Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen),
Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono proprietà
di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e
quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga
medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di
lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno
leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto,
intesa….
Gettò
una rapida occhiata all’orologio. Era in ritardo, come al
solito. Rei suppose che Maya fosse immersa in uno dei suoi sogni ad
occhi aperti e non si fosse resa conto del trascorrere del tempo.
Erano diversi anni che la conosceva e non si stupiva più del
suo comportamento, molto spesso, distratto.
Sorrise, vedendola
comparire in fondo al viale. L’entusiasmo si tramutò in
seria preoccupazione quando notò fitte lacrime scivolare sul
suo volto.
- Maya è accaduto qualcosa di grave? – le
chiese inquieta.
Cercò di celare l’espressione
nervosa, ma gli occhi arrossati dal pianto testimoniavano, suo
malgrado, la profonda disperazione.
- No – mentì
Maya – sono solo molto stanca. La ricerca della perfezione di
Kuronuma ci sottopone ad un forte stress, tutto qui.
Rei la
osservò in silenzio e, sollevando un sopracciglio in segno di
sorpresa, espresse il proprio dubbio.
- Anche in passato hai
dovuto affrontare forti tensioni, ma non hai mai reagito in modo
tanto negativo. Sei sicura che si tratti solo della recitazione?
Maya distolse lo sguardo, fissandosi nervosamente le punte dei
piedi. Contrariata dalla propria incapacità di saper mentire.
Rei tornò ad incalzarla.
- Ho indovinato, vero? E’
successo qualcosa con Sakurakoji? Avete litigato?
Attese paziente
la risposta di Maya. I giornali non facevano altro che insinuare una
loro relazione al di fuori della scena, e l’esitazione
dell’amica le confermò che si trattava proprio di una
scaramuccia amorosa.
- Su Maya, se avete litigato, tutto si
risolverà. Farete pace, ne sono certa. Vi conoscete da diversi
anni e non sarà certo un litigio ad incrinare il vostro
rapporto.
Maya la fissò sbalordita.
- Ma che stai
dicendo, Rei? – la aggredì aspramente – ti rendi
conto che mi stai attribuendo una relazione con Sakurakoji?
- Be’
che c’è di strano. Ne parlano tutti i giornali!
-
Sono menzogne! Mi meraviglio che tu creda a tutto quello che leggi!
Non ho una relazione con Sakurakoji e non sono innamorata di lui,
chiaro?
Rei restò interdetta. La reazione indignata di
Maya, l’aveva sorpresa. Difficilmente si arrabbiava con lei,
ma, in quel preciso istante, lo era, a giudicare dallo sguardo
risentito con il quale la fissava.
- Scusami. Credevo che tu
fossi innamorata di lui.
- No, non lo sono – replicò
con voce più calma – perdonami, Rei ho esagerato.
-
Tu sei innamorata Maya. Ne sono certa. Se non è Sakurakoji,
allora chi è?
- Non ne voglio parlare. Abbiamo una cena
che ci aspetta. Andiamo, ti prego.
Rei seguì Maya,
chiedendosi chi fosse l’uomo misterioso che aveva catturato il
suo cuore. Non era un amore felice, a giudicare dalle condizioni di
estremo nervosismo dell’amica. Provò un profondo
risentimento per lo sconosciuto che rendeva Maya tanto triste. Lei
non ne voleva parlare. Pensò che potesse trattarsi di un amore
non corrisposto oppure di un uomo troppo diverso da lei.
Sospirando,
si impose di rispettare la volontà di Maya e non le chiese
altro. Prese sottobraccio l’amica e le rivolse un radioso
sorriso di incoraggiamento.
La serata era trascorsa apparentemente
serena. Maya le aveva raccontato i progressi e le difficoltà
di interpretare la dea scarlatta.
Rei aveva evitato di porgerle
altre domande sulla vita sentimentale, anche se intravedeva lo sforzo
di Maya di apparire felice.
Rientrate
a casa, Maya si era diretta nella propria stanza, consapevole della
lunga notte che la attendeva. L’incontro, inatteso, con Masumi
le aveva dolorosamente ricordato la sua situazione sentimentale.
Nonostante si sforzasse di guardare al futuro e concentrarsi sulla
sfida con Ayumi, non riusciva a staccarsi dalla affascinante figura
maschile che l’aveva intrappolata in un amore senza speranza.
Gli scontri con lui erano diventati rabbiosi e non avevano più
i connotati della leggera canzonatura. Nei loro diverbi, Masumi la
fissava attento e le sue parole la ferivano come mai era accaduto in
passato.
Si era chiesta più volte, perché mai
Masumi avesse assunto la segreta identità dell’ammiratore.
Anche nelle ultime rappresentazioni teatrali, pur litigando con
lei, non le aveva fatto mancare il sostegno, attraverso l’usuale
invio delle rose scarlatte che lei attendeva, nonostante tutto, come
un balsamo per le proprie ferite. L’infelice amore che nutriva
per lui, l’aveva gettata in un abisso di confusione dal quale
non riusciva a fuggire.
Si rigirò nel letto, infastidita.
Notte dopo notte, si poneva le medesime domande senza trovare una
risposta convincente. L’ansia aumentava, man mano che il tempo
la accompagnava verso la prima della dea scarlatta e verso la data
fissata per il matrimonio di Masumi.
Le era diventato impossibile
conversare con Masumi senza scivolare, ogni volta, nello scontro con
lui. Riflettendo con più attenzione sulle sue parole, le
sovvenne il continuo riferimento di Masumi alla natura della sua
amicizia con Sakurakoji. Possibile che fosse geloso? Il cuore prese a
batterle furiosamente. Era una eventualità alla quale non
aveva mai pensato.
Scosse la testa, mentre gli occhi fissavano,
vuoti, il buio della stanza. Masumi innamorato di lei?
Le
tremarono le mani, al pensiero che lui potesse ricambiare i suoi
sentimenti. Respirò a fondo per calmarsi.
Masumi era un
uomo ricco ed affascinante e aveva scelto, come futura moglie, una
donna proveniente dallo stesso ambiente sociale. Non avrebbe mai
potuto notare una ragazza scialba come lei.
Piegò la bocca
un una smorfia amara, ammettendo che la notte era foriera di pensieri
irragionevoli.
Avvinta dalla stanchezza, sprofondò in un
sonno agitato, mentre dalle persiane socchiuse, striature d’argento
annunciavano il sole nascente di un nuovo giorno.
Nel
breve tragitto che lo separava da casa, la mente aveva faticato nel
tentativo, inutile, di mettere ordine nei propri pensieri. Si
rammaricò con se stesso per non essere riuscito a conversare
con Maya, senza che le sue parole degenerassero in un astioso biasimo
nei confronti della ragazza.
Mentre saliva le scale verso la
propria stanza, si passò nervosamente una mano tra i capelli.
Entrando, gettò la giacca sull’elegante poltrona e si
lasciò cadere sul letto. Sollevò le mani,
massaggiandosi con le dita le tempie pulsanti di dolore.
Doveva
ringraziare esclusivamente se stesso, se l’odio di Maya si era
accresciuto, travolgendolo.
La legittima ricompensa, in risposta
al proprio odioso atteggiamento, non poteva che essere il disprezzo
di Maya.
Ebbe la certezza che non sarebbe più riuscito ad
eliminarla dal proprio cuore. Malgrado gli sforzi per mantenersi
impassibile, ad ogni loro incontro la tormentava, accecato dal
desiderio di lei e dalla consapevolezza di non poterla avere.
Il
profondo disprezzo che nutriva verso se stesso era pari alla propria
incapacità di agire. Spazientito, si preparò
all’ennesima notte insonne.
Ammise, infine, ciò che
aveva cercato di negare a se stesso per lungo tempo.
Era
dannatamente geloso di Yu Sakurakoji.
- continua -