Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo. Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
La
giornata volgeva ormai al termine e il tenue chiarore del tramonto
cedeva il passo alle magiche ombre della sera. Maya camminava
speditamente dirigendosi verso casa. Aveva rifiutato con decisione la
proposta di Sakuragojj di accompagnarla, dopo le estenuanti prove
della giornata. Ciò nonostante, non le piaceva camminare da
sola per la città quando sopraggiungeva la sera. Le strade si
spopolavano rapidamente diventando solitarie e, ancora più
deserto, sarebbe stato il lungo vicolo che doveva percorrere prima di
arrivare all’appartamento che divideva con Rei. Cercò di
mitigare l’inquietudine dandosi della sciocca e ripensando alla
giornata appena trascorsa. Kuronuma l’aveva sgridata più
volte durante le prove, rimproverandole di non essere
sufficientemente concentrata. Il regista aveva ragione. Non riusciva
a togliersi dalla mente l’immagine di Shiori e Masumi la sera
del ricevimento per il loro fidanzamento. Il cuore le si stringeva
ancora al ricordo e il dolore, misto alla gelosia, non le concedeva
tregua di notte come di giorno. Non poteva rassegnarsi a quell’evento
che, ormai si avvicinava sempre di più: il matrimonio di
Masumi con quella donna sarebbe avvenuto esattamente due settimane
dopo la rappresentazione della prima della Dea scarlatta. Mancava
dunque poco più di un mese. Sospirò, cercando di
attenuare la morsa di gelo che le attanagliava il cuore, stringendo
il bavero della giacca con le piccole mani e tirandolo su verso il
collo. Si avvide appena di essere giunta nel solitario vicolo, tanto
era presa dai suoi pensieri.
Una lunga fila di auto parcheggiate
costeggiava uno dei lati della strada e Maya ebbe un sussulto quando,
da una di queste, scese un’alta sagoma nera . Sentì il
cuore battere come impazzito quando si avvide che si trattava di
Masumi Ayami.
- Buonasera, ragazzina – la salutò ,
lasciando che una piccola nuvola di fumo gli avvolgesse per qualche
istante il volto.
Maya lo fissò incantata. Era vestito
impeccabilmente, come sempre; l’impermeabile blu, come il
vestito che indossava, lo rendevano incredibilmente affascinante. Nel
rivolgerle la parola, aveva preso la sigaretta fra le dita della mano
destra, tenendola con elegante mollezza. Maya poteva sentire il suo
profumo anche alla distanza che tendeva a mantenere. Aveva timore
delle sue reazioni di fronte a quell’uomo che amava più
di se stessa e che sentiva, con disperata consapevolezza, che
non sarebbe mai stato suo.
- Buonasera signor Hayami –
rispose Maya, con un lieve tremito della voce – Come mai da
queste parti?
- Ti stavo aspettando. Come vanno le prove della Dea
scarlatta?
Masumi sapeva benissimo come andavano le prove. Aveva
infatti chiamato Kuronuma. Il regista gli aveva espresso le sue
preoccupazioni sullo stato psicologico di Maya, che non riusciva a
impossessarsi della maschera di Akoya e che sembrava aver perso
l’invidiabile concentrazione, a causa, secondo lui, di
turbamenti interiori. Masumi voleva scoprire di persona cosa
assillava Maya.
-Procedono ad un ritmo incalzante signor Hayami –
sospirò Maya - ormai non manca molto tempo alla prima.
-
Già, è vero. Immagino, dunque che Kuronuma sia
diventato più esigente, se vi trattiene fino a quest’ora…
-
Sì, infatti – Maya abbassò gli occhi, mantenendo
sempre una debita distanza tra loro. Poi aggiunse: - anche lei però,
sarà indaffarato per i preparativi.
- Preparativi ? –Masumi
aggrottò la fronte.
-Sì per il suo matrimonio –
sussurrò Maya – anche quello è ormai alle
porte…
- Sì, il matrimonio…
- Lo attenderà
con ansia, immagino. Non sarà più solo signor Hayami…
-
Già –sussurrò Masumi, gli occhi persi nel vuoto,
pensando con crescente sofferenza che, presto avrebbe rinunciato alla
vita.
Maya interpretò in modo diverso quello sguardo,
pensando che lui realmente pregustasse quel momento e che la sua
mente fosse persa nel pensiero della sua fidanzata, quella donna
bellissima che sarebbe stata sua e che avrebbe avuto il
privilegio di dividere con lui la sua vita.. Il dolore divenne
insopportabile, togliendole il respiro, e un fiotto di lacrime le
inondò gli occhi. Cercando di nasconderle, abbassò lo
sguardo. Doveva allontanarsi. Subito.
-Le auguro di essere
felice, signor Hayami – la voce le s’incrinò. Non
potendo sopportare oltre, gli voltò le spalle e corse via,
premendo la piccola mano sulla bocca.
Improvvisamente si sentì
afferrare il braccio e, istintivamente si voltò. Masumi
l’aveva raggiunta e sgranò gli occhi azzurri vedendo il
viso amato inondato di lacrime.
- Mi lasci !–gridò
Maya
Masumi l’afferrò per le spalle.
-Non mi
sbagliavo, dunque. Perché piangi parlando del mio matrimonio,
Maya ? – domandò con voce incredula.
-Lei si sbaglia
! Sono solo stanca…
- Non mentirmi… Voglio una
risposta. Non c’era autorità nella sua voce;ma solo
tanta sofferenza..
-Mi lasci andare! – supplicò Maya
tra i singhiozzi.
Masumi la spinse dolcemente contro il muro,
continuando a tenerle le spalle e non lasciandole alcuna via di
scampo.
-Scordatelo, Maya. Non ti lascerò andare fin quando
non mi avrai risposto sinceramente. Perché hai cominciato a
piangere parlando del mio matrimonio?! Voglio la verità!
Maya
intravide tra le lacrime la luce implorante dei suoi occhi
azzurri.
-“Diglielo ! Non hai niente da perdere. Quando sarà
di un’altra l’avrai perso comunque!” gridò
tutto il suo essere. Risentì la voce della sua insegnante, la
signora Tsukikagge: “Combatti Maya ! Lotta per il tuo
amore!”
Masumi la scrollò dolcemente.
-Allora
?!
Maya piegò il capo e scoppiò in un pianto
dirotto: era un fiume in piena che aveva rotto gli argini. Ma Masumi
continuò a tenerla per le spalle e non intendeva mollare la
presa.
Infine, Maya riuscì a calmarsi.
-Sto aspettando,
Maya…
- Piangevo perché… perché –
abbassò lo sguardo e continuò - perché sono
innamorata di lei e non sopporto il pensiero che sposerà
un’altra donna ! – gridò quasi tutto d’un
fiato, coprendosi il volto tra le mani, scossa dai singhiozzi.
Masumi
sembrava folgorato. La guardava, cercando di analizzare e comprendere
quanto Maya gli aveva rivelato. Lo amava?!
- Che…! Tu mi
ami?! Ma… mi hai sempre gridato il tuo odio, mi hai sempre
ritenuto un cinico affarista senza scrupoli… cosa è
cambiato adesso?! –la voce di Masumi suonava incredula e
terribilmente sincera. Maya trovò la forza di guardarlo.
-Io
non lo so, veramente! Non so quando sia successo, non so perché…
Tempo fa, vidi lei e la signorina Shiori, stavate entrando a teatro;
la signorina Mizuchi che si trovava lì, per darle dei
documenti, mi disse che lei aveva accettato che fosse combinato il
suo matrimonio e che quella donna era una delle candidate. Mi sentii
morire, come se mi avessero lacerato il cuore. In seguito, ebbi la
certezza dei miei sentimenti, laggiù, nel tempio abbandonato…
non ricorda come piangevo ?
Masumi beveva ogni parola e ricordò
il gesto della ragazza la mattina dopo, quando gli fece dono di un
rametto di susino “questo rappresenta i miei sentimenti…”
Ora era tutto chiaro : tutto ! La richiesta di Maya di scaldarla, le
sue parole, il suo pianto, la sua preoccupazione che uscisse fuori,
nella tempesta, le sue lacrime quando l’aveva presa in giro,
com’era solito fare, e quella visione, forse frutto delle loro
anime che si cercavano disperatamente, due parti di un’anima
sola.
-Ripetilo – le sussurrò
-Cosa?
-Che mi
ami… ripetilo.
Maya lo guardò incredula e
risentita.
-Perché vuole che lo ripeta, signor Hayami
?
Masumi la strinse a sé, in un abbraccio disperato.
-Oh
Maya. Ti amo anch’io! Così tanto ! E da così
tanto tempo!..- le sussurrò.
Maya, il viso contro il suo
petto, sgranò i grandi occhi scuri, non osando credere a tanta
felicità, alzò le braccia, cingendo i fianchi di lui,
attirandolo a sé.
– Quella sera, al Planetario,
volevo dichiararmi, ma tu, ricordi? – continuò Masumi –
saputo della scomparsa della signora Tsukikagge, mi gridasti ancora
il tuo odio ed io… accettai che mio padre scegliesse la donna
che avrei dovuto sposare perché ero certo che mai, mai mi
avresti amato, che mai avresti dimenticato che io ero stato
l’assassino di tua madre!
La voce di Masumi tradiva tutto il
suo rimpianto e il suo rammarico e gli occhi divennero lucidi.
Maya
si staccò da lui e lo guardò, sbigottita.
-L’assassino
di mia madre?! Tu ?! No amore mio, no – sussurrò Maya,
accarezzandogli il volto – fu una fatalità, una tragica
fatalità; certamente, fu un errore nasconderla con il
proposito di farla apparire alla prima del film. Ricordo, però,
che dopo la sua morte, tu mi proteggesti, mi curasti cercasti in
tutti i modi di riportarmi al teatro, anche contro la mia volontà;
e, dunque, da allora mi chiedo: cosa ti spinse a tener nascosto il
ritrovamento di mia madre ? Il pensiero dei profitti o il tentativo
di giovare alla mia popolarità ?
- L’intento era
creare molta pubblicità intorno al film, tanto da consacrarti
al grande pubblico come attrice, fatto questo, la tua carriera
sarebbe stata in continua ascesa…
- Una carriera che anche
dopo, hai cercato di consolidare in tutti i modi, anche a prezzo del
mio risentimento, come per Lande dimenticate, per esempio, la
sera della prima di Isadora…
Masumi sorrise, annuendo, le
accarezzò il volto stringendola di più a sé per
baciarla; ma più di un passante, volgeva la testa, guardandoli
con curiosità; certamente, inquilini degli stabili
vicini e, temendo le chiacchiere sulla ragazza, si fermò.
Tuttavia, era deciso a vuotare il sacco una volta per tutte, così
disse a Maya :- Vuoi venire con me?
- Dove vuoi portarmi ?-
sussurrò Maya
- Lo vedrai.
Maya gli strinse la mano in
senso di assenso.
Raggiunsero la macchina di lui e partirono.
……………………………………………………
Attraversarono
Tokyo e, superata la periferia, Masumi si lasciò alle
spalle la città. Fin quando la macchina sfrecciava per le
strade illuminate, Maya rimase ferma al suo posto. Entrambi erano
persone conosciute; non era il caso che si scambiassero effusioni; ma
una volta imboccate strade solitarie, Maya si strinse a Masumi,
prendendolo sottobraccio e poggiando la testa sulla sua spalla.
Masumi rallentò un poco e le baciò i capelli,
aspirandone il dolce profumo. Troppo felice, guidava con più
prudenza del solito; adesso aveva il suo amore con lui.
Una volta
giunti quasi a destinazione, Masumi disse:
- Ora vorrei che
chiudessi gli occhi e che li riaprissi quando te lo dirò,
d’accordo?
Maya sorrise, pensando che Masumi le stesse
riservando una sorpresa.
- D’accordo – rispose.
-
Non sbirciare, mi raccomando – sorrise l’uomo.
Masumi
parcheggiò l’auto dinanzi ad una piccola villetta, tirò
fuori le chiavi dal cruscotto, dicendo:
- Ora ti prenderò
in braccio, ma tu tieni sempre gli occhi chiusi.
La prese in
braccio, con delicatezza infinita e Maya appoggiò la testa sul
suo petto, lasciandosi cullare dal battito del suo cuore.
Masumi
aprì la porta, accese le luci e poi si diresse lungo le scale.
Maya lo sentì aprire un’altra porta e la luce improvvisa
le fece tremare le palpebre; infine Masumi la fece scendere dalle sue
braccia, si pose dinanzi a lei e disse, con un lieve tremito della
voce:
-Ecco, ora puoi guardare...
Maya fece spaziare il suo
sguardo per la stanza a lei familiare e sorrise.
- Dimmi Maya,
riconosci questa stanza?
-Certo – rispose – ci
troviamo nella villa dove mi rifugiai per le prove di Hellen e che il
Donatore di rose aveva messo a mia disposizione. Il Donatore di rose
ovvero, tu Masumi.
Masumi la guardò, lo stupore dipinto sul
viso.
- Da quanto tempo hai scoperto il mio segreto?
-Da molto,
amore mio. Ricordi la prima di Lande dimenticate? Ricordi che
fosti il solo spettatore? Bene, il Donatore di rose mi mandò
un biglietto dopo le rappresentazioni successive, menzionando il
foulard azzurro di Stewart; in realtà, quel foulard venne
usato solo per la prima, nelle altre venne usato un foulard rosso.
Solo tu potevi aver scritto quel biglietto. Ma non ho mai trovato il
coraggio di confessarti che ero a conoscenza della tua identità.
Maya
fece per abbracciarlo, ma Masumi indietreggiò e le voltò
le spalle: un’espressione addolorata era comparsa sul suo
volto.
- Cosa c’è Masumi? Ho detto qualcosa che ti ha
offeso?
- Sei proprio certa di amarmi, Maya? O non è forse
gratitudine che confondi per amore?
Maya comprese il suo timore;
si pose davanti a lui, gli accarezzò il mento, costringendolo
a guardarla.
-Sento molta gratitudine per il Donatore di rose, non
posso negarlo : senza il suo sostegno, non sarei quella che sono
oggi.- parlò con voce ferma- ma anche a te devo molto. Al
Donatore di rose voglio bene, ma tu sei un’altra cosa, Masumi.-
il tono si addolcì - Tu sei parte di me. Ti sento scorrere
nelle vene insieme al mio sangue, respirare con il mio respiro, il
mio cuore batte per il tuo. Se tu avessi potuto vedere nei giorni
scorsi il mio dolore e le mie lacrime quando pensavo che mai mi
avresti amata e che saresti stato di un’altra, non avresti
questi dubbi. Ma non vuoi concedere un briciolo di fiducia a me e
all’amore immenso che ti porto ?
Masumi ascoltò
rapito ogni parola di Maya che gli rivelava una verità già
riflessa nei suoi occhi limpidi. Quando mai qualcuno gli aveva
parlato così? Ed era certo, in quella piccola donna albergava
un amore sincero e così totale che riempiva il suo cuore
inaridito di orgoglio e di una sconfinata tenerezza. Ed era stato
imperdonabile il dubitarne.
Masumi la soffocò in un
abbraccio tenero e impetuoso al tempo stesso.
-Perdonami, amore e
che…è veramente incredibile che una creatura
meravigliosa come te abbia scelto uno come me…
Maya scosse
la testa.
- Sono io che non riesco a comprendere come tu, fra
tutte le bellissime donne che hai intorno, ti sia innamorato di me.
Ma noi siamo due parti di un’anima sola, rammenti? Yin e Yang.
“Non esistono età, aspetto, rango; quando s’incontrano
queste due anime, si attraggono vicendevolmente, cercando l’altra
metà di se stesse. Ansiose di trovare l’unità
implorano pazzamente l’altra”. E la mia anima implora la
tua Masumi…
Masumi sfiorò le labbra di Maya con
piccoli baci lievi, prima d’impadronirsi della sua bocca: i
dolci movimenti della lingua di lui facevano nascere in Maya
sensazioni mai provate. Masumi affondò le mani tra i morbidi
capelli neri, avvicinando ancora di più il suo viso a quello
di lei.
Si scostò un attimo per contemplare il suo volto:
gli occhi neri scintillanti, le guance accese, le labbra socchiuse;
era bellissima.
- Ti amo, mia splendida, meravigliosa ragazzina…
ti amo, angelo mio…
Gli rispose uno sguardo sognante e
innamorato. Masumi si sentì sommergere dalla tenerezza.
La
strinse di nuovo a sé e la baciò di nuovo: un bacio
lungo e appassionato che la lasciò senza fiato. Le braccia di
Maya risalirono su verso la schiena, accarezzandolo e facendolo
fremere. Mai avrebbe concepito una felicità così
completa.
Maya appoggiò infine la testa sul suo petto; che
sensazione meravigliosa ascoltare il battito accelerato dell’uomo
che amava!
- Ascolta Maya – sussurrò Masumi
-Dimmi
– Maya si staccò appena da lui per guardarlo negli
occhi. Le rispose uno sguardo carico di passione.
-Resta con me
stanotte… Non accadrà nulla che tu non voglia. Voglio
stare con te, tenerti tra le braccia, ascoltarti, parlarti, baciarti…
- le depose un bacio bruciante sulla fronte – vuoi ?
- Sì,
resto. Non voglio lasciarti ora.
- Devi avvisare Rei ?
- Sì
– rispose – che sbadata, sarà già in
pensiero.
Maya si diresse verso il telefono e Masumi la seguì.
Compose il numero e aspettò che la sua premurosa vicina
chiamasse Rei. Intanto Masumi la teneva abbracciata con le mani
incrociate sul suo ventre.
-Pronto Rei ? Volevo avvisarti che non
rientrerò stanott... – la voce le morì in gola:
Masumi le aveva fatto reclinare il capo, scostandole i capelli e
imprimeva piccoli baci brucianti sulla nuca. Maya socchiuse gli
occhi, mentre le mani di lui risalivano verso i piccoli seni.
-
Maya ? – la voce di Rei la riportò alla realtà.
Si schiarì la voce, tentando di renderla ferma.
- Sì
Rei – le rispose con voce tremante - Dicevo che non rientro
stanotte.
Masumi continuava nella sua dolce tortura. Maya cercò
di allontanarsi, ma si trovò schiacciata contro il corpo di
lui.
- E per la Dea scarlatta? Vuoi restare un po’ da sola?
– continuò Rei
- Qualcosa del genere, ti spiegherò
al mio ritorno. Ciao cara. Dormi bene.
- ‘Notte Maya. A
domani.
Chiudendo la comunicazione, Maya si girò verso
Masumi per rimproverarlo.
- Masumi! Ma…
Masumi le
chiuse la bocca con un bacio appassionato ed esigente. Maya vacillò
sotto quell’ impeto.
- Scusami – sussurrò
Masumi con un sorriso malizioso dipinto sul volto – ma non ho
potuto resistere.
Risero entrambi, poi Maya, diventando
improvvisamente seria, adagiò le mani sulle spalle di lui e
disse sommessamente:
- Capisco bene, neanch’io riesco a
resisterti….
Gli occhi di Masumi scintillarono e un brivido
gli corse lungo la schiena.
Maya si alzò in punta di piedi
e avvicinò il viso al suo, con le labbra socchiuse, in un
seducente invito. L’uomo non se lo fece ripetere due volte e
s’impadronì delle sue labbra. Lei, con le mani tremanti,
cominciò a sbottonargli la camicia.
Masumi non
l’abbandonava mai con lo sguardo:
- Sei sicura di quello che
stai facendo ? – mormorò
- Sicurissima…
-
Quasi non ti riconosco, ragazzina….
- Ti dirò,
anch’io stento a riconoscermi….
Le mani di Maya
scivolarono lungo le braccia per sbottonargli i polsini, infine, fece
scivolare la camicia lungo la schiena e la fece cadere dietro di lui.
Rimase senza fiato: era bellissimo. Le piccole mani corsero ad
accarezzare le braccia muscolose risalendo lungo le spalle, il collo,
infine scesero verso il torace. Masumi emise un lieve sospiro e
socchiuse gli occhi. Maya, quasi obbedendo ad un istinto sconosciuto,
fece scivolare le sue braccia lungo la schiena di lui e cominciò
a baciarlo sul collo e sul torace. Lo sentì fremere e assaporò
quella sensazione. Ma quando le sue mani presero ad accarezzare
l’addome dell’uomo, leggere, come ali di farfalla, Masumi
emise un gemito, le afferrò i capelli e la baciò
appassionatamente. Poi, fu la volta di Masumi sbottonare la camicetta
di Maya.
-Sei sicuro di quello che stai facendo ?- disse con voce
tremante, facendogli eco
Masumi le rivolse un sorriso
birichino.
-Sicurissimo – mormorò.
Improvvisamente
si fermò, guardandola con occhi seri e penetranti.
- Hai
paura, Maya?
La ragazza fece scorrere la lingua sul labbro
superiore.
- No… sì – sospirò –
sì, un po’… - ammise.
Masumi le sfiorò
il mento con la mano, costringendola a guardarlo.
- Io ti desidero
da tempo immemorabile…non posso certo negarlo…ho
immaginato questo momento migliaia di volte… Non è
un’unione fisica che voglio, ma una fusione totale, di mente,
di corpo, di anima, di cuore…per questo è importante
che tu lo faccia solo se credi che sia il momento giusto, e non
perché lo voglio io…
Maya sembrò riflettere
per un momento, infine sussurrò:
-No, non è questo.
Desidero anch’io che diventiamo una persona sola, così
come lo sono le nostre anime – e così dicendo, gli prese
delicatamente le mani ponendole di fronte a sé e poggiando le
sue piccole mani su quelle di lui, palmo contro palmo. Masumi piegò
le dita, imprigionando le mani di Maya tra le sue, trasmettendole con
quel semplice gesto e con lo sguardo l’emozione che suscitavano
in lui quelle parole.
- Ma…- continuò Maya,
abbassando lo sguardo – per me è la prima volta, Masumi…
non so cosa fare…
Masumi le sorrise, intenerito, e
mormorò:
-Non fare nulla, solo…lasciati andare,
segui il tuo istinto e i suggerimenti del cuore. Io farò lo
stesso…
Maya lo guardò e le sembrò che gli
occhi di mare di lui l’avvolgessero in un caldo abbraccio. Si
alzò in punta di piedi e gli sfiorò le labbra con un
lieve bacio.
Masumi le tolse lentamente la camicetta, poi le aprì
la cerniera lampo della gonna, che scivolò con un
fruscio.
Maya rimase in slip e reggiseno, offrendosi allo sguardo
di lui. Masumi la prese in braccio, rivolgendole uno sguardo
interrogativo; Maya poteva ancora tirarsi indietro. Ma la ragazza
intrecciò le mani dietro la nuca dell’uomo e annuì.
Masumi si diresse verso la sua camera e l’adagiò con
delicatezza sul grande letto. Avvolto dalla penombra, terminò
di spogliarsi e si sdraiò accanto a lei. Maya gli accarezzò
il torace; voleva essere sua, ma al contempo, ne aveva timore.
-Ti
amo da impazzire, Maya.
Quando le labbra di lui si posarono sulle
sue, Maya dimenticò tutto il resto e si abbandonò
fiduciosa tra le sue braccia. Masumi la tirò verso di sé
e le sganciò i gancetti del reggiseno. Infine, si scostò
un poco per contemplarla. Lei arrossì, il respiro
accelerato.
- Sei bellissima, amore mio – sussurrò
Masumi, indugiando con le mani sui suoi seni.
-Ti amo Masumi.
Tantissimo. – mormorò Maya.
Le labbra e le mani di
Masumi la trascinarono in un vortice di sensazioni mai provate,
lasciandola senza fiato. Maya sentiva il suo corpo animarsi di vita
propria che rispondeva alle carezze e ai baci di lui con uguale
trasporto.
La passione, troppo a lungo trattenuta, divampò
e li avvolse entrambi, lasciandoli, infine, esausti ed appagati.
Scivolarono poi nel sonno, l’una nelle braccia dell’altro.
………………………………………………………
Il sole
li sorprese ancora abbracciati: Maya era rannicchiata contro il corpo
di lui, un braccio sul suo petto, la mano di Masumi poggiata sul
fianco di lei.
Masumi fu il primo a destarsi e contemplò il
viso e il corpo armonioso della donna che dormiva al suo fianco. Già,
la donna…non poteva più chiamarla “ragazzina”…
era una donna, la sua donna. Sorrise notando la sua mano sul fianco
di Maya; anche nel sonno aveva fatto capolino il suo istinto di
tenerla accanto a sé, di proteggerla. Proteggerla… il
suo volto si fece improvvisamente serio. Si rammentò delle
parole della signora Tsukikagge: “Maya è dotata di
grande talento ma si perderà se non avrà un uomo forte
accanto che sappia proteggerla”… Diavolo di una donna!
Sicuramente aveva intuito i sentimenti che lo legavano a Maya,
contava così di dargli un suggerimento. Sostenne il capo con
la mano, appoggiando il braccio sul cuscino, per osservarla meglio.
Doveva fare attenzione, molta attenzione. I passi da compiere erano
diversi, ma doveva muoversi con prudenza e determinazione. Maya, per
il fatto di essere la sua compagna, sarebbe stata esposta a molti
pericoli: suo padre, le chiacchiere della stampa che potevano
dipingerla come un’opportunista, sposando il proprietario di
una grande casa di produzione, l’invidia dei colleghi. E la
famiglia Takamiya? Come avrebbe reagito? Impossibile prevederlo.
Doveva chiamare Hijiri e farlo diventare l’ombra di Maya, per
ogni sicurezza. E che dire delle reazioni delle amiche di Maya? Lo
detestavano, d’altra parte, non aveva fatto molti sforzi per
rendersi amabile; forse l’unica che non gli era ostile era la
persona più vicina a Maya, Rei…
Maya emise un
piccolo sospiro e chiuse e riaprì gli occhi un paio di
volte.
-Buongiorno, dormigliona…il sole è sorto da
un pezzo…
-Buongiorno amore…- si stiracchiò
Maya, sollevando il viso verso di lui per baciarlo – dimmi,
quanto tempo sei rimasto a vegliarmi?
- Non da molto. E’
bello guardarti dormire.
Maya ripiegò il cuscino sotto il
suo capo; nel fare questo, il lenzuolo le sfuggì di mano,
lasciando un seno scoperto. Masumi si piegò su di lei, per
baciarlo; le mani di Maya si persero tra i biondi capelli, emettendo
un profondo sospiro.
- Amore mio…- sussurrò.
Masumi
la baciò a lungo, poi le chiese:
-Hai le prove
stamattina?
- No, questo pomeriggio.
- In ogni caso, dobbiamo
ripartire; devo sbrigare alcune cose stamani.
- Lavoro ?
- No
amore; devo parlare con Shiori, la stampa e mio padre…
- Di
noi ?
- Sì e no. Per il momento occorre chiudere la storia
con Shiori e renderne pubblica la rottura.
- Avrai problemi,
vero?
- Non voglio mentirti…Sì, non sarà
facile, ma credimi amore…questo non è paragonabile
minimamente alla sofferenza di ieri mattina, quando mi vedevo sposato
con Shiori, bella, gentile ma che non amo, e odiato da te. Oggi, per
la prima volta nella vita, mi sento vivo e vitale, in pace con il mio
animo che tieni stretto nelle tue mani.
Si chinò a baciare
le piccole mani, accarezzandole, come se fossero uno scrigno
prezioso.
- Se solo ci fossimo dichiarati prima, quanto dolore ci
saremmo risparmiati…
- Dalla notte al tempio a ieri sera
non è trascorso molto tempo…- sussurrò Masumi
sulle sue labbra
- Vero. Ma è sembrato eterno… Beh,
forza alziamoci – disse Maya – chi va a lavarsi per
primo?
-Vai tu… e lascia stare il lenzuolo! Visto che non
posso amarti di nuovo come vorrei, almeno permettimi di
guardarti…
Maya arrossì fino alla cima dei capelli;
gli diede un fuggevole bacio si alzò come un fulmine e fuggì
in bagno.
- Non vale ! –le gridò dietro Masumi e
stava per alzarsi e correrle dietro; poi, ripensandoci, fece forza su
se stesso, dicendosi: “Buono Masumi, buono. Se ora la seguirai
in bagno, finirai per amarla di nuovo e uscirete di qui nel
pomeriggio e tu devi sciogliere alcuni nodi e devi farlo questa
mattina.”
Decise di usare il bagno che era stato di Maya
durante la sua lunga permanenza.
In breve furono pronti entrambi.
Prima di uscire dalla camera, Maya seguitava a guardarsi intorno:
-Peccato – sospirò – mi sarebbe piaciuto rimanere
qui con te un altro po’.
Masumi l’abbracciò e
le baciò i capelli.
- Questa sera, se vuoi ci torneremo.
Questa casa sarà il nostro posto, fin quando non potremo
rendere pubblica la nostra unione.
- Davvero ? - Ne sarei felice
!
- E’ deciso, allora. Passerò a prenderti a casa
stasera. Non vedo l’ora di averti di nuovo tra le braccia.
Si
scambiarono un lungo sguardo, comunicando meglio con gli occhi che
con le parole i loro reciproci sentimenti.
Una volta giunti sotto
la casa di Rei si separarono.
Maya, salendo le scale cercava
d’immaginarsi la faccia dell’amica quando gli avrebbe
raccontato di quanto era successo la sera prima e la notte…beh,
di quest’ultima forse non era il caso che raccontasse proprio
tutto…Arrossì al pensiero dei baci appassionati di
Masumi, sorridendo tra sé.
-Rei ! Ciao, sono tornata!
-
Ciao Maya!- rispose l’amica – hai già fatto
colazione?
-Non ne ho avuto il tempo…
Rei guardò
l’amica e ne rimase colpita: era sempre la stessa eppure così
diversa: gli occhi scintillanti, il colore delle guance, il sorriso
luminoso.
- Bene, siediti allora, faremo colazione insieme; così
poi mi racconterai tutto…
………………………………………………………
Tra
tutte le reazioni che Maya immaginava avrebbe avuto Rei, quella che
la ragazza realmente ebbe, la lasciò con la bocca aperta dallo
stupore.
Finito il suo racconto, Maya chiariva che Masumi era un
uomo meraviglioso, che l’aveva sempre aiutata anche come
Donatore di rose e che non poteva essergli imputata la morte di Haru,
perché il suo fine era stato positivo e che l’evento era
dovuto a tragiche fatalità non ancora del tutto chiarite.
Rei
ascoltò fino alla fine, poi disse:
- Bene, era ora che si
dichiarasse…da tempo avevo notato che pensava più al
tuo bene che al suo….
- Tu avevi capito ?!
- Capito…
è una parola grossa…intuito, piuttosto, dalle sue
azioni. Ma tu Maya sei stata ben poco sincera con me. Era dunque lui
l’uomo che ti faceva soffrire…
-Non osavo parlarne,
perché pensavo che non approvaste e che, comunque il mio era
un amore impossibile..
-Sempre con tanta fiducia in te stessa,
vero Maya? – ironizzò Rei
-Non oso pensare a cosa
dirà la signora Tsukikagge quando gliene parlerò; a
proposito, la notizia del legame tra me e Masumi deve rimanere ancora
segreta. Masumi deve risolvere alcune situazioni prima; poi lasceremo
passare del tempo e, infine, renderemo pubblico il nostro…la
nostra storia…
-La signora Tsukikagge ha sempre voluto il
tuo bene e non è una sciocca. Se ho intuito io i sentimenti
del tuo “amore” – continuò Rei, calcando
sull’ultima parola – lei li avrà rilevati molto
prima di me..
-Ah, Rei, dimenticavo – Maya si schiarì
la voce – non dormirò a casa neanche questa sera –
concluse abbassando lo sguardo.
Rei si finse indignata.
-Ma
brava! Ti sembra questo il comportamento che deve tenere una brava
ragazza?!
Maya alzò gli occhi vergognosa e Rei scoppiò
a ridere.
-Rei! Non prendermi in giro !
-Sono tanto felice per
te Maya! Non ce la facevo più a vederti così triste !
Vedrai, ora la tua interpretazione di Akoya migliorerà, ne
sono certa! – concluse Rei aprendo le braccia. Maya
l’abbracciò
-Grazie Rei! Sono così felice…-
esclamò Maya con gli occhi lucidi.
………………………………………………………
Masumi
si accese una sigaretta seduto sulla poltrona del suo ufficio e
ripensava con le sopracciglia aggrottate all’incontro avuto con
Shiori.
Mizuchi l’aveva convocata e Shiori si era subito
recata nel suo ufficio, pensando forse ch’egli volesse
discutere qualche particolare del loro matrimonio.
Una
volta seduta di fronte a lui e fatti i convenevoli di rito, Masumi
aveva parlato con voce pacata, senza particolari inflessioni, pur
celando un certo nervosismo e un buon senso di colpa. Tutto sommato,
s’egli non avesse acconsentito a quell’accordo
matrimoniale, oggi non avrebbe dovuto fare del male a quella donna,
che aveva dimostrato di essere di buon cuore.
- Shiori, ho
riflettuto molto in questi ultimi tempi e ho preso una decisione. Io
devo chiedere mille volte il tuo perdono, per il dolore che sto per
darti, ma… non posso sposarti…
- Ma perché…
se è a causa della Dea scarlatta possiamo rimandare le nozze…-
balbettò Shiori, accennando un sorriso nervoso.
-No Shiori
– riprese Masumi - non è per questo. Il fatto è
che… io non ti amo Shiori. Ti stimo, ti ammiro, sei una donna
bellissima e con tante qualità. Qualunque uomo si sentirebbe
orgoglioso di averti accanto. Ma io non sono innamorato di te; e
l’amore é importante quando si pensa di condividere la
vita. I sentimenti che ci legano sono quelli che dovrebbero
subentrare dopo anni di matrimonio, quando l’amore giovanile si
è ormai affievolito. Ma tra noi non c’e amore Shiori;
abbiamo aderito a un preciso desiderio dei nostri parenti. Ci siamo
conosciuti per questo, siamo stati bene insieme, ma non ci sono le
basi per un matrimonio che possa riuscire. Io sono colpevole, perché
avrei dovuto contrastare i progetti di mio padre, non chiedere la tua
mano a tuo nonno, essere più lungimirante . Ed è per
questo che ti devo chiedere mille volte perdono. Non mi rimprovererò
mai abbastanza per questa mia debolezza…
-Ho sempre saputo
che non mi amavi; ma sei sempre stato gentile e premuroso con me: per
questo non posso rimproverarti nulla…ma credevo che il
rispetto e la stima che ci unisce fosse sufficiente per la buona
riuscita del nostro matrimonio, ma per te non è così,
evidentemente…
-Mi dispiace Shiori…
-Dimmi
Masumi: c’è un’altra?
- No Shiori – mentì
– ma non per questo è giusto legarti a me senza amore.
Considera che io sono già sposato…con il mio lavoro,
intendo. Ci vuole molto amore per accettare questo…
-
L’amore potrebbe venire, forse. Comunque, non posso che
prendere atto della tua decisione – continuò Shiori con
voce tremante – ti chiedevo se c’era un’altra per
sapere come fronteggiare le domande dei conoscenti, della stampa e di
chissà chi altro…
-Di questo non dovrai
preoccuparti. Avrei un’idea, se sei d’accordo. Convocherò
una conferenza stampa e comunicherò la notizia della rottura
del nostro fidanzamento dichiarando che tu mi hai lasciato, poiché
io non ti dedicavo la giusta attenzione, a causa del mio lavoro.
Questo impedirà a chicchessia di assillarti con spregevoli
considerazioni e ti sottrarrà alla curiosità di molti.
Ti prego, accetta la mia offerta; consentimi di riparare, solo in
piccola parte, al disagio che ti sto procurando…
-Ti rendi
conto che questo però esporrebbe te al ridicolo ? L’uomo
che non è in grado di creare un legame stabile, a causa del
suo lavoro e che viene lasciato… oltretutto ti vedrebbero come
uno che sacrifica tutto per la carriera…
Shiori,
diversamente da quanto dimostrava, soffriva atrocemente per quel
rifiuto, perché era sinceramente innamorata di lui; ma la sua
educazione e il suo carattere schivo, non le consentivano di
esternare i suoi sentimenti; ciò nonostante, non poteva non
preoccuparsi di quello che sarebbe stato di Masumi. Inoltre, era
certa che ci fosse un’altra donna e credeva anche di sapere chi
: ricordava bene l’album delle foto e l’aria serena che
mostrava Masumi in compagnia di Maya. Non capiva cosa quella ragazza
potesse avere per attrarlo, oltre che il talento. Ma questo, in
fondo, non aveva alcuna importanza. Comprese che lui le taceva la
verità per non rendere più gravosa la sua pena. Lo
stimò ancor di più per questo.
-Non preoccuparti –
Masumi sorrise suo malgrado – mi dipingono già come un
cinico uomo d’affari: le mie dichiarazioni non faranno altro
che legittimare la mia reputazione.
Shiori si alzò.
-
Non so cosa dire…è molto gentile da parte tua cercare
di evitarmi disagi.
- Questo almeno te lo devo Shiori…
-
D’accordo allora, accetto la tua proposta. Addio Masumi –
terminò con voce tremante, tendendogli la mano
- Addio
Shiori.
Masumi era perplesso. Aveva compreso che Shiori aveva un
invidiabile autocontrollo dietro cui si celava una cocente delusione;
ma non sapeva cosa aspettarsi dal nonno di lei. Forse la donna aveva
compreso che si trattava di Maya: molte volte gli aveva rivolto
domande su di lei. Comunque, da quel momento fino ai prossimi giorni
avrebbe indubbiamente saputo della reazione del vecchio Takamiya.
Socchiuse gli occhi. Tra pochi minuti ci sarebbe stata la conferenza
stampa e nel tardo pomeriggio avrebbe parlato con Eusuke Ayami.
Infine, sorrise al pensiero, sarebbe andato a prendere Maya e
sarebbero stati insieme. Le poche ore che lo separavano da lei gli
sembravano un’eternità.
Un lieve bussare alla porta
lo distolse dai suoi pensieri. Era Mizuchi che lo avvisava che nella
sala delle riunioni erano arrivati i giornalisti delle maggiori
testate giapponesi.
Masumi si sistemò la cravatta , indossò
la giacca e si preparò ad accogliere le domande anche velenose
dei signori della stampa.
Quando entrò nella sala i flash
dei fotografi si misero in azione. Si sedette al grande tavolo
rettangolare in rovere, di fronte ai giornalisti.
-Buongiorno a
tutti voi e grazie di aver accolto il mio invito così
numerosi. Vi ruberò pochi minuti. Intendo rendere pubblica la
rottura del mio fidanzamento con la signorina Shiori Takamiya; cause
di forza maggiore hanno decretato tale epilogo.
Un mormorìo
di stupore accolse la sua dichiarazione: l’annuncio ufficiale
del loro fidanzamento risaliva a un mese prima. Inoltre, avevano dato
l’immagine, ancora tempo addietro, di una coppia felice e ben
affiatata: ricchi, belli ; senza contare ciò che avrebbe
significato per la Daito un unione con l’impero dei
Takamiya.
Un giornalista si alzò e chiese:
- Chi dei due
ha preso questa drastica decisione ed, ancora, può delinearci
le cause di cui parla?
Masumi non aspettava che questo.
-
Certamente. E’ stata la signorina Shiori ad aver preso questa
decisione. Le cause sono da imputare al mio lavoro spesso molto
coinvolgente, che mi porta frequentemente lontano dai miei affetti e
non mi consente di dare la necessaria attenzione che si deve ad una
fidanzata.
-Tuttavia – esordì un altro – la
signorina Takamiya sapeva dei suoi molteplici impegni. Come mai
dunque aveva acconsentito al vostro fidanzamento?
- Questo, devo
confessare, è una mia colpa. Avevo infatti deciso di dedicare
un po’ più di tempo alla mia vita privata. Purtroppo, i
pressanti impegni di questo periodo non mi hanno consentito di
adempiere alla mia promessa. Lor signori sono a conoscenza che la
Daito curerà il ritorno al teatro della Dea scarlatta,
in collaborazione con l’Associazione nazionale dello
spettacolo. Sapete anche che sono dedito al mio lavoro, che
potrei definire la mia consorte. Avrei dovuto tener conto di questo
prima di assumere un impegno così importante: anche questo può
essere considerato un errore imputabile solo a me.
. -Questo
significa che rimarrà scapolo?
- Chi può dirlo? E’
molto difficile trovare una persona che accetti di condividere il mio
stile di vita.
- Cosa può dirci dell’indole della
signorina Takamiya? – fu la domanda di un altro. Masumi lo
conosceva bene: era l’inviato di un giornale
scandalistico.
-Non comprendo la sua domanda…
-Mi spiego
meglio: può dirci qualcosa riguardo la personalità
della signorina? Non deve essere un tipo comprensivo né
coerente, vista la decisione di rompere il vostro fidanzamento poco
tempo dopo il vostro annuncio.
Masumi gli rivolse un’occhiata
gelida.
-La signorina Shiori Takamiya è una splendida
donna, ricca di virtù morali e dotata di sani principi. Lei
avrà sempre la mia stima incondizionata e la mia ammirazione.
Questo è tutto. Ora signori vogliate scusarmi, ma il lavoro mi
attende.
Masumi uscì a passo deciso dalla sala. Nessuno
cercò di rubargli ancora del tempo. Sapevano che sarebbe stato
inutile insistere
Lavorò senza sosta per tutto il giorno.
Infine, si diresse verso casa. Lo attendeva il dialogo più
spiacevole della giornata: quello con Eusuke.
………………………………………………………
Entrò
in casa e, risoluto, salì in camera del padre. Bussò ed
aprì la porta. Suo padre era seduto sulla sua sedia a rotelle
e stava leggendo un libro.
-Buonasera padre – salutò
– devo parlarti.
Eusuke lo guardò attraverso gli
occhiali che erano scivolati sul naso; chiuse il libro e si preparò
ad ascoltarlo
-Parla pure Masumi. Si tratta della Dea
scarlatta? Ci sono dei problemi?
-No, padre. Tutto procede
come previsto. Devo parlarti di una decisione che ho preso. Ho deciso
di rompere il fidanzamento con la signorina Shiori.
Eusuke divenne
livido.
-Non ti darò mai il mio consenso – sibilò
– quel matrimonio è fondamentale alla nostra ascesa
sociale e anche al futuro della Daito.
-Non sto chiedendo il tuo
consenso – replicò Masumi in tono asciutto – ti
sto comunicando la mia decisione. Shiori è stata messa al
corrente e ho già comunicato la fine del mio rapporto alla
stampa.
-Ti rovinerò Masumi. Io ho fatto di te quello che
sei oggi e io posso distruggerti.
-Tu non hai fatto nulla padre.
Tu hai solo annientato la mia vita. Ho fatto tutto da solo, non mi
hai mai regalato nulla –Masumi tratteneva a stento la collera –
sei tu al contrario che devi a me. Io ho fatto della Daito ciò
che è oggi e se metteremo in scena la Dea scarlatta lo
devi a me! Io sono riuscito dove tu hai miseramente fallito!
Eusuke
aveva gli occhi fuori dalle orbite. Mai il figlio gli aveva parlato
così. Improvvisamente, comprese chi poteva essere l’artefice
di questo cambiamento.
- E’ per lei, vero? –esplose
–Maya Kitajima. Ma io l’annienterò Masumi. Mi hai
compreso?! LA DISTRUGGERO’. Nessuno le affiderà più
una qualunque parte, neanche in una recita scolastica! Ha finito con
il teatro!!
Masumi si avvicinò lentamente, con una luce
minacciosa negli occhi, poggiò le mani sui braccioli della
sedia e avvicinò il viso a quello del padre. Eusuke
indietreggiò istintivamente con il capo.
-Se anche fosse,
non è un problema tuo padre. Ti avverto: se oserai torcere un
solo capello a Maya, te la farò pagare cara. Non avrò
nessuna pietà, né per te, né per chi
eventualmente ti affiancherebbe. Non dimenticare che sono a
conoscenza di molti piccoli tuoi segreti, come affari illegali per
esempio; e anche che sei il responsabile morale della morte di
Ichiren Osaki, il mostro sacro del teatro giapponese Ti denuncerò
alle autorità e trasmetterò tutte le mie “conoscenze”
alla stampa. Saresti rovinato e perderesti la Dea scarlatta,
per sempre!!TI DISTRUGGERO’! Ora sono io a chiederlo a te: mi
hai compreso?!
-Tu sei pazzo Masumi! Takamiya non ti perdonerà
mai di avere esposto sua nipote al ridicolo – Eusuke cercava
così di spaventarlo e indurlo così a tornare sui suoi
passi, anche se sapeva che ormai tutto era perduto.
Masumi
sorrise.
-Mi sorprendi padre! Ciò significa che non mi
conosci…Ho pensato anche a questo, ma non per calcolo questa
volta, ma per un atto di giustizia nei confronti di Shiori: mi sono
preso l’intera responsabilità del fallimento del
fidanzamento, asserendo che è stata Shiori a lasciarmi.
Tieni.- così dicendo fece cadere il telecomando del televisore
in grembo ad Eusuke – questa sera verrà trasmessa la
conferenza stampa. Goditi lo spettacolo.
-Dove vai?! - tuonò
il padre.
-A vivere, padre, a vivere: qualcosa che tu non hai mai
fatto…
-Dovrò chiamare Takamiya! Cosa gli
dirò?
-Quello che ti pare…per me la faccenda è
chiusa. Solo ricorda quanto ti ho detto: non avrò pietà
di te se dovesse succedere qualcosa a Maya. Non dimenticarlo.
………………………………………………………
Masumi
salì in macchina. Era sfinito. Guardò l’orologio.
Maya doveva essere ancora alle prove. Sicuramente aveva parlato con
Rei. Decise di andare al loro appartamento per rendersi conto delle
reazioni dell’amica di Maya; ma prima aveva un’altra cosa
da fare. Sfilò dalla tasca il cellulare e scandì il
nome di Hijiri .In modo automatico,, il telefono formulò il
numero.
-Pronto?
-Ciao, sono io. Ascolta: ho un incarico da
affidarti: devi seguire Maya, ovunque vada. Devi essere la sua
ombra.
-Ci sono problemi?
-Non lo so, ma potrebbero
verificarsi. In ogni caso, stai all’erta.
-La signorina sarà
alle prove. La raggiungerò subito.
-Ah Hijiri! Maya non
dovrà sospettare di nulla, ricordalo. Io l’aspetterò
a casa sua. Per tutta la sera resterà con me. Sì -
sorrise rispondendo ad un’esplicita domanda - ci sono delle
novità. Guarda la conferenza stampa di questa sera in
televisione. Poi ne parleremo.
Si salutarono e Masumi mise in moto
per recarsi a casa di Maya.
Rei lo accolse molto gentilmente, lo
fece accomodare e gli chiese se poteva offrirgli qualcosa. Si sedette
di fronte a lui; lo scrutò con gli occhi penetranti, poi
sorrise.
-Sì, signor Hayami. Sono a conoscenza del
cambiamento dei suoi rapporti con Maya. Ne sono sinceramente felice.
Negli ultimi anni ho avuto modo di comprendere quanto lei tenesse al
bene di Maya. Non dubito dunque che la mia amica sia in buone mani.
Ma lei sa bene che sarà oggetto di critiche e invidie nel
nostro ambiente e so anche che teme la reazione della signora
Tsukikagge.
-Sì Rei – sospirò Masumi –
ma, una volta che la nostra unione sarà alla luce del sole,
nessuno oserà farle del male. Sono un uomo potente. A nessuno
dell’ambiente dello spettacolo gioverebbe mettersi contro la
moglie del “ cinico Presidente della Daito Art Production”,
come mi chiamava Maya
Sorrisero entrambi.
-…E per gli
altri che potrebbero nuocerle, come mio padre, ho già messo in
atto delle strategie che li neutralizzeranno. Se poi Maya dovesse
vincere il suo scontro con Ayumi, i diritti della Dea scarlatta
la renderebbero immune da qualsiasi attacco malevolo.
-Credo che
la vincerà. Signor Hayami – sussurrò Rei –
lei avrebbe dovuto vederla nei giorni precedenti. Faceva stringere il
cuore. La malinconia, la sofferenza la rendevano irriconoscibile.
Oggi è un’altra persona, ancor più piena di vita
della ragazza che conoscevo. E di questo io devo ringraziarla: di
avermi riportato Maya… - gli occhi le luccicarono di lacrime
di commozione.
-Grazie per le tue parole Rei. Non sbagliavo quando
credevo che, fra tutte le persone che circondano Maya, tu sei
indubbiamente quella più legata a lei. Ti chiedo però
che, per il momento, nessuno sappia del mio legame con Maya. Deve
passare un po’ di tempo, prima.
-Sì, Maya mi ha
accennato qualcosa. Può stare tranquillo, signor…
Il
suono del campanello non le fece terminare la frase. Era
Maya.
Entrando chiese subito:
-Masumi è qui? Ho visto la
sua auto, ma lui non c’era…
-Ma bene – la
rimproverò scherzosamente Rei – non si saluta più
adesso! Il primo pensiero è chiedere di lui, vero?!
-Scusami
Rei.
La ragazza rise.
-Sì è qui. Ti sta
aspettando…
Maya volò nella stanza e corse ad
abbracciarlo. La testa poggiata sul suo cuore sussurrò:
-Non
vedevo l’ora di rivederti. Com’è andata,
caro?
Masumi le accarezzò i capelli.
-Ne parliamo
stasera. E a te come sono andate le prove?
- Benissimo! –
rise – Kuronuma non credeva ai propri occhi e mi ha detto
“Kitajima ora finalmente ti riconosco” – seguitò
Maya, imitando la voce profonda del regista.
-Senti…- le
sussurrò nell’orecchio – è una giornata che
non ti vedo e ho una terribile voglia di baciarti…quindi o ce
ne andiamo o lo faccio qui davanti a Rei….
-Andiamo…Rei!
– chiamò Maya – noi andiamo . Ci vediamo
domattina.
Rei fece capolino dalla loro stanza.
- Bene, a
domani. Buonasera signor Hayami.
- Ciao Rei! E…grazie…
-
Grazie? Di cosa? – chiese Maya
-Di informazioni che gli ho
dato su di te, signorina: che sei una dormigliona e che dormi quasi
rannicchiata su te stessa…- esclamò l’amica
-Ah
ma questo lo sa già…- poi, riflettendo su quanto aveva
detto, si portò una mano alla bocca e abbassò lo
sguardo, vergognosa.
Masumi e Rei scoppiarono a ridere e alla fine
rise anche Maya.
Appena salirono sull’automobile,
posteggiata nel vicolo deserto, al riparo dalle luci cittadine,
Masumi l’abbracciò e la baciò con passione e Maya
lo ricambiò con uguale trasporto. Poi si diressero alla volta
della villetta.
…………………………………………………
- Non
vedevo l’ora di essere qui…- mormorò Maya
entrando.
-Anch’io – rispose Masumi, abbracciandola –
possiamo rimanere qui fino a domani mattina. Ho avvisato i custodi.
Hanno riordinato le stanze, dato aria alla casa e…riempito il
frigorifero, ma di alimenti freschi e veloci. Non credo che troveremo
tempo per cucinare, stasera e stanotte… hai fame? –
chiese, baciandola dietro l’orecchio e scendendo verso il
basso.
-No – rispose Maya – mi sei mancato tanto…-
sussurrò
Masumi la baciò. Poi le prese la mano e
disse:
-Vieni, andiamo in camera nostra.
Quando entrò
nella camera Maya restò a bocca aperta. Sul comò antico
facevano bella mostra due vasi di cristallo con delle splendide
rose scarlatte; petali delle stesse rose ricoprivano le lenzuola di
seta color ecrù del letto matrimoniale.
Masumi le passò
un braccio intorno alle spalle.
-Ti piace? – le sussurrò
nell’orecchio.- i custodi hanno seguito i miei dettami alla
lettera.
Maya si voltò con gli occhi lucidi, incapace di
proferire parola. Lo strinse a sé mormorando:
-Ti amo
Masumi…
-Ho un’altra sorpresa per te…e una
domanda…
Tirò fuori dalla tasca della giacca un
piccolo astuccio di velluto blu e glielo mise in mano.
Maya non
sapeva decidersi ad aprirlo.
-Coraggio. Aprilo.
Maya obbedì.
L’astuccio conteneva uno splendido anello d’oro bianco
con al centro un meraviglioso zaffiro, circondato da piccoli
brillanti.
-E’ la seconda volta questa sera – sussurrò
Maya con voce tremante – che mi lasci senza parole…non
ci sono abituata… - concluse accarezzando il gioiello. Poi lo
tolse dall’astuccio e lo mise al dito.
-Questa è la
sorpresa – esordì Masumi – ed ora la domanda.
Maya
lo guardò.
-Vuoi sposarmi Maya?
Le lacrime scorsero
copiose dagli occhi di Maya.
-Questo vuol dire sì?
-Non
credo ci sia qualcosa che desidero di più al mondo…
-Ancor
più d’interpretare la Dea scarlatta?
-Sì,
molto di più.
Maya l’abbracciò ridendo.
-Non
credevo si potesse essere così felice…
Masumi la
baciò a lungo. In quei baci tutto l’amore, tutta la
passione e il desiderio che aveva sempre celato nel cuore.
-
Voglio fare l’amore con te per tutta la notte, Maya…
-
Anch’io ti desidero, Masumi…
Si spogliarono a
vicenda, senza fretta e senza fretta le fece raggiungere l’apice
del piacere, con delicatezza e passione. Voleva che quella fosse una
notte indimenticabile per Maya. E riuscì nel suo intento.
………………………………………………………
Il
mattino seguente, quando Maya si svegliò, trovò Masumi
che la vegliava. Infine,le fece poggiare la testa sul suo petto e le
raccontò tutto quello che era avvenuto il giorno prima,
tacendole gli aspetti più spiacevoli della discussione con il
padre, ma chiarì che suo padre disapprovava la loro unione.
-
E la famiglia di Shiori come ha preso la notizia ? – chiese
Maya
-Non lo so. Mio padre doveva chiamare il nonno di Shiori. Ma
credo che non dovrebbero esserci problemi da quel lato. Ho preso su
di me l’intera responsabilità della rottura del
fidanzamento. La reputazione di Shiori è salva. Credo che
addirittura ci abbia guadagnato: è apparsa come la donna forte
capace di abbandonare il fidanzato, se questi non è in grado
di dedicarle la giusta attenzione. E per quanto riguarda gli effetti
che potevano derivare dalla fusione della Daito con i potenti
Takamiya, erano più a favore degli Hayami.
La baciò
sui capelli.
-Quello che mi dispiace – continuò
Masumi – che per qualche tempo dovremo tenere nascosto il
nostro amore. Io vorrei sposarti subito e dire a tutti quanto ti
amo.
Maya alzò la testa, lo guardò con amore e gli
diede un bacio dolcissimo.
-Non preoccuparti. A me basta sapere
che mi ami e trascorrere più tempo possibile con te. Il resto
può aspettare…
-Ti amo Maya…-sussurrò
Masumi, baciandola e sentì rinascere in lui il desiderio.
………………………………………………………
Conclusione.
Eusuke Hayami aveva chiamato il vecchio Takamiya. Questi, pur dimostrandosi risentito per la rottura dell’accordo, concludeva che Masumi si era comportato da gentiluomo, preservando la nipote dalla compassione altrui. E la serenità di Shiori era per lui la cosa più importante. Eusuke, dal canto suo non tentò azioni estreme contro Maya: il figlio era stato chiaro in proposito e non era prudente provocare una collera che sapeva sarebbe stata terribile. Inoltre, era avanti con gli anni e malato; aveva bisogno che il figlio avesse cura di lui.
Shiori rimase per qualche tempo da sola. Infine sposò un diplomatico giapponese.
La signora Tsukikagge rimase sorpresa e compiaciuta per l’amore tra Maya e Masumi e seguì la sua allieva fino alla morte.
L’interpretazione
di Maya della Dea scarlatta fu sublime: ora conosceva
l’essenza del vero amore e la sua Akoya superò quella,
pur magistrale, di Ayumi Himekawa.
Maya e Masumi resero pubblico
il loro fidanzamento dopo due mesi dalla prima e si sposarono alla
fine dell’anno. Maya, con la sua gentilezza e le sue premure,
vinse l’ostilità del vecchio Hayami e si adoperò
per un riavvicinamento tra padre e figlio.
Maya divenne una fata
benefica per la Compagnia Tsukikagge; con i proventi della Dea
scarlatta, acquistò un teatro intitolato alla compianta
Tsukikagge dove la Compagnia dava spettacoli che registravano il
tutto esaurito ad ogni rappresentazione.
Ayumi sposò il
fotografo francese Himil, che l’aveva seguita nella Valle dei
susini per le prove della Dea scarlatta. L’amicizia e la
stima fra lei e Maya, nate durante le prove per Le due regine
e consolidate nella Valle, durarono per tutta la vita, arricchendole
reciprocamente.
Sakuragoggi diventò una stella nel firmamento del teatro giapponese e rimase legato a Maya da una profondo affetto sorto dalle ceneri del suo amore per lei.
Hijiri smise di essere un uomo-ombra e divenne un personaggio di spicco nella direzione della Daito.
Mizuchi, rimase la segretaria particolare di Masumi, ma diventò anche amica di Maya, tanto da essere di casa presso la famiglia Hayami; Maya e Masumi non dimenticarono mai, infatti, i debiti di gratitudine e di riconoscenza che avevano verso di lei..