Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

La Lettera

By Luna

Parte 6^

Karato… - balbettò Shiori – tu qui…? Com’è possibile?
La mano ben curata corse a posarsi sul seno, come a voler placare i battiti accelerati del proprio cuore; gli occhi sgomenti cercavano risposte.
Hijiri abbassò lo sguardo. Dopo un lungo attimo di silenzio, cercando di rendere ferma e inespressiva la sua voce, l’uomo parlò.
Ho lasciato il mio vecchio impiego, Shiori. Adesso lavoro per Masumi Hayami.
-Masumi?! – ripetè sommessamente Shiori – Lui è… -
-Il tuo promesso sposo -  terminò per lei il giovane – lo so… -
Shiori , ora, era vicinissima a lui, o, forse, era stato lui a muoversi verso di lei? Hijiri non avrebbe saputo dirlo. Ne poteva sentire il fresco ed elegante profumo, sempre lo stesso, quello che lui ricordava. Era sempre bellissima, come sempre, ancora di più che nei suoi sogni.  Divenne ancora più consapevole, qualora ce ne fosse stato bisogno, che non l’aveva mai dimenticata e si chiese, con disperazione, se sarebbe mai riuscito a farlo…
Karato sollevò lo sguardo e incontrò quello di Shiori che lo incatenò. Occhi negli occhi, l’una poteva leggere nello sguardo dell’altro gli stessi sentimenti, la stessa emozione.
-Tu non sai quanto ho sofferto…-sussurrò Shiori - - ho creduto di non rivederti più…Quella lettera – le si riempirono gli occhi di lacrime – Perché sparisti in quel modo?...Mi sentii morire, leggendola…
Karato abbassò lo sguardo; le lacrime di Shiori penetravano nel suo animo, procurandogli un dolore e una struggente tenerezza che facevano vacillare quella maschera di distacco dietro cui cercava di nascondersi.
-Ora è inutile parlarne, Shiori. Quello è il passato. Tra poco tempo, tu sposerai Masumi Hayami…Siete una coppia felice…- mormorò, non riuscendo a non far trasparire il rimpianto disperato che provava.
Shiori continuò, come se non lo avesse udito o come se quelle parole non avessero importanza per lei.
-Mi lasciasti senz’altre parole che quella lettera. Poche e fredde parole. Ti cercai a lungo, ma di te non era rimasta una sola traccia…La vita divenne inutile per me. Il sole che vi entrò quando ti conobbi, sparì con te quando te ne andasti…Ben presto caddi in depressione e i miei attacchi ritornarono…Mio nonno, vedendomi in quello stato, mi spinse ad accettare la proposta di Eusuke Hayami di farmi conoscere suo figlio a scopo matrimoniale. E’ un matrimonio combinato, Karato. Certo, non posso lamentarmi di Masumi. Egli è una persona buona e gentile, mi fa sentire speciale e fa di tutto per farmi stare bene. Credo di amarlo, ma…non è come con te, Karato. Non sei tu. E continuo a chiedermi perché? Perché mi lasciasti in quel modo? Mi ero illusa che mi amassi, che fossi importante per te… -
-Lo sei sempre stata, Shiori! -
Troppo tardi, Hijiri s’accorse di quanto era sfuggito dalle sue labbra.
-E allora, perché? – Shiori, ormai, dava libero sfogo alle sue lacrime.
Karato frugò nella sua tasca, trovò un fazzoletto e le asciugò teneramente le palpebre.
-A cosa serve ormai parlarne?...
Shiori sollevò su di lui uno sguardo addolorato e  pur deciso.
-Serve! A me! – esclamò la donna – Ti prego, Karato, dobbiamo parlarne, ma non qui. Dimmi tu dove, ti supplico!..
I begli occhi imploranti, le mani affusolate strette intorno alle spalle di lui, il tremito delle labbra…Hijiri non poté negarsi ancora e udì se stesso rispondere e cedere.
Va bene, Shiori; domani sera, alle 4 p.m., al solito parco, il “Giardino Orientale”, rammenti?
Un altro passo falso.
Shiori sorrise.
-Come potrei dimenticarlo? Era il nostro posto.
La giovane donna gli accarezzò il viso e lui pose la sua mano su quella di lei.
-Mi sembra un sogno… - sussurrò Shiori – Ora devo andare… – continuò, sciogliendosi dall’abbraccio e prendendo le mani del giovane tra le sue - …non posso incontrare Masumi, non adesso. Non vedo l’ora che arrivi domani…Ci sarai, vero?
- Non mancherei per nulla al mondo. A domani, Shiori.
Un lungo sguardo fu il loro saluto, come a volersi imprimere l’immagine l’uno dell’altra per il tempo che li separava fino all’indomani.
No, Shiori non poteva incontrare Masumi; non ora. Il cuore le batteva all’impazzata e sentiva le guance scottare. Si sentiva come un’adolescente che avesse ricevuto un dono inatteso.
Karato…Karato…domani lo avrebbe rivisto.
Hijiri era rimasto turbato e in preda ad una profonda confusione. Cosa aveva fatto?! Rivedere Shiori? Era una cosa pazzesca! E…meravigliosa! Com’era bella!...Così dolce e tenera…Non era affatto cambiata. L’amava come sempre, non pensò nemmeno a negarlo a se stesso. E lei? Cosa provava lei? Sembrava non aver mutato i suoi sentimenti…ma  aveva detto di credere di amare Masumi Hayami…il figlio dell’uomo cui doveva la vita. Un uomo, però, non scelto da lei… Ma domani l’avrebbe rivista…a qualsiasi costo!
- Hijiri?! – chiamò una voce alle sue spalle.
Masumi era entrato e lui, assorto com’era, non lo aveva neanche sentito.
-Mi…mi scusi, signor Hayami – balbettò – ero soprappensiero…
Masumi lo scrutò in volto.
- Stai bene? Sei pallido come un cencio… -
- Sì, signore…grazie. -
Si ricompose. Non si sentiva sleale verso Masumi. Sapeva bene, infatti, che l’uomo subiva quel matrimonio, vittima anche lui, come Shiori, di accordi presi tra due famiglie che usavano i matrimoni come semplici contratti d’affari.
Masumi si sedette sulla sua poltrona e fece cenno a Hijiri di sedersi di fronte a lui.
- Allora, raccontami cosa è accaduto ieri, fin nei minimi particolari. -
Hijiri fece un resoconto dettagliato. Il messaggio di Maya alle quattro del mattino, il loro incontro, la richiesta di lei, le sue raccomandazioni riguardo la lettera, l’importanza ch’ella le attribuiva, il suo atteggiamento, il suo insolito saluto.
Man mano che il giovane parlava, in Masumi cresceva l’apprensione: perché Maya gli aveva scritto? Cosa diceva quella lettera? Perché lui non doveva leggerla se non un paio d’ore prima della rappresentazione della Dea scarlatta di Maya? Era forse per quella lettera, che la ragazza era ancora sveglia a quell’ora della notte, quando lui era passata sotto casa sua? E, soprattutto,  perché mai si era apprestata a rivolgere a Hijiri quel saluto che molto somigliava ad un addio? Che avesse scoperto tutto? Impossibile!?
-Dov’ è  questa lettera? – sussurrò, passandosi una mano tra i capelli; poi, vedendo l’esitazione negli occhi del suo interlocutore, aggiunse – no, non temere; la leggerò quella sera stessa. Si farà come Maya desidera. -
Hijiri prese la lettera dalla sua valigetta e la mise sul tavolo, di fronte a Masumi.
La busta era grande, il suo contenuto sembrava consistente.
Hijiri non aveva alcun desiderio di trattenersi oltre, aveva bisogno di rimanere solo; perciò lo salutò e se ne andò, lasciandolo assorto nei suoi pensieri.
Masumi prese la lettera tra le mani; osservò l’elegante e minuta scrittura  dell’intestazione della lettera, accarezzò con il pollice il nome di lei e ne aspirò il profumo che ne emanava. Quanto avrebbe voluto lacerare quella busta e leggerne subito il contenuto! Ma, per quanto gli costasse, doveva rispettare il desiderio di Maya. Sospirando, ripose la lettera nella sua ventiquattr’ore, persuaso che, da allora, fino al momento in cui l’avrebbe letta, concentrarsi su qualunque altra cosa, di giorno come di notte, sarebbe stata un’impresa ardua.
Era ormai sera quando Hijiri ritornò al suo appartamento. Si diresse verso la sua camera, si tolse la giacca che lasciò cadere sulla poltrona e si distese sul letto; gli occhi chiusi, le membra rilassate.
Ripensò all’ultima parte del pomeriggio. Era legato da un vincolo di gratitudine impagabile alla famiglia Hayami; tuttavia, non si sentiva un traditore di quel vincolo. Masumi non amava Shiori; lui, l’uomo - ombra, conosceva bene chi e perché voleva a tutti i costi quel matrimonio. Shiori meritava altro; certo, formavano una bella coppia, ma non si amavano: che vita avrebbero avuto quei due insieme, e soprattutto la sua Shiori? Non poteva neppure detestare Masumi; lo riteneva, a suo pari, una vittima delle circostanze. Poteva ben comprendere l’amore silenzioso di Masumi per Maya: entrambi, anche se per motivi diversi, erano diventati uomini - ombra per le donne che amavano. Karato lo aveva detto a Masumi: “ognuno di noi è maldestro in amore”.
Il cuore ritrovava l’antico calore al solo pensiero che lei non lo avesse dimenticato, al ricordo della  sua dolce carezza sul viso. E subito dopo, insorgeva l’antico tormento: se l’amore di lei fosse sopravvissuto al tempo, che vita poteva offrirle un uomo - ombra? Non era cambiato nulla da quando se n’era andato. A dispetto dei loro sentimenti, che possibilità c’era , per loro, di essere felici? Nessuna! Scosse la testa per scacciare quel pensiero doloroso e promise a se stesso che questa volta non sarebbe fuggito, come allora. Avrebbe raccontato a Shiori tutta la verità, tacendole solo il contributo del nonno nella sua fuga. Karato sapeva, infatti, che, per quanto Shiori fosse dolce, avrebbe fatto fatica a perdonare il vecchio signore.

- continua -

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