Dragon Ball, Dragonball Z, Dragonball GT, Bulma, Vegeta e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Akira Toriyama, Bird Studio e Toei Animation.

Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.

Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

 

L’ULTIMATE SAIYAN

By Aresian

 

“Wow!!! Quel vestito è bellissimo” esclamò entusiasta Bra con il naso incollato contro la vetrina di uno dei negozi più riforniti della città.

“Ci risiamo” bofonchiò il saiyan che l’accompagnava. Come diamine aveva fatto a farsi incastrare ancora dalla figlia e fare shopping non riusciva proprio a capirlo. Era da più di due ore che giravano per le vie della città ed ogni volta che Bra vedeva qualcosa che attirava la sua attenzione si ripeteva la pantomima.

“Ti prego, papà. Entriamo un momento, voglio provarlo” disse entusiasta la ragazza voltandosi verso un annoiatissimo Vegeta.

“Per l’amor del cielo, Bra. E’ almeno il decimo negozio che visiti e non ti sei ancora decisa a prendere niente. Se entriamo ti compri qualcosa o ti pianto in asso, chiaro?” le disse irritato.

“E dai, papà. Non capita tutti i giorni di dover comprare l’abito per i propri diciotto anni”.

Per fortuna, pensò il saiyan esausto. Non avrebbe potuto reggere un’altra maratona del genere. Quando fosse finalmente riuscito a tornare a casa l’avrebbe fatta pagare a quella specie di arpia che era sua moglie.

“Tesoro. Io sono troppo occupata con il lancio del nuovo prodotto della Capsule insieme a Trunks, qualcuno deve assolutamente accompagnare Bra ed evitare che sperperi una quantità enorme di soldi per negozi. E’ adorabile ma purtroppo ha le mani bucate” gli aveva detto quella mattina. Col cavolo! Lo aveva incastrato ecco qual’era la verità. Sconsolato il saiyan seguì la figlia all’interno del negozio.

Dopo circa un quarto d’ora vide un’apparizione uscire dal camerino di prova. Cielo quel vestito metteva in mostra in maniera inequivocabile tutte le doti fisiche e non della figlia.

“Che ne dici, papà. Non è bellissimo” disse la giovane avvicinandosi all’uomo.

“Scordatelo” le disse subito. Non avrebbe mai permesso che sua figlia andasse in giro “vestita” in quel modo.

“Ma papà. Questa è l’ultima moda” protestò indignata la ragazza.

“Bè. Ti comprerai un abito all’ultima moda con tua madre, ma non con me” poi senza darle il tempo di replicare indicò alla commessa un elegante vestito bianco con il collo alla coreana, senza maniche, una generosa ma casta scollatura sulle spalle e con il bustino aderente sino alla vita ove si apriva un’elegante minigonna a balze. Il vestito era impreziosito da delicati disegni gotici dorati sul colletto e sulla parte centrale del corpino.

“Le dia quello” disse deciso.

Con l’espressione corrucciata, che ricordava quella del padre, la ragazza prese l’abito e tornò nello spogliatoio.

Quando ricomparve Vegeta si rese conto che qualsiasi cosa indossasse sua figlia era decisamente troppo attraente.

Bra dovette ammettere che tutto sommato i gusti di suo padre non erano tanto male. Appeso alla stampella l’abito non le aveva detto un granchè ma adesso che lo indossava dovette ammettere che non era niente male.

“D’accordo, papà. Lo prendo ma solo se aggiungi le scarpe adatte e un paio di chincaglierie”.

Vegeta, pur di mettere fine a quella tortura, accettò.

 

All’uscita dal negozio rischiarono di scontrarsi con C-18 e Marron che avevano scelto lo stesso negozio per fare acquisti.

“Ma guarda. Buona sera, Vegeta. Fatto buoni acquisti” lo apostrofò sorridendo la donna. Era divertente vedere il fiero principe dei saiyan passeggiare per il centro con pacchetti e pacchettini tra le braccia. Vegeta arrossì.

“Muoviamoci” disse alla figlia passando oltre senza degnare di uno sguardo l’ex cyborg.

“Ci vediamo alla festa” disse Bra all’amica.

“Senz’altro” rispose prontamente Marron.

 

“Avete comprato qualcosa di bello?” chiese Bulma appena misero piede in casa.

Grugnendo Vegeta passò oltre ignorandola completamente.

Ops!. Pensò la donna. Evidentemente Bra lo aveva fatto gironzolare a vuoto per un ben po’.

“Ho trovato l’abito per la festa. Bè a dire il vero me lo ha trovato papà” disse tranquilla la figlia.

Bulma sogghignò tra sé. Ecco la ragione del suo malumore.

Vegeta era andato a chiudersi nella stanza gravitazionale. Un intero pomeriggio perso per negozi. Era veramente finito in basso, pensò sconsolato. Senza indugiare oltre iniziò il riscaldamento e in breve tempo era tornato il solito guerriero, pronto e scattante.

 

“Mamma, vado in città a comprarmi qualcosa di nuovo per la festa di Bra” disse Goten, già sulla porta.

“D’accordo tesoro, mi raccomando non fare tardi”.

“Tranquilla. Sarò di ritorno per cena”.

 Il ragazzo era quasi giunto in città quando percepì una stranissima e potente aura.

“Ma che diamine succede?” pensò perplesso.

Improvvisamente così com’era comparsa, l’aura svanì al punto che il giovane pensò di essersi sbagliato.

Quando raggiunse la città si rese conto però che qualcosa di strano era realmente accaduto. La gente era letteralmente sparita dalle strade e si era barricata nei negozi e dentro le case. Al centro della via principale c’era una massa incredibile di rottami ed una ampia voragine. Le sirene della polizia si univano al frastuono degli allarmi scattati per lo spostamento d’aria generato dall’esplosione che aveva devastato l’intero quartiere.

“Mi scusi” chiese ad un uomo dallo sguardo terrorizzato che gli era passato accanto “Che cosa è successo?”.

“Uno di degli allievi con la coda di Mr. Satan è impazzito. Ha devastato la città e ucciso decine di persone”.

Allibito il giovane costatò che stava parlando dei saiyan. Era da tempo che oramai i terrestri erano venuti a conoscenza della presenza di questi misteriosi guerrieri dai capelli dorati e dalla coda che spesso intervenivano per proteggere il pianeta.

Decise che la cosa era veramente strana e preoccupante. L’unico dei saiyan che possedesse una coda era Vegeta, ma era più che certo che l’amico non poteva essere il responsabile di quel disastro. Decise comunque che era meglio informare tutti di quanto aveva appreso.

 

“Ne sei sicuro?” chiese Vegeta sorpreso.

“Sì. Quell’uomo ha chiaramente descritto un saiyan, con la coda per lo più”.

“O qualcuno si spaccia per il sottoscritto o è arrivato a nostra insaputa un altro saiyan sul pianeta” disse Vegeta anche se la seconda possibilità gli sembrava improbabile.

“Chiama tuo fratello, dobbiamo fare un giro di perlustrazione” gli disse freddamente.

“Subito”.

 

Nel giro di venti minuti Vegeta, Trunks, Goten e Gohan erano in giro per la città e le montagne a perlustrare la zona in cerca di indizi. Intanto alla TV le autorità invitavano alla calma. Dalla descrizione sembrava si trattasse di uno degli allievi di Mr. Satan ma i testimoni non avevano identificato in nessuno di loro il colpevole di tanto scempio.

“Mamma, ma cosa stà succedendo?” chiese Bra confusa.

“Non ne ho la minima idea. Speriamo che tuo padre e tuo fratello scoprano qualcosa” le rispose la donna perplessa.

 

“L’avverto di nuovo” disse Goten improvvisamente, attirando l’attenzione di Trunks.

“Hai ragione. La percepisco anch’io. E’ strano mi sembra di aver già sentito una forza simile ma non ricordo dove”.

Anche Vegeta e Gohan avevano avvertito la presenza dell’avversario e si stavano recando nella zona dalla quale emanava l’aura stessa.

Ma come era accaduto nel pomeriggio quando giunsero sul luogo l’aura è scomparsa ed è rimasta solo la devastazione che il misterioso guerriero ha lasciato.

“Maledizione” esclamò Vegeta contrariato.

 

Nei giorni successivi la situazione purtroppo non mutò. Per quanto fossero rapidi nei loro spostamenti i nostri amici parevano arrivare sempre troppo tardi. Il numero delle vittime aveva già superato le centinaia e i terrestri cominciavano ad avere realmente paura.

“Raccomandiamo ai cittadini di non uscire di casa se non è strettamente necessario almeno sino a quando l’esercito o gli allievi di Mr. Satan non riusciranno a stanare il misterioso omicida. Chiunque abbia informazioni circa la sua identità è pregato di rivolgersi alle autorità o alla Capsule Corporation presso la quale fanno capo due dei nostri preziosi guerrieri”.

“Avete sentito? Hanno attaccato ancora” disse Bulma osservando con rabbia le immagini di devastazione che mostrava lo schermo televisivo. Vegeta era particolarmente silenzioso. Senza fare commenti si era allontanato dalla stanza. Doveva pur esistere un modo per incastrare quell’individuo, chiunque fosse.

Un’improvvisa esplosione fece tremare i vetri della casa.

“Bastardo” esclamò Vegeta precipitandosi fuori, subito seguito dal figlio. “Questa volta ti becco” pensò il saiyan.

La gente, presa dal panico correva in ogni direzione cercando di evitare le sfere di energia che piovevano da sopra le proprie teste. I poliziotti giunti sul posto abbandonarono le vetture e corsero al riparo terrorizzati.

“Eccolo” gridò Trunks indicando un’ombra che lentamente riemergeva dal polverone sollevato dall’esplosione.

“Finalmente” pensò Vegeta. Non vedeva l’ora di misurarsi con quell’impostore.

Vedendo sopraggiungere Vegeta e il figlio la maggior parte delle persone tirò un sospiro di sollievo. Ci avrebbero pensato loro.

“Tutti al riparo, svelti” gridò loro Trunks. E subito tutti si affrettarono a seguire il suo consiglio.

“Avanti. Fatti vedere, codardo” lo apostrofò Vegeta piazzandosi di fronte a lui.

Tutta la sua baldanza scemò però dinnanzi al volto nell’avversario. Il saiyan sbiancò in viso.

“Non è possibile” disse sgomento.

Quello che stava accadendo non aveva senso, come poteva trovarsi di fronte a…GOGETA?  Era assurdo.

“Sorpresa, sorpresa” disse il guerriero “Non dirmi che non mi riconosci più, Vegeta. Dentro di me albergano le conoscenze tue e di Goku”.

“E’ impossibile” obiettò il siayan iniziando a riprendersi. “Gogeta non può esistere se io sono me stesso e Goku è scomparso”.

Ironicamente il misterioso guerriero applaude all’osservazione del nostro amico.

“Arguta osservazione. Peccato che quando avete fatto la fusione allo stadio di SSJ4 tutti i lati oscuri di entrambi si siano concentrati nella sfera nera di Li Shenron e che sia nato io. L’anti-Gogeta o se preferite Vegoku. Puro odio e crudeltà” spiegò sorridendo in modo diabolico.

“Padre” esclamò Trunks allibito avvicinandosi al genitore. L’aura che percepiva era potentissima e terrificante. Gli occhi azzurri di Vegoku erano gelidi e spietati, non aveva nulla del guerriero generoso ed altruista che aveva combattuto i Sette Draghi Neri.

Un brivido di apprensione percorse la schiena di Vegeta. Se quel Vegoku possedeva tutti i poteri di Gogeta erano nei guai fino al collo. Anche trasformandosi in SSJ4 non avrebbe mai potuto competere con lui.

Nel frattempo erano giunti sul posto anche Gohan e Goten che fissavano esterrefatti il guerriero che stava di fronte a loro.

“Non mi dire che hai paura, Vegeta” disse Vegoku.

“Ragazzi, svelti. Proviamo ad affrontarlo insieme” disse ai compagni.

Vegoku sorrise ironico.

“Mi fate pena. Solo tu Vegeta hai la capacità di trasformarti in SSJ4. Per uccidere loro mi basterebbe il solo dito mignolo, da chi vuoi che comincio, da tuo figlio?”.

Vegeta si sentì gelare il sangue nelle vene.

“Si può sapere cosa vuoi?” chiese cercando di guadagnare tempo, doveva assolutamente escogitare qualcosa e in fretta.

“Vuoi saperlo? Voglio il dominio assoluto su tutto l’universo. Voglio questo pianeta e che voi diventiate miei sudditi fedeli. Se vi opporrete vi sterminerò senza alcuna pietà” disse ridendo in modo sadico. Godeva a vedere il volto terrorizzato dei terrestri e lo sgomento dipinto sul volto dei saiyan.

“Stà ragionando come un saiyan. Bramoso di potere e dominio. Devo riuscire a prendere tempo. Devo raggirarlo. Se ha preso realmente tutti i lati oscuri miei e di Kaharoth è tremendamente pericoloso ed imprevedibile” pensava Vegeta.

“Trunks” disse piano rivolto al figlio “Io cerco di prendere tempo tu e tua sorella rintracciate le sfere del drago, dobbiamo far tornare Kaharoth o siamo spacciati”.

“Ho capito papà, conta su di me” disse il giovane aspettando il segnale per allontanarsi.

“Hai ragione. Nessuno dei ragazzi è in grado di competere con te. Ma io sono disposto a tentare. Ma non qui. Perché non andiamo in un luogo deserto?” disse il fiero siayan.

“Non ce n’è bisogno” disse Vegoku e prendendo tutti di sorpresa scatenò un potentissimo ki-blast che ridusse in un cumulo di macerie la città uccidendo centinaia di persone. Sgomento e rabbia si dipinse sul volto dei nostri amici.

“Ora è deserto” disse scoppiando a ridere.

“Maledetto” gridò Trunks inorridito scagliandosi contro l’avversario, ma non riuscì ad avvicinarlo, prima che Vegoku colpisse mortalmente il figlio, fu lo stesso Vegeta a spedirlo al tappeto, lasciando sgomenti i nostri amici.

“Fuori dai piedi. Non lo avete capito che non potete competere con lui. Andatevene subito” urlò ai ragazzi.

“Era ora che iniziassi a ragionare come si conviene, Vegeta” approvò l’avversario.

Gohan comprese che Vegeta stava cercando di dialogare con la parte di se stesso che si trovava nell’avversario. Lo stava assecondando.

“Svelto Goten. Va a prendere Trunks, ce ne andiamo”.

Vedendo i ragazzi allontanarsi Vegeta tirò un sospiro di sollievo. Ora doveva trovare il modo di restare vivo sino all’arrivo di Kaharoth.

 

“Fortuna che mamma aveva radunato le sfere del drago per richiamare Goku per la festa di Bra” disse Trunks con sollievo, mentre le radunavano nel cortile della Capsule Corporation.

“Svelta, Bulma. Evochiamo il drago. Non c’è un minuto da perdere”.

Nel frattempo Vegeta stava sostenendo uno scontro perso in partenza. Giocava sul desiderio di Vegoku di non perdere il suo giocattolo. Era l’unico guerriero che poteva resistere per un allenamento e stava attento a non danneggiarlo troppo.

“Ahhh!” gridò Vegeta venendo sbattuto violentemente contro un palazzo.

“Andiamo, Vegeta. Mi sto stancando. Deciditi a trasformarti in SSJ4” gli disse ironico l’avversario.

Vegeta si alzò faticosamente da terra e con il dorso della mano si pulì il sangue che usciva da una ferita sul viso.

“Ma come. Lo sai che non posso tenere quello stadio a lungo. Credevo volessi divertirti di più” lo stuzzicò cosciente di giocare con il fuoco.

Improvvisamente il cielo divenne scuro come se fosse scesa la notte.

“Perfetto” pensò Vegeta. “Adesso ti faremo abbassare le armi, sbruffone”.

“Che diavolo. Che tu sia maledetto, Vegeta. Hanno evocato il drago vero?”.

“Ma come, hai paura di affrontare l’altro te stesso. Credevo che fossi molto più forte di Gogeta o hai paura di scontrarti con l’originale?” lo provocò, giocando l’ultima carta che gli era rimasta, stuzzicarlo nel suo orgoglio.

Vegoku era pronto a disintegrare all’istante Vegeta. Il saiyan non avrebbe potuto sfuggirgli ma in fondo a se stesso sapeva che non poteva rifiutare quella sfida.

“Perché no. Vi dimostrerò che nessuno è superiore a me” disse arrogante. Per una volta Vegeta fu lieto di possedere una boria fuori dal comune.

“Sono arrivato, Vegeta” esclamò improvvisamente una voce familiare alle sue spalle.

“Kaharoth” esclamò il saiyan. Non credeva che lo avrebbe mai detto ma era immensamente felice di vederlo.

“Avanti. Sbrigatevi sono ansioso di affrontare Gogeta” disse Vegoku sprezzante.

Vegeta e Goku non se lo fecero ripetere due volte. In men che non si dica diedero vita alla fusione che portò alla comparsa del grande GOGETA in versione SSJ4. Gli altri guerrieri avevano frattanto raggiunto il campo di battaglia. Da quella lotta tra titani sarebbe dipeso il destino dell’intero universo.

La battaglia ebbe subito inizio con una violenza spaventosa. I colpi potentissimi si susseguivano da ambo le parti e sembrava che nessuno dei due riuscisse a prevalere. Purtroppo, però, Gogeta avrebbe potuto resistere per non più di venti minuti mentre Vegoku avrebbe mantenuto quello stadio sempre e senza perdita di energia.

“Ho paura che non ce la faranno” disse Gohan sconsolato. Mancavano solo tre minuti e poi la fusione si sarebbe sciolta.

Come previsto dal ragazzo la fusione ebbe termine e Vegeta e Goku si trovarono in completa balia dell’avversario. Senza alcuna pietà Vegoku spezzò una gamba al povero Goku e scaraventò Vegeta a oltre cinquecento metri di distanza conficcandolo letteralmente all’interno di una roccia.

“Io sono invincibile, ve lo avevo detto” esclamò trionfante il terribile guerriero.

Sembrava che il destino dell’universo intero fosse stato segnato.

Faticosamente Vegeta riemerse dalle macerie. Si reggeva a malapena in piedi. Frastornato vide l’avversario avventarsi contro il povero Goku che con la gamba rotta giaceva a terra del tutto inerme. Vegeta comprese che era il suo odio naturale provato per tanti anni nei confronti del saiyan a provocare tale feroce reazione.

“Ma certo. In quel guerriero prevale il mio carattere rispetto a quello di Kaharoth. Non ucciderebbe mai se stesso. Sono l’unico che può fermarlo e adesso so anche come” pensò il saiyan alzandosi in volo e, restando sospeso a mezz’aria, si avvicinò ai due.

“Ahhh!” gridava intanto Goku ridotto oramai ai minimi termini.

“Terrestri, e voi saiyan. Vi prego, dividete con me una parte della vostra energia” disse Vegeta sollevando le braccia nella posizione classica che Goku usava per formare la Genkidama.

Disorientato da quella mossa Vegoku smise di attaccare Goku e studiò il suo avversario.

“Che vuoi fare. No. Stai bluffando, solo Goku è in grado di usare la Genkidama” obiettò confuso il micidiale saiyan.

Goku osservò il volto determinato dell’amico. Era più che mai convinto che Vegeta avesse un piano. A quel punto tanto valeva assecondarlo. Raccolse tutte le energie che gli erano rimaste e le indirizzò verso il corpo dell’amico.

“Tieni la mia energia, amico” gli disse tendendo il braccio verso di lui.

“Kaharoth” pensò il fiero principe dei saiyan. Con la solita generosità gli stava dando il suo aiuto incondizionato. Questa volta a salvare il destino del mondo era rimasto solo lui.

“Terrestri, amici, vi prego dividete con me una parte della vostra energia” ripetè ancora il saiyan.

Confusi e spaventati i terrestri iniziarono a seguire il suo suggeriemento. Trunks e gli altri fecero altrettanto e da dove si trovavano anche Bulma, Bra , Videl , Chichi e Pan fecero lo stesso.

Lentamente l’energia iniziò a convogliarsi intorno al corpo del saiyan che però non era in grado di convogliarla nella grande Genkidama.

Vegoku se ne accorse e derise l’avversario.

“Coraggio Vegeta. Siamo tutti con te” gli disse invece Goku. Credeva di aver capito il piano dell’amico e sperava ardentemente che funzionasse.

In un istante Vegeta vide davanti ai suoi occhi gli anni trascorsi con i terrestri. Il suo cuore sussultò quando il pensiero andò a Bulma ed ai suoi figli. Doveva assolutamente riuscire a fermare quel mostro generato in parte dal lato oscuro e malvagio di se stesso.

Con un urlo sovraumano il saiyan iniziò ad immagazzinare dentro di sé l’enorme energia che gli si era formata attorno e si trasformò nuovamente in SSJ4.

“Tutto qui” disse Vegoku sorridendo ironicamente.

“Tu non puoi uccidermi, Vegoku perché facendolo uccideresti te stesso. E’ la malvagità che covava nel mio cuore che ti ha generato senza di essa tu non avresti alcun potere” gli disse Vegeta sorridendo. Aveva bisogno di ancora qualche istante per tentare l’impossibile, raggiungere l’ultimo stadio di un super saiyan.

Disorientato da quella minaccia Vegoku fece un passo indietro perdendo gran parte della sua baldanza.

“Stai vaneggiando” rispose rabbiosamente.

“Allora perché non mi uccidi?” lo provocò ancora.

“Sta zitto” esplose il potente saiyan scagliandoli contro una potentissima onda energetica.

“Perfetto. Quello che volevo. Barriera” gridò Vegeta.

Grazie alla potente barriera che aveva generato intorno a sé non solo il colpo non lo raggiunse ma riuscì ad assorbirne l’energia.

“Adesso”. Raccogliendo al massimo la concentrazione il saiyan compì uno sforzo sovraumano attirando dentro di sé tutta quell’incredibile energia per poi lasciarla uscire tutta insieme in un potente espandersi della propria aura. Il corpo di Vegeta venne circondato da un’ampia e concentrata sfera di energia dorata che collassò in un’esplosione di luce.

Sgomento e paura si dipinse sul volto dei nostri amici. E se Vegeta avesse perso il controllo di quella terribile forza?

Quando la luce svanì un nuovo guerriero si presentò agli occhi dei saiyan. Il corpo di Vegeta aveva le stesse caratteristiche del SSJ4 ma con un differenza. Gli occhi, le sopracciglia, i capelli e il pelo del petto erano diventati color oro e rilucevano come un sole. Vegeta aveva raggiunto lo stadio dell’ULTIMATE SAIYAN. Un ghigno si disegnò sulle labbra del saiyan che senza la benché minima esitazione si scagliò contro l’avversario con una rapidità che aveva dell’incredibile.

Allibito Vegoku non riuscì ad opporre la minima resistenza contro l’incontrollabile furia del suo avversario. In pochi minuti Vegeta ebbe ragione del suo avversario e prima di dargli il colpo di grazia gli urlo deciso “Con questo attacco distruggo il mio passato”. La spaventosa onda energetica che scaturì dalle sue mani disintegrò l’avversario scagliandolo verso il sole.

Quando la terra smise di tremare e il cielo riassunse il suo solito colore i nostri amici ebbero il coraggio di guardare verso il luogo ove si trovava il fiero principe dei saiyan.

Vegeta era sospeso in aria. Incapace di tenere un secondo di più la trasformazione torno immediatamente normale e sfinito si accasciò al suolo.

“Padre” gridò Trunks precipitandosi in suo aiuto. Lo sforzo era stato eccessivo e ora il nostro saiyan respirava a fatica, il battito debolissimo. Allarmato il giovane lo prese tra le braccia e mentre Gohan faceva altrettanto con il proprio padre si precipitò all’ospedale più vicino.

 

“Come stanno?” chiesero all’unisono Chichi e Bulma. Avevano appena raggiunto l’ospedale ed erano preoccupatissime per la salute dei rispettivi mariti.

“Tranquilla mamma, papà ha una gamba rotta e diverse ammaccature ma se la caverà” disse Gohan.

“E Vegeta?” chiese Bulma.

“Di lui non so niente. Quando lo abbiamo portato qui respirava appena. Adesso è nella stanza di rianimazione”.

Bulma si sentì gelare, no Vegeta non poteva lasciarla.

Senza ascoltare i medici e le infermiere la donna riuscì ad entrare nella stanza. I nostri amici la seguirono e restarono dall’altra parte del vetro in trepidante attesa.

“Vegeta” lo chiamò piano. Il volto del marito era terreo.

Presa dal panico la donna lo abbracciò e lo scosse iniziando a piangere.

“Dannazione a te, Vegeta. Non puoi lasciarmi?” gli gridò con rabbia. Il medico cercò di allontanarla dal capezzale del marito e ne nacque una breve colluttazione.

“Mi lasci immediatamente” sbottò irritata la donna strattonando per liberarsi.”Voglio restare con mio marito. Mi lasci”.

“E non gridare, Bulma. Ci sento benissimo” sussurrò il saiyan improvvisamente, lasciando tutti di sasso.

“Vegeta” esclamò la donna correndo al suo capezzale.

Lentamente il saiyan aprì gli occhi mentre i suoi segni vitali si stabilizzavano.

“Non ti libererai di me tento facilmente, donna” le disse sorridendo ironico.

Un gran sospiro di sollievo si levò oltre il vetro. Vegeta era fuori pericolo.

 

I due saiyan si ripresero rapidamente ed entrambi fecero in tempo a partecipare alla festa per i diciotto anni di Bra. Nessuno aveva fatto commenti sulla straordinaria potenza mostrata da Vegeta nel corso dello scontro finale ma tutti sapevano che questa volta era stato proprio lui, il temibile principe dei saiyan a salvare la Terra e l’Universo. Con quel gesto aveva riscattato tutto il suo oscuro passato cancellando i fantasmi di una vita terribile e solitaria. Il principe distruttore era scomparso e questa volta per sempre.

 

- FINE -

 

Scritto da Aresian.

 

 

 

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