Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen),
Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono proprietà di
Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e
quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga
medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di
lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno
leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto,
intesa….
Lo
sguardo emozionato che lo specchio rifletteva sembrava quello di
un’estranea. Aveva tolto il trucco di scena, ma indossava
ancora il kimono scarlatto. L’eco degli applausi del pubblico
incantato e l’acclamazione del suo nome le risuonavano,
incessanti, nella mente.
Stentava a crederlo. Per la prima volta
nella vita, era consapevole della forza della propria
recitazione.
Per tutta la durata dello spettacolo il sangue che le
era fluito nelle vene, era stato quello di Akoya. L’aveva
sentita nascere dentro di sé, nel momento stesso in cui era
entrata in scena.
Il calore avvertito nell’interpretare la
dea scarlatta non aveva ancora lasciato il suo corpo. Si sfiorò
le labbra ripensando al lieve bacio che Sakurakoji le aveva dato, a
sipario chiuso.
Una lacrima le scese sul viso, senza motivo
apparente. Avrebbe dovuto sentirsi felice, ma la piena soddisfazione
della sua interpretazione era offuscata dall’incertezza del
proprio futuro. Non l’agitava tanto l’imminente decisione
della signora Tsukikage, quanto il suo futuro senza Masumi. La sua
presenza sempre costante nel suo cuore era davvero opprimente. Si
sentiva prigioniera, ed incapace di agire e pensare liberamente.
Come aveva promesso a se stessa, gli aveva dedicato, con il cuore
affranto, l’atto estremo dell’amore di Akoya, le cui
struggenti parole sarebbero rimaste impresse nell’anima, a
ricordo di quel sentimento tanto importante quando infelice.
Lo
aveva notato subito, seduto in prima fila, bello, elegante ed
irraggiungibile. I loro occhi si erano fissati per un lungo istante,
dimentichi del luogo in cui si trovavano. L’anima, sfinita dal
tormento, lo aveva disperatamente invocato, donandogli l’amore
eterno della dea scarlatta.
Lo sguardo si spostò sul mazzo
di rose che aveva ricevuto prima dello spettacolo. L’ammiratore
non aveva dimenticato la sua tensione. Il biglietto giaceva di fronte
a lei riportando solo poche parole “con tutto il mio cuore”.
Il cuore di Masumi. A chi apparteneva?
In un sussurro appena
udibile, pose una domanda a se stessa, destinata a restare senza
risposta.
- Perché, Masumi?
Il leggero bussare alla
porta la richiamò alla realtà. Si pizzicò le
guance per riacquistare un po’ di colorito. Sakurakoji
desiderava, probabilmente, congratularsi con lei, lontano degli altri
attori del cast.
- Avanti, la porta è aperta, entra mio
Isshin.
Nascose la tristezza dietro un tono scherzoso. Sorrise,
osservando, attraverso lo specchio, la porta aprirsi. L’alta e
familiare figura, ferma sulla soglia, le provocò un tuffo al
cuore.
Si fissarono, senza dire una parola. Masumi emise un
sospiro e nascose il proprio nervosismo dietro il solito, indefinito
sorriso. La piega della bocca assunse un’espressione ironica
che indispose Maya.
- Noto dalla tua espressione e dal tuo invito
ad entrare che stavi aspettando un'altra persona.
Calcò
l’accento tagliente sulle ultime parole, mentre la fissava
seriamente.
Maya si pose sulla difensiva, augurandosi di celare
nel cuore, che batteva impazzito, i propri sentimenti.
- Che cosa
vuole?
- Che tono, ragazzina! Mi pare di averti invitato più
di una volta ad essere più gentile con le persone. Lo sai che
nel mondo dello spettacolo l’apparire ha la sua importanza.
Maya si alzò e rivolse lo sguardo verso di lui. La rabbia
le stava montando dentro, facendo svanire il caldo tepore che
l’interpretazione della dea scarlatta le aveva suscitato.
-
Ora siamo solo noi due e non c’è nessuno che devo
compiacere – sbottò spazientita.
- Quindi ragazzina,
io per te sarei nessuno? Il presidente della Daito non rappresenta
nulla per te?
Terminò la frase rivolgendole uno sguardo
irritato.
Maya cercò di mantenere la calma. I sentimenti
contrastanti che la legavano a lui, erano come un fiume in piena, che
rischiava ogni volta di travolgere gli argini che si era
pazientemente costruita per difendersi da lui.
Distolse lo
sguardo da quei profondi occhi azzurri che le trasmettevano la
sensazione di sprofondare in acque tempestose, dalle quali non
sarebbe più riuscita ad emergere.
Non voleva mostrargli il
lato debole del proprio carattere, tanto accuratamente nascosto per
lungo tempo. L’avere scoperto che lui era l’ammiratore
segreto aveva accelerato il cammino verso la consapevolezza di
amarlo. Era la persona meno adatta per lei. Masumi era bello,
elegante e ricco. E soprattutto fidanzato con una donna di alta
classe.
Si era chiesta numerose volte, senza trovare una risposta
plausibile, perché Masumi aveva ricoperto quello strano ruolo,
nascondendole la propria identità.
- Allora ragazzina? Hai
perduto la parola? – ironizzò Masumi.
Maya si
riscosse dai propri pensieri, comprendendo di essere rimasta in
silenzio per parecchio tempo.
Celò la propria insicurezza,
attaccandolo a sua volta.
- Mi dispiace signor Hayami. La saluto
come si conviene al presidente della Daito – tacque, fissandolo
per un attimo, infine riprese con voce suadente - buonasera. Ho
notato che era seduto in prima fila. Allora che cosa ne dice della
mia interpretazione di Akoya?
Il volto di Masumi divenne
improvvisamente serio. Il tono di voce con cui rispose aveva perduto
ogni velleità sarcastica ed appariva tremendamente sincero.
-
Ragazzina, la tua interpretazione è stata sublime. Mi hai
trasmesso tutto il sentimento di Akoya e, lo confesso, ho provato una
profonda ed irragionevole gelosia per Isshin.
Lo stupore si
dipinse sul volto di Maya. Si era preparata a ricevere un commento
ironico e il suo tono serio l’aveva piacevolmente sorpresa.
Abbassò gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo indagatore
con il quale Masumi la fissava.
- Signor Hayami, sono felice che
le sia piaciuta la mia Akoya. Si ricorda? Le avevo promesso che mi
sarei impegnata con tutte le mie forze – farfugliò.
Si
mosse bruscamente, agitata dallo sguardo carezzevole posato su di
lei. Il rumore secco di un vaso andato in frantumi la ridestò.
La sua mano aveva colpito inavvertitamente il vaso di fiori collocato
accanto a lei, sul tavolo del camerino.
- Che disastro ho
combinato!
Si chinò immediatamente per raccogliere i
frammenti di vetro.
Masumi fu subito accanto a lei.
- Ferma,
potresti farti male – la ammonì, mente la sua mano le
bloccava il braccio.
Si fissarono. I loro visi erano vicini. Maya
poteva percepire la fragranza maschile di Masumi. Sentì i
propri battiti accelerare convulsamente. Ritirò la mano come
se si fosse scottata.
- Ti faccio così tanta paura,
ragazzina? – le disse con tono amareggiato.
Sospirò
di sollievo nell’apprendere che Masumi aveva frainteso il suo
gesto. La sua più grande paura era che si accorgesse del
profondo amore che la legava irrimediabilmente a lui.
- Lei non
mi fa paura – replicò, allontanandosi dall’uomo.
- E allora perché quello scatto improvviso? – si
interruppe pensieroso, poi la gelosia ebbe il sopravvento sulla
razionalità.
- Forse hai reagito così perché
non è la mano di Sakurakoji quella che ti ha afferrato!
Il
tono sarcastico colpì nel segno. Maya lo fulminò con lo
sguardo.
- Non sono affari suoi, signor Hayami!
- Come farai
a continuare ad interpretare la dea scarlatta nel tuo stato, se la
signora Tsukikage dovesse assegnare a te la vittoria? – la
accusò irritato.
Il risentimento era dipinto sul suo
volto, ma una voce interiore le consigliò di ammettere la
verità.
- Insomma, non sono incinta, se lo vuole sapere!
Lei ha male interpretato le mie nausee dovute, realmente, alla
profonda stanchezza. Lei, piuttosto pensi al suo matrimonio! Si sta
avvicinando, no? Che cosa fa qui, invece di tenere compagnia alla sua
fidanzata?
Masumi ignorò volutamente la stilettata di
Maya, riconducendo la propria attenzione all’ammissione della
ragazza, mentre un profondo sollievo si faceva strada in lui.
-
Che cosa vorresti dire ragazzina? Che mi hai mentito?
- Io? Lei
ha costruito tutto da solo!
- Tu, però, non hai negato,
perché? Mi hai lasciato parlare, consapevole che avevo
equivocato! – il tono era irritato, ma nel proprio cuore
nascondeva una immensa felicità.
- Non le devo nessuna
spiegazione. Se ha travisato il mio stato di salute, sono affari
suoi. Lei è un uomo freddo e spietato. Sakurakoji, al
contrario, è dolce e premuroso. E’ una persona speciale
e mi fa sentire bene – obiettò Maya irritata.
Masumi
si avvicinò pericolosamente a lei. Le prese una mano,
portandosela lentamente sul torace.
- E così, io sarei
senza scrupoli? Non senti come batte il mio cuore?
Le cinse i
fianchi con l’altro braccio, impedendole di allontanarsi.
-
Mi lasci!
La sua vicinanza le dava alla testa, cominciò a
percepire sensazioni sconosciute pervaderle il corpo. Posò le
mani sul suo petto cercando di allontanarlo da sé.
-
Lasciarti? Perché mai? Vuoi un burattino tra le tue mani o un
uomo che ti travolga l’anima e i sensi, facendoti dimenticare
perfino il tuo nome, ragazzina?
Improvvisamente si chinò
su di lei sfiorandole le labbra. Le passò una mano intorno
alla nuca e la attirò a sé. Il bacio divenne arrogante
ed esigente. L’iniziale sorpresa di Maya fu sostituita da un
intenso brivido di piacere che si insinuò nell’intimo
dei pensieri più segreti.
Sollevò lentamente le
braccia e gli accarezzò la schiena, gustandone con il tatto i
muscoli guizzanti. Senza comprendere la portata del proprio gesto,
insinuò le mani tremanti sotto la sua giacca sfiorando i
fianchi snelli.
Un gemito soffocato uscì dalle labbra di
Masumi che la strinse ancora di più a sé e riversò
nel bacio tutto il travolgente desiderio per lei.
Maya,
trascinata dalla passione che sentiva sorgere in lei, gli rispose con
ardore. Masumi, sentendola cedevole tra le sua braccia, si lasciò
condurre dall’amore e dalla passione che nutriva per lei. La
sua mano percorse la morbida curva della gola, dove una vena pulsava
impazzita.
- Anche lui ti bacia così? Sono freddo e
implacabile, ne sei ancora sicura, ragazzina? – mormorò
con voce roca sulle sue labbra.
La baciò di nuovo, con
crescente trasporto. Il respiro affannoso si mescolava a quello di
lei. Rapiti dall’amore, non si avvidero del tempo che
trascorreva.
Il gemito di piacere di Maya, lo indusse a cercare
la fusione con la sua anima. L’abbraccio impetuoso si trasformò
in una lenta e sensuale carezza. Il bacio sembrava interminabile.
Masumi sussurrò il suo nome, prendendole il viso tra le mani.
- Maya, non mi hai risposto – replicò di nuovo sulle
sue labbra – anche Sakurakoji ti infiamma i sensi in questo
modo? Rispondimi!
- No – sussurrò, sconfitta.
Masumi sorrise trionfante. Riprese a baciarla. Nell’impeto
dell’abbraccio, il kimono scarlatto si slacciò. La sua
mano le accarezzò i fianchi e si posò con tocco leggero
sulla pelle vellutata dei seni.
Maya emise un sospiro soffocato,
avvertendo il calore della mano di Masumi e in un barlume di
razionalità aprì gli occhi, intravedendo i loro corpi
allacciati riflessi nello specchio.
Masumi chino su di lei le
baciava l’incavo del collo mentre le mani accarezzavano
languidamente i seni scoperti. Il suo sguardo la intimorì. Era
bellissimo e travolto dalla passione.
Cercò in se stessa
un briciolo di lucidità e con grande sforzo si staccò
da lui, spingendolo lontano.
Si fissarono esterrefatti, senza
parlare. Masumi cercò di riacquistare il controllo passandosi
un mano tra i capelli con un gesto nervoso.
Maya, spaventata
dalla propria reazione, si sentì sprofondare in un baratro
senza fine. Lui stava per sposarsi. Come aveva potuto dimenticarlo?
Sarebbe appartenuto ad un’altra donna.
Masumi la osservò
fissandole le labbra gonfie per la violenza del bacio. Era così
affascinante. Non era riuscito a controllarsi.
Era entrato per
complimentarsi sinceramente con lei per la sublime ed ineguagliabile
interpretazione di Akoya. Le parole che aveva udito dalle sue labbra
sembravano dirette solo a lui. Il richiamo della sua anima gli era
parso reale. Il desiderio di rivelarle i sentimenti celati nel
proprio cuore era stato annientato dalla gelosia. Chiuse per un
attimo gli occhi detestandosi per avere rovinato tutto con la propria
impetuosa aggressione.
Lei apparteneva a Sakurakoji, ma aveva
risposto ai suoi baci con una passione pari alla sua, senza
respingerlo. Una flebile speranza si fece largo in lui. Non le era
indifferente, forse non lo amava ma era innegabile che fosse attratta
da lui.
Tornò a fissarla. Gli occhi scuri lasciavano
trapelare un inatteso sconcerto.
Bussarono alla porta. Maya
sembrò riprendersi.
- Avanti – mormorò con
voce incerta.
Sakurakoji entrò sorridente portando un
mazzo di fiori. Si fermò sulla soglia, fissando entrambi. La
tensione tra loro era tangibile. Non parlavano, ma sembrava che
comunicassero con gli sguardi. Si riprese dallo stupore.
- Signor
Hayami che cosa ci fa lei qui? – lo attaccò con tono
aggressivo.
Notò il vaso in frantumi a terra e lo fissò
con sospetto.
- Che cosa è successo?
- Stavo andando
via. Sono venuto per complimentarmi per la sublime interpretazione di
Maya.
Si diresse verso la porta e voltandosi, si rivolse a lei.
La voce era tornata fredda e cortese, ma dentro di sé la
gelosia lo attanagliava.
- Ragazzina, rinnovo i miei complimenti
per la tua recitazione. Sono spiacente per le rose scarlatte, sono
certo che il tuo ammiratore non si dimenticherà di te. Manderò
un inserviente a pulire.
Rimasti soli, i due ragazzi si
fissarono. Maya cercò di ricomporsi anche se era davvero
sconvolta. Non si capacitava della propria reazione. Aveva risposto
ai baci di Masumi con un ardore che non sapeva di possedere. E non
riusciva neppure a comprendere il suo atteggiamento. Anche lui era
stato travolto dallo stesso impeto? Era più confusa di prima.
La voce di Sakurakoji la richiamò al presente.
- Che
cos’hai? Sembri sconvolta.
- Non è nulla Sakurakoji.
Sono solo un po’ stanca.
Notò, con sospetto,
l’atteggiamento impacciato di Maya. Il ragazzo l’abbracciò,
schioccandole un sonoro bacio sulla guancia.
- Su Maya, oggi è
il tuo giorno di trionfo, voglio vederti sorridere.
- Sakurakoji,
sei davvero un amico.
Lui chinò il capo deluso. Non gli
era sufficiente, ma pur di starle accanto, si sarebbe accontentato
della semplice amicizia.
L’imbarazzo di Maya non passò
inosservato. Sakurakoji si chiese che rapporto avesse con Hayami.
Ogni volta che lo incontrava si poneva sulla difensiva in modo
talmente teso, da preoccuparlo. Maya però non ne faceva parola
e lui, pur non condividendone il comportamento, aveva deciso di
attendere che fosse lei a parlarne, se lo desiderava.
- continua -