__ :*: EP. III "LA VENDETTA DEI SITH" :*: __
TRAMA:
Sono passati tre anni
dall’inizio della Guerra dei Cloni, e le armate dei Droidi comandate dal
Generale Grievous, con un colpo di mano, sono penetrate a Coruscant e il Conte
Dooku è riuscito a rapire il Cancelliere Supremo Palpatine. Il Senato Galattico
affida ai Jedi il compito di tentare un disperato tentativo di trarlo in salvo
e questo compito spetta ai due Jedi che maggiormente si sono distinti durante
la guerra. A bordo dei loro caccia, in compagnia di due astro-droidi, Obi-Wan e
l’ormai ex padawan Anakin Skywalker partono all’assalto dell’Ammiraglia di
Dooku. La battaglia nello spazio, sopra Coruscant, è un susseguirsi di
emozioni, un caleidoscopio di colori e di suoni. I due Jedi si distinguono per
la maestria nelle loro azioni evasive e d’attacco ma presto, avvicinandosi alla
nave, obiettivo loro finale, finiscono inevitabilmente con l’incorrere in guai…
sotto forma di terribili droidi insetto che attaccano il caccia di Obi-Wan
distruggendo il sistema di navigazione. Una manovra ardita di Anakin libera il
caccia dell’amico dai nemici e conduce entrambi all’interno dell’hangar
principale della nave governata da Grievous. Qui, dopo avere ordinato a R2-D2,
di restare nell’hangar, Obi-wan e Anakin partono alla ricerca di Dooku, di cui
percepiscono nitidamente la presenza. Dopo avere “litigato” con un ascensore
che non ne vuole sapere di condurli a destinazione, i due Jedi giungono
nell’ala dell’astronave ove, incatenato ad una poltrona, trovano il Cancelliere
Palpatine. Non hanno però il tempo di liberarlo, giacchè Dooku si presenta loro
con in pungo la lightsaber sguainata. Questa volta Anakin non si mostra
avventato e accetta di buon grado di combattere insieme all’amico, solo che
Obi-wan si trova presto in difficoltà e viene travolto da una pesante trave,
gettatagli addosso da Dooku. Anakin, pervaso da una cieca preoccupazione per
l’incolumità dell’amico e dalla rabbia, si avventa su Dooku riuscendo a
sconfiggerlo con sorprendente rapidità. Mentre Obi-wan è incosciente, Palpatine
incita il giovane ad eliminare Dooku, seppur disarmato e ormai facile preda.
Seppur con una breve indecisione, Anakin finisce con l’uccidere il Sith e
liberare Palpatine, pur se rammaricato per un’azione che “sente” non avrebbe
dovuto compiere. Palpatine è preoccupato di salvare la pelle e chiede ad Anakin
di abbandonare Obi-wan, che gli pare costituire un peso, ma il giovane si
rifiuta di abbandonare il maestro e, portandolo sulle spalle, cerca con il
Cancelliere la via d’uscita. Poco dopo Obi-wan riprende coscienza giusto in
tempo perché i tre cadano in una trappola dei droidi. Questa volta, il pur
servizievole R2-D2 (chiamato da Anakin in aiuto) non riesce a salvare i tre, o
meglio, non subito. Giunti al cospetto del Generale Grievous, Anakin e Obi-wan
sfruttano l’effetto sorpresa (R2-D2 crea un diversivo e i due Jedi tornano in
possesso delle loro lightsaber) mettono sotto sopra la centrale comandi
dell’astronave, mentre Grievous si da alla fuga. I guai, tuttavia non sono
finiti, la nave è in fiamme e sta precipitando sul pianeta. Anakin si mette al
posto di comando e in qualche modo riesce a portare il rottame sulla pista di
atterraggio di Coruscant, o meglio ciò che ne rimane. Il Consiglio e i membri
del Senato accolgono con gioia il rientro dei tre, sani e salvi, e Obi-Wan
lascia che Anakin si prenda il merito della vittoria su Dooku, mentre egli si
reca al Tempio Jedi per fare rapporto. Anakin, non pare molto convinto,
sostiene che il Maestro abbia dato un contributo decisivo alla riuscita del
salvataggio, ma alla fine accetta di buon grado di affrontare da solo le
felicitazioni del Senato. Tra i senatori individua presto Padmé, e con una
scusa riesce ad appartarsi con lei. Sono mesi che non si vedono e il giovane
stenta a trattenere il suo focoso entusiasmo. Padmé, si mostra tuttavia
titubante e preoccupata, inquietando il ragazzo. In realtà la ragione delle
perplessità della Senatrice sono legate alla notizia che deve recare al marito.
Ella è incinta e presto Anakin diventerà padre. Questi si dimostra entusiasta
all’idea, per niente preoccupato delle implicazioni che la venuta del figlio
potrebbe avere nella loro esistenza e nel suo rapporto con il Consiglio dei
Jedi, giacchè appena scoprissero che lui è il padre automaticamente verrebbe
espulso dall’Ordine. Tutto pare procedere per il meglio, ma presto ombre oscure
iniziano a turbare l’animo del giovane. La sera stessa un incubo, che lui vive
come una premonizione, gli annuncia la morte della moglie di parto. Angosciato
a tale prospettiva, il giovane inizia a meditare se esso possa essere
considerato semplicemente un sogno o piuttosto un funesto presagio. Confuso chiede
consiglio a Maestro Yoda, senza tuttavia spiegare esattamente cosa “vede” nei
suoi sogni. Yoda si dice convinto che si tratti di una premonizione, e che il
giovane debba lasciare che quanto previsto segua il suo corso. Questa soluzione
è, tuttavia, per Anakin
inacettabile, nel frattempo i rapporti tra il Consigio Jedi e il
Cancelliere Supremo iniziano a divenire tesi e diffidenti. Obi-Wan informa
Anakin che Palpatine ha richiesto un colloquio con lui in privato e lo mette in
guardia dai giochi di potere che si stanno scatenando in seno al Senato e tra
il Senato stesso e i Jedi. Anakin raggiunge Palpatine e scopre che questi,
avvertendo la diffidenza dei Jedi, lo vuole nominare suo rappresentante in seno
al Consiglio, ma Anakin non è ancora un Maestro Jedi e non può prendervi parte.
Nel frattempo, diventa pressante riuscire a scoprire dove si rifugia il
Generale Grievous, per porre al più presto fine al conflitto e permettere che
Palpatine rimetta il mandato e i poteri speciali assegnatili in virtù della guerra.
Anakin si presenta al Consiglio dei Jedi esponendo le richieste di Palpatine e
l’atteggiamento del Consiglio gli sembra mostrare aperta ostilità nei confronti
di colui che lui ritiene un amico, da molti anni. Come se non bastasse il
giovane si vede assegnato il diritto di presenziare alle sedute del Consiglio
ma non riconosciuto lo status di Maestro, cosa che ai suoi occhi suona come
un’insulto. Obi-Wan, rendendosi conto che il ragazzo è in qualche modo turbato,
cerca di rassicurarlo, facendogli presente che è impossibile, data la sua
giovane età, che possa essere già nominato Maestro ma che questo un giorno
avverrà. Il giovane parve rassicurasi un poco, ma nuovamente si rabbuia quando
Obi-Wan gli rivela che il Consiglio dei Jedi, in realtà lo ha ammesso in seno
al medesimo perché egli riporti loro l’operato di Palpatine. Di fatto, i
Maestri Jedi gli stanno chiedendo di “spiare” l’amico. La confusione di Anakin,
che si trova ora tra due fuochi, aumenta quando Palpatine gli fa presente che
sa dove si trova Grievous ma è certo che il Consiglio dei Jedi impedirà al
ragazzo di andare in missione, giacchè in esso non nutre più stima e fiducia.
Anakin si dice convinto del contrario ma, alla fine dei conti, è Obi-Wan che
viene incaricato, da solo, di portare a termine l’attacco al droide, mentre a
lui viene rinnovato l’incarico presso Palpatine. Il Consiglio non ha fiducia in
lui, è evidente, ma Anakin saluta con affetto il maestro di sempre, prima che
questi parta per la sua missione, augurandogli buona fortuna. Nel frattempo
anche Yoda lascia Coruscant per recarsi sul pianeta degli Wookie, per
combattere le armate dei Separatisti. Anakin è sempre più confuso. Relegato al
ruolo di semplice “spia” al Senato, mentre i compagni Jedi sono impegnati sui
vari campi di battaglia. Come se non bastasse la preoccupazione per la sorte di
Padmé lo assilla. Durante una rappresentazione a teatro, al quale lo convoca
Palpatine, il giovane apprende l’esistenza di un potere superiore, conosciuto
solo dai Sith, che consentirebbe a chi lo possiede di controllare la vita e la
morte e di fatto di sconfiggere quest’ultima. In questo potere, Anakin
intravvede la chiave per salvare Padmé e pertanto si mostra alquanto curioso di
scoprirne le origini. Nel frattempo, la tensione latente tra Palpatine e il
Consiglio aumenta sempre di più. Oramai i Jedi diffidano apertamente del
Cancelliere, che ai loro occhi è solo interessato a conservare i poteri
acquisiti e non alla stabilità e pace per la Repubblica. Anakin, durante un
confronto con Palpatine apprende, con sconcerto, che questi è il fantomatico
Darth Sidious che stanno cercando, il Signore dei Sith. Prima estrae la
lightsaber, avvertendo una minaccia in lui, poi la rinfodera promettendogli che
lo denuncerà al Senato, ma il Sith insinua in lui un ulteriore tarlo del
dubbio. I Jedi vogliono la sua morte perché vogliono anch’essi il potere. Morto il Cancelliere Supremo essi gestirebbero le sorti
della Repubblica. Anakin rifiuta di credere a questa versione dei fatti e se ne
va. Come promesso denuncia Palpatine al Consiglio, nella persona di Maestro
Windu, ma rimane ferito dal fatto che questi non gli conceda di accompagnarlo
quando andrà ad arrestarlo. Divorato dal dubbio, e dal timore che Palpatine
venga ucciso prima di avergli rivelato il modo di salvare Padmé, Anakin si
precipita alla residenza del Cancelliere giusto in tempo per assistere al
terribile scontro tra questi e Maestro Mace. Innanzi alla ferrea decisione del
Jedi di eliminare Palpatine, Anakin rimane sconvolto. Non può accettarlo. Senza
il suo potere Padmé morirebbe. Così opera la sua scelta. Senza esitare oltre
sguaina la lightsaber ferendo mortalmente il Maestro Jedi. E’ il suo passo
definitivo verso il “lato oscuro”. In lacrime giura fedeltà all’Ordine dei
Sith, unici padroni del vero potere della Forza e, come nuovo apprendista Darth
Vader riceve il suo primo incarico… sterminare i Jedi, sino all’ultimo, senza
alcuna pietà. Così avviene, senza scrupolo alcuno, al comando di un’intera
legione di cloni, Darth Vader si reca al Tempio Jedi e massacra i Jedi e i
padawan, nessuno escluso. Contemporaneamente, i cloni impegnati sui vari fronti
ricevono l’ordine “66” e le truppe assassinano i Jedi. Obi-Wan e Maestro Yoda
sfuggono all’agguato per miracolo e fanno rotta per Coruscant. Portato a
termine l’incarico, Anakin/Vader riceve nuovi ordini dal suo nuovo maestro,
deve recarsi su Mustafar ed uccidere i Vice-Re della Federazione dei Mercanti.
Prima di partire, il ragazzo, fa tuttavia tappa a casa, per rassicurare Padmé
che di certo avrà visto le fiamme ergersi dal Tempio dei Jedi. Qui, tentando di
apparire calmo e rassicurante, il giovane afferma che c’è stata una rivolta e
che il Tempio è stato distrutto per salvaguardare la sicurezza della
Repubblica, professandosi al servizio di essa e del Cancelliere Supremo. Dice
alla donna di avere trovato il modo per salvarla, e che deve allontanarsi per
qualche ora, giacchè deve portare a termine una missione e poi se ne va. Nel
frattempo, Yoda e Obi-Wan giungono a Coruscant e, tra le macerie del Tempio
scoprono l’agghiacciante realtà. L’ologramma di sicurezza ha registrato
l’attacco ed entrambi vedono che il fautore del massacro è proprio Anakin.
Obi-Wan scosso nel profondo, riceve l’incarico di scovare l’ex padawan e di
ucciderlo, giacchè ormai è divenuto un pericoloso allievo Sith. Yoda, invece,
va a caccia di Palpatine. Scosso, Obi-Wan si reca da Padmé chiedendole dove sia
possibile trovare Anakin. La donna, pur se sconvolta dalle rivelazioni del
Jedi, si rifiuta di dirgli la sua destinazione e, quando pensa che se ne sia
andato, si mette in viaggio per Mustafar ignorando che l’uomo è salito,
clandestinamente, a bordo della sua nave. Su Mustafar, intanto, Anakin ha fatto
piazza pulita degli ex alleati del suo nuovo signore. Il suo volto, tuttavia, è
rigato da una solitaria lacrima, un rimasuglio, forse, di umanità tra le
offuscanti nebbie dell’odio che il “lato oscuro” alimenta in lui. Sorpreso
assiste all’atterraggio di Padmé e preoccupato le corre incontro. La giovane
gli rivela di essere a conoscenza di quanto da lui compiuto, ma Anakin pare non
comprendere la sua vivida preoccupazione. “L’ho fatto per te. Per avere il
potere di salvarti dalla morte” le confessa con un candore stridente. Tuttavia
non trova in lei la reazione che si era aspettato. Padmé è spaventata da lui,
ritrosa e confusa. Quando il giovane vede Obi-Wan scendere dalla nave si
convince che la donna lo abbia tradito, che abbia intenzione di ocnsegnarlo al
Consiglio dei Jedi, o meglio a ciò che ne rimane. Irato tenta di strangolarla.
Solo l’intervento di Obi-Wan lo dissuade dal portare a termine l’intento
omicida. Lasciata la giovane, esanime, vicino alla nave, il ragazzo affronta
Obi-Wan. A nulla valgono i tentativi del Jedi di farlo ragionare. Inviperito e
preda della frustrazione Anakin gli intima o di seguirlo o di morire. Obi-Wan
non ha altra scelta che combattere contro l’ex allievo. Su Coruscant, intanto,
Yoda ha raggiunto Palpatine e inizia con esso un serratisismo e tremendo
duello, che presto si consuma all’interno della grande Sala del Senato
Galattico. Su Mustafar, intanto, il duello imperversa tra fiiumi di lava e
continue eruzioni magmatiche. Anakin è assolutamente intenzionato ad uccidere
l’ex maestro, reo ai suoi occhi di averlo tradito. Obi-Wan, alla fine, si vede
costretto a concludere lo scontro e con risolutezza amputa entrambe le gambe al
giovane che, rantolante, rimane sul bordo della scarpata, mentre le fiamme lo
avvolgono trasformandolo in un’agghiacciante torcia umana. Obi-Wan, addolorato
nel profondo, avverte le urla di dolore del ragazzo, ma dopo aver preso la sua
spada laser si allontana, senza finirlo. “Tu eri il “Prescelto”. Dovevi portare
equilibrio nella Forza, non cedere al “lato oscuro”. Eri come un fratello per
me” le sue adirate ed addolorate parole. Un astioso e feroce “Ti odio” quelle
di Anakin prima che le fiamme lo divorino. Palpatine, nel frattempo, è
riuiscito a sconfiggere Yoda, che ferito e debole riesce tuttavia a fuggire,
con la complicità del Senatore Bail Organa. Avvertendo che il suo apprendista è
in pericolo, Darth Sidious parte per Mustafar, ove recupera un fantoccio
agonizzante e semi carbonizzato. Sottoposto a infiltrazioni e trapianti
cibernetici, colui che era stato Anakin Skywalker diviene il temibile Darth
Vader, il cui volto sfigurato viene celato al mondo da una nera machera.
Obi-Wan, nel frattempo, ha condotto Padmé al sicuro, ma la donna, preda delle
doglie, riesce solo a mettere al mondo due gemelli, Luke e Leia, prima di
morire, disperata per la sorte occorsa ad Anakin e nella convinzione che in lui
ci sia “ancora del buono”. Yoda e Obi-Wan decidono di separare i due piccoli.
Leia viene affidata al Senatore Organa che l’alleverà come una figlia, mentre
Obi-Wan porta Luke dai Lars, su Tatooine ove, lo apprende da Yoda, troverà ad
attenderlo lo spirito del suo vecchio maestro Qui-Gon. Yoda, invece, si ritira
in esilio su Dagooba. Per ora, i Sith hanno vinto. Nel laboratorio di
Palpatine, Darth Vader si ridesta. Il primo pensiero per lei, Padmé ma
Palpatine dice all’apprendista che ella è morta per sua stessa mano, in un
eccesso d’ira. Il grido di dolore di Darth Vader decreta la fine di Anakin
Skywalker, mentre la salma di Padmé viene tumulata con al collo il piccolo
ciondolo che, un giorno lontano, un dolcissimo bambino di nove anni le aveva
regalato perché… non si scordasse di lui. Le ultime tre immagini sono dedicate
alla sorte dei tre protagonisti di ciò che verrà. La piccola Leia tra le
braccia di Organa, su Alderaan. Darth Vader sul ponte dell’Ammiraglia
imperiale, innanzi alla futura Morte Nera, e il piccolo Luke tra le braccia di
Beru Lars, con il tramonto dei due soli di Tatooine.
- la Saga continua -