Dragon Ball, Dragonball Z, Dragonball GT, Bulma, Vegeta e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Akira Toriyama, Bird Studio e Toei Animation.

Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.

Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

 

 

IL RAPIMENTO DI BULMA

(La rabbia di un saiyan)

 

E’ una tranquilla giornata autunnale e alla Capsule Corporation tutto procede come al solito. Sono passati tre anni dalla grande battaglia per la salvezza del mondo contro Majinbu. I nostri amici ormai vivono esistenze tranquille e abitudinarie. Come aveva sperato Goku, il cambiamento di Vegeta non era stato temporaneo. Il saiyan aveva accettato un maggior coinvolgimento delle due famiglie e spesso trascorrevano i week-end insieme con allegre grigliate o gite campali. A Trunks piaceva molto giocare con Goku e Goten. Come sappiamo il saiyan è in realtà un bambino troppo cresciuto. Vegeta non è il tipo per giocare con il figlio ma ha smorzato molto il suo atteggiamento distaccato. Si comporta come un padre severo ma spesso si lascia andare a gesti d’affetto nei confronti del ragazzino, che lo adora. Spesso, ma non oggi.

“Papà. Ti prego. Mi lasci trascorrere la serata a casa di Goten? Volevamo studiare insieme e poi combattere un po’. Chichi ha detto che posso fermarmi a dormire. Per favore” chiese supplichevole il bambino aggrappandosi al braccio del padre. Vegeta, che mal sopportava questo atteggiamento melenso del figlio, si liberò con uno strattone.

“Non se ne parla neanche” gli rispose duro.

Trunks osservò il volto severo del padre. Se la tattica supplichevole funzionava con sua madre con suo padre ci voleva ben altro.

“Cosa devo fare per guadagnarmi il permesso?” gli chiese deciso.

Perfetto, ora tentava la tattica del “faccio tutto quello che vuoi” pensò il saiyan.

In quel momento Bulma fece il suo ingresso nella stanza. Aveva sentito l’ultima parte del discorso del figlio e sapeva perfettamente che stava tentando di convincere il padre a concedergli qualcosa. Li osservò incuriosita.

“Vuoi andare a casa di Kaharoth? Bene, se riesci a battermi ci andrai” fu la risposta di Vegeta.

Il piccolo lo osservò sconsolato. E quando mai sarebbe riuscito a batterlo. Suo padre era fortissimo.

“Non è giusto. Sai benissimo che non posso batterti” disse il piccolo contrariato.

Vegeta volse lo sguardo verso il figlio. L’espressione altera e decisa gli disse “Impara Trunks che nella vita bisogna lottare per ottenere quello che si vuole. Sia per conquistarlo che per mantenerlo. Quanto ci tieni a passare la serata con il tuo amico? La questione si riduce tutta qui”. Attese qualche istante la risposta del figlio, che non venne.

“L’argomento è chiuso. Fila a cambiarti e vai a studiare, svelto” gli ordinò perentorio il padre e Trunks, a testa bassa si avviò su per le scale.

Bulma, che era rimasta in silenzio si avvicinò lentamente al marito.

“Non ti sembra di essere stato troppo duro?” le chiese seria.

“No. Trunks ha la tendenza a credere che tutto gli sia dovuto. Deve smetterla” rispose categorico il saiyan.  Bulma comprese cosa intendesse dire. Lei avrebbe usato altri metodi ma in fondo sapeva che il marito aveva ragione.

 

Quella notte Vegeta si svegliò fradicio di sudore e ansimante.

“Cosa c’è, tesoro?” chiese Bulma ancora assonnata.

“Niente, dormi” fu la secca risposta. Ma la donna non si fece ingannare aveva avvertito una nota strana nella voce del marito.

“Ti senti bene?” chiese, ora del tutto sveglia.

Sapendo bene che non avrebbe potuto tenere a freno la curiosità della moglie il saiyan le rispose.

“Sto benissimo. Ho solo avuto un incubo”.

“Vuoi parlarne?” gli chiese dolcemente la donna.

“No”. Poi senza aggiungere altro la prese tra le braccia ed iniziò a baciarla. Anche se sorpresa per quel repentino cambio di umore la donna rispose con ardore alle sue carezze e ben presto entrambi scordarono l’incubo.

 

Erano oramai tre settimane che Vegeta faceva sempre lo stesso angosciante sogno. Un nemico del suo passato tornava per sfidarlo attaccando i suoi affetti più cari e lui non era in grado di proteggerli. Non riusciva a spiegarsi il perché di quei sogni ma lo preoccupavano, aveva un brutto presentimento.

Anche quel giorno. Come accadeva ogni tre volte la settimana da tre anni ormai, Vegeta stava allenando il figlio e il giovane Goten affinché perfezionassero la loro tecnica e rendessero più potente Gotenks.

Nel bel mezzo dell’allenamento provò un sordo dolore al petto e immediatamente la sua mente corse a Bulma. Le era successo qualcosa, lo sentiva. Preoccupato sospese gli esercizi dei ragazzi e con loro rientrò alla Capsule Corporation. Purtroppo i suoi timori erano fondati. Qualcuno aveva fatto irruzione nella casa e messo tutto a soqquadro e della donna non c’era traccia. Solo un biglietto scritto col sangue che diceva “Soffri saiyan perché la tua donna è nelle mie mani”. L’idea che quel sangue potesse essere di Bulma lo sconvolse.

Improvvisamente i suoi incubi sembravano materializzarsi. Con sgomento si sforzò di percepire l’aura della moglie mentre Trunks agitatissimo correva per tutta la casa cercando disperatamente la madre.

Niente da fare. Bulma evidentemente non si trovava più sul pianeta non voleva neanche prendere in considerazione l’opportunità che la donna fosse morta. Confuso e arrabbiato il saiyan si fiondò a casa dell’amico-rivale, Kaharoth.

 

“Che cosa?” esclamò Goku sorpreso. Prese dalle mani di Vegeta il biglietto e provò una profonda inquietudine. Bulma era in pericolo, dovevano fare subito qualcosa.

In pochi minuti la squadra dei guerrieri Z al completo era pronta a partire alla ricerca dell’amica.

“E’ inutile. Sono sicuro che non si trovi più sulla Terra. Altrimenti ne percepirei l’aura” obiettò Vegeta sforzandosi di mantenere il controllo.

“Coraggio, amico. La troveremo” cercò di rassicurarlo Goku. “Voi due restate qui” disse poi rivolto ai bambini. Ma Trunks non ne voleva sapere. Avrebbe cercato anche lui sua madre, a qualsiasi costo.

Vegeta scrutò lo sguardo deciso del figlio. Sapeva che avrebbe dovuto metterlo al tappeto per impedirgli di uscire. “D’accordo, Trunks. Andiamo” gli disse uscendo nel cortile seguito dagli altri.

 

Passò un’intera giornata, ma di Bulma non fu trovata nessuna traccia. Stanchi e sconsolati i nostri amici fecero ritorno alla Capsule Corporation dove si erano trasferite Videl e Chichi, per restare uniti e fare il punto della situazione. Qui trovarono un altro messaggio dello sconosciuto nemico.

“Cercami pure, principe. Ma non riuscirai mai a trovarmi. Intanto la tua bella mogliettina morirà lentamente. Se non la ritrovi entro tre giorni per lei sarà la fine”.

Colmo di rabbia impotente Vegeta distrusse letteralmente l’ingresso del laboratorio, ove era appeso il messaggio.

“Bastardo. Giuro che questa me la paghi cara. Se le torci un solo capello ti riduco in polvere”.

Trunks fissava sconvolto la stanza devastata dalla violenza del padre. No. Non avrebbe mai permesso che facessero del male alla sua adorata mamma.

Con le lacrime agli occhi il piccolo saiyan fuggì verso l’uscita della casa. Sarebbe volato via se Goku non lo avesse trattenuto.

“Calmati, figliolo. Non è questo il modo” gli disse dolcemente. Sconsolato il bambino scoppiò in un pianto dirotto. Goten si avvicinò all’amico per consolarlo anche se immaginava il dolore che doveva provare.

 

Nel frattempo Bulma, bloccata mani e piedi da cinture d’acciaio, era circondata da una sfera di energia che lentamente, ma inerosabilmente, la privava di ogni linfa vitale. Aveva paura. Sapeva che se non l’avessero trovata in tempo sarebbe morta. L’individuo che l’aveva rapita continuava a sostenere che nessuno l’avrebbe mai liberata e che il suo tanto amato marito non avrebbe mosso un dito per salvarla. No. Lei sapeva che Vegeta la stava cercando, come gli altri. Doveva solo trovare il modo per far capire loro dove si trovava, sì ma come? Poi le venne in mente la frase che il marito aveva detto al loro figlio. “Devi imparare a lottare per ottenere quello che vuoi”. Vegeta le aveva spiegato, una volta, che l’aura è qualcosa che posseggono tutti, alcuni riescono a controllarla dominarla altri ne sono inconsapevolmente portatori senza sfruttarla. Il segreto era la concentrazione e la forza di volontà. Tanto valeva provarci. Raccolse tutte le proprie energie e cercò di concentrarsi al massimo. Doveva assolutamente rendere più percepibile la propria aura, era la sua unica speranza.

 

Vegeta era salito sul tetto della casa e stava fissando afflitto l’orizzonte stellato. Doveva fare qualcosa. Doveva pur esserci un modo per trovare e liberare Bulma, ma quale?. Improvvisamente percepì la sua aura, era debole ma chiaramente distinguibile. Direzione nord-est, senza esitare il saiyan decollò alla massima velocità puntando verso l’aura che percepiva.

“Resisti, Bulma. Sto arrivando” pensò il saiyan incrementando la propria aura per accelerare ulteriormente.

Avvertendo l’aura di Vegeta allontanarsi i nostri amici decisero di seguirlo. Avevano come il sospetto che avesse percepito qualcosa.

 

Vegeta era nel frattempo giunto innanzi ad un’alta montagna alle pendici della quale si apriva una profonda galleria. Senza esitare vi entrò. L’aura della moglie era sempre più vicina e purtroppo sempre più debole. Raggiunto l’ingresso di quella che pareva una base segreta il saiyan lo fece letteralmente saltare in aria penetrando all’interno della struttura.

“Dannazione. Come ha fatto quello stupido scimmione a localizzarmi” obiettò lo sconosciuto alieno.

Bulma, ormai allo stremo delle forze vide sul monitor l’immagine del marito. Vegeta stava arrivando, doveva resistere ancora un po’.

Una serie di robot si parò davanti al saiyan, che indispettito per l’intralcio non ci mise molto a trasformarli in lamiera da riciclare. Deciso giunse sino alla porta dietro alla quale si trovava la compagna. Con un colpo solo la sfondò.

Bulma scorse la figura del marito emergere dal polverone che si era formato con l’esplosione.

“Vegeta” riuscì a mormorare sfinita.

Lo sguardo del saiyan cadde da prima sul volto stravolto della moglie e poi su quello sorpreso del suo nemico.

“Tu!” esclamò sorpreso riconoscendo nell’uomo Genew, il capo dell’omonima squadriglia. Si trattava di uno scagnozzo di Freezer.

“Complimenti, Vegeta. Sei diventato più intelligente invecchiando. Non pensavo che mi avresti trovato” gli disse sardonico l’avversario.

In quel momento anche il resto della squadra fece ingresso nella stanza. Subito Trunks si precipitò verso la madre pronto a liberarla.

“Mamma” gridò il piccolo tentando di sfondare la barriera d’energia. Vedendo l’amico in difficoltà Goten lo raggiunse e si unì ai suoi sforzi.

Anche Goku riconobbe il nemico e si rammaricò per la sua ingenuità quando lo aveva risparmiato. Stava per apprestarsi alla lotta quando Vegeta lo fermò stendendo il braccio innanzi al suo torace.

“Lui è mio” disse con un tono pericolosamente calmo e controllato. Goku lo guardò negli occhi. Sì. Quella battaglia spettava solo a Vegeta.

“E’ tutto tuo, amico”.

“Non ti avvicinare” lo ammonì Genew brandendo uno strano telecomando “Altrimenti lei ne pagherà le conseguenze” così dicendo premette un pulsante e il grido di dolore di Bulma raggelò i nostri amici. Vegeta volse immediatamente lo sguardo verso la moglie. Una potente scarica di energia stava attraversando il suo corpo producendole una grande sofferenza.

“Che tu sia maledetto” urlò Vegeta rivolto all’avversario, poi con un’espressione omicida negli occhi gli disse sinistramente. “Puoi anche ucciderla, ma intanto tu morirai. Scegli, se la lasci vivere di finirò in fretta, con un colpo solo. In caso contrario ti giuro che quando avrò finito con te vorrai solo morire”. La spietata determinazione che vide sul volto del saiyan lo spiazzò. Esitò un istante ma fu sufficiente a Goku per trasportaglisi di fronte e privarlo del telecomando.

“Cosa?” esclamò esterrefatto l’alieno. Non fece in tempo a realizzare che ormai era perduto che la rabbia di Vegeta esplose in una straordinaria dimostrazione di forza. L’aura sviluppata al massimo si scagliò contro l’avversario. Lo scontro ebbe brevissima durata. Con pochi colpi decisi il fiero saiyan ridusse in fin di vita l’avversario. Prima di morire, però, quest’ultimo ebbe il tempo di dire “Io ho perso Vegeta. Ma tu hai perso tua moglie”.

Vegeta si sentì gelare, preoccupato volse lo sguardo verso la donna. Dovevano assolutamente liberarla da quella barriera terribile che le stava sottraendo ogni energia vitale. L’aura di Bulma era ormai ridotta al lumicino dovevano fare in fretta. Purtroppo niente sembrava in grado di sfondare quella barriera. Maledizione, no non sarebbe finita come nell’incubo che lo tormentava da giorni.  Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di uccidere la donna che amava,  mai.  In pochi istanti elaborò un piano.

“Spostatevi” urlò deciso ai bambini. Raccolse tutte le proprie energie e le concentrò nel suo colpo più potente. L’unica soluzione era sovraccaricare la barriera ma c’era il grosso rischio che questa collassasse disintegrando il fragile corpo della terrestre. Per impedire che ciò accadesse la sfera doveva ricevere energia solo dal suo colpo.

“Vegeta, fermati. Così rischi di uccidere anche Bulma” si intromise Goku preoccupato non comprendendo le reali intenzioni dell’amico.

Ma l’uomo lo ingnorò “Bulma. Fidati di me. Devi trattenere la tua aura.  Sforzati di farlo e io ti libererò” disse tranquillamente alla moglie tentando di infonderle coraggio. Era di vitale importanza che lei riuscisse a seguire il suo suggerimento. La donna fissò lo sguardo determinato del marito. Aveva paura ma la fredda sicurezza del marito la scosse. Con uno sforzo notevole fece quello che gli aveva detto, doveva vivere per Trunks, per se stessa e per lui.

Fu un attimo. Come l’aura di Bulma si azzerò Vegeta scagliò il colpo. La sfera si sovraccaricò e improvvisamente si dissolse lasciando integro il corpo della donna. Senza esitare il saiyan si precipitò verso la moglie e la prese delicatamente tra le braccia.

“Tutto bene?” le chiese ansioso.

Lentamente la donna aprì gli occhi e con un sorriso fiducioso e felice rispose “Ora che sono tra le tue braccia, sì”.

Era così insolito vedere quei due teneramente abbracciati. Commossi i nostri amici li lasciarono soli uscendo discretamente di scena.

 

Qualche ora dopo erano tutti radunati nella grande sala della Capsule Corporation.

“Come hai fatto, Bulma a concentrare tanto la tua aura?” chiese perplesso Goku. Per quanto ne sapeva l’amica non sapeva affatto controllare la propria energia spirituale.

“Semplice. La cosa che volevo di più al mondo era che Vegeta mi trovasse. Come sai devi lottare per avere quello che vuoi ed io l’ho fatto” sorrise complice al compagno.

Trunks osservò i suoi genitori e in quel momento comprese l’insegnamento di suo padre. Mai più lo avrebbe dimenticato.

 

By ARESIAN.

 

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