Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
La Lettera
By Luna
Parte 13^
La conferenza stampa dei giornalisti con Masumi Hayami e Shiori Takamiya era ormai terminata.
I due giovani si incamminarono senza indugio verso il parcheggio per
ritirare l’automobile e dirigersi verso la residenza di Shiori,
appena fuori Tokyo.
Per qualche tempo, nessuno dei due parlò, ciascuno rifletteva sugli ultimi momenti di quella lunga serata.
La donna appariva visibilmente sollevata; quasi non credeva che tutto
si fosse risolto nell’arco di una giornata. Un capitolo della sua
vita volgeva al termine e un altro, radioso, aveva inizio. E ciò
era dovuto, per buona parte, alla diplomazia e alla
disponibilità di Masumi Hayami.
-Ti sono debitrice, Masumi – iniziò Shiori, con voce
sottile, tanto simile al canto di un usignolo – Sei riuscito a
risolvere la “nostra” intricata situazione personale nel
breve spazio di una giornata. Io mi sarei persa e contraddetta molte
volte per rispondere alla raffica di domande di quei giornalisti. Tu
invece sei riuscito a mantenerti calmo e lucido, anche quando hanno
tentato di provocarti per sapere le reali motivazioni che sono alla
base della rottura del nostro fidanzamento. Senza di te, non ce
l’avrei mai fatta…- riconobbe, infine, scuotendo la testa.
-Credo che tu sia portata a sottovalutarti Shiori –
replicò Masumi – io, invece, ho ammirato la risolutezza e
la decisione con cui hai affrontato tuo nonno, dicendogli, senza molti
giri di parole, che la decisione era stata presa e che niente ci
avrebbe indotto a mutarla. Da quando ti conosco, è la prima
volta che vedo tanta determinazione nelle tue parole…
-E’ perché non sono più sola. Karato è
sempre con me e il suo pensiero e il suo amore mi danno il
coraggio che a me mancherebbe…
Masumi sospirò. Pur essendo sollevato al pari di Shiori,
un’ombra pesava sul suo animo: perché Maya era fuggita a
quel modo? Perché lo aveva guardato con quel dolore immenso
negli occhi? Tutti i suoi dubbi potevano essere chiariti da quella
benedetta lettera che ancora custodiva nella ventiquattrore che aveva
con sé?
Come a fare eco ai suoi pensieri, Shiori commentò:
-Ad ogni modo, la conferenza stampa è andata meglio del
previsto…mi ha sorpreso però vedere Maya Kitajima nella
sala del teatro ormai deserto…e poi… Perché
è scappata così? Non comprendo…
Masumi si era appena avviato lungo il viale alberato che conduceva al
cancello di ferro battuto, finemente lavorato, della residenza Takamiya.
-Non so spiegarmelo neanche io Shiori…- replicò sommessamente – ma cercherò di scoprirlo.
L’accompagnò fino al grande portone e infine si
congedò, stringendole affettuosamente le mani, prima di suonare
al pesante cerchio di ferro che pendeva dalla bocca del leone di
ottone, ornamento del grande portone in legno massiccio. Il
maggiordomo venne ad aprire e salutò con molto garbo il signor
Hayami, il quale declinò con altrettanta gentilezza
l’invito a trattenersi. Entro quella sera, ogni tassello della
sua vicenda con Maya doveva andare al suo posto. Salì in
macchina e si diresse verso Tokyo alla volta dell’appartamento di
Maya; era ormai un rito, quello; prima di rientrare, attraversava la
strada per vedere se riusciva a scorgerla e accertarsi che fosse
a casa, al sicuro. Questa notte con maggior apprensione delle altre
volte, considerata la fuga della ragazza e data l’ora tarda: le
due del mattino.
Giunto sotto la finestra che dall’appartamento dava sulla strada,
scorse dietro le tendine, l’esile figura di Maya. Ebbe
l’impulso di scendere e suonare il campanello, ma pensò
che doveva, prima di vederla, leggere quella lettera e poi era bene
lasciarla tranquilla: la sua giornata era stata ricca di così
tante emozioni …
Ripartì silenziosamente e, più velocemente che
poté, ritornò a casa Hayami e andò subito in
camera sua. Ormai, non poteva più aspettare. Si tolse la giacca
e la cravatta, slacciò il primo bottone della camicia e si
sedette sul letto, sul quale aveva già posato la ventiquattrore;
l’aprì ed estrasse la lettera, insieme al tagliacarte che
sempre portava con sé. Delicatamente, aprì la busta e,
con mani tremanti, aprì i fogli ripiegati in quattro sui quali
spiccava la calligrafia minuta di Maya; iniziò a leggere; il
cuore prese a battergli furiosamente nel petto, già dalle prime
righe:
Mio caro Donatore di Rose,
o forse dovrei chiamarla con il suo
vero nome? Io so bene ormai che Lei altri non è che Masumi
Hayami, il Presidente della Daito Art Production.
Ho deciso di scriverle questa lunga
lettera per i motivi che comprenderà leggendola e le chiedo di
perdonarmi se la chiamerò per nome dandole del tu, come
Lei ha sempre fatto con me.
Ti chiederai Masumi quando ho scoperto chi eri e perché non te ne ho mai parlato apertamente.
Ho scoperto la tua identità
dopo lo spettacolo di Lande dimenticate. Rammenti? Il signor Hijiri mi
aveva annunciato che il mio Donatore sarebbe venuto la sera della
prima; ci tenne ad assicurarmi che egli è persona che
adempie sempre alle sue promesse. A causa del tifone, però,
l’unico spettatore fosti tu e quando mi meravigliai di vederti,
dicesti che non potevi mancare, dato che ti avevo invitato e
tu mi avevi promesso che saresti venuto! Promesso! Non
potevo credere che tu, il Presidente della Daito Art Production,
l’uomo senza cuore che credevo, avesse rischiato la vita per
mantenere una promessa fatta a me! A Maya Kitajima! Una ragazzina di
così poco conto…
Ci furono diverse repliche dopo quella sera.
Durante la premiazione del
Festival delle Arti, il mio Donatore mi fece pervenire un mazzo
di rose scarlatte, accompagnate da un biglietto…poche parole che
mai potrò dimenticare “…la sua ragazza lupo Jane in
Lande dimenticate è stata meravigliosa…la scena in cui si
è svegliata alla consapevolezza della sua umanità, mentre
stringeva forte il foulard azzurro di Stewart è stata
commovente.” E lì compresi: il foulard azzurro venne usato
solo la sera della prima, quando Masumi Hayami era l’unico
spettatore; durante tutte le altre repliche, il foulard era
rosso! Non potevano esserci dubbi. Il Donatore di Rose, la
persona più cara al mondo altri non era che l’uomo che
credevo disumano, tanto da umiliarmi in tutte le occasioni, pur di
ferirmi. Non avevo mai compreso che agivi per incoraggiarmi, per
spingermi a migliorarmi, come la sera della prima di Isadora ; fu
quella scena di me che , come Jane, incitata da te, strappavo la carne
dalle tue mani, che mi guadagnò tanta popolarità e fece
registrare il tutto esaurito in tutte le repliche di Lande dimenticate.
Fu parlando con Mizuchi e con il regista Kuronuma che cominciai
veramente a comprendere le ragioni del tuo agire. E non era certo la
prima volta. Lo avevi fatto anche per Sogno di una notte di mezza
estate e per Le due Regine e mille altre volte ancora e non come
Donatore di Rose ma come Masumi Hayami. Non ho mai capito nulla e ti ho
sempre oltraggiato, ferito, denigrato e ingiuriato e questo non
potrò mai perdonarmelo. Mai!
Ma quella sera, dopo che piansi tutte
le mie lacrime, cominciai finalmente a comprendere, andando con la
memoria a quanto sostegno mi avevi dato e a quanto non lo meritassi. E
oltre a quello eri anche il mio Donatore…Quanto ero stata
stupita e cieca!
Non ti ho mai detto, prima di adesso,
che conoscevo il tuo segreto. Non ne ho avuto il coraggio; avevo paura
di perderti. Aspettavo sempre e speravo dentro di me che tu arrivassi a
confessarmelo. Ma non lo hai mai fatto; avrai le tue buone ragioni, ma
io non so ancora quali esse siano.
Il motivo, però, di questa
lunga lettera non è il mio Donatore di Rose, anche se a lui sono
legata da gratitudine eterna; ma sei tu Masumi. E ora, viene la parte
più difficile…
Io lo so che sono una ragazzina, come
dici tu, ingenua e inesperta su tante cose del tuo mondo, e
riesco ad essere me stessa solo sul palcoscenico; per il resto, non
sono bella, né particolarmente colta e mi comporto come un
maschiaccio e non come si conviene ad una ragazza; so anche che tu sei
fidanzato con una donna che è l’esatto mio contrario:
bella, ricca, colta, aggraziata, che sembra fatta apposta per te…
E, nonostante questo, mi sono
innamorata di te. Io ti amo moltissimo Masumi, con tutta me stessa e,
purtroppo…senza alcuna speranza.
Non saprei dirti quando mi sono
innamorata di te; me lo sono chiesto anch’io molte volte senza
riuscire a darmi una risposta
Ma so che ne divenni
consapevole quando seppi che Shiori Takamiya era una delle candidate al
tuo matrimonio e una sera vi vidi insieme. Non credevo che si potesse
soffrire così tanto e non capivo neanche il perché di
tanto dolore.
Perché m’importava
così tanto che presto ti saresti sposato? Non c’è
alcuna ragione, mi dicevo allora.
Tutto mi divenne chiaro quella notte
al tempio…ecco perché piangevo. Quella notte, trascorsa
tra le tue braccia è stata la più bella della mia vita.
Non potrò mai dimenticarla…Da allora in poi, non hai mai
abbandonato il mio cuore e i miei pensieri. Speravo sempre di vederti,
anche se solo da lontano e avrei tanto voluto trascorrere del tempo con
te; ma non era mai possibile.
La sera in cui la signora Tsukikhagge
interpretò la Dea Scarlatta, ne stavo ammirando le vesti di
scena, quando mi sembrò di sentirmi librare leggera, lontano dal
luogo in cui ero, fino a raggiungere te : le nostre anime
s’incontrarono, anche se solo per brevi istanti.
Tu eri la mia anima gemella,
l’altra parte di me, almeno così credevo, ma poi…
Quella sera…fu terribile per me. La sera del tuo
fidanzamento…mentii dicendo che ero venuta a congratularmi; in
verità ero venuta a dichiararti i miei sentimenti, a lottare per
il mio amore, come mi aveva consigliato la signora Tsukikhagge,
ma era troppo tardi: ti avevo perso, ormai irrimediabilmente. Da allora
si sono aperte le porte del dolore per me; niente mi dà
più serenità, né gioia; anche il teatro, il solo
luogo in cui riesco ad esprimere realmente me stessa, riesce a darmi la
forza di cui ho bisogno. Kuronuma non è molto soddisfatto di me;
credo che si chieda che fine abbia fatto la Maya che ha interpretato la
ragazza-lupo Jane. Non so neanche io dove sia finita, Al momento, sono
solo capace di soffrire …
Non ce la faccio Masumi; non posso
pensare che sarai di un’altra, che ti sposerai ed io ti
avrò perso per sempre. Lo so che succederà comunque,
perché tu non provi per me ciò che io provo per te,
ma almeno devi conoscere i miei sentimenti.
Ti prometto però che, la
sera della prima, mi sforzerò e ti darò la Dea Scarlatta
che speri. Interpreterò Akoya dandole i miei sentimenti:
ogni parola, ogni sguardo, ogni gesto che la mia Akoya rivolgerà
ad Isshin saranno per te, solo per te. Ecco perché ho chiesto al
signor Hijiri di chiederti di leggere questa lettera un paio
d’ore prima dello spettacolo: affinché tu sapessi questo.
Ti dissi, quella notte al tempio, che speravo di poterti dare una Dea
Scarlatta che potesse piacerti. Ora ti dico che ciò
che realmente spero è che la mia Akoya possa parlarti del mio
amore per te.
Con tutto il mio amore
Maya
Al termine della lettura della lunga lettera di Maya, Masumi aveva gli
occhi pieni di lacrime e il cuore che galoppava impazzito.
Maya sapeva…sapeva chi era, aveva compreso in modo completo qual
erano stati i suoi intenti come Donatore di Rose, aveva taciuto per
tanto tempo sperando che lui trovasse il coraggio di dichiararsi e,
alla fine, lo aveva fatto lei ; non lo odiava, ma - incredibile!
– lo amava, di un amore silenzioso, totale e “senza
speranza” – pensava lei – e per questo soffriva
in modo straziante, ritenendosi inadatta e non corrisposta. Annullato
quindi, tutto il male che le aveva fatto…anzi, lei riteneva di
non potersi perdonare per le volte che lo aveva ferito…Lei lo
amava. Ed era questa quella che lui si ostinava a chiamare ragazzina?!
Era una donna ormai, altro che storie!
Ritornò a leggere la lettera, parola per parola e, infine, se la
strinse al petto e si lasciò andare ad un pianto liberatorio,
come fosse stato un bambino. Maya ricambiava in pieno i suoi
sentimenti…incomprensibilmente e meravigliosamente…lo
amava!
Si alzò di scatto. Doveva andare da lei! Subito! Si rimise in
fretta la giacca, quando l’orologio a pendolo segnò le
ore: erano passate le tre e trenta. Doveva attendere. Non poteva
presentarsi a quell’ora. Sicuramente, lei e Rei dormivano
già. Sospirò e si lasciò cadere sul letto, il
dorso della mano sulla fronte. Si sentiva come chi ha vissuto
nell’attesa di essere liberato da una prigione, che sa che il
momento tanto atteso è arrivato e vede già il cancello
aperto e la luce del sole a pochi passi che lo attende, ma gli
viene chiesto di aspettare ancora. Un solo mistero rimaneva da
sciogliere…perché Maya era fuggita in quel modo? Quel
dolore immenso nei suoi occhi…Per quale ragione? Ripensò
agli eventi…Non era successo nulla, eppure Maya era fuggita. Si
portò le mani al viso. Calma Masumi, calma. Tra qualche ora
saprai. Non appena fatto giorno, sarebbe andato da Maya e tutto si
sarebbe chiarito. Solo qualche ora ancora. La felicità che ti
attende, si disse, val bene ancora un po’ di attesa…
- continua -