Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
La Lettera
By Luna
Parte 15^
Masumi
corse per far uscire l’auto dal garage e dirigersi immediatamente
a casa di Maya. Le poche righe del bigliettino gli danzavano ancora
dinanzi agli occhi:
Signor Hayami,
le chiedo scusa per il disagio che i miei sentimenti espressi nella lettera che le ho mandato possano averle provocato.
Auguro a Lei e alla sua fidanzata tutta la felicità che desidera il vostro cuore.
Maya
Ora Masumi capiva.
“ Ecco perché è scappata a quel
modo…avrà pensato che avessi letto la lettera prima dello
spettacolo, come aveva chiesto; che, nonostante questo, avessi deciso
di convocare una conferenza stampa…ma per cosa? Confermare
la data del matrimonio? Assicurarmi un servizio fotografico per
l’occasione? O chissà che altro! Avrà concluso che
non m’importasse niente di lei e di ciò che
provava…si sarà sentita umiliata e disperata…ma
possibile che io non riesca a fare altro che ferirla? Ma come hai
potuto pensare Maya che, se anche non provassi niente per te, avrei
agito in modo tanto crudele e spregevole da approfittare, proprio
di quella sera, per dare un annuncio simile, dopo ciò che mi hai
scritto?! Ma cosa credi?! Ho un’anima e un cuore anche io!!”
Pur rimproverandole in cuor suo di averlo creduto un essere tanto
insensibile, Masumi sperava con tutta l’anima di poterle parlare
al più presto, affinché potessero spiegarsi e porre
fine al dolore di entrambi.
Parcheggiò velocemente nel vicolo su cui si affacciava
l’appartamento di Maya e Rei e salì le scale di corsa,
infine, suonò ripetutamente il campanello.
Rei, ancora assonnata e in pigiama, si affacciò sulla porta.
Riconoscendo il signor Hayami spalancò gli occhi e
avvampò, pensando al suo abbigliamento e ai capelli in disordine.
Masumi se ne accorse a malapena.
-Scusami se ti ho svegliata Rei. Ma è importante…posso parlare con Maya?
Rei ebbe bisogno di qualche istante per mettere a fuoco mentalmente quanto Hayami le stava chiedendo.
-Maya?- ripetè con la voce impastata di sonno – ma Maya non è qui, signor Hayami.
-Non è qui?! E dov’è?! – chiese Masumi alzando la voce.
-Entri, signor Hayami – disse Rei, facendosi da parte.
Quando la porta si richiuse, Rei prese il biglietto di Maya e lo mostrò a Masumi.
-Quando mi sono svegliata, non era già qui e mi ha lasciato questo biglietto. Lo legga.
Ciao Rei, scusami ma devo assentarmi per qualche giorno. Tornerò presto. Non preoccuparti per me.
Maya
Masumi lesse il biglietto e con lo sguardo disperato fissò gli occhi della ragazza.
- Ma dove può essere andata Rei?! – replicò con la voce che tremava.
Rei si portò la mano al viso. Ma perché diavolo Masumi
Hayami era lì, a quell’ora del mattino, a cercare Maya e
si preoccupava di non trovarla a casa? Aveva sempre pensato che fra
quei due, dopo il soggiorno di Maya alla Valle dei Susini fosse
successo qualcosa, ma non aveva mai chiesto nulla alla sua migliore
amica. Aveva sempre rispettato i suoi silenzi e non aveva mai
considerato Hayami un “essere spregevole” come lo definiva
Maya; secondo lei, l’uomo che aveva di fronte teneva molto alla
piccola ribelle con cui condivideva l’appartamento da diverso
tempo.
Lo sguardo di Masumi implorava una risposta e Rei accantonò i suoi pensieri.
-Non saprei, signor Hayami – cominciò –Maya si
allontana spesso da casa per calarsi nel personaggio che dovrà
interpretare…ma al momento, non è impegnata in altri
spettacoli. Ha finito appena ieri…Ma fossi in lei non mi
preoccuperei – concluse, sorridendo – tornerà presto.
Masumi afferrò la ragazza per le braccia.
- Ti prego Rei! Aiutami a trovarla! Non ho tempo per spiegarti, ma non
è come le altre volte! – poi, accorgendosi del suo gesto e
dello sguardo spaventato della ragazza, la lasciò andare.
-Scusami – continuò – è che…devo
trovarla Rei. Chi può sapere dov’è? Sakurakhoggi?
La signora Tsukikhagge?
Rei comprese che qualcosa doveva essere successo la sera prima,
qualcosa che lei non sapeva e che legava Maya a Masumi Hayami: la fuga
della ragazza e l’arrivo di lui a quell’ora del mattino ne
erano una prova.
-Forse la signora Tsukikhagge…- mormorò la ragazza
– Aspetti – continuò – la chiamo subito e poi
l’accompagnerò da lei. -
-Non preoccuparti Rei – replicò – conosco
l’indirizzo della signora. Chiedile solo se può ricevermi
ed io mi recherò subito a casa sua. -
Rei compose il numero di Chigusa. Maya non era passata da lei e non
sapeva dove potesse essere; ma avrebbe ricevuto il signor Hayami, anzi,
lo attendeva con ansia, a causa dell’improvvisa sparizione della
sua protetta.
Dopo circa un’ora, Masumi Hayami parcheggiava all’ingresso
del viale, interdetto alle auto, che conduceva alla residenza di
Chigusa Tsukikhagge. La casa della donna sorgeva fuori Tokyo, vicino
alla sorgente termale di Yugawara: una zona paradisiaca, lontana dai
rumori e dalla congestione della grande città, ricca di bellezze
naturali e di stradine graziose, luogo decisamente adatto al carattere
contemplativo e schivo di Madame Tsukikhagge.
Al suono della campanella situata presso il piccolo cancello, apparve,
quasi dal nulla, il fedele Genzo che lo salutò cordialmente,
comunicandogli che era atteso.
Percorso il piccolo giardino ed entrato in casa, trovò Chigusa che lo attendeva nel grande soggiorno.
Appena entrato, Genzo li lasciò.
-Cosa succede signor Masumi? – chiese subito la signora,
lasciando da parte i soliti convenevoli – cosa è successo
a Maya?
Masumi le raccontò gli avvenimenti dell’ultimo periodo: la
lettera di Maya, la sua scoperta dell’identità del
Donatore di Rose, la fine del suo rapporto con Shiori, la sua
impossibilità di leggere la lettera, l’equivoco in cui era
caduta Maya, il biglietto che accompagnava il mazzo di rose e,
naturalmente, il suo amore per la ragazza.
Chigusa Tsukikhagge lo ascoltò fino in fondo. Infine, sorrise e disse:
-Avevo compreso da tempo che fosse lei, Masumi, il misterioso Donatore
di Rose che sosteneva Maya; avrebbe dovuto rivelarsi da tempo, anche se
comprendo i motivi che le hanno impedito di dichiararsi. Come ormai sa,
Maya l’ama da molto tempo. Lei mi aveva parlato, laggiù
alla Valle dei Susini, del suo amore ed io, pur non essendo del tutto
certa di chi Maya amasse, l’avevo esortata a combattere per lui.
Dapprima, entrambi vi amavate senza sapere e, forse neanche sperare, di
essere corrisposti; ora, lei Masumi è in una posizione
invidiabile: ama ed è riamato. La piccola Maya, invece, pensa di
vivere un amore impossibile; ama con tutta se stessa un uomo che crede
appartenga ormai ad un’altra…Non so dove possa essere, ma
sicuramente lei sì Masumi… - concluse Chigusa.
-Io?! – replicò Masumi – no, non ne ho la minima idea…Non so più dove cercarla! –
- Rifletta Masumi – riprese in tono pacato –Maya pensa di
aver perduto per sempre l’uomo che amava e in cuor suo
sente che deve trovare il modo per rinunciare a lui. E lo farà
tornando nel luogo in cui voi due avete condiviso un momento
importante, che vi ha portato ad essere incredibilmente vicini…
Masumi continuava a guardare il volto di Chigusa mentre la risposta che
egli cercava al di fuori di sé, gli veniva suggerita dal suo
stesso cuore, sulla scia delle parole della donna che Maya considerava
la sua seconda madre.
- Se lei Masumi pensasse di aver perduto Maya per sempre, perché
innamorata di un altro, e dovesse trovare il modo di ritrovare un
momento speciale vissuto con lei per poi lasciarla andare per sempre,
dove ritornerebbe per rivivere quel momento così importante per
entrambi? – chiese Chigusa.
Le iridi azzurre si spalancarono e l’uomo balzò in piedi.
Uno solo poteva essere quel posto. Se Maya lo amava tanto quanto lui
amava lei, non poteva essere che là!
Chigusa si alzò a sua volta.
-Signora Tsukikhagge…- mormorò Masumi - ora so dove è Maya!
Chigusa lo prese maternamente per le spalle, poi mormorò:
-Allora vai a riprendere il tuo cuore Masumi e…riporta qui la mia bambina.
Masumi guardò Chigusa e comprese il grande amore materno che
legava la vecchia signora alla giovane donna che gli aveva rubato il
cuore.
-Non ne dubiti signora Tsukikhagge, gliela riporterò e torneremo
qui…insieme – replicò a voce bassa Masumi. Poi,
come per salutarla, pose la sua mano su quella di lei, che ancora
indugiava sulla sua spalla. – Grazie… - mormorò
infine, prima di lasciare la casa.
- continua -