da qualche parte, magari per prendere un parfait insieme? - sbottò alla fine esasperata. Quell'uomo si stava divertendo troppo e a sue spese e la cosa la infastidiva alquanto.
^ Brava ^ considerò mentalmente il vecchio Hayami. Parti all'attacco per non giocare in difesa. Non male come reazione.
- Ho saputo dell'incidente occorso al suo partner. Un vero peccato, spero si riprenda presto - interloquì l'uomo facendola arrossire. Cosa voleva dirle ora? Che visto che aveva perso il partner era meglio che si togliesse di torno e rinunciasse alla Dea Scarlatta? Non poteva essere così meschino... oppure sì.
- Ancora non mi ha detto perché mi ha fatto venire - ribattè comunque decisa.
In quel momento si avvertì il rumore di un'auto sportiva che entrava nel vialetto e lo stridere dei pneumatici alla brusca frenata.
Eisuke sorrise debolmente prima di rispondere alla domanda della giovane.
- Tra qualche istante le sarà tutto chiaro -.
Maya lo fissò interdetta mentre avvertiva dei passi nell'ingresso e la voce inconfondibile di Masumi le giunse alle orecchie.

- Dov'è mio padre? - chiese non appena messo piede in casa e aver lasciato il soprabito al maggiordomo.
- In salotto, Signore -.
Con passo deciso Masumi si avviò nella direzione indicata. Prima si levava il sasso dalla scarpa meglio era. Con decisione scostò il battente semi chiuso ed entrò di slancio nella stanza salvo bloccarsi di botto alla vista del padre comodamente seduto con quel piglio da regnante assiso sul trono, l'aria sorniona e compiaciuta, e Maya Kitajima ritta in piedi in mezzo alla stanza, con l'espressione più confusa e intimidita che gli avesse mai visto sul volto. Che diamine stava succedendo?
- Maya? - chiese tramortito dalla sorpresa. Cosa diamine ci faceva lì?
- Sig. Hayami - balbettò la giovane al colmo della confusione. ^ La prego, mi dica cosa sta succedendo ^ pensò tra sé lanciandogli uno sguardo implorante.
Mentre i due si osservavano, evidentemente spiazzati e confusi, Eisuke Hayami si sistemò più comodamente sulla poltrona. Era curioso di vedere come ne sarebbe venuto fuori il figlio.

Un silenzio carico di tensione era calato nella stanza. Era come se tutto si fosse cristallizzato in un fragilissimo equilibrio. Masumi cercò immediatamente di riacquistare il sangue freddo che di solito lo contraddistingueva. Di tutto quello che aveva immaginato volesse discutere suo padre l'ultima cosa che si sarebbe mai sognato era di trovarsi ad avere a che fare con Maya in persona. Che diamine aveva in mente Eisuke? Non poteva continuare a restare lì fermo come un palo, in mezzo alla stanza. Doveva reagire. Mai dare troppi vantaggi a suo padre questo l'aveva imparato, a proprie spese, nella lunga convivenza avuta in quegli anni.
Mentre Maya si domandava cosa dire o fare giunse, inaspettata, la risata divertita di Masumi mentre si rivolgeva al padre con una frase non priva di ironia.
- Così era la Sig.na Maya Kitajima l'affare urgente di cui volevi parlarmi - prima di tirare fuori dal taschino interno della giacca un portasigarette dorato ed estrarne una con fare disinvolto, portandosela alle labbra.
Maya trasalì sia per la risata improvvisa, che aveva prodotto in lei lo stesso effetto detonante di una bomba, sia perché la frase di Masumi lasciava chiaramente intendere che questi era all'oscuro dell'invito fattole dal padre. Che cosa doveva fare adesso? Come comportarsi? In suo aiuto giunse Masumi, come sempre, quando la invitò con cortesia a risedersi mentre prendeva posto accanto a lei nell'unica poltrona rimasta libera. Obbediente la ragazza lo assecondò percependo una strana tensione nell'aria. Avrebbe voluto potersela squagliare immediatamente da quella stanza e da quella Villa. Non aveva idea di cosa avesse in mente il più vecchio degli Hayami ma era certa del fatto che non sarebbe stato niente di piacevole.
Eisuke annuì brevemente, compiaciuto. Sì. Masumi aveva appreso bene l'arte della dissimulazione. Non per niente lo aveva "indottrinato" a dovere per sostituirlo alla guida della Daito. Con calma tirò fuori, chissà da dove, un campanellino d'argento con il quale attirò l'attenzione del maggiordomo ordinando di servire il tè.
Quando i tre rimasero nuovamente soli Eisuke si degnò di rispondere al figlio.
- Non proprio Masumi, in realtà volevo discutere con voi due di queste - disse poi piazzando sul tavolino che li separava una mazzetta di foto che ritraevano Maya e Masumi a bordo dell'Astoria allo stesso tavolo a cena, intenti a ballare, i due sul ponte della nave, la Sig.na Shiori portata via in barella. Fortuna che non c'erano foto del suo abbraccio sconsiderato pensò Maya.
La giovane arrossì vistosamente. Ecco, come aveva temuto giravano dei pettegolezzi su di loro. Non era preoccupata per lei ma, dalla reazione del Sig. Hayami, era preoccupata per Masumi in fondo quello fidanzato era lui. Quest'ultimo inarcò un sopracciglio, accendendo la sigaretta con fare indolente, mentre il maggiordomo entrava nella stanza e lasciava sul tavolo, accanto alle foto, un vassoio con dolcetti, teiera e tre tazze prima di eclissarsi in silenzio.
Dietro all'apparenza distaccata Masumi ribolliva, chi diamine aveva scattato quelle foto? Non certo la stampa, o quel mattino sarebbero già state pubblicate su tutti i rotocalchi del paese. No, o suo padre o probabilmente i Takamiya lo spiavano. Comunque fosse doveva restare calmo.
- Non vedo dove sia il problema - disse tranquillamente osservando il padre dritto negli occhi. Avvertiva a pelle il vivido imbarazzo di Maya ma non poteva scoprirsi davanti ad Eisuke e pertanto doveva tenere un atteggiamento neutro, indifferente e opportunista, come nel suo stile.
Maya sussultò lievemente a quell'affermazione, come faceva il Sig. Hayami ad essere così calmo?
- Masumi non prendere in giro la mia intelligenza. Uno scandalo in questo momento per la Sig.na Kitajima lo ammetto potrebbe tornare comodo per tagliarla fuori dalla corsa alla Dea Scarlatta, del resto è già per metà fuori considerato lo sventurato incidente occorso al suo partner, ma tu hai degli obblighi verso la tua fidanzata e verso i Takamiya e se queste foto fossero finite alla stampa sarebbero risultate altamente compromettenti - disse in tono tagliente, sfidando il figlio a negare l'evidenza dei fatti.
Maya rimase a fissare i due a bocca aperta, attonita. La Dea Scarlatta, uno scandalo creato ad arte per metterla fuori gioco? Spaventata fece per balzare in piedi pronta a ribattere ma la mano di Masumi, sulla sua spalla, la bloccò. Gli occhi neri accesi di risentimento e rabbia la giovane si volse a guardarlo scontrandosi con due iridi di ghiaccio in fondo alle quali lesse però un muto richiamo. Cosa gli aveva detto Masumi prima di abbandonare la nave e poi sul molo? ^Qualunque cosa accada in questi giorni, qualunque cosa io dica o faccia promettimi che ti fiderai di me, Maya^. Rammentò anche come determinata gli aveva risposto di sì, che si sarebbe fidata di lui.
Masumi sapeva che ora Maya era confusa e preoccupata. Dannazione, avrebbe dovuto essere più prudente, non immaginava di essere spiato, o forse era perché seguivano lei? Se ne sarebbe sincerato ma ora era prioritario proteggerla, come sempre.
- La Sig.na Kitajima si è limitata ad accettare di conversare, con me, di affari riguardo alla possibilità di un Contratto in esclusiva con la Daito qualora fosse lei la designata per il ruolo della Dea Scarlatta e gentilmente si è prestata a recitare per me, suo maldestro partner lo riconosco, una parte delle battute di Akoya. Se ci vedi qualcosa di compromettente sono più abile a recitare di quanto pensassi - iniziò a dire versandosi una tazza di tè mentre faceva altrettanto con la tazza di Maya e del padre, nell'ordine - Questo sarà quello che verrà detto alla stampa qualora le foto in tuo possesso finissero inavvertitamente - calcò sull'ultima parola di proposito - nelle loro mani. Per quanto riguarda la Sig.na Takamiya ha avuto un lieve malessere passeggero legato ai postumi di una recente indisposizione - proseguì imperterrito sfidando con lo sguardo il padre ad osare ribattere.
Eisuke considerò che Masumi doveva avere già studiato le dovute contromisure per evitare problemi, restava il fatto che i Takamiya erano rimasti alquanto infastiditi dall'accaduto ma Masumi non aveva finito infatti, mentre si portava indolentemente la tazza alle labbra, concluse in tono tagliente.
- Se ti preoccupa la famiglia Takamiya trovo sia, invece, da biasimare e decisamente sconveniente che la Sig.na Shiori, la mia fidanzata, abbia pensato bene di offrire un assegno da 100 milioni di yen alla Sig.na Kitajima per non avere più alcun contatto con me e la Daito, la qual cosa creerebbe non pochi problemi all'opportunità di potermi occupare dell'eventuale messa in scena dello spettacolo oltre alla possibilità di ottenere i diritti di rappresentazione del dramma al quale tieni tanto, padre. Come vedi stavo solo facendo gli interessi della Compagnia -.
Eisuke Hayami incassò, sorpreso, la controffensiva del figlio. Decisamente la mossa di Shiori era stata quanto mai inopportuna e gli forniva un ottima merce di scambio per placare le rimostranze dei nuovi soci in affari. Il matrimonio con i Takamiya e la fusione con la loro società erano importanti, non solo per la Daito ma per l'impero Hayami stesso, ma la Dea Scarlatta aveva da sempre per lui una priorità assoluta. Ciò nonostante Masumi riguardo la crociera stava mentendo, il suo interesse per Maya Kitajima e il suo desiderio di proteggerla da un possibile scandalo erano più che palesi e questo costituiva un ostacolo. Avrebbe usato la sua influenza affinché la stampa non ricevesse mai quelle foto, non voleva bruciarsi l'opportunità di tenere una "porta aperta" al contratto in esclusiva per la Dea Scarlatta con la ragazza, ma avrebbe messo il figlio con le spalle al muro giocandosi il jolly che teneva nascosto nella manica. Giusto per evitargli ulteriori colpi di testa.
- Riguardo la crociera è come ha detto mio figlio, Sig.na Kitajima? - chiese guardingo per sincerarsi che la giovane fosse malleabile al riguardo.
Maya non sapeva cosa pensare. Era scioccata da quanto era uscito dalle labbra di Masumi, per come aveva descritto l'accaduto era come se avesse per tutto il tempo gestito un "affare" eppure lei sapeva che le cose erano andate diversamente. Si sentiva come un battello nel mare in balia della tempesta, i giochi sottili dei due Hayami erano decisamente oltre la sua portata. Lei era una persona semplice e tutti questi intrighi non facevano per lei. Essendosi ripromessa di fidarsi di Masumi si limitò ad annuire arrossendo, meglio evitare di dire parole a sproposito.
Masumi serrò la mascella, per fortuna Maya aveva capito che era meglio assecondarlo ma la condiscendenza del padre non gli piaceva affatto. Aveva qualcosa in mente, ne era certo. Evitò, tuttavia, di interferire oltre e lasciò Maya libera di reagire come preferiva alle untuose pubbliche relazioni che ora sicuramente suo padre avrebbe tessuto.
- Sono lieto che lei tenga in considerazione l'opportunità eventuale di firmare un contratto in esclusiva con noi, tengo moltissimo ad entrare in possesso della Dea Scarlatta e la prego di scusare il poco tatto dimostrato poco fa, spero comprenda che sono preoccupato per le eventuali ripercussioni sulla vita privata di mio figlio - interloqui infatti Eisuke mellifluo, con un sorriso condiscendente al quale Maya rispose con un altro lieve cenno del capo. Dopo avere aspettato per un istante l'eventuale intervento di Masumi decise che era giunto il momento di dire la sua su quella faccenda.
- Posso capirlo, ma gradirei non essere messa di mezzo alle vostre questioni familiari in questo modo. Sig. Hayami non mi piace essere ingannata, se vorrà ancora parlare con me la prego di dirmi da subito le ragioni del suo invito così da consentirmi di poter rifiutare - disse educatamente ma con fermezza, ci teneva a sottolineare quel punto.
Eiuske annuì brevemente in senso di approvazione.
- Ha perfettamente ragione. La ringrazio ancora per avere accettato il mio invito è stato un vivido piacere incontrarla e mi auguro di cuore che il giovane Sakurakoji possa riprendersi in tempo per la rappresentazione dimostrativa e le do la mia parola, Sig.na Kitajima, nessun ulteriore inganno. Mi rendo conto di averle rubato anche troppo tempo e non voglio abusare oltre della sua cortesia - disse infine in tono gentile, troppo gentile considerò Masumi.
Maya tuttavia non vi diede peso, con quella frase di fatto Eisuke Hayami le offriva la possibilità di andarsene ed era pronta ad accettarla all'istante.
 - Con permesso - disse infatti mentre si alzava in piedi e con un profondo e imbarazzato inchino salutava entrambi. Come dal nulla si materializzò l'autista che l'aveva prelevata dai Kid's Studios pronto a riaccompagnarla. Cercò un'ultima volta lo sguardo di Masumi ma questi si limitò a salutarla con un lieve cenno del capo.
^Sig. Masumi^ pensò la giovane rattristata. Avrebbe voluto poter parlare subito con lui di tutto, della nave di quell'invito estortole dal Sig. Eisuke ma sapeva che doveva attendere. Chinando il capo seguì l'autista e i due uomini si ritrovarono da soli a fronteggiarsi con lo sguardo.

- continua -

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