Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Il sole del domani

By Oscar1755

Atto XI

Il rientro a casa era stato traumatico. Per tutta la notte aveva rivissuto nella mente il loro ultimo incontro, sconvolta e catturata dai baci appassionanti e dalle carezze ardenti che si erano scambiati.
La sua vita era segnata dalla presenza di Masumi, in modo indelebile. Era certa che non avrebbe più potuto cancellarlo dal cuore.
Il pensiero che Masumi stava per sposarsi le era divenuto insopportabile. Come aveva potuto baciarla in quel modo alla vigilia delle sue nozze? Si chiese perché non gli avesse rivelato i propri sentimenti. Per paura? O piuttosto per orgoglio. Se non lo avesse respinto, avrebbero finito per fare l’amore. Arrossì al pensiero, riconoscendo che il suo corpo le chiedeva solamente di cedere alle dolci pressioni di Masumi. Preoccupata, si domandò come avrebbe potuto lavorare accanto a lui, mantenendo il freddo controllo sui propri sentimenti e sul desiderio fisico che Masumi, con sapienza, le aveva prepotentemente risvegliato.
Non riusciva a ragionare con lucidità e l’idea di partire, allontanandosi da Tokyo, le sembrò ancora di più una scelta obbligata.
Masumi era stato molto chiaro riguardo alla loro reciproca attrazione fisica. Non aveva, però, intuito il profondo amore che la spingeva verso di lui. Gli avrebbe donato più che volentieri il proprio cuore, ma lui stava per sposarsi. Non le aveva parlato di amore, ma le aveva promesso un chiarimento. Come poteva resistergli, visto che avrebbero lavorato fianco a fianco per mesi?
La data del matrimonio era fissata da tempo, e tra qualche giorno di sarebbe sposato con Shiori. Non poteva restare nella stessa città, la sua anima non avrebbe retto. Si sentiva morire dentro e non voleva essere presente.
Il leggero bussare alla porta interruppe il flusso dei cupi pensieri che le avevano affollato la mente.
Aprì, trovandosi di fronte Sakurakoji sorridente.
- Ciao, posso entrare? – esordì, muovendo qualche passo verso l’interno dell’appartamento.
Maya non rispose, fissandolo perplessa.
Il sorriso del ragazzo si smorzò immediatamente alla vista di una valigia posata vicino all’ingresso.
- Cos’è quella valigia! Stai per caso partendo? – le chiese con sospetto.
- Sì – replicò, semplicemente.
- Ma non mi avevi detto nulla! E poi così all’improvviso.
Maya arrossì cercando di mascherare la tensione.
- Ti ricordi quella borsa di studio per un corso di recitazione, che vinsi tempo fa?
- Certo, ma che cosa centra ora?
- Ho deciso di utilizzarla. In fondo le prove per la nuova dea scarlatta cominceranno fra due mesi.
Sakurakoji la fissò con crescente meraviglia.
- E tu hai intenzione andartene per due mesi? Ricordo bene quella borsa di studio. Non l’hai mai voluta utilizzare perché avresti dovuto recarti a New York. Non è dietro l’angolo, dicevi. Che cosa ti ha fatto cambiare idea?
- Non capita tutti i giorni di avere una borsa di studio che paga tutte le spese.
- Ma tu non hai bisogno di un corso di recitazione, lo sai. Lo hai capito pienamente interpretando la dea scarlatta. Mi stai mentendo, Maya! – terminò arrabbiato.
- Non ne voglio parlare, Sakurakoji.
- Tu ti comporti sempre così, ultimamente, invece di affrontare i problemi, fuggi.
- Non sto fuggendo! E non ho nessun problema! – gli rispose irata.
- Fuggi da lui, vero?
Maya rimase attonita. Non si aspettava quella insinuazione da Sakurakoji.
- Come lo sai? – mormorò tristemente.
- L’ho intuito. Vi ho osservato e non sono uno stupido. Ogni volta che siete vicini, la tensione tra voi è innegabile e tu sei sempre sulla difensiva. La prima volta che mi è balenato nella mente questo improbabile pensiero, mi sono dato dello stupido, perché non credevo che tu potessi amarlo. Ma evidentemente mi sbagliavo.
- Io non posso restare a Tokyo – replicò con un filo di voce – mentre lui sposa un’altra donna. Non potrei sopportarlo. Lo amo tanto da starne male. Sarà un inferno recitare la dea scarlatta in sua presenza. La fede che porterà all’anulare sinistro mi ricorderà, in ogni momento, che non sarà mai mio – concluse singhiozzando.
Sakurakoji rimase interdetto. Sorpreso dal doloroso sentimento di Maya, si rese conto che quello che credeva amore era in realtà profondo affetto per lei. Era ben lontano da soffrire per amore tanto quanto lei.
- Fuggire non è una soluzione.
- Lo so, ma voglio allontanarmi per un po’. Solo questo.
- Dovresti dirglielo! Che cosa hai da perdere?
- Tu sei pazzo. Si sposerà fra qualche giorno – gridò Maya – mi accompagni all’aeroporto? – continuò cambiando argomento.
Sakurakoji chinò il capo annuendo.
- D’accordo, farò come vuoi.
Prese la valigia e la seguì senza aggiungere una parola.

Salutò con un sorriso gli attori protagonisti del prossimo film prodotto dalla Daito e, gettando un’occhiata all’orologio, sospirò soddisfatto per il contratto ottenuto. Aveva tutto il tempo per tornare in ufficio e sbrigare le ultime questioni in sospeso. Poi si sarebbe recato da Maya, deciso ad ottenere da lei la confessione che tanto desiderava. Le aveva concesso qualche giorno per riprendersi. Era intenzionato a non accettare rifiuti.
Sollevando lo sguardo notò Sakurakoji seduto, solo, al bancone dello stesso locale. Era un bravo ragazzo, ma non gli avrebbe lasciato Maya. Si diresse verso di lui.
- Buongiorno Sakurakoji. – lo salutò, notando lo sguardo affranto.
- Buongiorno signor Hayami – rispose educatamente.
- Non ti ho ancora fatto i miei complimenti per la tua interpretazione di Isshin. Le prove per la nuova dea scarlatta saranno molto impegnative. Mi attendo molto da te.
- Non la deluderò signor Hayami. Ho l’intenzione di fare un breve viaggio alla ricerca del Giappone antico, che mi permetta di capire meglio il personaggio di Isshin.
Masumi non nascose la sorpresa.
- Come parti? E Maya? Resterà a Tokyo?
- Maya non verrà con me – rispose dispiaciuto.
- Non porti con te la tua ragazza? Se fossi in te, non la lascerei sola! – ironizzò Masumi.
Sakurakoji non fu certo di avere capito le allusioni di Masumi.
- Maya non è la mia ragazza! – esclamò seccato.
- Cosa? Io credevo che voi due faceste coppia fissa. Vi ho visto baciarvi e Maya mi ha confermato che tu eri il suo ragazzo.
- Le ha mentito. Io e Maya siamo solo buoni amici. L’ho baciata, è vero. Ma lei non ha risposto al mio bacio. Credo che non mi abbia respinto per non ferirmi. Io le voglio bene, ma lei non mi ama.
Masumi strinse i pugni – mi ha ingannato – mormorò.
La mente richiamò gli intensi baci che lui e Maya si erano scambiati e un sorriso di speranza gli comparve sul volto.
- Devo andare da lei. Giunti a questo punto, mi deve delle spiegazioni - mormorò Masumi a se stesso.
- Lo sapevo! C’è qualcosa che vi lega – si interruppe, fissandolo negli occhi – se la farà soffrire dovrà vedersela con me.
- Non la farò soffrire, hai la mia parola, Sakurakoji – confessò con un sorriso.
- Adesso che ci penso, lei non doveva sposarsi, oggi?
- Non mi sposo più. Ho rotto il fidanzamento con Shiori. E’ una lunga storia. Adesso devo andare da Maya.
- Maya non è qui. E’ partita due giorni fa per New York, per due mesi.
- Cosa? – gridò Masumi – due mesi? Ma cosa crede di fare? E’ tempo che qualcuno la faccia ragionare!
Si congedò da Sakurakoji e si diresse, infuriato, verso il proprio ufficio.
Entrò trafelato, senza salutare. Mizuki lo fissò, confusa. Si chiese che cosa potesse essere andato storto nella conclusione del contratto. Le parole infuriate di Masumi, la ridestarono da quei pensieri.
- Mizuki, annulla tutti gli appuntamenti e prenotami il primo volo utile per New York!
Senza aggiungere altro si chiuse nel proprio ufficio, sbattendo la porta.
- Questa volta non la passi liscia, ragazzina! Addirittura fuggire negli Stati Uniti. Ma verrò a riprenderti e mi dovrai dare delle spiegazioni convincenti – gridò alterato, parlando da solo.
Mizuki bussò piano alla porta, prima di entrare.
- Cosa vuoi? – la aggredì.
- Il signor Kuronuma è qui. Dice che deve parlarle di una cosa importante.
Masumi gettò la giacca sulla poltrona – fallo passare – sbuffò, spazientito.
- Buongiorno signor Hayami.
- Buongiorno, non ho molto tempo da dedicarle, sto partendo.
Kuronuma, parve ignorare le parole di Masumi e si sedette comodamente.
- Le volevo parlare di Maya. L’interpretazione della sua dea scarlatta mi ha molto stupito. Sapevo che era brava, ma il suo talento stupefacente si è rivelato in tutta il sua pienezza con Akoya. Quando l’ho diretta in “Lande dimenticate”, confesso di essermi commosso ogni volta che interpretava la scena in cui Jane comprende la propria natura umana, stringendo il foulard rosso di Stewart.
Masumi si immobilizzò, afferrando le ultime parole di Kuronuma.
- Rosso? Era azzurro, se ben ricordo – lo interrupe Masumi.
- No. Il foulard azzurro l’abbiamo usato solo la sera della prima, poi, inavvertitamente, io l’ho danneggiato e lo abbiamo sostituito con uno rosso. Adesso che mi ci fa pensare, quella sera era in corso una violenta tempesta e lei era l’unico spettatore.
- Lei lo sa! – mormorò Masumi a se stesso – lo sa da allora.
- Qualcosa non va? – gli fece eco il regista.
- Mi dispiace signor Kuronuma. Non ho più tempo da dedicarle. Devo partire con urgenza, ho una questione estremamente importante da affrontare, che non può più essere rinviata.

- continua -

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