Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Karato
era seduto su un taxi che lo avrebbe portato ai Giardini imperiali,
al centro di Tokyo; l’accordo con Shiori era di rivedersi al
Giardino orientale, ma non avevano concordato il punto esatto
dell’enorme parco. Ma c’era davvero bisogno di dettagli?
Karato sapeva bene in quale luogo Shiori lo avrebbe aspettato.
Procedendo verso l’interno del grande Giardino, si può
scorgere, sull’erba, un padiglione in legno, con posti a
sedere, circondato da piante di vario genere: iris, azalee, ciliegi e
alberi di mirto; dinanzi a quest’ questo angolo di paradiso,
uno splendido e grande stagno sormontato da un ponticello anch’esso
in legno. Quel padiglione era il “loro” posto.
Incamminandosi lungo il prato, Karato pensò che Shiori lo
avrebbe aspettato proprio lì.
Giunto in prossimità
del padiglione, la scorse. Portava un vestito di seta ecrù su
cui spiccavano minuscoli fiorellini; i lunghi capelli neri,
trattenuti da due pettini di madreperla; le dita affusolate
tormentavano i manici della borsetta, gli occhi bassi, fissi sul
prato che la circondava.
-Shiori… - chiamò il
giovane
All’udire la sua voce, Shiori volse il capo verso di
lui, sussultando; si alzò di scatto e gli corse incontro,
abbracciandolo.
-Temevo che non saresti venuto – bisbigliò,
la guancia contro il cuore di lui.
- Ti avevo promesso che non
sarei mancato – sussurrò Karato, poi aggiunse,
sciogliendosi dolcemente dall’abbraccio – vieni,
sediamoci. Dobbiamo parlare. -
Si sedettero sulla panchina del
padiglione e, tenendole le mani tra le sue, Karato prese a raccontare
la sua vita. Il tono sommesso e grave, non tacque nulla: la serenità
della sua vita in famiglia distrutta dal fallimento del padre, il
tentativo di questi di suicidarsi insieme alla famiglia; la morte
della madre e della sorella; la sua vita di uomo-ombra a servizio
degli Hayami; l’aver compreso, pur amandola, dell’impossibilità
del loro amore, la sua fuga.
Durante il suo racconto, aveva tenuto
gli occhi bassi, non osando sostenere lo sguardo di lei. Quando ebbe
terminato, la guardò e si accorse che Shiori aveva gli occhi
velati di lacrime.
-E ora? – chiese, con un filo di voce.
-
Nulla è cambiato, Shiori; io sono sempre un uomo - ombra. Devo
tutto agli Hayami, sono rinato grazie a loro. -
-Nulla è
cambiato…- ripetè Shiori, trascurando volutamente le
ultime parole di lui; poi, continuò: - neanche il tuo amore
per me? -
-Shiori, io non esisto, non ho più un’identità,
non ho una vita, se non quella che gli Hayami mi consentono di
vivere. Non posso pensare di legare la vita di una donna alla mia.
Non si può amare un’ombra! -
Karato aveva parlato
tutto d’un fiato, cercando il suo sguardo. Shiori lo fissò,
cercando di leggere nel suo cuore
-Non mi hai risposto…mi
ami ancora? – chiese, calma e pure con un lieve tremito nella
voce – Voglio saperlo…ho il diritto di saperlo. -
-
Tu non vuoi capire… -
Shiori gli prese il viso tra le mani
e mise i suoi occhi in quelli di lui.
- Mi ami? – chiese
nuovamente
Karato sentì gli occhi di lei scavargli in fondo
all’anima. Mentirle? Fuggire ancora, dopo averle aperto il
cuore? Di nuovo? No, non poteva.
-Ti amo più della mia
stessa vita. -
Gli occhi di Shiori si riempirono di lacrime; lo
strinse a sé e poggiò la testa sul suo cuore, come
faceva una volta
-Solo questo conta, Karato. Io ti amo e ora
rimarremo insieme per sempre… -
- Ma come puoi pensare…
-
- Non dire niente…-sussurrò Shiori, passandogli un
dito sulla bocca – vedrai, insieme supereremo ogni cosa. Ci
amiamo…il resto non ha importanza… -
- Shiori, non è
possibile. Non ti rendi conto. Io non potrei mai assicurarti una vita
neanche simile a quella cui sei abituata. Io non ho niente! Non posso
darti nulla…Perché vuoi rendere tutto più
difficile? -
Shiori lo guardò come se non capisse il
significato di ciò che diceva.
-Karato, per ben cinque anni
dopo che te ne sei andato e per tutta la mia vita precedente, prima
di conoscerti, io ho vissuto quella vita di cui tu parli. Ora, non mi
pare che io sia stata né appagata, né felice. La sola
luce l’ho vista con te. Ora tu vorresti che io continuassi come
se tu non fossi mai esistito? Come se il mio cuore fosse morto?! Cosa
credi che m’importi di ciò che ho ?! Non mi serve ad
essere felice, non rende il mio cuore caldo e palpitante, ma solo
triste e solitario! -
- Shiori, tu ieri mi hai detto che “credi”
di amare Masumi…Cosa è cambiato da ieri ad oggi?
-
-Tutto è cambiato, Karato…Non te ne rendi conto?
Ci siamo rivisti. Ed è bastato questo a farmi capire che il
mio per Masumi non era un vero sentimento; non è certo quello
che provo per te. Mi sono affezionata all’uomo che mio
nonno desiderava per me. Ma non è lui l’uomo che il mio
cuore ha scelto: sei tu quello! -
Karato la guardò
come se non la riconoscesse…Dov’era la Shiori timida,
insicura, bisognosa di protezione? Per quanto assurdo fosse, stava
lottando contro di lui per difendere il suo amore.
-La tua
famiglia si opporrà e anche gli Hayami, Shiori. -
-Masumi è
una brava persona; gli parlerò e so che capirà. Ho
rimorso di fargli un torto simile, ma non credo che soffrirà.
Credo che, anche lui, si sia piegato alle scelte delle nostre
famiglie – concluse lei.
- Sì, Shiori; hai ragione.
In ogni caso, parlerò io con lui, prima che lo faccia tu:
questo, almeno, glielo devo. -
- Va bene. E per il resto,
troveremo una soluzione…insieme. -
Shiori sollevò il
viso verso di lui e Karato posò le sue labbra su quelle di
lei; in quel bacio, il reciproco amore e il rimpianto per il tempo
che aveva trascorso separati.
- continua -