Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

La Lettera

By Luna

Parte 7^

Karato era seduto su un taxi che lo avrebbe portato ai Giardini imperiali, al centro di Tokyo; l’accordo con Shiori era di rivedersi al Giardino orientale, ma non avevano concordato il punto esatto dell’enorme parco. Ma c’era davvero bisogno di dettagli? Karato sapeva bene in quale luogo Shiori lo avrebbe aspettato. Procedendo verso l’interno del grande Giardino, si può scorgere, sull’erba, un padiglione in legno, con posti a sedere, circondato da piante di vario genere: iris, azalee, ciliegi e alberi di mirto; dinanzi a quest’ questo angolo di paradiso, uno splendido e grande stagno sormontato da un ponticello anch’esso in legno. Quel padiglione era il “loro” posto. Incamminandosi lungo il prato, Karato pensò che Shiori lo avrebbe aspettato proprio lì.
Giunto in prossimità del padiglione, la scorse. Portava un vestito di seta ecrù su cui spiccavano minuscoli fiorellini; i lunghi capelli neri, trattenuti da due pettini di madreperla; le dita affusolate tormentavano i manici della borsetta, gli occhi bassi, fissi sul prato che la circondava.
-Shiori… - chiamò il giovane
All’udire la sua voce, Shiori volse il capo verso di lui, sussultando; si alzò di scatto e gli corse incontro, abbracciandolo.
-Temevo che non saresti venuto – bisbigliò, la guancia contro il cuore di lui.
- Ti avevo promesso che non sarei mancato – sussurrò Karato, poi aggiunse, sciogliendosi dolcemente dall’abbraccio – vieni, sediamoci. Dobbiamo parlare. -
Si sedettero sulla panchina del padiglione e, tenendole le mani tra le sue, Karato prese a raccontare la sua vita. Il tono sommesso e grave, non tacque nulla: la serenità della sua vita in famiglia distrutta dal fallimento del padre, il tentativo di questi di suicidarsi insieme alla famiglia; la morte della madre e della sorella; la sua vita di uomo-ombra a servizio degli Hayami; l’aver compreso, pur amandola, dell’impossibilità del loro amore, la sua fuga.
Durante il suo racconto, aveva tenuto gli occhi bassi, non osando sostenere lo sguardo di lei. Quando ebbe terminato, la guardò e si accorse che Shiori aveva gli occhi velati di lacrime.
-E ora? – chiese, con un filo di voce.
- Nulla è cambiato, Shiori; io sono sempre un uomo - ombra. Devo tutto agli Hayami, sono rinato grazie a loro. -
-Nulla è cambiato…- ripetè Shiori, trascurando volutamente le ultime parole di lui; poi, continuò: - neanche il tuo amore per me? -
-Shiori, io non esisto, non ho più un’identità, non ho una vita, se non quella che gli Hayami mi consentono di vivere. Non posso pensare di legare la vita di una donna alla mia. Non si può amare un’ombra! -
Karato aveva parlato tutto d’un fiato, cercando il suo sguardo. Shiori lo fissò, cercando di leggere nel suo cuore
-Non mi hai risposto…mi ami ancora? – chiese, calma e pure con un lieve tremito nella voce – Voglio saperlo…ho il diritto di saperlo. -
- Tu non vuoi capire… -
Shiori gli prese il viso tra le mani e mise i suoi occhi in quelli di lui.
- Mi ami? – chiese nuovamente
Karato sentì gli occhi di lei scavargli in fondo all’anima. Mentirle? Fuggire ancora, dopo averle aperto il cuore? Di nuovo? No, non poteva.
-Ti amo più della mia stessa vita. -
Gli occhi di Shiori si riempirono di lacrime; lo strinse a sé e poggiò la testa sul suo cuore, come faceva una volta
-Solo questo conta, Karato. Io ti amo e ora rimarremo insieme per sempre… -
- Ma come puoi pensare… -
- Non dire niente…-sussurrò Shiori, passandogli un dito sulla bocca – vedrai, insieme supereremo ogni cosa. Ci amiamo…il resto non ha importanza… -
- Shiori, non è possibile. Non ti rendi conto. Io non potrei mai assicurarti una vita neanche simile a quella cui sei abituata. Io non ho niente! Non posso darti nulla…Perché vuoi rendere tutto più difficile? -
Shiori lo guardò come se non capisse il significato di ciò che diceva.
-Karato, per ben cinque anni dopo che te ne sei andato e per tutta la mia vita precedente, prima di conoscerti, io ho vissuto quella vita di cui tu parli. Ora, non mi pare che io sia stata né appagata, né felice. La sola luce l’ho vista con te. Ora tu vorresti che io continuassi come se tu non fossi mai esistito? Come se il mio cuore fosse morto?! Cosa credi che m’importi di ciò che ho ?! Non mi serve ad essere felice, non rende il mio cuore caldo e palpitante, ma solo triste e solitario! -
- Shiori, tu ieri mi hai detto che “credi” di amare Masumi…Cosa è cambiato da ieri ad oggi? -
-Tutto è cambiato, Karato…Non te ne rendi conto? Ci siamo rivisti. Ed è bastato questo a farmi capire che il mio per Masumi non era un vero sentimento; non è certo quello che provo per te. Mi sono affezionata  all’uomo che mio nonno desiderava per me. Ma non è lui l’uomo che il mio cuore ha scelto: sei tu quello!  -
Karato la guardò come se non la riconoscesse…Dov’era la Shiori timida, insicura, bisognosa di protezione? Per quanto assurdo fosse, stava lottando contro di lui per difendere il suo amore.
-La tua famiglia si opporrà e anche gli Hayami, Shiori. -
-Masumi è una brava persona; gli parlerò e so che capirà. Ho rimorso di fargli un torto simile, ma non credo che soffrirà. Credo che, anche lui, si sia piegato alle scelte delle nostre famiglie – concluse lei.
- Sì, Shiori; hai ragione. In ogni caso, parlerò io con lui, prima che lo faccia tu: questo, almeno, glielo devo. -
- Va bene. E per il resto, troveremo una soluzione…insieme. -
Shiori sollevò il viso verso di lui e Karato posò le sue labbra su quelle di lei; in quel bacio, il reciproco amore e il rimpianto per il tempo che aveva trascorso separati.

- continua -

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