Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen),
Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono proprietà di
Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e
quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga
medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di
lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno
leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto,
intesa….
Il
passo pesante con cui rientrò a casa, a mattina inoltrata, non
passò inosservato al padre che lo attendeva nell’ampio
salone, mentre il maggiordomo gli serviva la colazione.
- Siediti
Masumi. – dichiarò con disappunto, notando l’aspetto
trasandato del figlio.
- Che cosa vuoi, padre? Vorrei farmi una
doccia prima di andare in ufficio – replicò con
insofferenza.
- Dal tuo aspetto deduco che ti sei ubriacato
ancora! Che cosa ti succede in questi giorni? Non ti riconosco più.
Eisuke Hayami tentò di nascondere la propria
preoccupazione dietro il tono irato ed accusatorio nei confronti del
figlio.
- Non sono ubriaco. Ho bevuto, è vero, ma non
tanto da ubriacarmi!
- Non mentire. Mi chiedo che cosa tu mi stia
nascondendo, Masumi.
Capì che non era il momento di
tergiversare. Aveva rimuginato tutta la notte, seduto al bancone di
un bar, dopo che Maya si era allontanata da lui su quel taxi. Non era
sua, e mai lo sarebbe stata. Il legame con Sakurakoji era speciale e
la loro relazione molto profonda. Avrebbe dovuto dimenticarla. Ma era
consapevole che sarebbe stato impossibile.
- Devo parlarti, padre
– sospirò infine – sono stanco di vivere una vita
che non è la mia. Non voglio inseguire le tue illusioni. E’
tempo di smettere con le finzioni.
Eisuke lo fissò
pensieroso.
- Chi è la donna che ti tormenta in questo
modo?
Masumi sussultò e chinando il capo, sorrise
amaramente.
- E’ così evidente? – ammise senza
indecisione.
- Masumi, non sono così sprovveduto. Non
avevi mai sfidato apertamente la mia autorità, fino ad ora. La
persona che ti ha indotto a tanto, deve essere molto importante per
te. Credo proprio che si tratti di una donna, e immagino non sia la
tua fidanzata.
- Sì, è vero. C’è
un’altra donna – riconobbe tranquillamente.
- Il tuo
sguardo deciso mi porta a pensare che tu voglia rompere il
fidanzamento – obiettò diffidente.
- Sì –
rispose deciso – e non riuscirai ad impedirmelo. La mia
decisione è irrevocabile. Se non la condividi, sostituiscimi
alla guida della Daito e non considerarmi più tuo figlio. Non
mi importa della tua opinione al riguardo.
Eisuke lo fissò
intransigente. La rabbia si dissolse con la stessa velocità
con cui era comparsa.
- Sono vecchio e stanco e la mia coscienza,
perché ne ho una anche se ti sembra impossibile, mi sta
assalendo, torturandomi per gli errori commessi. Non ti ostacolerò.
La mia brama di potere ha già rovinato troppe vite. Tu non mi
vuoi bene, vero?
Masumi si diresse verso il corridoio. Sulla
porta, si voltò rivolgendosi al padre.
- Non risponderò
alla tua domanda. Troppe vicende ci hanno diviso in questi anni. Un
giorno, forse, potremmo parlarne, ma non ora. I diritti della dea
scarlatta apparterranno alla vincitrice della sfida. Ho comunque
ottenuto dalla signora Tsukikage l’esclusiva per
l’organizzazione della messa in scena dello spettacolo.
Il
padre sorrise tristemente.
- Sei sempre stato il migliore negli
affari, e sapevo saresti riuscito dove io ho fallito – mormorò
con un filo di voce.
- Senza sotterfugi, questa volta –
replicò Masumi, calmo.
Lo lasciò solo, in preda ai
rimorsi della coscienza, che la vecchiaia gli elargiva inesorabile,
quale condanna per i suoi peccati.
La
notte era giunta da diverse ore e tra breve avrebbe lasciato il posto
all’alba nascente. Nel proprio letto, Masumi ripensò
alla distruttiva serata che aveva trascorso. Non era fiero di se
stesso, ma almeno aveva dato una svolta alla propria vita.
L’immagine dell’elegante saletta privata nel
ristorante più in vista di Tokyo lo torturava ancora.
Vi
aveva condotto Shiori con il preciso intento di essere sincero con
lei.
- Ti ho inviato per parlarti – le disse con fredda
cortesia.
Un brivido di timore percorse la schiena di Shiori.
Masumi non le aveva mai detto nulla di simile. Ad un esame più
attento, in realtà, lui non aveva mai conversato con lei, se
non affrontando argomenti superficiali ed asettici.
Rimase in
silenzio attendendo che Masumi si spiegasse.
- Tu sei una donna
meravigliosa, ma io non sono innamorato di te, Shiori. Non posso
sposarti, ti renderei infelice – confessò – ti
prego di perdonarmi. Avrei dovuto ammetterlo tanto tempo fa, ma sono
stato un vigliacco.
Lei rimase immobile con il cuore in tumulto,
sperando che fosse solo un brutto sogno. Non poteva essere vero,
Masumi la stava lasciando! Cercò di mantenere la calma, forse
c’era ancora una speranza.
- Ma, Masumi – replicò
con tutta la calma di cui era capace – so perfettamente che si
tratta di un matrimonio combinato dalle nostre famiglie. Non pretendo
che tu mi ami, ma basandoci sul rispetto reciproco, non credi che sia
possibile creare un’unione duratura?
- Non posso Shiori.
Non potrei viverti accanto e darti le attenzioni che meriti. Sono
meschino, lo so, ma non posso più fingere. Ti prego di
perdonarmi.
- Perdonarti? – gli gridò – ti
rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Vuoi annullare il fidanzamento
a pochi giorni dal matrimonio! Non pensi alla stampa? I giornalisti
andranno a nozze con una notizia del genere!
- Se è questo
che ti preoccupa, la rottura del nostro fidanzamento sarà resa
pubblica solo quando lo vorrai tu. Possiamo inoltre affermare che sei
stata tu a lasciarmi, per me non ci sono problemi.
- Sei un
bastardo! Credevo che tu fossi un uomo diverso! – lo incalzò,
rivolgendogli tutta la propria rabbia – c’è
un’altra donna vero? Lo fai per lei! Maya Kitajima! E’
per lei che rinunci al prestigio della mia famiglia.
Il volto di
Masumi fu attraversato da un’ombra.
- Lascia la signorina
Kitajima fuori dalla nostra discussione! Sono io il vigliacco, sono
io che ti ho fatto del male, sono io l’incapace in tutta questa
storia! - replicò con voce alterata.
- E che cosa dovrei
fare io? Comprendere i tuoi fallimenti? Come puoi pretendere da me
comprensione o perdono?
- Non posso sposarti Shiori, è
l’unica cosa che posso dire. Odiami, ne hai il diritto, ma non
cambierò idea.
- Chiamami un taxi, desidero tornare a
casa. Non ho parole per il tuo comportamento. E’ vero, sei un
vigliacco. Se non desideravi sposarmi, non avresti dovuto accettare
la proposta della mia famiglia!
Masumi chinò il capo. Era
consapevole del proprio comportamento odioso, sapeva, inoltre, di non
poter più sperare che Maya lo amasse, ma non avrebbe mai
potuto vivere accanto ad un’altra donna.
Ricordò lo
sguardo carico di dolore di Shiori, mentre saliva sul taxi. Non lo
salutò e voltò il viso dalla parte opposta per non
vederlo. L’auto partì, conducendola definitivamente
lontano da lui.
I pensieri tornarono al presente. Turbato dai
sensi di colpa, ma finalmente libero da legami, si addormentò,
mentre l’alba rischiarava il cielo di un nuovo giorno, che
avrebbe visto concludersi la sfida tra la dea scarlatta di Auymi e
quella di Maya.
- continua -