Dragon Ball, Dragonball Z, Dragonball GT, Bulma, Vegeta e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Akira Toriyama, Bird Studio e Toei Animation.

Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.

Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa…

 

PICCOLE DONNE CRESCONO…

By Neve83

 

 

 

Ho freddo…

Queste coltri non riescono a scaldarmi…

No…non è il mio corpo che trema: l’inverno non riesce a penetrar le spesse difese di queste familiari pareti.

È qualcos’altro…

Altro è scosso da incessanti tremori: la mia anima…il mio cuore…

Mai mi era successo, mai avevo sentito tanto freddo nell'intimo.

O forse non me n’ero mai resa conto…semplicemente…

Perché dovrei aver freddo poi?

Bulma Briefs possiede tutto: è bella- che dico: splendida!-, intelligente, ricca , ammirata e invidiata da tutti…

Ho tanti amici che mi vogliono bene, una famiglia adorabile- un po’ strana, forse, ma nessuno è perfetto in fondo!-,

uno splendido fidanzato…

Già.

Ho proprio tutto.

Tranne…

Cosa penso…!

Non dovrei rimuginare su simili sciocchezze: Yamcha mi vuole bene, mi ama!

E io… io… a…

 

MALEDIZIONE!

Dovrebbe scaturir quella parola, non queste stupide stille salate!!!

Non ci riesco…

Non riesco più a mentire…non più a me stessa.

Altro è l’oggetto dei miei desideri…

Altro il nome che invade la mia mente…

Altro il destinatario di quel verbo oramai svenduto…

Lui…lui.

È in quei suoi pozzi profondi che vorrei precipitare, perdermi…

Le sue mani vorrei a scorrere il mio corpo…

Il suo corpo giacer tra le mie gambe…

 

DIO!

Non devo pensar a lui in questo modo! Non posso!

Non posso lasciare che il mio corpo mi tradisca, mi scopra ai suoi occhi di ghiaccio.

Agl’occhi sfacciati di quella scimmia arrogante…

Che riderebbe di me.

Riderebbe della sciocca ragazzina che crede di poter giocare con il fuoco…

Con il rogo perenne che avvolge quel cuore appassito.

 

Ancora piccole perle a bagnar il mio guanciale.

Ancora per lui. Sempre per lui…

Perché non avevo mai pianto prima per un uomo…mai pianto prima per amore.

Tristezza, dolore, paura, anche rabbia…

Ma mai, mai avevo versato lacrime d’amore.

Che mi fanno sentire stupida, dopo. E ancora più fragile e sola.

Ma non riesco a fermarle…non ne ho la forza…

Seguito a tener stretto a me questo pallido cuscino, sognando di poter stringere la sua forma nervosa e perfetta…

Sogni per cullar il mio sopore ormai inquieto…

Da fugar in fretta allo spuntar dei primi raggi, perché nessuno capisca…

Nessuno comprenda cosa sta carpendo la mia luce.

A chi vorrei offrire quella luce.

 

Il sole…il giorno…

Presto gli sfrontati barlumi di un nuovo mattino mi richiameranno ad una piatta esistenza, ed io, zelante piccola ape a ronzar solerte in questo favo brulicante di inutile vita…

Anch’io sono inutile…carne insignificante…

Buona solo a riparar stupidi aggeggi, o a scaldare un letto in cui non voglio più entrare…

Dove, ora mi rendo conto, non avrei mai voluto entrare…

Perché fondere i corpi non basta: il cuore, l’anima…

Quelli prima di tutto.

Ed io non ho mai legato la mia anima alla tua Yamcha…

Non ho mai voluto. E neanche tu, lo so.

La mia libertà era sacra: io, forte e indipendente, mai avrei accettato le catene di un legame…

Forse per questo andavi bene: troppo leggero per poter avvincere quest’amazzone scavezzacollo…

Docile puledro ti piegavi al semplice suono della mia voce.

Ma non è questo che voglio.

Io voglio un uomo che arda più del fuoco…

Nei cui occhi io possa desiderar perdermi…

Un uomo che non sia mai uguale a se stesso, da esplorare e tentar di capire…

Con cui litigare e far l’amore vero.

Un uomo che non sia un uomo, ma una scimmia spudorata e selvaggia.

Per lui…per lui potrei piegarmi al laccio di un legame…

Io VOGLIO le catene di quel legame.

Più di quanto non desiderassi quelle fragole gustose…

Più di quanto, ora, non desideri sopravvivere all’orrore vaticinato.

Ma non mi guarda neanche…

Le sue parole giungono solo per sfregio…

Non mi permetterà mai di entrare, per quanto io possa battere alla sua porta…

Brucia solo d’onore e potere il suo petto.

E quegl’occhi…quegl’occhi che m’ hanno dannata carezzano solo il cielo notturno, mentre taglienti sfidano il giorno…la luce…

Come temendo un contagio…

E non sa ch’è nella luce che l’ombra si mostra…

È la luce a delinearne i contorni, a renderla evidente…

Che le tenebre la divorano e l’annientano…

Non vivere nel buio, principe…

La tua tenebra sarebbe splendida nella la mia luce…

 

 

 

TORNA A “AUTOCONCLUSIVE ALTRI”