Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen),
Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono proprietà di
Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e
quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga
medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di
lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno
leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto,
intesa….
Il
rientro a casa era stato traumatico. Per tutta la notte aveva
rivissuto nella mente il loro ultimo incontro, sconvolta e catturata
dai baci appassionanti e dalle carezze ardenti che si erano
scambiati.
La sua vita era segnata dalla presenza di Masumi, in
modo indelebile. Era certa che non avrebbe più potuto
cancellarlo dal cuore.
Il pensiero che Masumi stava per sposarsi
le era divenuto insopportabile. Come aveva potuto baciarla in quel
modo alla vigilia delle sue nozze? Si chiese perché non gli
avesse rivelato i propri sentimenti. Per paura? O piuttosto per
orgoglio. Se non lo avesse respinto, avrebbero finito per fare
l’amore. Arrossì al pensiero, riconoscendo che il suo
corpo le chiedeva solamente di cedere alle dolci pressioni di Masumi.
Preoccupata, si domandò come avrebbe potuto lavorare accanto a
lui, mantenendo il freddo controllo sui propri sentimenti e sul
desiderio fisico che Masumi, con sapienza, le aveva prepotentemente
risvegliato.
Non riusciva a ragionare con lucidità e l’idea
di partire, allontanandosi da Tokyo, le sembrò ancora di più
una scelta obbligata.
Masumi era stato molto chiaro riguardo alla
loro reciproca attrazione fisica. Non aveva, però, intuito il
profondo amore che la spingeva verso di lui. Gli avrebbe donato più
che volentieri il proprio cuore, ma lui stava per sposarsi. Non le
aveva parlato di amore, ma le aveva promesso un chiarimento. Come
poteva resistergli, visto che avrebbero lavorato fianco a fianco per
mesi?
La data del matrimonio era fissata da tempo, e tra qualche
giorno di sarebbe sposato con Shiori. Non poteva restare nella stessa
città, la sua anima non avrebbe retto. Si sentiva morire
dentro e non voleva essere presente.
Il leggero bussare alla
porta interruppe il flusso dei cupi pensieri che le avevano affollato
la mente.
Aprì, trovandosi di fronte Sakurakoji
sorridente.
- Ciao, posso entrare? – esordì, muovendo
qualche passo verso l’interno dell’appartamento.
Maya
non rispose, fissandolo perplessa.
Il sorriso del ragazzo si
smorzò immediatamente alla vista di una valigia posata vicino
all’ingresso.
- Cos’è quella valigia! Stai per
caso partendo? – le chiese con sospetto.
- Sì –
replicò, semplicemente.
- Ma non mi avevi detto nulla! E
poi così all’improvviso.
Maya arrossì
cercando di mascherare la tensione.
- Ti ricordi quella borsa di
studio per un corso di recitazione, che vinsi tempo fa?
- Certo,
ma che cosa centra ora?
- Ho deciso di utilizzarla. In fondo le
prove per la nuova dea scarlatta cominceranno fra due
mesi.
Sakurakoji la fissò con crescente meraviglia.
- E
tu hai intenzione andartene per due mesi? Ricordo bene quella borsa
di studio. Non l’hai mai voluta utilizzare perché
avresti dovuto recarti a New York. Non è dietro l’angolo,
dicevi. Che cosa ti ha fatto cambiare idea?
- Non capita tutti i
giorni di avere una borsa di studio che paga tutte le spese.
- Ma
tu non hai bisogno di un corso di recitazione, lo sai. Lo hai capito
pienamente interpretando la dea scarlatta. Mi stai mentendo, Maya! –
terminò arrabbiato.
- Non ne voglio parlare, Sakurakoji.
- Tu ti comporti sempre così, ultimamente, invece di
affrontare i problemi, fuggi.
- Non sto fuggendo! E non ho nessun
problema! – gli rispose irata.
- Fuggi da lui, vero?
Maya
rimase attonita. Non si aspettava quella insinuazione da Sakurakoji.
- Come lo sai? – mormorò tristemente.
- L’ho
intuito. Vi ho osservato e non sono uno stupido. Ogni volta che siete
vicini, la tensione tra voi è innegabile e tu sei sempre sulla
difensiva. La prima volta che mi è balenato nella mente questo
improbabile pensiero, mi sono dato dello stupido, perché non
credevo che tu potessi amarlo. Ma evidentemente mi sbagliavo.
-
Io non posso restare a Tokyo – replicò con un filo di
voce – mentre lui sposa un’altra donna. Non potrei
sopportarlo. Lo amo tanto da starne male. Sarà un inferno
recitare la dea scarlatta in sua presenza. La fede che porterà
all’anulare sinistro mi ricorderà, in ogni momento, che
non sarà mai mio – concluse singhiozzando.
Sakurakoji
rimase interdetto. Sorpreso dal doloroso sentimento di Maya, si rese
conto che quello che credeva amore era in realtà profondo
affetto per lei. Era ben lontano da soffrire per amore tanto quanto
lei.
- Fuggire non è una soluzione.
- Lo so, ma voglio
allontanarmi per un po’. Solo questo.
- Dovresti dirglielo!
Che cosa hai da perdere?
- Tu sei pazzo. Si sposerà fra
qualche giorno – gridò Maya – mi accompagni
all’aeroporto? – continuò cambiando argomento.
Sakurakoji chinò il capo annuendo.
- D’accordo,
farò come vuoi.
Prese la valigia e la seguì senza
aggiungere una parola.
Salutò
con un sorriso gli attori protagonisti del prossimo film prodotto
dalla Daito e, gettando un’occhiata all’orologio, sospirò
soddisfatto per il contratto ottenuto. Aveva tutto il tempo per
tornare in ufficio e sbrigare le ultime questioni in sospeso. Poi si
sarebbe recato da Maya, deciso ad ottenere da lei la confessione che
tanto desiderava. Le aveva concesso qualche giorno per riprendersi.
Era intenzionato a non accettare rifiuti.
Sollevando lo sguardo
notò Sakurakoji seduto, solo, al bancone dello stesso locale.
Era un bravo ragazzo, ma non gli avrebbe lasciato Maya. Si diresse
verso di lui.
- Buongiorno Sakurakoji. – lo salutò,
notando lo sguardo affranto.
- Buongiorno signor Hayami –
rispose educatamente.
- Non ti ho ancora fatto i miei complimenti
per la tua interpretazione di Isshin. Le prove per la nuova dea
scarlatta saranno molto impegnative. Mi attendo molto da te.
-
Non la deluderò signor Hayami. Ho l’intenzione di fare
un breve viaggio alla ricerca del Giappone antico, che mi permetta di
capire meglio il personaggio di Isshin.
Masumi non nascose la
sorpresa.
- Come parti? E Maya? Resterà a Tokyo?
-
Maya non verrà con me – rispose dispiaciuto.
- Non
porti con te la tua ragazza? Se fossi in te, non la lascerei sola! –
ironizzò Masumi.
Sakurakoji non fu certo di avere capito
le allusioni di Masumi.
- Maya non è la mia ragazza! –
esclamò seccato.
- Cosa? Io credevo che voi due faceste
coppia fissa. Vi ho visto baciarvi e Maya mi ha confermato che tu eri
il suo ragazzo.
- Le ha mentito. Io e Maya siamo solo buoni
amici. L’ho baciata, è vero. Ma lei non ha risposto al
mio bacio. Credo che non mi abbia respinto per non ferirmi. Io le
voglio bene, ma lei non mi ama.
Masumi strinse i pugni – mi
ha ingannato – mormorò.
La mente richiamò gli
intensi baci che lui e Maya si erano scambiati e un sorriso di
speranza gli comparve sul volto.
- Devo andare da lei. Giunti a
questo punto, mi deve delle spiegazioni - mormorò Masumi a se
stesso.
- Lo sapevo! C’è qualcosa che vi lega –
si interruppe, fissandolo negli occhi – se la farà
soffrire dovrà vedersela con me.
- Non la farò
soffrire, hai la mia parola, Sakurakoji – confessò con
un sorriso.
- Adesso che ci penso, lei non doveva sposarsi, oggi?
- Non mi sposo più. Ho rotto il fidanzamento con Shiori.
E’ una lunga storia. Adesso devo andare da Maya.
- Maya non
è qui. E’ partita due giorni fa per New York, per due
mesi.
- Cosa? – gridò Masumi – due mesi? Ma
cosa crede di fare? E’ tempo che qualcuno la faccia ragionare!
Si congedò da Sakurakoji e si diresse, infuriato, verso il
proprio ufficio.
Entrò trafelato, senza salutare. Mizuki
lo fissò, confusa. Si chiese che cosa potesse essere andato
storto nella conclusione del contratto. Le parole infuriate di
Masumi, la ridestarono da quei pensieri.
- Mizuki, annulla tutti
gli appuntamenti e prenotami il primo volo utile per New York!
Senza
aggiungere altro si chiuse nel proprio ufficio, sbattendo la porta.
- Questa volta non la passi liscia, ragazzina! Addirittura
fuggire negli Stati Uniti. Ma verrò a riprenderti e mi dovrai
dare delle spiegazioni convincenti – gridò alterato,
parlando da solo.
Mizuki bussò piano alla porta, prima di
entrare.
- Cosa vuoi? – la aggredì.
- Il signor
Kuronuma è qui. Dice che deve parlarle di una cosa importante.
Masumi gettò la giacca sulla poltrona – fallo
passare – sbuffò, spazientito.
- Buongiorno signor
Hayami.
- Buongiorno, non ho molto tempo da dedicarle, sto
partendo.
Kuronuma, parve ignorare le parole di Masumi e si
sedette comodamente.
- Le volevo parlare di Maya.
L’interpretazione della sua dea scarlatta mi ha molto stupito.
Sapevo che era brava, ma il suo talento stupefacente si è
rivelato in tutta il sua pienezza con Akoya. Quando l’ho
diretta in “Lande dimenticate”, confesso di essermi
commosso ogni volta che interpretava la scena in cui Jane comprende
la propria natura umana, stringendo il foulard rosso di Stewart.
Masumi si immobilizzò, afferrando le ultime parole di
Kuronuma.
- Rosso? Era azzurro, se ben ricordo – lo
interrupe Masumi.
- No. Il foulard azzurro l’abbiamo usato
solo la sera della prima, poi, inavvertitamente, io l’ho
danneggiato e lo abbiamo sostituito con uno rosso. Adesso che mi ci
fa pensare, quella sera era in corso una violenta tempesta e lei era
l’unico spettatore.
- Lei lo sa! – mormorò
Masumi a se stesso – lo sa da allora.
- Qualcosa non va? –
gli fece eco il regista.
- Mi dispiace signor Kuronuma. Non ho
più tempo da dedicarle. Devo partire con urgenza, ho una
questione estremamente importante da affrontare, che non può
più essere rinviata.
- continua -