Dragon
Ball, Dragonball Z, Dragonball GT, Bulma, Vegeta e tutti gli altri personaggi
sono proprietà di Akira Toriyama, Bird Studio e Toei Animation.
Questa
fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per
quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto,
intesa….
L’IRA DI UN SAIYAN.
E’ una bellissima giornata di
sole. Sono appena le sette e mezza del mattino ma Bra è già diretta verso il
più rinomato liceo della Città dell’Ovest. Quella mattina sarebbe incominciato
l’anno scolastico il 1° anno del liceo. Era certa che all’ingresso avrebbe
ritrovato le amiche e gli amici di sempre. Anche Pan iniziava quella mattina.
Erano in classi diverse ma questo non impediva alle due saiyan di incontrasi
spesso e di studiare insieme.
Davanti al cancello d’ingresso
c’era già una nutrita, e rumorosa, folla di studenti.
“Ciao, Bra” disse Pan andandole
incontro.
“Ciao. Così inizia un nuovo anno.
Speriamo almeno che abbiano cambiato i professori. Quelli dell’anno scorso
sembravano mummificati” commentò annoiata la giovane.
“Già” convenne l’amica sorridendo
apertamente.
La campanella attirò l’attenzione
delle due ragazze.
“Sarà meglio andare” disse Bra.
“Ci vediamo nell’intervallo”.
Annuendo Pan si allontanò lungo
il corridoio opposto a quello infilato dalla ragazza.
“Le solite facce” pensò Bra
entrando in classe e sedendosi al suo posto preferito accanto alla finestra. No
un momento, e chi diamine era quella sventola di ragazzo che si era seduto al
banco contro la parete, ultima fila di destra? La sue riflessioni furono
bruscamente interrotte dalla stridula voce dell’insegnante di inglese.
Le bastò comunque aspettare
l’appello per scoprire il nome dell’affascinante ragazzo. Si chiamava Nick, era
nuovo non solo della scuola ma della città. Si era trasferito da poco dalla
Città del Nord.
Alla nostra saiyan bastò poco per
constatare che già metà della classe, per intenderci la metà femminile, aveva
perso la testa per il bel Nick. Capitava raramente che un ragazzo attirasse la
sua attenzione. Era generalmente costretta a levarsi di torno corteggiatori più
o meno invadenti. Questa volta era lei che avrebbe voluto corteggiare, e
come!!!
A Bra bastarono due settimane per
scoprire tutto il possibile sul tenebroso ragazzo. Tenebroso era l’aggettivo
giusto per descriverlo. Nick Grady, vincitore dell’ultimo torneo mondiale
juniores di arti marziali. Orfano sia di padre che di madre già in tenera età
era cresciuto, si dice, con un lontano parente. Dedito agli studi e alle arti
marziali fin dalla più tenera età aveva mostrato da subito un carattere forte e
determinato. Alto almeno quanto Gohan, capelli castani e due incredibili occhi
azzurri. Fino a quel momento almeno una decina di ragazze, al liceo, avevano
già tentato di abbordarlo ma lui aveva glissato sempre con incredibile
indifferenza. Sì. Doveva ammetterlo. Quel ragazzo le piaceva molto.
Bulma osservò il volto assorto
della figlia. Era da almeno venti minuti che la ragazza fissava il soffittò
mordicchiando nervosamente la matita, mentre il foglio che le stava davanti
continuava a restare malinconicamente bianco.
“C’è qualcosa che non va,
tesoro?” chiese perplessa alla figlia.
“Come?” rispose questa con aria
assente.
“E’ da quasi mezzora che fissi il
soffitto. Non ti sembra insolito?” le chiese ironica.
“Ah. Ero sovra pensiero” si sentì
rispondere.
Bra stava studiando il suo piano
di attacco e, l’intrusione nei suoi pensieri, della madre l’aveva irritata.
Così la giovane si alzò mollando i libri sul tavolo e senza dare nessuna
spiegazione uscì direttamente dalla finestra volando in direzione nord.
“Ma che le è preso?” pensò Bulma
confusa.
Le sorprese non finirono lì.
Esattamente tre giorni dopo, durante la cena, la figlia si alzò da tavola senza
quasi toccare cibo, una cosa stranissima, visto l’appetito tipico dei saiyan.
Persino Vegeta era rimasto sorpreso dal suo atteggiamento.
“Dove stai andando?” le aveva
chiesto deciso.
“Ho da fare” aveva risposto
piuttosto sbrigativamente la giovane.
Quella notte, quando furono soli
nella loro camera, Bulma espresse le sue perplessità sullo strano comportamento
della figlia.
“Immagino avrai notato anche tu
che Bra si comporta in modo strano in questi ultimi tempi” esordì la donna.
“Dove vuoi arrivare?” gli chiese
Vegeta voltandosi a guardarla.
“Tutto è iniziato da quanto è
ripresa la scuola. Non vorrei che ci fossero dei problemi”.
“Bra sa quello che fa. Non ti
preoccupare” le rispose Vegeta e per mettere fine alla conversazione baciò la
moglie.
“Vegeta!!!” tentò di protestare
la donna, ben sapendo che non avrebbe resistito a lungo alla sua sapiente opera
di seduzione.
“Più tardi, Bulma. Più dardi” si
sentì rispondere.
Bra aveva messo in atto il suo
piano. Era di proposito giunta in ritardo alla lezione di chimica, materia in
cui il giovane Nick eccelleva. Durante il cambio d’aula la giovane avvicinò il
ragazzo e con misurata educazione gli chiese.
“Nick, scusami se ti disturbo.
Oggi ho perso la lezione di chimica. Non è che gentilmente mi presteresti i
tuoi appunti?”.
Il ragazzo puntò sul suo viso i
suoi occhi color del mare.
“Perché li chiedi a me? Non hai
amiche che te li prestino?” le disse calmo. La sua voce sembrava velluto. Così
faceva lo scostante, bhè non si sarebbe arresa tanto facilmente.
“Hai ragione, però nessuna di
loro è una cima in chimica, mentre si dà il caso che tu sia il migliore della
classe” disse tranquilla.
Un leggero sorriso increspò le
labbra del ragazzo.
“D’accordo. Ma ad una condizione.
Che oggi studiamo insieme. Non mi piace lasciare ad altri i miei libri e tanto
meno i miei quaderni” disse deciso.
Bra non credeva alle proprie
orecchie. L’aveva invitata a studiare con lui. Certo che accettava.
“D’accordo accetto” disse
tranquilla, gongolando intimamente per quella che considerava una grande
vittoria.
Nelle settimane seguenti i due
ragazzi si frequentarono assiduamente, aveva preso l’abitudine di studiare in
biblioteca, assieme, fino a tardi. Qualche volta anche Pan si univa a loro. Bra
non vedeva nell’amica una rivale anche perché alla ragazza non interessava
affatto il bel Nick ma piuttosto la sua abilità negli studi.
Era un giovedì sera e i ragazzi
erano ancora in biblioteca a preparare una ricerca di letteratura.
“Basta. Ho il cervello in corto
circuito” disse Pan, chiudendo il libro e appoggiandovi pesantemente la testa.
Bra sorrise dandole un affettuosa
pacca sulla spalla.
“Hai ragione. Che ne dite se
andiamo a prenderci qualcosa da bere tutti insieme prima di tornare a casa?”
propose tranquilla.
“Ti ringrazio per l’invito ma
sono stanca e poi si sta facendo tardi. Mia madre sarà in pensiero” disse Pan
declinando l’offerta.
“Come vuoi? Tu ci stai, Nick?”.
“Per me va bene. A domani Pan”
salutò rivolto alla ragazza.
Quando la giovane si fu allontanata
i due ragazzi si avviarono verso una rinomata cremeria che si trovava a pochi
isolati.
Erano oramai le sette passate
quando uscirono dal bar e Nick si offrì di accompagnarla a casa.
Bra avrebbe fatto i salti per la
gioia, ma pensò che non era il caso. Vedi mai che suo padre fosse già rientrato
e li beccasse in flagrante? Non era ancora pronta di parlare di Nick con il suo
scorbutico genitore.
“Non è necessario. Grazie
comunque”.
“Come vuoi” disse il giovane
senza insistere. Ma prima che Bra potesse fare qualcosa la prese tra le braccia
e la baciò sulla bocca con decisione. La giovane si sentì percorrere come da
una scarica elettrica. Quando la lasciò arrossì fino alla radice dei capelli,
confusa.
“Perché l’hai fatto?” chiese
balbettando.
“Così. Mi andava” disse Nick
lasciandola andare per poi allontanarsi da lei lasciandola con un semplice
gesto della mano in saluto.
Scossa la giovane fece
rapidamente rientro a casa. Non si era però accorta che qualcun altro aveva
assistito alla scena. Non aveva visto suo fratello. Trunks era perplesso.
Guarda, guarda la sorellina si stava dando da fare. Il suo istinto protettivo,
però, lo spinse a parlarne con la madre, quella sera stessa.
Bulma non fece commenti ma doveva
ammettere che la cosa la incuriosiva alquanto. Decise comunque che per il
momento era meglio non dirle niente. Meglio aspettare.
Si stava avvicinando la fine del
semestre e le interrogazioni e i compiti in classe rendevano il tormento ai
nostri baldi giovani.
Pan aveva visto allontanarsi Bra
e Nick e pensando che stessero andando, come al solito, in biblioteca si era
affrettata a seguirli. Strano però, avevano preso una strada diversa dal
solito. Forse avevano in mente una deviazione. Poco dopo la giovane saiyan li
vide allontanarsi a bordo di una lussuosa autovettura. Incuriosita decise di
seguirli. Stavano puntando verso una zona deserta a sud della città.
“Insomma, Nick. Dov’è la cosa che
volevi mostrarmi?” chiese Bra innervosita. Non sapeva perché ma da qualche
minuto avvertiva una forte sensazione di disagio, anche se non riusciva a
spiegarsene il motivo.
“Tra poco lo scoprirai” le disse
il giovane con uno strano tono.
Non appena la vettura si fermò la
giovane capì di essere caduta in una trappola. Nella radura deserta faceva
bella mostra di sé una strana astronave. Un brivido di apprensione attraversò
la schiena della giovane.
“Chi diamine sei, tu?” chiese
balzando giù dalla vettura.
Il sorriso freddo e ironico che
si delineò sulle labbra del giovane la disorientò.
“Sai, Bra. Mi hai reso il compito
molto facile. Non è stato difficile conquistare la figlia del principe dei
saiyan” disse sprezzante.
O cielo. La giovane si sentì come
se l’avessero colpita. Quell’essere spregevole l’aveva usata per raggiungere
suo padre.
“Come fai a sapere chi è mio
padre?” gli chiese preoccupata.
“Re Vegeta. Tuo nonno. Ha
distrutto il mio pianeta e la mia famiglia. Ora io mi vendicherò sui suoi
discendenti. Trunks è troppo forte per me e tuo padre è assolutamente fuori
dalla mia portata. Ma tu, mia cara. Sei una preda facile” le disse
avvicinandosi minaccioso.
Bra ebbe paura, erano isolati e
anche se avesse tentato la fuga l’istinto le diceva che non poteva competere
con lui. Avrebbe potuto espandere l’aura per attirare l’attenzione del fratello
o del padre, ma non era detto che capissero che era in pericolo.
Nel frattempo, Pan aveva
raggiunto i due e come aveva sentito il discorso dell’amico aveva subito preso
la sua decisione. Prima che Nick potesse prevederlo gli si fiondò contro.
“Non ti azzardare a fare del male
a Bra. Io non te lo permetto” disse risoluta colpendolo in pieno.
L’espressione gentile che aveva
sempre contraddistinto Nick lasciò il posto ad una maschera di odio. In pochi
istanti partì all’attacco. Pan si trovò in difficoltà sotto l’incalzante e potente
attacco del giovane.
“Svelta, Bra. Scappa” disse Pan,
rivolta all’amica.
Bra odiava l’idea di lasciare la
ragazza nei guai.
“Ma Pan…” tentò di obiettare.
“Tu non vai da nessuna parte” disse
rabbioso Nick spostandosi rapidamente alle spalle della giovane e stringendola
in una morsa dolorosa.
“Lasciala andare” gridò Pan
rabbiosa.
“Crepa” fu la risposta del
ragazzo che con il braccio libero scagliò una potente onda energetica verso la
saiyan colpendola in pieno. Pan finì contro una roccia, priva di sensi.
“Pan” gridò Bra iniziando a
piangere. “Maledetto. Lasciami andare!” gridò ancora con tutto il fiato che
aveva.
“Stai scherzando? Non ho ancora
incominciato con te” le disse minaccioso facendo scorrere una mano lungo il
corpo della giovane che sentì il cuore come preso in una morsa di ghiaccio.
Nel frattempo Bulma osservava
nervosamente l’orologio. Strano, Bra aveva detto che sarebbe rientrata presto
quella sera, com’è che ancora non arrivava?
“Qualcosa non va?” chiese Vegeta
arrivandole alle spalle.
“Non lo so. Bra avrebbe già
dovuto essere a casa”.
Vegeta osservò l’orologio. Le sei
e mezza. Era già capitato che tardasse. Improvvisamente qualcosa attirò la sua
attenzione aveva percepito l’aura di Pan incrementarsi notevolmente e
all’improvviso era quasi scomparsa. Uno strano presentimento colse il saiyan
che si affrettò a telefonare a casa di Gohan. Gli rispose Videl.
“Ascolta. Pan è già rientrata?”
chiese senza preamboli.
“No, Vegeta. Stavo anzi per
telefonarvi e chiedervi se era già partita” fu la risposta della donna.
“Che vuoi dire?” chiese Vegeta
serio.
“Come? Non era lì da voi? Sapevo
che oggi doveva studiare con Bra” disse la donna vagamente preoccupata.
“Non ti muovere di casa e avverti
subito Gohan. C’è qualcosa che non va” disse Vegeta riagganciando.
“Io vado a cercarla” disse deciso
alla moglie. Pensando che forse Bra era insieme al ragazzo Bulma pensò che
fosse il caso di avvertire il marito.
La notizia non fece altro che
aumentare la preoccupazione del saiyan.
Appena in volo si sforzò di
individuare l’aura della figlia. Strano era bassissima. Improvvisamente percepì
un’aura anomala. Non corrispondeva a quella tipica dei terrestri era
decisamente aliena. Senza esitare partì alla massima velocità verso la zona
dalla quale proveniva.
Nel frattempo Bra tentava in
tutti i modi di resistere alla furia del ragazzo che senza la benché minima
compassione stava giocando al gatto con il topo e Bra era il suo topolino. La
giovane aveva il corpo coperto di ferite e come un animale braccato e in
trappola tentava di nascondersi dietro le rocce.
“Ah” gridò quando Nick le saltò
addosso scaraventandola a terra e bloccandole le braccia sopra la testa. Lo
sguardo che gli lesse negli occhi la gettò nel panico.
“Sai. Credo che mi divertirò un
po’ con te, prima di farti fuori” le disse Nick baciandola sul collo.
Disgustata la giovane gli rispose con veemenza “Bastardo” per poi sputargli in
faccia. La reazione dell’uomo fu violenta.
“Muori, lurido saiyan” disse
stingendo rabbiosamente l’esile collo della giovane nella morsa ferrea delle
proprie mani. Con le poche forze che le erano rimaste la giovane tentò in tutti
i modi di allentare quella stretta mortale, ma purtroppo senza successo. La
vista incominciava ad annebbiarlesi e le orecchie le ronzavano. Terrorizzata la
giovane ebbe un solo pensiero “Papà, aiutami”. Quel grido le scoppio nella
testa e un istante dopo si ritrovò libera. Confusa e frastornata la giovane si
portò una mano alla gola annaspando per trovare il prezioso ossigeno. Quando
riuscì a mettere a fuoco le immagini vide il giovane steso a terra ad una
ventina di passi di distanza e accanto a lei, quasi come uno scudo, la figura
austera del padre.
“Papà” riuscì a bisbigliare la
giovane, la gola le doleva ancora terribilmente.
Vegeta gettò un breve sguardo
alla figlia. I vestiti strappati e macchiati di sangue. Il volto pallido e le
diverse ferite che ne deturpavano la pelle. Un’ira cieca assalì l’uomo. Quando
si volse a guardare il suo avversario, Nick potè vedere la morte in quegli
occhi neri come la notte. Completamente spiazzato il ragazzo tentò in ogni modo
di opporre resistenza all’attacco del saiyan. Vegeta avrebbe potuto eliminarlo
con un solo colpo, ma voleva che pagasse per il male che aveva fatto a sua
figlia. Annichilita la giovane vide il padre infierire sul ragazzo con una
ferocia inaudita. Fu Gohan, sopraggiunto con tra le braccia la figlia ancora
svenuta a placare la cieca rabbia del saiyan.
“Vegeta. Adesso basta” gli disse
posandogli una mano sul braccio. Il giovane era ridotto ai minimi termini.
“Prendi la tua astronave e non
tornare mai più, o la prossima volta gli darò una mano a farti fuori” disse
Gohan duro. Il ragazzo barcollando raggiunse la propria astronave per poi
scomparire nello spazio.
“Avresti dovuto lasciarmelo
ammazzare” sbottò Vegeta ancora infuriato.
Gohan non rispose ma gli indicò
la ragazza che giaceva a terra confusa e dolorante “Credo che tua figlia abbia
bisogno di te” gli disse calmo.
Vegeta volse lo sguardo e quando
incontrò gli occhi spaventati della figlia non pensò ad altro che a portarla al
sicuro. Senza esitare la prese tra le braccia. Bra abbandonò fiduciosa la testa
contro il forte torace del padre.
“Pan?” chiese preoccupata.
Gohan le sorrise rassicurante.
“E’ solo svenuta. Si riprenderà”.
Poi guardò Vegeta. Il saiyan annuì. Era meglio riportarle a casa.
Mentre erano in volo verso la
Capsule Corporation Bra disse al padre “Grazie, papà. Lo sapevo, io lo sentivo
che saresti arrivato in tempo”.
Vegeta fece fatica a capire
quelle parole in quanto la giovane le aveva sussurrate nascondendo il viso
contro il suo petto. Vegeta la strinse più forte a sé. Se non fosse arrivato in
tempo, non se lo sarebbe mai perdonato. Bra era la sua vita, come Bulma e
Trunks e mai avrebbe permesso che qualcuno facesse loro del male.
“Oggi ho imparato una cosa
importante, papà” disse decisa la giovane.
Incuriosito il saiyan le chiese
“Sarebbe?”.
“Che prima di uscire con un
ragazzo è meglio che te lo presento. Così scopro subito di che pasta è fatto”.
Vegeta non potè impedirsi di
sorridere. Decisamente si stava riprendendo. In fondo era pur sempre una
saiyan, mica una terrestre qualsiasi.
- FINE -
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