Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

La Lettera

By Luna

Parte 16^

Il sole era ormai tramontato e le ombre della sera si allungavano sul paesaggio circostante vestendo ogni albero, ogni cespuglio con il colore della notte. Il cielo era illuminato qua e là da vari bagliori, annuncio del temporale ormai vicino.
Masumi aveva lasciato la macchina poco distante; aveva guidato fino al punto in cui la fitta vegetazione lo consentiva. Aveva dunque proceduto a piedi per un breve tratto. Il vento contrario che faceva sentire la sua voce cupa tra le piante, lo investiva con forza, sferzandogli il viso e facendogli aderire gli abiti al corpo. L’uomo procedeva speditamente, finché, d’un tratto, si fermò, come indeciso sulla direzione da prendere; infine, riprese il cammino e si arrestò poco dopo, dinanzi ad una costruzione antica, circondata dalla fitta vegetazione. Era giunto al vecchio tempio. Il respiro era affannoso, per la corsa e la pena del cuore. E se Maya non fosse stata lì? Dove sarebbe andato a cercarla? Posò la mano sulla porta dal legno ormai scolorito e, a tratti, marcio. Spinse leggermente ed essa si aprì con un leggero cigolìo. La richiuse piano e aspettò che i suoi occhi si abituassero alla maggior penombra; infine, lasciò vagare lo sguardo nella piccola stanza. In fondo, rannicchiata in un angolo, con la giacca sulle spalle, le gambe strette al petto e la testa reclinata sulle ginocchia, c’era Maya. La luce di una piccola candela, posta nell’angolo opposto della stanza, ne illuminava fiocamente la figura.
L’emozione intensa  e la tenerezza che provò nell’averla finalmente trovata e nel vederla raggomitolata su se stessa come un cagnolino abbandonato, gli fecero salire le lacrime agli occhi. Rimase per un attimo immobile, infine deglutì e, cercando di non fare rumore, si avvicinò a pochi centimetri da lei. Maya si era appisolata e non si era accorta di non essere più sola.
-Maya – chiamò sommessamente.
Nessuna risposta.
-Maya – ripeté, poggiando lievemente una mano sulla sua spalla scuotendola leggermente.
Maya si ridestò, sobbalzando. Sollevò lo sguardo  e lo riconobbe. Con un balzo fulmineo si alzò in piedi.
- Cosa fa lei qui?! Come mi ha trovata?! Se ne vada e torni dalla sua fidanzata! Cosa vuole da me?! – la voce sferzante di lei lo investì in pieno, lasciandolo senza parole, ma fu un attimo.
- Aspetta Maya…- prese a dire dolcemente – lascia che ti spieghi…- mormorò alzando  i palmi delle mani verso di lei, come a voler arrestare quel fiume in piena.
- NO!! Non voglio ascoltarla! Non voglio sentire la sua voce!! – urlò portandosi le mani alle orecchie - Se ne vada e mi lasci sola!...- concluse , con voce tremante.
Masumi le si avvicinò, quasi sovrastandola, le prese i polsi e, delicatamente ma con decisione, le tolse le mani dalle orecchie e gliele trattenne lungo i fianchi.
-Mi lasci! – cercò di divincolarsi Maya.
- Ora basta! –la voce decisa e ferma di Masumi riecheggiò nella stanza – prima mi scrivi una lettera in cui mi dici che mi ami, poi, priima di darmi il tempo di dire la mia, scappi e mi costringi a rincorrerti per tutta Tokyo e dintorni. Finalmente ti trovo, ti dico che voglio parlarti e dici che non vuoi neanche sentire la mia voce?! Eh no, ragazzina! Adesso mi ascolterai, fino alla fine! – concluse.
Maya sollevò lo sguardo su di lui, gli occhi lucidi e le labbra che tremavano, l’espressione di un cerbiatto braccato e stretto in un angolo.
Perché non capiva? Non poteva ascoltare quello che sicuramente aveva  da dirle: che doveva smetterla di comportarsi come una bambina, che doveva tornare a casa e trovarsi qualche ragazzo della sua età…Sakurakhoggi magari…che lui aveva undici anni più di lei, una donna meravigliosa che stava per sposare e tante questioni importanti da risolvere…
Masumi, vedendo il visetto pallido e quell’espressione tormentata, si sentì sommergere di tenerezza e, senza lasciarle i polsi, l’attirò a sé, infine mormorò:
-Ti prego, amore…devi ascoltarmi… -
Maya, con il viso contro il petto di lui, spalancò gli occhi e trasalì a sentire quella parola e rimase in silenzio.
- Io non sono più fidanzato. Io e Shiori ci siamo lasciati…Qualche sera fa Hijiri era venuto a consegnarmi la tua lettera, ma io avevo dovuto allontanarmi dal mio ufficio. Lì mi aspettava Shiori che era venuta a farmi una sorpresa e si sono incontrati. Hijiri è stato il primo amore di Shiori; si sono rivisti e hanno scoperto di amarsi ancora. Ero felicissimo per loro e per me, perché io non amo Shiori; ho sempre amato solo te; avevo acconsentito a questo matrimonio solo perché ero convinto che mai avresti potuto amarmi e dimenticare il male che ti ho fatto in passato…La sera della tua prima sono dovuto andare a parlare con il nonno di Shiori e siamo tornati appena in tempo per assistere allo spettacolo…non ho avuto modo di leggere la tua lettera. Dopo lo spettacolo, quando tu ci hai visti parlare con i giornalisti, hai frainteso…erano stati invitati lì per annunciare la rottura del nostro fidanzamento…sono rimasto impietrito quando ho visto come mi guardavi e quando sei scappata…ma non avevo capito il perché…poi, a casa, ho letto la tua lettera. Sarei venuto subito da te, ma era notte fonda; ho compreso il senso della tua fuga dal teatro solo vedendo il tuo biglietto questa mattina. Allora ti ho cercato a casa tua e poi Rei mi ha messo in contatto con la signora Tsukikhagge; sono andato da lei ed è stata lei ad aiutarmi a capire dove cercarti…e sono corso qui.-
Masumi tacque, le lasciò i polsi e l’abbracciò stretta.
Maya lo aveva ascoltato senza fiatare. Shiori e Hijiri?! Masumi libero…che amava lei…e l’aveva sempre amata…non poteva credere che tutto fosse vero. La signora Tsukikhagge…lo aveva aiutato a trovarla… Pensieri simili le si accavallavano nella mente mentre le lacrime le solcavano il volto.
-Come…faceva…la signora Tsukikhagge…a sapere…dov’ero? – replicò con voce rotta
-Non lo sapeva, amore mio…-
A quelle parole, Maya chiuse gli occhi e lo abbracciò a sua volta…non aveva capito male, allora…Lui l’amava, amava proprio lei, sul serio…
-Mi ha detto: “se tu fossi convinto che Maya ama un altro e dovessi ritornare in un luogo in cui vi siete sentiti molto vicini, per dirle addio dentro di te per poi lasciarla andare, dove ti recheresti?” Ed io ho pensato a questo vecchio tempio, dove hai dormito tra le mie braccia, dove ti ho dato il primo bacio, mentre dormivi. Ho pensato che se mi amavi come ti amavo io, non potevi essere che qui…- concluse.
Maya alzò gli occhi ancora umidi sul suo volto. Sebbene la luce fosse fioca nella stanza, ne distingueva il volto stanco e tirato, ma gli occhi lucenti e teneri, pieni d’amore per lei.
-Mi hai baciata? – chiese con un filo di voce – non me ne sono accorta – concluse mentre le gote s’imporporavano, riprendendo colore.
-Certo…- mormorò lui – stavi dormendo…- poi chinando il volto verso di lei,  quasi labbra contro labbra, concluse – ma posso rifarlo, adesso che sei sveglia…-
Maya socchiuse gli occhi, aspettando che le labbra di lui sfiorassero le proprie e, intanto pensava che il cuore, che le batteva all’impazzata, sarebbe esploso, appena ciò fosse successo.
Il suo cuore non esplose, né durante quel bacio, né durante i seguenti, appassionati , che seguirono; sentiva le proprie braccia risalire sul petto di lui e allacciarsi alla nuca, come animati di vita propria, il fluire del suo sangue, divenire più rapido e caldo e le ossa che sembravano sciogliersi, mentre, dimentica di tutto, metteva tutta se stessa in quell’abbraccio.
Rimasero poi stretti l’uno all’altro fin quando uno strano lampo squarciò le tenebre del cielo rompendo, in modo quasi sinistro, l’oscurità della stanza.
Maya sussultò ed entrambi si diressero verso la piccola finestra dalle imposte cadenti del vecchio tempio.
-Presto scoppierà un temporale – sussurrò Masumi – e questa notte si gelerà qui dentro. Potremmo raggiungere la macchina velocemente…non è molto lontana da qui…e recarci all’albergo che si trova tra la valle e la città – concluse.
-Un albergo…qui?! – esclamò esterefatta Maya –
-Sì , ci ha soggiornato mio padre, prima di smarrirsi ed essere ospite della signora Tsukikhagge. Si tratta di un albergo di prestigio, per persone che vogliano trascorrere un periodo rilassante in queste zone incontaminate. Di solito è frequentato in primavera e in estate; non credo che troveremo difficoltà a pernottare lì,  in autunno ormai inoltrato.
La notte in albergo…insieme…un brivido percorse la schiena di Maya.
Con decisione, strinse la mano di Masumi che teneva la sua.
-Andiamo allora – replicò – dammi solo un minuto per raccogliere le mie cose.
Senza aspettare altro, Maya e Masumi lasciarono in pochi minuti il tempio e si diressero velocemente alla macchina di lui, a breve distanza.
I bagliori nel cielo continuavano, annunciando l’arrivo del temporale.

Come previsto da Masumi, l’albergo, in quel periodo, non era affollato e l’impiegato della reception non ebbe difficoltà a trovare una sistemazione per loro due. Alla domanda se volevano una stanza o due, fu Maya a rispondere prontamente:
-Una sola stanza, prego -
I loro sguardi s’incrociarono e quello che ciascuno lesse negli occhi dell’altro fu sufficiente ad accelerare i battiti dei loro cuori.
In capo ad un’ora, il temporale esplose in tutta la sua violenza e si protrasse per buona parte della nottata.
Maya e Masumi, però, non se ne curarono. Dormivano placidamente nel grande letto matrimoniale della loro stanza, l’una nelle braccia dell’altro, con un sorriso sereno sulle labbra, certi che ormai niente e nessuno avrebbe potuto mai separarli.

- FINE -

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