Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Il sole del domani

By Oscar1755

Atto VIII

Lo sguardo emozionato che lo specchio rifletteva sembrava quello di un’estranea. Aveva tolto il trucco di scena, ma indossava ancora il kimono scarlatto. L’eco degli applausi del pubblico incantato e l’acclamazione del suo nome le risuonavano, incessanti, nella mente.
Stentava a crederlo. Per la prima volta nella vita, era consapevole della forza della propria recitazione.
Per tutta la durata dello spettacolo il sangue che le era fluito nelle vene, era stato quello di Akoya. L’aveva sentita nascere dentro di sé, nel momento stesso in cui era entrata in scena.
Il calore avvertito nell’interpretare la dea scarlatta non aveva ancora lasciato il suo corpo. Si sfiorò le labbra ripensando al lieve bacio che Sakurakoji le aveva dato, a sipario chiuso.
Una lacrima le scese sul viso, senza motivo apparente. Avrebbe dovuto sentirsi felice, ma la piena soddisfazione della sua interpretazione era offuscata dall’incertezza del proprio futuro. Non l’agitava tanto l’imminente decisione della signora Tsukikage, quanto il suo futuro senza Masumi. La sua presenza sempre costante nel suo cuore era davvero opprimente. Si sentiva prigioniera, ed incapace di agire e pensare liberamente.
Come aveva promesso a se stessa, gli aveva dedicato, con il cuore affranto, l’atto estremo dell’amore di Akoya, le cui struggenti parole sarebbero rimaste impresse nell’anima, a ricordo di quel sentimento tanto importante quando infelice.
Lo aveva notato subito, seduto in prima fila, bello, elegante ed irraggiungibile. I loro occhi si erano fissati per un lungo istante, dimentichi del luogo in cui si trovavano. L’anima, sfinita dal tormento, lo aveva disperatamente invocato, donandogli l’amore eterno della dea scarlatta.
Lo sguardo si spostò sul mazzo di rose che aveva ricevuto prima dello spettacolo. L’ammiratore non aveva dimenticato la sua tensione. Il biglietto giaceva di fronte a lei riportando solo poche parole “con tutto il mio cuore”. Il cuore di Masumi. A chi apparteneva?
In un sussurro appena udibile, pose una domanda a se stessa, destinata a restare senza risposta.
- Perché, Masumi?
Il leggero bussare alla porta la richiamò alla realtà. Si pizzicò le guance per riacquistare un po’ di colorito. Sakurakoji desiderava, probabilmente, congratularsi con lei, lontano degli altri attori del cast.
- Avanti, la porta è aperta, entra mio Isshin.
Nascose la tristezza dietro un tono scherzoso. Sorrise, osservando, attraverso lo specchio, la porta aprirsi. L’alta e familiare figura, ferma sulla soglia, le provocò un tuffo al cuore.
Si fissarono, senza dire una parola. Masumi emise un sospiro e nascose il proprio nervosismo dietro il solito, indefinito sorriso. La piega della bocca assunse un’espressione ironica che indispose Maya.
- Noto dalla tua espressione e dal tuo invito ad entrare che stavi aspettando un'altra persona.
Calcò l’accento tagliente sulle ultime parole, mentre la fissava seriamente.
Maya si pose sulla difensiva, augurandosi di celare nel cuore, che batteva impazzito, i propri sentimenti.
- Che cosa vuole?
- Che tono, ragazzina! Mi pare di averti invitato più di una volta ad essere più gentile con le persone. Lo sai che nel mondo dello spettacolo l’apparire ha la sua importanza.
Maya si alzò e rivolse lo sguardo verso di lui. La rabbia le stava montando dentro, facendo svanire il caldo tepore che l’interpretazione della dea scarlatta le aveva suscitato.
- Ora siamo solo noi due e non c’è nessuno che devo compiacere – sbottò spazientita.
- Quindi ragazzina, io per te sarei nessuno? Il presidente della Daito non rappresenta nulla per te?
Terminò la frase rivolgendole uno sguardo irritato.
Maya cercò di mantenere la calma. I sentimenti contrastanti che la legavano a lui, erano come un fiume in piena, che rischiava ogni volta di travolgere gli argini che si era pazientemente costruita per difendersi da lui.
Distolse lo sguardo da quei profondi occhi azzurri che le trasmettevano la sensazione di sprofondare in acque tempestose, dalle quali non sarebbe più riuscita ad emergere.
Non voleva mostrargli il lato debole del proprio carattere, tanto accuratamente nascosto per lungo tempo. L’avere scoperto che lui era l’ammiratore segreto aveva accelerato il cammino verso la consapevolezza di amarlo. Era la persona meno adatta per lei. Masumi era bello, elegante e ricco. E soprattutto fidanzato con una donna di alta classe.
Si era chiesta numerose volte, senza trovare una risposta plausibile, perché Masumi aveva ricoperto quello strano ruolo, nascondendole la propria identità.
- Allora ragazzina? Hai perduto la parola? – ironizzò Masumi.
Maya si riscosse dai propri pensieri, comprendendo di essere rimasta in silenzio per parecchio tempo.
Celò la propria insicurezza, attaccandolo a sua volta.
- Mi dispiace signor Hayami. La saluto come si conviene al presidente della Daito – tacque, fissandolo per un attimo, infine riprese con voce suadente - buonasera. Ho notato che era seduto in prima fila. Allora che cosa ne dice della mia interpretazione di Akoya?
Il volto di Masumi divenne improvvisamente serio. Il tono di voce con cui rispose aveva perduto ogni velleità sarcastica ed appariva tremendamente sincero.
- Ragazzina, la tua interpretazione è stata sublime. Mi hai trasmesso tutto il sentimento di Akoya e, lo confesso, ho provato una profonda ed irragionevole gelosia per Isshin.
Lo stupore si dipinse sul volto di Maya. Si era preparata a ricevere un commento ironico e il suo tono serio l’aveva piacevolmente sorpresa. Abbassò gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo indagatore con il quale Masumi la fissava.
- Signor Hayami, sono felice che le sia piaciuta la mia Akoya. Si ricorda? Le avevo promesso che mi sarei impegnata con tutte le mie forze – farfugliò.
Si mosse bruscamente, agitata dallo sguardo carezzevole posato su di lei. Il rumore secco di un vaso andato in frantumi la ridestò. La sua mano aveva colpito inavvertitamente il vaso di fiori collocato accanto a lei, sul tavolo del camerino.
- Che disastro ho combinato!
Si chinò immediatamente per raccogliere i frammenti di vetro.
Masumi fu subito accanto a lei.
- Ferma, potresti farti male – la ammonì, mente la sua mano le bloccava il braccio.
Si fissarono. I loro visi erano vicini. Maya poteva percepire la fragranza maschile di Masumi. Sentì i propri battiti accelerare convulsamente. Ritirò la mano come se si fosse scottata.
- Ti faccio così tanta paura, ragazzina? – le disse con tono amareggiato.
Sospirò di sollievo nell’apprendere che Masumi aveva frainteso il suo gesto. La sua più grande paura era che si accorgesse del profondo amore che la legava irrimediabilmente a lui.
- Lei non mi fa paura – replicò, allontanandosi dall’uomo.
- E allora perché quello scatto improvviso? – si interruppe pensieroso, poi la gelosia ebbe il sopravvento sulla razionalità.
- Forse hai reagito così perché non è la mano di Sakurakoji quella che ti ha afferrato!
Il tono sarcastico colpì nel segno. Maya lo fulminò con lo sguardo.
- Non sono affari suoi, signor Hayami!
- Come farai a continuare ad interpretare la dea scarlatta nel tuo stato, se la signora Tsukikage dovesse assegnare a te la vittoria? – la accusò irritato.
Il risentimento era dipinto sul suo volto, ma una voce interiore le consigliò di ammettere la verità.
- Insomma, non sono incinta, se lo vuole sapere! Lei ha male interpretato le mie nausee dovute, realmente, alla profonda stanchezza. Lei, piuttosto pensi al suo matrimonio! Si sta avvicinando, no? Che cosa fa qui, invece di tenere compagnia alla sua fidanzata?
Masumi ignorò volutamente la stilettata di Maya, riconducendo la propria attenzione all’ammissione della ragazza, mentre un profondo sollievo si faceva strada in lui.
- Che cosa vorresti dire ragazzina? Che mi hai mentito?
- Io? Lei ha costruito tutto da solo!
- Tu, però, non hai negato, perché? Mi hai lasciato parlare, consapevole che avevo equivocato! – il tono era irritato, ma nel proprio cuore nascondeva una immensa felicità.
- Non le devo nessuna spiegazione. Se ha travisato il mio stato di salute, sono affari suoi. Lei è un uomo freddo e spietato. Sakurakoji, al contrario, è dolce e premuroso. E’ una persona speciale e mi fa sentire bene – obiettò Maya irritata.
Masumi si avvicinò pericolosamente a lei. Le prese una mano, portandosela lentamente sul torace.
- E così, io sarei senza scrupoli? Non senti come batte il mio cuore?
Le cinse i fianchi con l’altro braccio, impedendole di allontanarsi.
- Mi lasci!
La sua vicinanza le dava alla testa, cominciò a percepire sensazioni sconosciute pervaderle il corpo. Posò le mani sul suo petto cercando di allontanarlo da sé.
- Lasciarti? Perché mai? Vuoi un burattino tra le tue mani o un uomo che ti travolga l’anima e i sensi, facendoti dimenticare perfino il tuo nome, ragazzina?
Improvvisamente si chinò su di lei sfiorandole le labbra. Le passò una mano intorno alla nuca e la attirò a sé. Il bacio divenne arrogante ed esigente. L’iniziale sorpresa di Maya fu sostituita da un intenso brivido di piacere che si insinuò nell’intimo dei pensieri più segreti.
Sollevò lentamente le braccia e gli accarezzò la schiena, gustandone con il tatto i muscoli guizzanti. Senza comprendere la portata del proprio gesto, insinuò le mani tremanti sotto la sua giacca sfiorando i fianchi snelli.
Un gemito soffocato uscì dalle labbra di Masumi che la strinse ancora di più a sé e riversò nel bacio tutto il travolgente desiderio per lei.
Maya, trascinata dalla passione che sentiva sorgere in lei, gli rispose con ardore. Masumi, sentendola cedevole tra le sua braccia, si lasciò condurre dall’amore e dalla passione che nutriva per lei. La sua mano percorse la morbida curva della gola, dove una vena pulsava impazzita.
- Anche lui ti bacia così? Sono freddo e implacabile, ne sei ancora sicura, ragazzina? – mormorò con voce roca sulle sue labbra.
La baciò di nuovo, con crescente trasporto. Il respiro affannoso si mescolava a quello di lei. Rapiti dall’amore, non si avvidero del tempo che trascorreva.
Il gemito di piacere di Maya, lo indusse a cercare la fusione con la sua anima. L’abbraccio impetuoso si trasformò in una lenta e sensuale carezza. Il bacio sembrava interminabile. Masumi sussurrò il suo nome, prendendole il viso tra le mani.
- Maya, non mi hai risposto – replicò di nuovo sulle sue labbra – anche Sakurakoji ti infiamma i sensi in questo modo? Rispondimi!
- No – sussurrò, sconfitta.
Masumi sorrise trionfante. Riprese a baciarla. Nell’impeto dell’abbraccio, il kimono scarlatto si slacciò. La sua mano le accarezzò i fianchi e si posò con tocco leggero sulla pelle vellutata dei seni.
Maya emise un sospiro soffocato, avvertendo il calore della mano di Masumi e in un barlume di razionalità aprì gli occhi, intravedendo i loro corpi allacciati riflessi nello specchio.
Masumi chino su di lei le baciava l’incavo del collo mentre le mani accarezzavano languidamente i seni scoperti. Il suo sguardo la intimorì. Era bellissimo e travolto dalla passione.
Cercò in se stessa un briciolo di lucidità e con grande sforzo si staccò da lui, spingendolo lontano.
Si fissarono esterrefatti, senza parlare. Masumi cercò di riacquistare il controllo passandosi un mano tra i capelli con un gesto nervoso.
Maya, spaventata dalla propria reazione, si sentì sprofondare in un baratro senza fine. Lui stava per sposarsi. Come aveva potuto dimenticarlo? Sarebbe appartenuto ad un’altra donna.
Masumi la osservò fissandole le labbra gonfie per la violenza del bacio. Era così affascinante. Non era riuscito a controllarsi.
Era entrato per complimentarsi sinceramente con lei per la sublime ed ineguagliabile interpretazione di Akoya. Le parole che aveva udito dalle sue labbra sembravano dirette solo a lui. Il richiamo della sua anima gli era parso reale. Il desiderio di rivelarle i sentimenti celati nel proprio cuore era stato annientato dalla gelosia. Chiuse per un attimo gli occhi detestandosi per avere rovinato tutto con la propria impetuosa aggressione.
Lei apparteneva a Sakurakoji, ma aveva risposto ai suoi baci con una passione pari alla sua, senza respingerlo. Una flebile speranza si fece largo in lui. Non le era indifferente, forse non lo amava ma era innegabile che fosse attratta da lui.
Tornò a fissarla. Gli occhi scuri lasciavano trapelare un inatteso sconcerto.
Bussarono alla porta. Maya sembrò riprendersi.
- Avanti – mormorò con voce incerta.
Sakurakoji entrò sorridente portando un mazzo di fiori. Si fermò sulla soglia, fissando entrambi. La tensione tra loro era tangibile. Non parlavano, ma sembrava che comunicassero con gli sguardi. Si riprese dallo stupore.
- Signor Hayami che cosa ci fa lei qui? – lo attaccò con tono aggressivo.
Notò il vaso in frantumi a terra e lo fissò con sospetto.
- Che cosa è successo?
- Stavo andando via. Sono venuto per complimentarmi per la sublime interpretazione di Maya.
Si diresse verso la porta e voltandosi, si rivolse a lei. La voce era tornata fredda e cortese, ma dentro di sé la gelosia lo attanagliava.
- Ragazzina, rinnovo i miei complimenti per la tua recitazione. Sono spiacente per le rose scarlatte, sono certo che il tuo ammiratore non si dimenticherà di te. Manderò un inserviente a pulire.
Rimasti soli, i due ragazzi si fissarono. Maya cercò di ricomporsi anche se era davvero sconvolta. Non si capacitava della propria reazione. Aveva risposto ai baci di Masumi con un ardore che non sapeva di possedere. E non riusciva neppure a comprendere il suo atteggiamento. Anche lui era stato travolto dallo stesso impeto? Era più confusa di prima. La voce di Sakurakoji la richiamò al presente.
- Che cos’hai? Sembri sconvolta.
- Non è nulla Sakurakoji. Sono solo un po’ stanca.
Notò, con sospetto, l’atteggiamento impacciato di Maya. Il ragazzo l’abbracciò, schioccandole un sonoro bacio sulla guancia.
- Su Maya, oggi è il tuo giorno di trionfo, voglio vederti sorridere.
- Sakurakoji, sei davvero un amico.
Lui chinò il capo deluso. Non gli era sufficiente, ma pur di starle accanto, si sarebbe accontentato della semplice amicizia.
L’imbarazzo di Maya non passò inosservato. Sakurakoji si chiese che rapporto avesse con Hayami. Ogni volta che lo incontrava si poneva sulla difensiva in modo talmente teso, da preoccuparlo. Maya però non ne faceva parola e lui, pur non condividendone il comportamento, aveva deciso di attendere che fosse lei a parlarne, se lo desiderava.

- continua -

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