Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo. Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Rivelazioni

By Luna

La giornata volgeva ormai al termine e il tenue chiarore del tramonto cedeva il passo alle magiche ombre della sera. Maya camminava speditamente dirigendosi verso casa. Aveva rifiutato con decisione la proposta di Sakuragojj di accompagnarla, dopo le estenuanti prove della giornata. Ciò nonostante, non le piaceva camminare da sola per la città quando sopraggiungeva la sera. Le strade si spopolavano rapidamente diventando solitarie e, ancora più deserto, sarebbe stato il lungo vicolo che doveva percorrere prima di arrivare all’appartamento che divideva con Rei. Cercò di mitigare l’inquietudine dandosi della sciocca e ripensando alla giornata appena trascorsa. Kuronuma l’aveva sgridata più volte durante le prove, rimproverandole di non essere sufficientemente concentrata. Il regista aveva ragione. Non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di Shiori e Masumi la sera del ricevimento per il loro fidanzamento. Il cuore le si stringeva ancora al ricordo e il dolore, misto alla gelosia, non le concedeva tregua di notte come di giorno. Non poteva rassegnarsi a quell’evento che, ormai si avvicinava sempre di più: il matrimonio di Masumi con quella donna sarebbe avvenuto esattamente due settimane dopo la rappresentazione della prima della Dea scarlatta. Mancava dunque poco più di un mese. Sospirò, cercando di attenuare la morsa di gelo che le attanagliava il cuore, stringendo il bavero della giacca con le piccole mani e tirandolo su verso il collo. Si avvide appena di essere giunta nel solitario vicolo, tanto era presa dai suoi pensieri.
Una lunga fila di auto parcheggiate costeggiava uno dei lati della strada e Maya ebbe un sussulto quando, da una di queste, scese un’alta sagoma nera . Sentì il cuore battere come impazzito quando si avvide che si trattava di Masumi Ayami.
- Buonasera, ragazzina – la salutò , lasciando che una piccola nuvola di fumo gli avvolgesse per qualche istante il volto.
Maya lo fissò incantata. Era vestito impeccabilmente, come sempre; l’impermeabile blu, come il vestito che indossava, lo rendevano incredibilmente affascinante. Nel rivolgerle la parola, aveva preso la sigaretta fra le dita della mano destra, tenendola con elegante mollezza. Maya poteva sentire il suo profumo anche alla distanza che tendeva a mantenere. Aveva timore delle sue reazioni di fronte a quell’uomo che amava più di se stessa e che sentiva, con disperata consapevolezza,  che non sarebbe mai stato suo.
- Buonasera signor Hayami – rispose Maya, con un lieve tremito della voce – Come mai da queste parti?
- Ti stavo aspettando. Come vanno le prove della Dea scarlatta?
Masumi sapeva benissimo come andavano le prove. Aveva infatti chiamato Kuronuma. Il regista gli aveva espresso le sue preoccupazioni sullo stato psicologico di Maya, che non riusciva a impossessarsi della maschera di Akoya e che sembrava aver perso l’invidiabile concentrazione, a causa, secondo lui, di turbamenti interiori. Masumi voleva scoprire di persona cosa assillava Maya.
-Procedono ad un ritmo incalzante signor Hayami – sospirò Maya - ormai non manca molto tempo alla prima.
- Già, è vero. Immagino, dunque che Kuronuma sia diventato più esigente, se vi trattiene fino a quest’ora…
- Sì, infatti – Maya abbassò gli occhi, mantenendo sempre una debita distanza tra loro. Poi aggiunse: - anche lei però, sarà indaffarato per i preparativi.
- Preparativi ? –Masumi aggrottò la fronte.
-Sì per il suo matrimonio – sussurrò Maya – anche quello è ormai alle porte…
- Sì, il matrimonio…
- Lo attenderà con ansia, immagino. Non sarà più solo signor Hayami…
- Già –sussurrò Masumi, gli occhi persi nel vuoto, pensando con crescente sofferenza che, presto avrebbe rinunciato alla vita.
Maya interpretò in modo diverso quello sguardo, pensando che lui realmente pregustasse quel momento e che la sua mente fosse persa nel pensiero della sua fidanzata, quella donna bellissima che sarebbe stata sua e che  avrebbe avuto il privilegio di dividere con lui la sua vita.. Il dolore divenne insopportabile, togliendole il respiro, e un fiotto di lacrime le inondò gli occhi. Cercando di nasconderle, abbassò lo sguardo. Doveva allontanarsi. Subito.
-Le auguro di essere felice, signor Hayami – la voce le s’incrinò. Non potendo sopportare oltre, gli voltò le spalle e corse via, premendo la piccola mano sulla bocca.
Improvvisamente si sentì afferrare il braccio e, istintivamente si voltò. Masumi l’aveva raggiunta e sgranò gli occhi azzurri vedendo il viso amato inondato di lacrime.
- Mi lasci !–gridò Maya
Masumi l’afferrò per le spalle.
-Non mi sbagliavo, dunque. Perché piangi parlando del mio matrimonio, Maya ? – domandò con voce incredula.
-Lei si sbaglia ! Sono solo stanca…
- Non mentirmi… Voglio una risposta. Non c’era autorità nella sua voce;ma solo tanta sofferenza..
-Mi lasci andare! – supplicò Maya tra i singhiozzi.
Masumi la spinse dolcemente contro il muro, continuando a tenerle le spalle e non lasciandole alcuna via di scampo.
-Scordatelo, Maya. Non ti lascerò andare fin quando non mi avrai risposto sinceramente. Perché hai cominciato a piangere parlando del mio matrimonio?! Voglio la verità!
Maya intravide tra le lacrime la luce implorante dei suoi occhi azzurri.
-“Diglielo ! Non hai niente da perdere. Quando sarà di un’altra l’avrai perso comunque!” gridò tutto il suo essere. Risentì la voce della sua insegnante, la signora Tsukikagge: “Combatti Maya ! Lotta per il tuo amore!”
Masumi la scrollò dolcemente.
-Allora ?!
Maya piegò il capo e scoppiò in un pianto dirotto: era un fiume in piena che aveva rotto gli argini. Ma Masumi continuò a tenerla per le spalle e non intendeva mollare la presa.
Infine, Maya riuscì a calmarsi.
-Sto aspettando, Maya…
- Piangevo perché… perché – abbassò lo sguardo e continuò - perché sono innamorata di lei e non sopporto il pensiero che sposerà un’altra donna ! – gridò quasi tutto d’un fiato, coprendosi il volto tra le mani, scossa dai singhiozzi.
Masumi sembrava folgorato. La guardava, cercando di analizzare e comprendere quanto Maya gli aveva rivelato. Lo amava?!
- Che…! Tu mi ami?! Ma… mi hai sempre gridato il tuo odio, mi hai sempre ritenuto un cinico affarista senza scrupoli… cosa è cambiato adesso?! –la voce di Masumi suonava incredula e terribilmente sincera. Maya trovò la forza di guardarlo.
-Io non lo so, veramente! Non so quando sia successo, non so perché… Tempo fa, vidi lei e la signorina Shiori, stavate entrando a teatro; la signorina Mizuchi che si trovava lì, per darle dei documenti, mi disse che lei aveva accettato che fosse combinato il suo matrimonio e che quella donna era una delle candidate. Mi sentii morire, come se mi avessero lacerato il cuore. In seguito, ebbi la certezza dei miei sentimenti, laggiù, nel tempio abbandonato… non ricorda come piangevo ?
Masumi beveva ogni parola e ricordò il gesto della ragazza la mattina dopo, quando gli fece dono di un rametto di susino “questo rappresenta i miei sentimenti…” Ora era tutto chiaro : tutto ! La richiesta di Maya di scaldarla, le sue parole, il suo pianto, la sua preoccupazione che uscisse fuori, nella tempesta, le sue lacrime quando l’aveva presa in giro, com’era solito fare, e quella visione, forse frutto delle loro anime che si cercavano disperatamente, due parti di un’anima sola.
-Ripetilo – le sussurrò
-Cosa?
-Che mi ami… ripetilo.
Maya lo guardò incredula e risentita.
-Perché vuole che lo ripeta, signor Hayami ?
Masumi la strinse a sé, in un abbraccio disperato.
-Oh Maya. Ti amo anch’io! Così tanto ! E da così tanto tempo!..- le sussurrò.
Maya, il viso contro il suo petto, sgranò i grandi occhi scuri, non osando credere a tanta felicità, alzò le braccia, cingendo i fianchi di lui, attirandolo a sé.
– Quella sera, al Planetario, volevo dichiararmi, ma tu, ricordi? – continuò Masumi – saputo della scomparsa della signora Tsukikagge, mi gridasti ancora il tuo odio ed io… accettai che mio padre scegliesse la donna che avrei dovuto sposare perché ero certo che mai, mai mi avresti amato, che mai avresti dimenticato che io ero stato l’assassino di tua madre!
La voce di Masumi tradiva tutto il suo rimpianto e il suo rammarico e gli occhi divennero lucidi.
Maya si staccò da lui e lo guardò, sbigottita.
-L’assassino di mia madre?! Tu ?! No amore mio, no – sussurrò Maya, accarezzandogli il volto – fu una fatalità, una tragica fatalità; certamente, fu un errore nasconderla con il proposito di farla apparire alla prima del film. Ricordo, però, che dopo la sua morte, tu mi proteggesti, mi curasti cercasti in tutti i modi di riportarmi al teatro, anche contro la mia volontà; e, dunque, da allora mi chiedo: cosa ti spinse a tener nascosto il ritrovamento di mia madre ? Il pensiero dei profitti o il tentativo di giovare alla mia popolarità ?
- L’intento era creare molta pubblicità intorno al film, tanto da consacrarti al grande pubblico come attrice, fatto questo, la tua carriera sarebbe stata in continua ascesa…
- Una carriera che anche dopo, hai cercato di consolidare in tutti i modi, anche a prezzo del mio risentimento, come per Lande dimenticate, per esempio, la sera della prima di Isadora…
Masumi sorrise, annuendo, le accarezzò il volto stringendola di più a sé per baciarla; ma più di un passante, volgeva la testa, guardandoli  con curiosità; certamente, inquilini degli stabili vicini e, temendo le chiacchiere sulla ragazza, si fermò. Tuttavia, era deciso a vuotare il sacco una volta per tutte, così disse a Maya :- Vuoi venire con me?
- Dove vuoi portarmi ?- sussurrò Maya
- Lo vedrai.
Maya gli strinse la mano in senso di assenso.
Raggiunsero la macchina di lui e partirono.

……………………………………………………

Attraversarono Tokyo e, superata la periferia, Masumi  si lasciò alle spalle la città. Fin quando la macchina sfrecciava per le strade illuminate, Maya rimase ferma al suo posto. Entrambi erano persone conosciute; non era il caso che si scambiassero effusioni; ma una volta imboccate strade solitarie, Maya si strinse a Masumi, prendendolo sottobraccio e poggiando la testa sulla sua spalla. Masumi rallentò un poco e le baciò i capelli, aspirandone il dolce profumo. Troppo felice, guidava con più prudenza del solito; adesso aveva il suo amore con lui.
Una volta giunti quasi a destinazione, Masumi disse:
- Ora vorrei che chiudessi gli occhi e che li riaprissi quando te lo dirò, d’accordo?
Maya sorrise, pensando che Masumi le stesse riservando una sorpresa.
- D’accordo – rispose.
- Non sbirciare, mi raccomando – sorrise l’uomo.
Masumi parcheggiò l’auto dinanzi ad una piccola villetta, tirò fuori le chiavi dal cruscotto, dicendo:
- Ora ti prenderò in braccio, ma tu tieni sempre gli occhi chiusi.
La prese in braccio, con delicatezza infinita e Maya appoggiò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore.
Masumi aprì la porta, accese le luci e poi si diresse lungo le scale. Maya lo sentì aprire un’altra porta e la luce improvvisa le fece tremare le palpebre; infine Masumi la fece scendere dalle sue braccia, si pose dinanzi a lei e disse, con un lieve tremito della voce:
-Ecco, ora puoi guardare...
Maya fece spaziare il suo sguardo per la stanza a lei familiare e sorrise.
- Dimmi Maya, riconosci questa stanza?
-Certo – rispose – ci troviamo nella villa dove mi rifugiai per le prove di Hellen e che il Donatore di rose aveva messo a mia disposizione. Il Donatore di rose ovvero, tu Masumi.
Masumi la guardò, lo stupore dipinto sul viso.
- Da quanto tempo hai scoperto il mio segreto?
-Da molto, amore mio. Ricordi la prima di Lande dimenticate? Ricordi che fosti il solo spettatore? Bene, il Donatore di rose  mi mandò un biglietto dopo le rappresentazioni successive, menzionando il foulard azzurro di Stewart; in realtà, quel foulard venne usato solo per la prima, nelle altre venne usato un foulard rosso. Solo tu potevi aver scritto quel biglietto. Ma non ho mai trovato il coraggio di confessarti che ero a conoscenza della tua identità.
Maya fece per abbracciarlo, ma Masumi indietreggiò e le voltò le spalle: un’espressione addolorata era comparsa sul suo volto.
- Cosa c’è Masumi? Ho detto qualcosa che ti ha offeso?
- Sei proprio certa di amarmi, Maya? O non è forse gratitudine che confondi per amore?
Maya comprese il suo timore; si pose davanti a lui, gli accarezzò il mento, costringendolo a guardarla.
-Sento molta gratitudine per il Donatore di rose, non posso negarlo : senza il suo sostegno, non sarei quella che sono oggi.- parlò con voce ferma- ma anche a te devo molto. Al Donatore di rose voglio bene, ma tu sei un’altra cosa, Masumi.- il tono si addolcì - Tu sei parte di me. Ti sento scorrere nelle vene insieme al mio sangue, respirare con il mio respiro, il mio cuore batte per il tuo. Se tu avessi potuto vedere nei giorni scorsi il mio dolore e le mie lacrime quando pensavo che mai mi avresti amata e che saresti stato di un’altra, non avresti questi dubbi. Ma non vuoi concedere un briciolo di fiducia a me e all’amore immenso che ti porto ?
Masumi ascoltò rapito ogni parola di Maya che gli rivelava una verità già riflessa nei suoi occhi limpidi. Quando mai qualcuno gli aveva parlato così? Ed era certo, in quella piccola donna albergava un amore sincero e così totale che riempiva il suo cuore inaridito di orgoglio e di una sconfinata tenerezza. Ed era stato imperdonabile il dubitarne.
Masumi la soffocò in un abbraccio tenero e impetuoso al tempo stesso.
-Perdonami, amore e che…è veramente incredibile che una creatura meravigliosa come te abbia scelto uno come me…
Maya scosse la testa.
- Sono io che non riesco a comprendere come tu, fra tutte le bellissime donne che hai intorno, ti sia innamorato di me. Ma noi siamo due parti di un’anima sola, rammenti? Yin e Yang. “Non esistono età, aspetto, rango; quando s’incontrano queste due anime, si attraggono vicendevolmente, cercando l’altra metà di se stesse. Ansiose di trovare l’unità implorano pazzamente l’altra”. E la mia anima implora la tua Masumi…
Masumi sfiorò le labbra di Maya con piccoli baci lievi, prima d’impadronirsi della sua bocca: i dolci movimenti della lingua di lui facevano nascere in Maya sensazioni mai provate. Masumi affondò le mani tra i morbidi capelli neri, avvicinando ancora di più il suo viso a quello di lei.
Si scostò un attimo per contemplare il suo volto: gli occhi neri scintillanti, le guance accese, le labbra socchiuse; era bellissima.
- Ti amo, mia splendida, meravigliosa ragazzina… ti amo, angelo mio…
Gli rispose uno sguardo sognante e innamorato. Masumi si sentì sommergere dalla tenerezza.
La strinse di nuovo a sé e la baciò di nuovo: un bacio lungo e appassionato che la lasciò senza fiato. Le braccia di Maya risalirono su verso la schiena, accarezzandolo e facendolo fremere. Mai avrebbe concepito una felicità così completa.
Maya appoggiò infine la testa sul suo petto; che sensazione meravigliosa ascoltare il battito accelerato dell’uomo che amava!
- Ascolta Maya – sussurrò Masumi
-Dimmi – Maya si staccò appena da lui per guardarlo negli occhi. Le rispose uno sguardo carico di passione.
-Resta con me stanotte… Non accadrà nulla che tu non voglia. Voglio stare con te, tenerti tra le braccia, ascoltarti, parlarti, baciarti… - le depose un bacio bruciante sulla fronte – vuoi ?
- Sì, resto. Non voglio lasciarti ora.
- Devi avvisare Rei ?
- Sì – rispose – che sbadata, sarà già in pensiero.
Maya si diresse verso il telefono e Masumi la seguì. Compose il numero e aspettò che la sua premurosa vicina chiamasse Rei. Intanto Masumi la teneva abbracciata con le mani incrociate sul suo ventre.
-Pronto Rei ? Volevo avvisarti che non rientrerò stanott... – la voce le morì in gola: Masumi le aveva fatto reclinare il capo, scostandole i capelli e imprimeva piccoli baci brucianti sulla nuca. Maya socchiuse gli occhi, mentre le mani di lui risalivano verso i piccoli seni.
- Maya ? – la voce di Rei la riportò alla realtà.
Si schiarì la voce, tentando di renderla ferma.
- Sì Rei – le rispose con voce tremante - Dicevo che non rientro stanotte.
Masumi continuava nella sua dolce tortura. Maya cercò di allontanarsi, ma si trovò schiacciata contro il corpo di lui.
- E per la Dea scarlatta? Vuoi restare un po’ da sola? – continuò Rei
- Qualcosa del genere, ti spiegherò al mio ritorno. Ciao cara. Dormi bene.
- ‘Notte Maya. A domani.
Chiudendo la comunicazione, Maya si girò verso Masumi per rimproverarlo.
- Masumi! Ma…
 Masumi le chiuse la bocca con un bacio appassionato ed esigente. Maya vacillò sotto quell’ impeto.
- Scusami – sussurrò Masumi con un sorriso malizioso dipinto sul volto – ma non ho potuto resistere.
Risero entrambi, poi Maya, diventando improvvisamente seria, adagiò le mani sulle spalle di lui e disse sommessamente:
- Capisco bene, neanch’io riesco a resisterti….
Gli occhi di Masumi scintillarono e un brivido gli corse lungo la schiena.
Maya si alzò in punta di piedi e avvicinò il viso al suo, con le labbra socchiuse, in un seducente invito. L’uomo non se lo fece ripetere due volte e s’impadronì delle sue labbra. Lei, con le mani tremanti, cominciò a sbottonargli la camicia.
 Masumi non l’abbandonava mai con lo sguardo:
- Sei sicura di quello che stai facendo ? – mormorò
- Sicurissima…
- Quasi non ti riconosco, ragazzina….
- Ti dirò, anch’io stento a riconoscermi….
Le mani di Maya scivolarono lungo le braccia per sbottonargli i polsini, infine, fece scivolare la camicia lungo la schiena e la fece cadere dietro di lui. Rimase senza fiato: era bellissimo. Le piccole mani corsero ad accarezzare le braccia muscolose risalendo lungo le spalle, il collo, infine scesero verso il torace. Masumi emise un lieve sospiro e socchiuse gli occhi. Maya, quasi obbedendo ad un istinto sconosciuto, fece scivolare le sue braccia lungo la schiena di lui e cominciò a baciarlo sul collo e sul torace. Lo sentì fremere e assaporò quella sensazione. Ma quando le sue mani presero ad accarezzare l’addome dell’uomo, leggere, come ali di farfalla, Masumi emise un gemito, le afferrò i capelli e la baciò appassionatamente. Poi, fu la volta di Masumi sbottonare la camicetta di Maya.
-Sei sicuro di quello che stai facendo ?- disse con voce tremante, facendogli eco
Masumi le rivolse un sorriso birichino.
-Sicurissimo – mormorò.
Improvvisamente si fermò, guardandola con occhi seri e penetranti.
- Hai paura, Maya?
La ragazza fece scorrere la lingua sul labbro superiore.
- No… sì – sospirò – sì, un po’… - ammise.
Masumi le sfiorò il mento con la mano, costringendola a guardarlo.
- Io ti desidero da tempo immemorabile…non posso certo negarlo…ho immaginato questo momento migliaia di volte… Non è un’unione fisica che voglio, ma una fusione totale, di mente, di corpo, di anima, di cuore…per questo è importante che tu lo faccia solo se credi che sia il momento giusto, e non perché lo voglio io…
Maya sembrò riflettere per un momento, infine sussurrò:
-No, non è questo. Desidero anch’io che diventiamo una persona sola, così come lo sono le nostre anime – e così dicendo, gli prese delicatamente le mani ponendole di fronte a sé e poggiando le sue piccole mani su quelle di lui, palmo contro palmo. Masumi piegò le dita, imprigionando le mani di Maya tra le sue, trasmettendole con quel semplice gesto e con lo sguardo l’emozione che suscitavano in lui quelle parole.
- Ma…- continuò Maya, abbassando lo sguardo – per me è la prima volta, Masumi… non so cosa fare…
Masumi le sorrise, intenerito, e mormorò:
-Non fare nulla, solo…lasciati andare, segui il tuo istinto e i suggerimenti del cuore. Io farò lo stesso…
Maya lo guardò e le sembrò che gli occhi di mare di lui l’avvolgessero in un caldo abbraccio. Si alzò in punta di piedi e gli sfiorò le labbra con un lieve bacio.
Masumi le tolse lentamente la camicetta, poi le aprì la cerniera lampo della gonna, che scivolò con un fruscio.
Maya rimase in slip e reggiseno, offrendosi allo sguardo di lui. Masumi la prese in braccio, rivolgendole uno sguardo interrogativo; Maya poteva ancora tirarsi indietro. Ma la ragazza intrecciò le mani dietro la nuca dell’uomo e annuì. Masumi si diresse verso la sua camera e l’adagiò con delicatezza sul grande letto. Avvolto dalla penombra, terminò di spogliarsi e si sdraiò accanto a lei. Maya gli accarezzò il torace; voleva essere sua, ma al contempo, ne aveva timore.
-Ti amo da impazzire, Maya.
Quando le labbra di lui si posarono sulle sue, Maya dimenticò tutto il resto e si abbandonò fiduciosa tra le sue braccia. Masumi la tirò verso di sé e le sganciò i gancetti del reggiseno. Infine, si scostò un poco per contemplarla. Lei arrossì, il respiro accelerato.
- Sei bellissima, amore mio – sussurrò Masumi, indugiando con le mani sui suoi seni.
-Ti amo Masumi. Tantissimo. – mormorò Maya.
Le labbra e le mani di Masumi la trascinarono in un vortice di sensazioni mai provate, lasciandola senza fiato. Maya sentiva il suo corpo animarsi di vita propria che rispondeva alle carezze e ai baci di lui con uguale trasporto.
La passione, troppo a lungo trattenuta, divampò e li avvolse entrambi, lasciandoli, infine, esausti ed appagati. Scivolarono poi nel sonno, l’una nelle braccia dell’altro.

………………………………………………………

Il sole li sorprese ancora abbracciati: Maya era rannicchiata contro il corpo di lui, un braccio sul suo petto, la mano di Masumi poggiata sul fianco di lei.
Masumi fu il primo a destarsi e contemplò il viso e il corpo armonioso della donna che dormiva al suo fianco. Già, la donna…non poteva più chiamarla “ragazzina”… era una donna, la sua donna. Sorrise notando la sua mano sul fianco di Maya; anche nel sonno aveva fatto capolino il suo istinto di tenerla accanto a sé, di proteggerla. Proteggerla… il suo volto si fece improvvisamente serio. Si rammentò delle parole della signora Tsukikagge: “Maya è dotata di grande talento ma si perderà se non avrà un uomo forte accanto che sappia proteggerla”… Diavolo di una donna! Sicuramente aveva intuito i sentimenti che lo legavano a Maya, contava così di dargli un suggerimento. Sostenne il capo con la mano, appoggiando il braccio sul cuscino, per osservarla meglio. Doveva fare attenzione, molta attenzione. I passi da compiere erano diversi, ma doveva muoversi con prudenza e determinazione. Maya, per il fatto di essere la sua compagna, sarebbe stata esposta a molti pericoli: suo padre, le chiacchiere della stampa che potevano dipingerla come un’opportunista, sposando il proprietario di una grande casa di produzione, l’invidia dei colleghi. E la famiglia Takamiya? Come avrebbe reagito? Impossibile prevederlo. Doveva chiamare Hijiri e farlo diventare l’ombra di Maya, per ogni sicurezza. E che dire delle reazioni delle amiche di Maya? Lo detestavano, d’altra parte, non aveva fatto molti sforzi per rendersi amabile; forse l’unica che non gli era ostile era la persona più vicina a Maya, Rei…
Maya emise un piccolo sospiro e chiuse e riaprì gli occhi un paio di volte.
-Buongiorno, dormigliona…il sole è sorto da un pezzo…
-Buongiorno amore…- si stiracchiò Maya, sollevando il viso verso di lui per baciarlo – dimmi, quanto tempo sei rimasto a vegliarmi?
- Non da molto. E’ bello guardarti dormire.
Maya ripiegò il cuscino sotto il suo capo; nel fare questo, il lenzuolo le sfuggì di mano, lasciando un seno scoperto. Masumi si piegò su di lei, per baciarlo; le mani di Maya si persero tra i biondi capelli, emettendo un profondo sospiro.
- Amore mio…- sussurrò.
Masumi la baciò a lungo, poi le chiese:
-Hai le prove stamattina?
- No, questo pomeriggio.
- In ogni caso, dobbiamo ripartire; devo sbrigare alcune cose stamani.
- Lavoro ?
- No amore; devo parlare con Shiori, la stampa e mio padre…
- Di noi ?
- Sì e no. Per il momento occorre chiudere la storia con Shiori e renderne pubblica la rottura.
- Avrai problemi, vero?
- Non voglio mentirti…Sì, non sarà facile, ma credimi amore…questo non è paragonabile minimamente alla sofferenza di ieri mattina, quando mi vedevo sposato con Shiori, bella, gentile ma che non amo, e odiato da te. Oggi, per la prima volta nella vita, mi sento vivo e vitale, in pace con il mio animo che tieni stretto nelle tue mani.
Si chinò a baciare le piccole mani, accarezzandole, come se fossero uno scrigno prezioso.
- Se solo ci fossimo dichiarati prima, quanto dolore ci saremmo risparmiati…
- Dalla notte al tempio a ieri sera non è trascorso molto tempo…- sussurrò Masumi sulle sue labbra
- Vero. Ma è sembrato eterno… Beh, forza alziamoci – disse Maya – chi va a lavarsi per primo?
-Vai tu… e lascia stare il lenzuolo! Visto che non posso amarti di nuovo come vorrei, almeno permettimi di guardarti…
Maya arrossì fino alla cima dei capelli; gli diede un fuggevole bacio si alzò come un fulmine e fuggì in bagno.
- Non vale ! –le gridò dietro Masumi e stava per alzarsi e correrle dietro; poi, ripensandoci, fece forza su se stesso, dicendosi: “Buono Masumi, buono. Se ora la seguirai in bagno, finirai per amarla di nuovo e uscirete di qui nel pomeriggio e tu devi sciogliere alcuni nodi e devi farlo questa mattina.”
Decise di usare il bagno che era stato di Maya durante la sua lunga permanenza.
In breve furono pronti entrambi. Prima di uscire dalla camera, Maya seguitava a guardarsi intorno:  -Peccato – sospirò – mi sarebbe piaciuto rimanere qui con te un altro po’.
Masumi l’abbracciò e le baciò i capelli.
- Questa sera, se vuoi ci torneremo. Questa casa sarà il nostro posto, fin quando non potremo rendere pubblica la nostra unione.
- Davvero ? - Ne sarei felice !
- E’ deciso, allora. Passerò a prenderti a casa stasera. Non vedo l’ora di averti di nuovo tra le braccia.
Si scambiarono un lungo sguardo, comunicando meglio con gli occhi che con le parole i loro reciproci sentimenti.
Una volta giunti sotto la casa di Rei si separarono.
Maya, salendo le scale cercava d’immaginarsi la faccia dell’amica quando gli avrebbe raccontato di quanto era successo la sera prima e la notte…beh, di quest’ultima forse non era il caso che raccontasse proprio tutto…Arrossì al pensiero dei baci appassionati di Masumi, sorridendo tra sé.
-Rei ! Ciao, sono tornata!
- Ciao Maya!- rispose l’amica – hai già fatto colazione?
-Non ne ho avuto il tempo…
Rei guardò l’amica e ne rimase colpita: era sempre la stessa eppure così diversa: gli occhi scintillanti, il colore delle guance, il sorriso luminoso.
- Bene, siediti allora, faremo colazione insieme; così poi mi racconterai tutto…

………………………………………………………

Tra tutte le reazioni che Maya immaginava avrebbe avuto Rei, quella che la ragazza realmente ebbe, la lasciò con la bocca aperta dallo stupore.
Finito il suo racconto, Maya chiariva che Masumi era un uomo meraviglioso, che l’aveva sempre aiutata anche come Donatore di rose e che non poteva essergli imputata la morte di Haru, perché il suo fine era stato positivo e che l’evento era dovuto a tragiche fatalità non ancora del tutto chiarite.
Rei ascoltò fino alla fine, poi disse:
- Bene, era ora che si dichiarasse…da tempo avevo notato che pensava più al tuo bene che al suo….
- Tu avevi capito ?!
- Capito… è una parola grossa…intuito, piuttosto, dalle sue azioni. Ma tu Maya sei stata ben poco sincera con me. Era dunque lui l’uomo che ti faceva soffrire…
-Non osavo parlarne, perché pensavo che non approvaste e che, comunque il mio era un amore impossibile..
-Sempre con tanta fiducia in te stessa, vero Maya? – ironizzò Rei
-Non oso pensare a cosa dirà la signora Tsukikagge quando gliene parlerò; a proposito, la notizia del legame tra me e Masumi deve rimanere ancora segreta. Masumi deve risolvere alcune situazioni prima; poi lasceremo passare del tempo e, infine, renderemo pubblico il nostro…la nostra storia…
-La signora Tsukikagge ha sempre voluto il tuo bene e non è una sciocca. Se ho intuito io i sentimenti del tuo “amore” – continuò Rei, calcando sull’ultima parola – lei li avrà rilevati molto prima di me..
-Ah, Rei, dimenticavo  – Maya si schiarì la voce – non dormirò a casa neanche questa sera – concluse abbassando lo sguardo.
Rei si finse indignata.
-Ma brava! Ti sembra questo il comportamento che deve tenere una brava ragazza?!
Maya alzò gli occhi vergognosa e Rei scoppiò a ridere.
-Rei! Non prendermi in giro !
-Sono tanto felice per te Maya! Non ce la facevo più a vederti così triste ! Vedrai, ora la tua interpretazione di Akoya migliorerà, ne sono certa! – concluse Rei aprendo le braccia. Maya l’abbracciò
-Grazie Rei! Sono così felice…- esclamò Maya con gli occhi lucidi.

………………………………………………………

Masumi si accese una sigaretta seduto sulla poltrona del suo ufficio e ripensava con le sopracciglia aggrottate all’incontro avuto con Shiori.
Mizuchi l’aveva convocata e Shiori si era subito recata nel suo ufficio, pensando forse ch’egli volesse discutere qualche particolare del loro matrimonio.

Una volta seduta di fronte a lui e fatti i convenevoli di rito, Masumi aveva parlato con voce pacata, senza particolari inflessioni, pur celando un certo nervosismo e un buon senso di colpa. Tutto sommato, s’egli non avesse acconsentito a quell’accordo matrimoniale, oggi non avrebbe dovuto fare del male a quella donna, che aveva dimostrato di essere di buon cuore.
- Shiori, ho riflettuto molto in questi ultimi tempi e ho preso una decisione. Io devo chiedere mille volte il tuo perdono, per il dolore che sto per darti, ma… non posso sposarti…
- Ma perché… se è a causa della Dea scarlatta possiamo rimandare le nozze…- balbettò Shiori, accennando un sorriso nervoso.
-No Shiori – riprese Masumi - non è per questo. Il fatto è che… io non ti amo Shiori. Ti stimo, ti ammiro, sei una donna bellissima e con tante qualità. Qualunque uomo si sentirebbe orgoglioso di averti accanto. Ma io non sono innamorato di te; e l’amore é importante quando si pensa di condividere la vita. I sentimenti che ci legano sono quelli che dovrebbero subentrare dopo anni di matrimonio, quando l’amore giovanile si è ormai affievolito. Ma tra noi non c’e amore Shiori; abbiamo aderito a un preciso desiderio dei nostri parenti. Ci siamo conosciuti per questo, siamo stati bene insieme, ma non ci sono le basi per un matrimonio che possa riuscire. Io sono colpevole, perché avrei dovuto contrastare i progetti di mio padre, non chiedere la tua mano a tuo nonno, essere più lungimirante . Ed è per questo che ti devo chiedere mille volte perdono. Non mi rimprovererò mai abbastanza per questa mia debolezza…
-Ho sempre saputo che non mi amavi; ma sei sempre stato gentile e premuroso con me: per questo non posso rimproverarti nulla…ma credevo che il rispetto e la stima che ci unisce fosse sufficiente per la buona riuscita del nostro matrimonio, ma per te non è così, evidentemente…
-Mi dispiace Shiori…
-Dimmi Masumi: c’è un’altra?
- No Shiori – mentì – ma non per questo è giusto legarti a me senza amore. Considera che io sono già sposato…con il mio lavoro, intendo. Ci vuole molto amore per accettare questo…
- L’amore potrebbe venire, forse. Comunque, non posso che prendere atto della tua decisione – continuò Shiori con voce tremante – ti chiedevo se c’era un’altra per sapere come fronteggiare le domande dei conoscenti, della stampa e di chissà chi altro…
-Di questo non dovrai preoccuparti. Avrei un’idea, se sei d’accordo. Convocherò una conferenza stampa e comunicherò la notizia della rottura del nostro fidanzamento dichiarando che tu mi hai lasciato, poiché io non ti dedicavo la giusta attenzione, a causa del mio lavoro. Questo impedirà a chicchessia di assillarti con spregevoli considerazioni e ti sottrarrà alla curiosità di molti. Ti prego, accetta la mia offerta; consentimi di riparare, solo in piccola parte, al disagio che ti sto procurando…
-Ti rendi conto che questo però esporrebbe te al ridicolo ? L’uomo che non è in grado di creare un legame stabile, a causa del suo lavoro e che viene lasciato… oltretutto ti vedrebbero come uno che sacrifica tutto per la carriera…
Shiori, diversamente da quanto dimostrava, soffriva atrocemente per quel rifiuto, perché era sinceramente innamorata di lui; ma la sua educazione e il suo carattere schivo, non le consentivano di esternare i suoi sentimenti; ciò nonostante, non poteva non preoccuparsi di quello che sarebbe stato di Masumi. Inoltre, era certa che ci fosse un’altra donna e credeva anche di sapere chi : ricordava bene l’album delle foto e l’aria serena che mostrava Masumi in compagnia di Maya. Non capiva cosa quella ragazza potesse avere per attrarlo, oltre che il talento. Ma questo, in fondo, non aveva alcuna importanza. Comprese che lui le taceva la verità per non rendere più gravosa la sua pena. Lo stimò ancor di più per questo.
-Non preoccuparti – Masumi sorrise suo malgrado – mi dipingono già come un cinico uomo d’affari: le mie dichiarazioni non faranno altro che legittimare la mia reputazione.
Shiori si alzò.
- Non so cosa dire…è molto gentile da parte tua cercare di evitarmi disagi.
- Questo almeno te lo devo Shiori…
- D’accordo allora, accetto la tua proposta. Addio Masumi – terminò con voce tremante, tendendogli la mano
- Addio Shiori.
Masumi era perplesso. Aveva compreso che Shiori aveva un invidiabile autocontrollo dietro cui si celava una cocente delusione; ma non sapeva cosa aspettarsi dal nonno di lei. Forse la donna aveva compreso che si trattava di Maya: molte volte gli aveva rivolto domande su di lei. Comunque, da quel momento fino ai prossimi giorni avrebbe indubbiamente saputo della reazione del vecchio Takamiya. Socchiuse gli occhi. Tra pochi minuti ci sarebbe stata la conferenza stampa e nel tardo pomeriggio avrebbe parlato con Eusuke Ayami. Infine, sorrise al pensiero, sarebbe andato a prendere Maya e sarebbero stati insieme. Le poche ore che lo separavano da lei gli sembravano un’eternità.
Un lieve bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri. Era Mizuchi che lo avvisava che nella sala delle riunioni erano arrivati i giornalisti delle maggiori testate giapponesi.
Masumi si sistemò la cravatta , indossò la giacca e si preparò ad accogliere le domande anche velenose dei signori della stampa.
Quando entrò nella sala i flash dei fotografi si misero in azione. Si sedette al grande tavolo rettangolare in rovere, di fronte ai giornalisti.
-Buongiorno a tutti voi e grazie di aver accolto il mio invito così numerosi. Vi ruberò pochi minuti. Intendo rendere pubblica la rottura del mio fidanzamento con la signorina Shiori Takamiya;  cause di forza maggiore hanno decretato tale epilogo.
Un mormorìo di stupore accolse la sua dichiarazione: l’annuncio ufficiale del loro fidanzamento risaliva a un mese prima. Inoltre, avevano dato l’immagine, ancora tempo addietro, di una coppia felice e ben affiatata: ricchi, belli ; senza contare ciò che avrebbe significato per la Daito un unione con l’impero dei Takamiya.
Un giornalista si alzò e chiese:
- Chi dei due ha preso questa drastica decisione ed, ancora, può delinearci le cause di cui parla?
Masumi non aspettava che questo.
- Certamente. E’ stata la signorina Shiori ad aver preso questa decisione. Le cause sono da imputare al mio lavoro spesso molto coinvolgente, che mi porta frequentemente lontano dai miei affetti e non mi consente di dare la necessaria attenzione che si deve ad una fidanzata.
-Tuttavia – esordì un altro – la signorina Takamiya sapeva dei suoi molteplici impegni. Come mai dunque aveva acconsentito al vostro fidanzamento?
- Questo, devo confessare, è una mia colpa. Avevo infatti deciso di dedicare un po’ più di tempo alla mia vita privata. Purtroppo, i pressanti impegni di questo periodo non mi hanno consentito di adempiere alla mia promessa. Lor signori sono a conoscenza che la Daito curerà il ritorno al teatro della Dea scarlatta, in collaborazione con l’Associazione nazionale dello spettacolo. Sapete anche che sono dedito al mio lavoro,  che potrei definire la mia consorte. Avrei dovuto tener conto di questo prima di assumere un impegno così importante: anche questo può essere considerato un errore imputabile solo a me.
. -Questo significa che rimarrà scapolo?
- Chi può dirlo? E’ molto difficile trovare una persona che accetti di condividere il mio stile di vita.
- Cosa può dirci dell’indole della signorina Takamiya? – fu la domanda di un altro. Masumi lo conosceva bene: era l’inviato di un giornale scandalistico.
-Non comprendo la sua domanda…
-Mi spiego meglio: può dirci qualcosa riguardo la personalità della signorina? Non deve essere un tipo comprensivo né coerente, vista la decisione di rompere il vostro fidanzamento poco tempo dopo il vostro annuncio.
Masumi gli rivolse un’occhiata gelida.
-La signorina Shiori Takamiya è una splendida donna, ricca di virtù morali e dotata di sani principi. Lei avrà sempre la mia stima incondizionata e la mia ammirazione. Questo è tutto. Ora signori vogliate scusarmi, ma il lavoro mi attende.
Masumi uscì a passo deciso dalla sala. Nessuno cercò di rubargli ancora del tempo. Sapevano che sarebbe stato inutile insistere
Lavorò senza sosta per tutto il giorno. Infine, si diresse verso casa. Lo attendeva il dialogo più spiacevole della giornata: quello con Eusuke.

………………………………………………………

Entrò in casa e, risoluto, salì in camera del padre. Bussò ed aprì la porta. Suo padre era seduto sulla sua sedia a rotelle e stava leggendo un libro.
-Buonasera padre – salutò – devo parlarti.
Eusuke lo guardò attraverso gli occhiali che erano scivolati sul naso; chiuse il libro e si preparò ad ascoltarlo
-Parla pure Masumi. Si tratta della Dea scarlatta? Ci sono dei problemi?
-No, padre. Tutto procede come previsto. Devo parlarti di una decisione che ho preso. Ho deciso di rompere il fidanzamento con la signorina Shiori.
Eusuke divenne livido.
-Non ti darò mai il mio consenso – sibilò – quel matrimonio è fondamentale alla nostra ascesa sociale e anche al futuro della Daito.
-Non sto chiedendo il tuo consenso – replicò Masumi in tono asciutto – ti sto comunicando la mia decisione. Shiori è stata messa al corrente e ho già comunicato la fine del mio rapporto alla stampa.
-Ti rovinerò Masumi. Io ho fatto di te quello che sei oggi e io posso distruggerti.
-Tu non hai fatto nulla padre. Tu hai solo annientato la mia vita. Ho fatto tutto da solo, non mi hai mai regalato nulla –Masumi tratteneva a stento la collera – sei tu al contrario che devi a me. Io ho fatto della Daito ciò che è oggi e se metteremo in scena la Dea scarlatta lo devi a me! Io sono riuscito dove tu hai miseramente fallito!
Eusuke aveva gli occhi fuori dalle orbite. Mai il figlio gli aveva parlato così. Improvvisamente, comprese chi poteva essere l’artefice di questo cambiamento.
- E’ per lei, vero? –esplose –Maya Kitajima. Ma io l’annienterò Masumi. Mi hai compreso?! LA DISTRUGGERO’. Nessuno le affiderà più una qualunque parte, neanche in una recita scolastica! Ha finito con il teatro!!
Masumi si avvicinò lentamente, con una luce minacciosa negli occhi, poggiò le mani sui braccioli della sedia e avvicinò il viso a quello del padre. Eusuke indietreggiò istintivamente con il capo.
-Se anche fosse, non è un problema tuo padre. Ti avverto: se oserai torcere un solo capello a Maya, te la farò pagare cara. Non avrò nessuna pietà, né per te, né per chi eventualmente ti affiancherebbe. Non dimenticare che sono a conoscenza di molti piccoli tuoi segreti, come affari illegali per esempio; e anche che sei il responsabile morale della morte di Ichiren Osaki, il mostro sacro del teatro giapponese Ti denuncerò alle autorità e trasmetterò tutte le mie “conoscenze” alla stampa. Saresti rovinato e perderesti la Dea scarlatta, per sempre!!TI DISTRUGGERO’! Ora sono io a chiederlo a te: mi hai compreso?!
-Tu sei pazzo Masumi! Takamiya non ti perdonerà mai di avere esposto sua nipote al ridicolo – Eusuke cercava così di spaventarlo e indurlo così a tornare sui suoi passi, anche se sapeva che ormai tutto era perduto.
Masumi sorrise.
-Mi sorprendi padre! Ciò significa che non mi conosci…Ho pensato anche a questo, ma non per calcolo questa volta, ma per un atto di giustizia nei confronti di Shiori: mi sono preso l’intera responsabilità del fallimento del fidanzamento, asserendo che è stata Shiori a lasciarmi. Tieni.- così dicendo fece cadere il telecomando del televisore in grembo ad Eusuke – questa sera verrà trasmessa la conferenza stampa. Goditi lo spettacolo.
-Dove vai?! - tuonò il padre.
-A vivere, padre, a vivere: qualcosa che tu non hai mai fatto…
-Dovrò chiamare Takamiya! Cosa gli dirò?
-Quello che ti pare…per me la faccenda è chiusa. Solo ricorda quanto ti ho detto: non avrò pietà di te se dovesse succedere qualcosa a Maya. Non dimenticarlo.

………………………………………………………

Masumi salì in macchina. Era sfinito. Guardò l’orologio. Maya doveva essere ancora alle prove. Sicuramente aveva parlato con Rei. Decise di andare al loro appartamento per rendersi conto delle reazioni dell’amica di Maya; ma prima aveva un’altra cosa da fare. Sfilò dalla tasca il cellulare e scandì il nome di Hijiri .In modo automatico,, il telefono formulò il numero.
-Pronto?
-Ciao, sono io. Ascolta: ho un incarico da affidarti: devi seguire Maya, ovunque vada. Devi essere la sua ombra.
-Ci sono problemi?
-Non lo so, ma potrebbero verificarsi. In ogni caso, stai all’erta.
-La signorina sarà alle prove. La raggiungerò subito.
-Ah Hijiri! Maya non dovrà sospettare di nulla, ricordalo. Io l’aspetterò a casa sua. Per tutta la sera resterà con me. Sì - sorrise rispondendo ad un’esplicita domanda - ci sono delle novità. Guarda la conferenza stampa di questa sera in televisione. Poi ne parleremo.
Si salutarono e Masumi mise in moto per recarsi a casa di Maya.
Rei lo accolse molto gentilmente, lo fece accomodare e gli chiese se poteva offrirgli qualcosa. Si sedette di fronte a lui; lo scrutò con gli occhi penetranti, poi sorrise.
-Sì, signor Hayami. Sono a conoscenza del cambiamento dei suoi rapporti con Maya. Ne sono sinceramente felice. Negli ultimi anni ho avuto modo di comprendere quanto lei tenesse al bene di Maya. Non dubito dunque che la mia amica sia in buone mani. Ma lei sa bene che sarà oggetto di critiche e invidie nel nostro ambiente e so anche che teme la reazione della signora Tsukikagge.
-Sì Rei – sospirò Masumi – ma, una volta che la nostra unione sarà alla luce del sole, nessuno oserà farle del male. Sono un uomo potente. A nessuno dell’ambiente dello spettacolo gioverebbe mettersi contro la moglie del “ cinico Presidente della Daito Art Production”, come mi chiamava Maya
Sorrisero entrambi.
-…E per gli altri che potrebbero nuocerle, come mio padre, ho già messo in atto delle strategie che li neutralizzeranno. Se poi Maya dovesse vincere il suo scontro con Ayumi, i diritti della Dea scarlatta la renderebbero immune da qualsiasi attacco malevolo.
-Credo che la vincerà. Signor Hayami – sussurrò Rei – lei avrebbe dovuto vederla nei giorni precedenti. Faceva stringere il cuore. La malinconia, la sofferenza la rendevano irriconoscibile. Oggi è un’altra persona, ancor più piena di vita della ragazza che conoscevo. E di questo io devo ringraziarla: di avermi riportato Maya… - gli occhi le luccicarono di lacrime di commozione.
-Grazie per le tue parole Rei. Non sbagliavo quando credevo che, fra tutte le persone che circondano Maya, tu sei indubbiamente quella più legata a lei. Ti chiedo però che, per il momento, nessuno sappia del mio legame con Maya. Deve passare un po’ di tempo, prima.
-Sì, Maya mi ha accennato qualcosa. Può stare tranquillo, signor…
Il suono del campanello non le fece terminare la frase. Era Maya.
Entrando chiese subito:
-Masumi è qui? Ho visto la sua auto, ma lui non c’era…
-Ma bene – la rimproverò scherzosamente Rei – non si saluta più adesso! Il primo pensiero è chiedere di lui, vero?!
-Scusami Rei.
La ragazza rise.
-Sì è qui. Ti sta aspettando…
Maya volò nella stanza e corse ad abbracciarlo. La testa poggiata sul suo cuore sussurrò:
-Non vedevo l’ora di rivederti. Com’è andata, caro?
Masumi le accarezzò i capelli.
-Ne parliamo stasera. E a te come sono andate le prove?
- Benissimo! – rise – Kuronuma non credeva ai propri occhi e mi ha detto “Kitajima ora finalmente ti riconosco” – seguitò Maya, imitando la voce profonda del regista.
-Senti…- le sussurrò nell’orecchio – è una giornata che non ti vedo e ho una terribile voglia di baciarti…quindi o ce ne andiamo o lo faccio qui davanti a Rei….
-Andiamo…Rei! – chiamò Maya – noi andiamo . Ci vediamo domattina.
Rei fece capolino dalla loro stanza.
- Bene, a domani. Buonasera signor Hayami.
- Ciao Rei! E…grazie…
- Grazie? Di cosa? – chiese Maya
-Di informazioni che gli ho dato su di te, signorina: che sei una dormigliona e che dormi quasi rannicchiata su te stessa…- esclamò l’amica
-Ah ma questo lo sa già…- poi, riflettendo su quanto aveva detto, si portò una mano alla bocca e abbassò lo sguardo, vergognosa.
Masumi e Rei scoppiarono a ridere e alla fine rise anche Maya.
Appena salirono sull’automobile, posteggiata nel vicolo deserto, al riparo dalle luci cittadine, Masumi l’abbracciò e la baciò con passione e Maya lo ricambiò con uguale trasporto. Poi si diressero alla volta della villetta.

…………………………………………………

- Non vedevo l’ora di essere qui…- mormorò Maya entrando.
-Anch’io – rispose Masumi, abbracciandola – possiamo rimanere qui fino a domani mattina. Ho avvisato i custodi. Hanno riordinato le stanze, dato aria alla casa e…riempito il frigorifero, ma di alimenti freschi e veloci. Non credo che troveremo tempo per cucinare, stasera e stanotte… hai fame? – chiese, baciandola dietro l’orecchio e scendendo verso il basso.
-No – rispose Maya – mi sei mancato tanto…- sussurrò
Masumi la baciò. Poi le prese la mano e disse:
-Vieni, andiamo in camera nostra.
Quando entrò nella camera Maya restò a bocca aperta. Sul comò antico facevano bella mostra due  vasi di cristallo con delle splendide rose scarlatte; petali delle stesse rose ricoprivano le lenzuola di seta color ecrù del letto matrimoniale.
Masumi le passò un braccio intorno alle spalle.
-Ti piace? – le sussurrò nell’orecchio.- i custodi hanno seguito i miei dettami alla lettera.
Maya si voltò con gli occhi lucidi, incapace di proferire parola. Lo strinse a sé mormorando:
-Ti amo Masumi…
-Ho un’altra sorpresa per te…e una domanda…
Tirò fuori dalla tasca della giacca un piccolo astuccio di velluto blu e glielo mise in mano.
Maya non sapeva decidersi ad aprirlo.
-Coraggio. Aprilo.
Maya obbedì. L’astuccio conteneva uno splendido anello d’oro bianco con al centro un meraviglioso zaffiro, circondato da piccoli brillanti.
-E’ la seconda volta questa sera – sussurrò Maya con voce tremante – che mi lasci senza parole…non ci sono abituata… - concluse accarezzando il gioiello. Poi lo tolse dall’astuccio e lo mise al dito.
-Questa è la sorpresa – esordì Masumi – ed ora la domanda.
Maya lo guardò.
-Vuoi sposarmi Maya?
Le lacrime scorsero copiose dagli occhi di Maya.
-Questo vuol dire sì?
-Non credo ci sia qualcosa che desidero di più al mondo…
-Ancor più d’interpretare la Dea scarlatta?
-Sì, molto di più.
Maya l’abbracciò ridendo.
-Non credevo si potesse essere così felice…
Masumi la baciò a lungo. In quei baci tutto l’amore, tutta la passione e il desiderio che aveva sempre celato nel cuore.
- Voglio fare l’amore con te per tutta la notte, Maya…
- Anch’io ti desidero, Masumi…
Si spogliarono a vicenda, senza fretta e senza fretta le fece raggiungere l’apice del piacere, con delicatezza e passione. Voleva che quella fosse una notte indimenticabile per Maya. E riuscì nel suo intento.

………………………………………………………

Il mattino seguente, quando Maya si svegliò, trovò Masumi che la vegliava. Infine,le fece poggiare la testa sul suo petto e le raccontò tutto quello che era avvenuto il giorno prima, tacendole gli aspetti più spiacevoli della discussione con il padre, ma chiarì che suo padre disapprovava la loro unione.
- E la famiglia di Shiori come ha preso la notizia ? – chiese Maya
-Non lo so. Mio padre doveva chiamare il nonno di Shiori. Ma credo che non dovrebbero esserci problemi da quel lato. Ho preso su di me l’intera responsabilità della rottura del fidanzamento. La reputazione di Shiori è salva. Credo che addirittura ci abbia guadagnato: è apparsa come la donna forte capace di abbandonare il fidanzato, se questi non è in grado di dedicarle la giusta attenzione. E per quanto riguarda gli effetti che potevano derivare dalla fusione della Daito con i potenti Takamiya, erano più a favore degli Hayami.
La baciò sui capelli.
-Quello che mi dispiace – continuò Masumi – che per qualche tempo dovremo tenere nascosto il nostro amore. Io vorrei sposarti subito e dire a tutti quanto ti amo.
Maya alzò la testa, lo guardò con amore e gli diede un bacio dolcissimo.
-Non preoccuparti. A me basta sapere che mi ami e trascorrere più tempo possibile con te. Il resto può aspettare…
-Ti amo Maya…-sussurrò Masumi, baciandola e sentì rinascere in lui il desiderio.

………………………………………………………

Conclusione.

Eusuke Hayami aveva chiamato il vecchio Takamiya. Questi, pur dimostrandosi risentito per la rottura dell’accordo, concludeva che Masumi si era comportato da gentiluomo, preservando la nipote dalla compassione altrui. E la serenità di Shiori era per lui la cosa più importante. Eusuke, dal canto suo non tentò azioni estreme contro Maya: il figlio era stato chiaro in proposito e non era prudente provocare una collera che sapeva sarebbe stata terribile. Inoltre, era avanti con gli anni e malato; aveva bisogno che il figlio avesse cura di lui.

Shiori rimase per qualche tempo da sola. Infine sposò un diplomatico giapponese.

La signora Tsukikagge rimase sorpresa e compiaciuta per l’amore tra Maya e Masumi e seguì la sua allieva fino alla morte.

L’interpretazione di Maya della Dea scarlatta fu sublime: ora conosceva l’essenza del vero amore e la sua Akoya superò quella, pur magistrale, di Ayumi Himekawa.
Maya e Masumi resero pubblico il loro fidanzamento dopo due mesi dalla prima e si sposarono alla fine dell’anno. Maya, con la sua gentilezza e le sue premure, vinse l’ostilità del vecchio Hayami e si adoperò per un riavvicinamento tra padre e figlio.
Maya divenne una fata benefica per la Compagnia Tsukikagge; con i proventi della Dea scarlatta, acquistò un teatro intitolato alla compianta Tsukikagge dove la Compagnia dava spettacoli che registravano il tutto esaurito ad ogni rappresentazione.
Ayumi sposò il fotografo francese Himil, che l’aveva seguita nella Valle dei susini per le prove della Dea scarlatta. L’amicizia e la stima fra lei e Maya, nate durante le prove per Le due regine e consolidate nella Valle, durarono per tutta la vita, arricchendole reciprocamente.

Sakuragoggi diventò una stella nel firmamento del teatro giapponese e rimase legato a Maya da una profondo affetto sorto dalle ceneri del suo amore per lei.

Hijiri smise di essere un uomo-ombra e divenne un personaggio di spicco nella direzione della Daito.

Mizuchi, rimase la segretaria particolare di Masumi, ma diventò anche amica di Maya, tanto da essere di casa presso la famiglia Hayami; Maya e Masumi non dimenticarono mai, infatti, i debiti di gratitudine e di riconoscenza che avevano verso di lei..

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