Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen),
Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono proprietà
di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e
quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga
medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di
lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno
leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto,
intesa….
Come
aveva previsto, dopo un breve riposo e una doccia rinfrescante, uscì
per andare in ufficio. L’aspetto esteriore appariva quello di
sempre.
Abituato da anni a mascherare i reali sentimenti del
proprio animo, nessuno avrebbe detto che era rincasato appena un paio
di ore prima, ubriaco.
Nascondeva, altrettanto efficacemente, il
feroce mal di testa che continuava a torturarlo quale monito al
proprio puerile comportamento. Vedere Maya tra le braccia di un altro
uomo gli aveva fatto perdere completamente il filo della ragione,
spingendolo a cercare, invano, conforto nell’alcool.
All’esterno l’autista lo attendeva, e mentre entrava
nella limousine, si appuntò mentalmente di far riportare a
casa la propria auto.
Chiuse gli occhi infastidito dalla luce
accecante del sole del mattino. Inforcò un paio di occhiali
scuri, ironizzando sul fatto che non li indossava mai. Aveva
decisamente sperimentato il potere che Maya aveva su di lui.
Il
rapporto di Maya con Sakurakoji era fonte di una folle gelosia. Cercò
consolazione nel pensiero che lei non aveva mai dimenticato il suo
ammiratore segreto. La gratitudine non era certo il sentimento che
desiderava da lei, ma finché non veniva chiaramente respinto,
forse avrebbe potuto sperare ancora.
Era consapevole che poteva
pretendere chiarimenti da lei, solo se fosse stato il primo a
comportarsi in modo logico, ma la coerenza gli difettava da parecchio
tempo.
Tentò di tenere a freno la gelosia che gli impediva
di agire razionalmente. C’erano ancora i diritti della dea
scarlatta da ottenere e non poteva perdere di vista i traguardi che
si era prefissato.
- Ho cambiato idea – disse con tono
neutro, rivolgendosi all’autista – portami dalla signora
Tsukikage.
Genzo fu stupito di vedere il signor Hayami, ma si fece
da parte per lasciarlo entrare.
- Vorrei vedere la signora, se
fosse possibile.
L’uomo scomparve per qualche minuto,
lasciando Masumi ad attenderlo nell’ingresso. Erano passati
diversi anni dalle intimidazioni espresse alla signora Tsukikage per
ottenere i diritti della dea scarlatta.
I sotterfugi disonesti
per contrastarla erano ormai un lontano ricordo, da quando Maya aveva
stravolto la sua esistenza.
Era rimasto affascinato dalla gioia
che esprimeva per il teatro, spinta da un passione che lui non aveva
mai provato. Pensò che la propria analisi non era del tutto
esatta. Le passioni che nutriva quando era bambino si erano spente
nel confronto con il padre adottivo. Maya gli aveva semplicemente
risvegliato le emozioni per la vita, a lungo sopite.
Non era più
una ragazzina e Sakurakoji la stava allontanando da lui, o meglio dal
suo ammiratore. Sarebbe arrivato il momento in cui Maya non avrebbe
più avuto bisogno del suo sostegno e aveva la certezza che
quel giorno fosse terribilmente vicino.
Il ritorno di Genzo
interruppe il flusso dei suoi pensieri.
- La signora la riceverà,
si accomodi pure, signor Hayami.
Entrando nell’elegante
salotto, chinò il capo in segno di saluto.
- Buongiorno
signora Tsukikage, scusi se la disturbo a quest’ora.
- Si
accomodi signor Hayami – fece una breve pausa, osservandolo,
quindi riprese – effettivamente sono sorpresa di vederla oggi.
Credevo che fosse impegnato nelle sue speculazioni, in vista della
prima della dea scarlatta.
Un sorriso amaro si dipinse sul volto
di Masumi.
- Lei non ha una buona opinione di me, vero? - Dovrei?
– gli fece eco, sollevando un sopracciglio, sorpresa.
- Devo
ammettere che lei ha ragione. In passato il mio comportamento è
stato effettivamente senza scrupoli.
Il silenzio calò tra
di loro. La signora Tsukikage lo osservò, incerta se fidarsi
dell’uomo che in passato aveva cercato di raggirarla più
volte.
Masumi, d’altra parte, sapeva di essere sottoposto
ad un attento esame, e attese che l’intuito della signora
Tsukikage le suggerisse la risposta.
- Lei è cambiato
Masumi, mi permette di chiamarla cosi? – disse infine.
- Ma
certo signora. E che cosa ci sarebbe di diverso in me?
Il tono
difensivo che aveva assunto, indicò che la signora Tsukikage
aveva colto nel segno.
- Lei non è così sicuro di
sé, come in passato. Sembra imprigionato nell’indecisione
– considerò con sicurezza – non sembra più
concentrato sui diritti della dea scarlatta.
Masumi la fissò
negli occhi.
- E quale sarebbe il motivo di questo mio
cambiamento?
- Il desiderio di rivalsa nei confronti di suo padre
non è più prioritario, forse? Oppure non è più
la dea scarlatta che desidera? O è l’amore la causa di
tutto?
Masumi sussultò impercettibilmente, cercando di
difendersi con ironia.
- Io innamorato? Suvvia signora Tsukikage,
siamo adulti! Lei sa benissimo che il mio fidanzamento rispecchia
meramente l’interesse per gli affari della famiglia Hayami.
-
Masumi, io non parlavo affatto della sua fidanzata, ma di un’altra
donna. Mi chiedo solo che cosa sarà disposto a fare per lei.
Se metterà in gioco tutto, compreso se stesso, oppure si
ritirerà, lasciando campo libero ad altri e si accontenterà
di realizzare l’illusione di suo padre - mosse qualche passo
verso di lui e proseguì – qual è il suo sogno
signor Hayami?
Masumi strinse le labbra e le sorrise
tristemente.
- Vedo che non posso ingannarla. Il mio sogno? Per
molto tempo ho creduto che non si sarebbe mai realizzato.
- E ora?
- Ora è si è allontanato ancora di più da me
– rifletté in un sussurro, come se parlasse con se
stesso – ciò non toglie che io non desideri vederlo
realizzato, dopotutto se sono un combattente negli affari, lo posso
essere anche in amore, no?
- Le auguro di riuscire nel suo
intento. L’esito della sua battaglia segnerà il confine
tra la sua condanna e la felicità assoluta.
- Signora
Tsukikage le ho tolto anche troppo tempo. Non ero venuto qui per
affrontarla, ma semplicemente, per chiederle, in modo pulito questa
volta, se lascerà alla Daito almeno l’incarico di
allestire la scena per la dea scarlatta. Non le chiedo i diritti,
ormai vi ho rinunciato da tempo. Sono convinto, e non sto mentendo,
che debbano spettare alla vincitrice della sfida tra Maya e
Ayumi.
Masumi si diresse verso la porta.
- I miei ossequi.
Spero di rivederla presto.
Mentre usciva la signora Tsukikage si
avvicinò a lui.
- Maya merita un futuro radioso accanto ad
un uomo che la ami appassionatamente, perché lei saprà
donare un grande amore all’uomo che sceglierà – si
interruppe fissandolo negli occhi, quindi riprese –
indipendentemente dall’esito della sfida tra Maya e Ayumi, lei
sta dimostrando di essere un uomo Masumi. Avrà ciò che
chiede. Affido alla Daito l’organizzazione dello spettacolo.
Lui la scrutò, trasalendo. La signora Tsukikage gli
sorrise e richiuse la porta.
Masumi scosse la testa passandosi
una mano tra i capelli.
- Vedremo se saprò essere uomo
fino in fondo - mormorò a se stesso.
- continua-