Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

La Lettera

By Luna

Parte 10^

Il giorno delle ultime  prove per gli attori di Kuronuma coincideva con la prima di Ayumi e dei suoi.
Maya non aveva avuto occasione di vederla, presa com’era dalla sua Akoya.
Durante le prove – che si erano protratte per tutto il pomeriggio – l’avevano assorbita profondamente . Lei ormai non recitava più; non era più Maya a cercare di penetrare i sentimenti e la vita di Akoya, ma era divenuta Akoya stessa. Maya era la Dea Scarlatta, come le era successo nella Valle dei Susini.
Non voleva in alcun modo che qualcosa turbasse questo suo stato e perciò rimase concentrata per tutto il tempo che la separava dalla sua prima, diventando quasi estranea a tutto ciò che la circondava, con il pensiero rivolto al suo  Isshin: Masumi Hayami.
Le sue amiche le avevano comunque comunicato  - e, in alcuni casi, letto testualmente – gli apprezzamenti lusinghieri ed entusiasti che i critici più autorevoli e la stampa avevano elargito alla Dea Scarlatta di Ayumi e al suo genio.
La lettura di quegli articoli, da parte di Sayaka – sempre informatissima –l’avevano in parte  distolta dal suo torpore, provocandole un brivido, soprattutto alla notizia, del tutto naturale, che sia Masumi Hayami sia la signora Tsukikage avevano assistito allo spettacolo di Ayumi. Ma fu questione di attimi; riprese subito il suo controllo pensando che lei, Maya, aveva la sua Akoya e che era quella che gli spettatori, la sera stessa, sarebbero venuti a vedere e, tra loro, sicuramente, il suo Donatore di Rose.

Masumi era giunto in ufficio di buon’ora. Era un giorno importante, denso d’impegni, il primo dei quali di carattere personale. Aveva appuntamento con Shiori e bisognava prendere delle decisioni importanti. Quella sera, lui, il Presidente della Daito Art Production avrebbe presenziato con la sua fidanzata alla prima della Dea Scarlatta del regista Kuronuma, ultimo dei due spettacoli dimostrativi; sarebbe stata l’occasione ideale per dare l’annuncio della rottura del fidanzamento, vista la presenza dei rappresentanti delle più importanti testate giornalistiche del Paese. Non aveva detto nulla a suo padre; preferiva aspettare che la notizia venisse resa pubblica; altra cosa però, doveva essere la comunicazione alla famiglia Takamiya e quindi, al nonno di Shiori.
Un lieve bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri. All’invito ad entrare, la sua efficiente segretaria comparve sulla porta.
- Signor Hayami, le rammento le impegni della giornata. Tra quaranta minuti ha appuntamento con la signorina Takamiya; alle ore 11.00 A.M., il regista Kuronuma l’aggiornerà sullo spettacolo di questa sera; alle ore 12.00 A.M. ha un pranzo di lavoro con i componenti dell’Associazione Nazionale dello Spettacolo; alle ore 2.00 P.M. ha appuntamento con il regista Onodera; alle ore 4.00 P.M. incontrerà il Presidente della Commissione del Gran Premio delle Arti; alle ore 6.00 P.M. …
- No – la interruppe Masumi – annulli i miei appuntamenti dalle ore 6.00 fino alle ore 8.00 P.M.
Mizuchi lo fissò da sopra gli occhiali, con il suo sguardo penetrante; poi, tracciando due segni netti con la penna sul suo taccuino, disse:
- Come desidera, signor Hayami…Alle ore 8.00 P.M. si recherà alla residenza Takamiya e insieme alla signorina Shori presenzierà allo spettacolo dimostrativo della Dea Scarlatta del regista Kuronuma, presso il New National Theatre di Tokyo.
-Grazie Mizuchi, può andare – concluse Masumi, tornando ai documenti che stava consultando.
Mizuchi salutò con un lieve cenno del capo e fece un passo indietro per chiudere la porta; poi sembrò esitare e rimase in attesa.
-Sì? – chiese Masumi, senza alzare lo sguardo dallo scritto che sembrava leggere.
-Questa sera sarà la grande occasione di Maya Kitajima – prese a dire Mizuchi -…sarà tesa e preoccupata…le sarebbe certamente d’aiuto se il suo Donatore di Rose le facesse recapitare un bouquet di rose scarlatte, magari con un biglietto che le facesse coraggio…
 Masumi sollevò la testa e le rivolse uno sguardo fiammeggiante. Mizuchi chiuse piano la porta dietro di sé.

Shiori arrivò, puntuale come sempre. Annunciata da Mizuchi, entrò, a capo chino e, solo dopo che la segretaria ebbe richiuso la porta, osò rivolgere un timido sguardo verso Masumi.
L’uomo si alzò, sollecito, e le andò incontro, prendendole le mani tra le sue.
-Shiori carissima…Non so dirti quanto io sia felice per te…
-Masumi… - sussurrò Shiori, con voce tremante – perdonami! Io…non credevo che lo avrei ritrovato; io pensavo…di averlo perso per sempre…e poi…quando l’ho rivisto…ho capito che lo amavo come allora. Non è che io non ti apprezzi Masumi…ti ho davvero voluto bene, sinceramente, ma…
-…ma con lui è diverso…non è così?
-…sì, è così… - concluse lei, in un soffio.
-Ascoltami, mia cara. Non ho alcun risentimento; capisco perfettamente cosa provi; noi ci vogliamo bene, ci stimiamo, ma l’amore, quello vero, è un’altra cosa. Io lo so bene – sospirò Masumi.
-…Masumi…anche tu…allora…
-Sì, ma il mio è veramente senza speranza. Pertanto, sii serena Shiori e felice ed io, per quanto sarà in mio potere, vi aiuterò. Dobbiamo ora prendere delle decisioni…Vieni…andiamo a sederci sul divano… E’ necessario parlare subito con la tua famiglia e poi dare la notizia alla stampa. Certamente, la rottura del nostro rapporto avrà una vasta eco, ma credo che, per evitare inutili clamori, sarebbe il caso che noi, insieme, questa sera, dopo lo spettacolo, dessimo , insieme, la notizia che non ci sarà alcun matrimonio. Quando potremo comunicare a tuo nonno la nostra decisione? – chiese Masumi.
- Beh – prese a dire lei – questo pomeriggio…e quando altrimenti? Se questa sera ci sarà lo spettacolo…
-Sì – convenne Masumi – anch’io sono di quest’idea. E’ opportuno che ogni cosa venga chiarita prima possibile…Parlerò con tuo nonno nel tardo pomeriggio…, verrò a casa tua per tempo…
-Vuoi che gli anticipi qualcosa?
-No Shiori, lascia fare a me.
Shiori si alzò per congedarsi.
-Ora ti lascio…so che sono giorni densi d’impegni per te…Masumi caro, mi auguro che tu possa essere felice, come lo sono io…Dici che il tuo amore è senza speranza…lascia che ti dica che, quando si ama veramente…si trova sempre il modo per ritrovarsi…
Masumi sorrise, malinconico.
-A più tardi, Shiori.
Guardando la porta richiudersi, Masumi pensò che, certi miracoli, avvengono solo quando l’amore viene condiviso; e questo non era certamente il suo caso.
“Spero di riuscire a leggere la lettera di Maya prima dello spettacolo, come lei desidera…” –pensò.

Il sole volgeva ormai al tramonto quando Masumi, assolti gli impegni previsti, varcò il cancello della residenza dei Takamiya. Il maggiordomo lo introdusse nella sala azzurra della grande casa. Pochi minuti dopo, Shiori, elegante e raffinata come sempre, lo accolse con un sorriso.
-Mio nonno arriverà subito, Masumi…
Il nonno di Shiori appariva come un uomo fortemente legato alle tradizioni. Alto, magro, vestiva sempre con l’abito tradizionale giapponese; le ampie maniche, la barba, lunga e sottile, il viso scarno e gli occhi vigili e penetranti sotto le lunghe ciglia, lo facevano apparire come un vecchio shogun e, in quanto tale, aveva un incedere regale, che conferiva alla sua figura un’autorità senza tempo.
-Benvenuto Masumi – disse, materializzandosi quasi improvvisamente sulla porta della grande sala – mia nipote mi ha comunicato che avete qualcosa di molto importante di cui parlarmi…-
-Sì, signore – rispose Masumi, portandosi vicino a Shiori – noi ne abbiamo parlato a lungo e preso una decisione che riguarda il nostro futuro, ma essa coinvolge anche le nostre rispettive famiglie. Le anticipo che mio padre non ne è ancora a conoscenza; ho ritenuto che fosse doveroso parlarne prima con lei, signore.
Un sorriso sembrò aleggiare per un momento sul volto grave dell’anziano signore e il cenno di assenso del capo che seguì, fece comprendere quanto gradisse quel rispetto che le parole di Masumi gli conferivano.
-Bene allora, sediamoci – disse, accomodandosi sulla poltrona e facendo cenno ai due giovani di sedersi di fronte a lui – e parlate pure, figli miei.
-Io e Shiori – cominciò Masumi con voce ferma- come le dicevo, abbiamo parlato a lungo, negli ultimi tempi, riguardo il nostro matrimonio. Abbiamo imparato, da estranei che eravamo, a comunicare e a scambiarci i nostri pensieri e le nostre riflessioni con totale sincerità e siamo arrivati alla conclusione che , pur stimandoci molto e provando affetto l’uno verso l’altro, non possiamo sposarci. Non è nato tra noi quell’amore e quella dedizione che devono essere alla base di un matrimonio duraturo.
Il volto del vecchio Takamiya si trasformò, man mano che Masumi parlava, in  una maschera di ghiaccio; gli occhi due fessure e solo il tremore del mento ne palesava il tumulto interiore.
- Credo di non riuscire a comprendere il significato delle tue parole, Masumi…- disse, con voce incolore.
-In verità – intervenne Shiori – sono stata io a prendere questa decisione che Masumi ha prontamente condiviso. Noi non ci amiamo, nonno. Abbiamo tentato, ci siamo frequentati, ma non c’è amore fra noi, ma solo una splendida amicizia. Ci siamo confidati i nostri reciproci sentimenti e non intendiamo legare le nostre vite senza amore. Abbiamo voluto parlarti prima di dare, questa sera, l’annuncio della rottura del nostro fidanzamento, ma ormai la nostra decisione è presa – concluse la donna, con voce ferma.
Masumi osservava il volto sereno e deciso di Shiori e non poteva quasi credere che fosse la persona che conosceva. Quale risolutezza! Quale tranquillità nell’esprimere le sue decisioni! E’ questa, dunque, la forza che viene dall’amore condiviso?

Maya era seduta da circa un’ora nel suo camerino. Le prove generali del giorno prima, che l’avevano vista calarsi perfettamente nel personaggio, non avevano soddisfatto Kuronuma nel loro insieme. Tutto nella norma, quindi. Nel mondo del teatro, si dice che, se le prove non hanno avuto esito del tutto positivo, lo spettacolo sarà un successo garantito. Il suo stato d’animo, ora, era molto vicino alla totale insensibilità riguardo la grande prova che l’attendeva; come spesso le accadeva, prima di uno spettacolo, la paura s’impadroniva di lei fino a renderla incapace di provare altro. Presto sarebbe arrivata la truccatrice a prepararla. Il pubblico già affluiva in sala; poteva udirne il bisbiglìo familiare. Il suo Donatore di Rose…Masumi Hayami…sarà già arrivato ? Avrà letto la sua lettera? Come avrà reagito? Aveva cambiato idea all’ultimo momento…aveva deciso di chiedere a Hijiri di consegnarla prima e non dopo lo spettacolo. Egli doveva sapere prima che ogni gesto della sua Akoya sarebbe stato diretto a lui e a nessun altro; solo così avrebbe compreso…Maya si coprì il viso tra le mani…cosa avrà provato leggendo le sue parole?
Un lieve bussare alla porta interruppe il corso dei suoi pensieri.
-Signorina…posso entrare?-
-Signor Hijiri…! – esclamò a voce bassa Maya
-Un momento solo, signorina…devo consegnarle questi fiori…- rispose lui a voce alta, nella sua tenuta di fattorino, il viso amichevole sotto il berrettino con la visiera di lato.
Hijiri aveva in mano il più bel mazzo di rose scarlatte che Maya avesse mai ricevuto prima.
-Questo è solo un piccolo omaggio signorina…
-Signorina? Posso entrare? E lei chi è? – la truccatrice entrò, interrompendo, con i suoi modi bruschi, le parole di Hijiri.
-Me ne vado subito…Non so chi le manda signorina…immagino che il biglietto le chiarirà il mistero… - disse con voce allegra prima di dileguarsi .
Era il suo modo di dirle di leggere il biglietto, nonostante l’intrusione della giovane donna.
Maya si affrettò a leggere: “Un piccolo omaggio prima della grande prova…sono impaziente di vederla sul palco e di leggere la sua lettera. Tutto sarà come lei desidera.”
Il biglietto portava l’ora in cui era stato scritto: 5.30 P.M.
La porta del camerino si spalancò: era Rei.
-Ma insomma…! – prese a dire la truccatrice, spazientita, le mani sui fianchi e il viso contrariato.
Rei non le badò.
-Maya! Vieni a vedere.
E senza attendere risposta, Rei trascinò l’amica lungo il corridoio che portava al palcoscenico: era tutto adornato di fiori: un trionfo di rose scarlatte!
-E vedrai più tardi! La hall del teatro è un autentico giardino! Il tuo Donatore ha fatto in modo che ogni tuo passo, in questa serata, sia accompagnato dalle sue rose e dal loro profumo. Non bada proprio a spese quell’uomo! – concluse Rei.
Maya osservava senza parole le meravigliose rose che la circondavano; si avvicinò timidamente al sipario e lo scostò leggermente: la poltrona di Masumi Hayami e della sua accompagnatrice erano ancora vuoti…come mai? Il teatro era quasi pieno…fu percorsa da un brivido…quanta gente!
-Signorina Maya! – risuonò la voce impaziente delle truccatrice – presto! E’ ora!
Maya corse verso di lei.

- continua -

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