Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Karato…
- balbettò Shiori – tu qui…? Com’è
possibile?
La mano ben curata corse a posarsi sul seno, come a
voler placare i battiti accelerati del proprio cuore; gli occhi
sgomenti cercavano risposte.
Hijiri abbassò lo sguardo.
Dopo un lungo attimo di silenzio, cercando di rendere ferma e
inespressiva la sua voce, l’uomo parlò.
Ho lasciato
il mio vecchio impiego, Shiori. Adesso lavoro per Masumi
Hayami.
-Masumi?! – ripetè sommessamente Shiori –
Lui è… -
-Il tuo promesso sposo - terminò
per lei il giovane – lo so… -
Shiori , ora, era
vicinissima a lui, o, forse, era stato lui a muoversi verso di lei?
Hijiri non avrebbe saputo dirlo. Ne poteva sentire il fresco ed
elegante profumo, sempre lo stesso, quello che lui ricordava. Era
sempre bellissima, come sempre, ancora di più che nei suoi
sogni. Divenne ancora più consapevole, qualora ce ne
fosse stato bisogno, che non l’aveva mai dimenticata e si
chiese, con disperazione, se sarebbe mai riuscito a farlo…
Karato
sollevò lo sguardo e incontrò quello di Shiori che lo
incatenò. Occhi negli occhi, l’una poteva leggere nello
sguardo dell’altro gli stessi sentimenti, la stessa
emozione.
-Tu non sai quanto ho sofferto…-sussurrò
Shiori - - ho creduto di non rivederti più…Quella
lettera – le si riempirono gli occhi di lacrime – Perché
sparisti in quel modo?...Mi sentii morire, leggendola…
Karato
abbassò lo sguardo; le lacrime di Shiori penetravano nel suo
animo, procurandogli un dolore e una struggente tenerezza che
facevano vacillare quella maschera di distacco dietro cui cercava di
nascondersi.
-Ora è inutile parlarne, Shiori. Quello è
il passato. Tra poco tempo, tu sposerai Masumi Hayami…Siete
una coppia felice…- mormorò, non riuscendo a non far
trasparire il rimpianto disperato che provava.
Shiori continuò,
come se non lo avesse udito o come se quelle parole non avessero
importanza per lei.
-Mi lasciasti senz’altre parole che
quella lettera. Poche e fredde parole. Ti cercai a lungo, ma di te
non era rimasta una sola traccia…La vita divenne inutile per
me. Il sole che vi entrò quando ti conobbi, sparì con
te quando te ne andasti…Ben presto caddi in depressione e i
miei attacchi ritornarono…Mio nonno, vedendomi in quello
stato, mi spinse ad accettare la proposta di Eusuke Hayami di farmi
conoscere suo figlio a scopo matrimoniale. E’ un matrimonio
combinato, Karato. Certo, non posso lamentarmi di Masumi. Egli è
una persona buona e gentile, mi fa sentire speciale e fa di tutto per
farmi stare bene. Credo di amarlo, ma…non è come con
te, Karato. Non sei tu. E continuo a chiedermi perché? Perché
mi lasciasti in quel modo? Mi ero illusa che mi amassi, che fossi
importante per te… -
-Lo sei sempre stata, Shiori! -
Troppo
tardi, Hijiri s’accorse di quanto era sfuggito dalle sue
labbra.
-E allora, perché? – Shiori, ormai, dava
libero sfogo alle sue lacrime.
Karato frugò nella sua
tasca, trovò un fazzoletto e le asciugò teneramente le
palpebre.
-A cosa serve ormai parlarne?...
Shiori sollevò
su di lui uno sguardo addolorato e pur deciso.
-Serve! A me!
– esclamò la donna – Ti prego, Karato, dobbiamo
parlarne, ma non qui. Dimmi tu dove, ti supplico!..
I begli occhi
imploranti, le mani affusolate strette intorno alle spalle di lui, il
tremito delle labbra…Hijiri non poté negarsi ancora e
udì se stesso rispondere e cedere.
Va bene, Shiori; domani
sera, alle 4 p.m., al solito parco, il “Giardino Orientale”,
rammenti?
Un altro passo falso.
Shiori sorrise.
-Come potrei
dimenticarlo? Era il nostro posto.
La giovane donna gli accarezzò
il viso e lui pose la sua mano su quella di lei.
-Mi sembra un
sogno… - sussurrò Shiori – Ora devo andare…
– continuò, sciogliendosi dall’abbraccio e
prendendo le mani del giovane tra le sue - …non posso
incontrare Masumi, non adesso. Non vedo l’ora che arrivi
domani…Ci sarai, vero?
- Non mancherei per nulla al mondo.
A domani, Shiori.
Un lungo sguardo fu il loro saluto, come a
volersi imprimere l’immagine l’uno dell’altra per
il tempo che li separava fino all’indomani.
No, Shiori non
poteva incontrare Masumi; non ora. Il cuore le batteva all’impazzata
e sentiva le guance scottare. Si sentiva come un’adolescente
che avesse ricevuto un dono inatteso.
Karato…Karato…domani
lo avrebbe rivisto.
Hijiri era rimasto turbato e in preda ad una
profonda confusione. Cosa aveva fatto?! Rivedere Shiori? Era una cosa
pazzesca! E…meravigliosa! Com’era bella!...Così
dolce e tenera…Non era affatto cambiata. L’amava come
sempre, non pensò nemmeno a negarlo a se stesso. E lei? Cosa
provava lei? Sembrava non aver mutato i suoi sentimenti…ma
aveva detto di credere di amare Masumi Hayami…il figlio
dell’uomo cui doveva la vita. Un uomo, però, non scelto
da lei… Ma domani l’avrebbe rivista…a qualsiasi
costo!
- Hijiri?! – chiamò una voce alle sue spalle.
Masumi era entrato e lui, assorto com’era, non lo aveva
neanche sentito.
-Mi…mi scusi, signor Hayami –
balbettò – ero soprappensiero…
Masumi lo
scrutò in volto.
- Stai bene? Sei pallido come un cencio…
-
- Sì, signore…grazie. -
Si ricompose. Non si
sentiva sleale verso Masumi. Sapeva bene, infatti, che l’uomo
subiva quel matrimonio, vittima anche lui, come Shiori, di accordi
presi tra due famiglie che usavano i matrimoni come semplici
contratti d’affari.
Masumi si sedette sulla sua poltrona e
fece cenno a Hijiri di sedersi di fronte a lui.
- Allora,
raccontami cosa è accaduto ieri, fin nei minimi particolari.
-
Hijiri fece un resoconto dettagliato. Il messaggio di Maya alle
quattro del mattino, il loro incontro, la richiesta di lei, le sue
raccomandazioni riguardo la lettera, l’importanza ch’ella
le attribuiva, il suo atteggiamento, il suo insolito saluto.
Man
mano che il giovane parlava, in Masumi cresceva l’apprensione:
perché Maya gli aveva scritto? Cosa diceva quella lettera?
Perché lui non doveva leggerla se non un paio d’ore
prima della rappresentazione della Dea scarlatta di Maya? Era forse
per quella lettera, che la ragazza era ancora sveglia a quell’ora
della notte, quando lui era passata sotto casa sua? E, soprattutto,
perché mai si era apprestata a rivolgere a Hijiri quel saluto
che molto somigliava ad un addio? Che avesse scoperto tutto?
Impossibile!?
-Dov’ è questa lettera? –
sussurrò, passandosi una mano tra i capelli; poi, vedendo
l’esitazione negli occhi del suo interlocutore, aggiunse –
no, non temere; la leggerò quella sera stessa. Si farà
come Maya desidera. -
Hijiri prese la lettera dalla sua valigetta
e la mise sul tavolo, di fronte a Masumi.
La busta era grande, il
suo contenuto sembrava consistente.
Hijiri non aveva alcun
desiderio di trattenersi oltre, aveva bisogno di rimanere solo;
perciò lo salutò e se ne andò, lasciandolo
assorto nei suoi pensieri.
Masumi prese la lettera tra le mani;
osservò l’elegante e minuta scrittura
dell’intestazione della lettera, accarezzò con il
pollice il nome di lei e ne aspirò il profumo che ne emanava.
Quanto avrebbe voluto lacerare quella busta e leggerne subito il
contenuto! Ma, per quanto gli costasse, doveva rispettare il
desiderio di Maya. Sospirando, ripose la lettera nella sua
ventiquattr’ore, persuaso che, da allora, fino al momento in
cui l’avrebbe letta, concentrarsi su qualunque altra cosa, di
giorno come di notte, sarebbe stata un’impresa ardua.
Era
ormai sera quando Hijiri ritornò al suo appartamento. Si
diresse verso la sua camera, si tolse la giacca che lasciò
cadere sulla poltrona e si distese sul letto; gli occhi chiusi, le
membra rilassate.
Ripensò all’ultima parte del
pomeriggio. Era legato da un vincolo di gratitudine impagabile alla
famiglia Hayami; tuttavia, non si sentiva un traditore di quel
vincolo. Masumi non amava Shiori; lui, l’uomo - ombra,
conosceva bene chi e perché voleva a tutti i costi quel
matrimonio. Shiori meritava altro; certo, formavano una bella coppia,
ma non si amavano: che vita avrebbero avuto quei due insieme, e
soprattutto la sua Shiori? Non poteva neppure detestare Masumi; lo
riteneva, a suo pari, una vittima delle circostanze. Poteva ben
comprendere l’amore silenzioso di Masumi per Maya: entrambi,
anche se per motivi diversi, erano diventati uomini - ombra per le
donne che amavano. Karato lo aveva detto a Masumi: “ognuno di
noi è maldestro in amore”.
Il cuore ritrovava
l’antico calore al solo pensiero che lei non lo avesse
dimenticato, al ricordo della sua dolce carezza sul viso. E
subito dopo, insorgeva l’antico tormento: se l’amore di
lei fosse sopravvissuto al tempo, che vita poteva offrirle un uomo -
ombra? Non era cambiato nulla da quando se n’era andato. A
dispetto dei loro sentimenti, che possibilità c’era ,
per loro, di essere felici? Nessuna! Scosse la testa per scacciare
quel pensiero doloroso e promise a se stesso che questa volta non
sarebbe fuggito, come allora. Avrebbe raccontato a Shiori tutta la
verità, tacendole solo il contributo del nonno nella sua fuga.
Karato sapeva, infatti, che, per quanto Shiori fosse dolce, avrebbe
fatto fatica a perdonare il vecchio signore.
- continua -