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Credits: Grafica e Template by Aresiam. Immagini tratte dal Portfolio
“Ayrton Senna”Conti Editore. Brushes by Aurora. File midi tratta dal Soundtrak di “Forrest Gump”. Questa pagina vuole essere
un omaggio ad un uomo ed un pilota. Niente di quanto postato
in questo spazio è stato inserito per lucro. 1° Maggio 2004 *** Ayrton Senna da Silva
(21/03/1960-01/05/1994) Divori la pista con lucida
determinazione Sei solo la fuori Tu e il tuo motore Vi fondete in pochi
istanti eterni in un solo essere Protesi verso un traguardo
tanto vicino Eppure tanto difficile Ecco l’ultima curva Ancora un attimo e tu
torni a vivere Felice e rilassato
sognando già nuove vittorie Ma tue sei un uomo Si spengono le luci Il sole tramonta lento
all’orizzonte E tu torni a vivere nel
tuo mondo Fatto di solitudine e
motori. Ma ora non sei più nel
mondo reale Ti sei unito, etereo e
invisibile, alle nubi del cielo La notte è calata nei
nostri cuori Le lacrime hanno preso il
posto dei sorrisi Ma i miti non muoiono mai… Perché tu ritornerai E sarai il sole che
guiderà i giovani cuori Dei temerari cavalieri del
vento. (Barbara 01/05/1994) *** In virtù dell’iniziativa
di un settimanale sportivo, e grazie alla sottoscrizione di centinaia di
migliaia di tifosi, nel corso del 1994 è stata “Dedicata una Stella” al pilota
paolista. Una piccola stella della
costellazione di Auriga (Cocchiere) da quel giorno ha smesso di essere un
numero negli almanacchi astronomici ed è divenuta semplicemente “AYRTON”. *** |
Il Pilota Come descrivere la
carriera agonistica di questo straordinario pilota in poche righe? Sarebbe
altamente riduttivo, anche perché Ayrton Senna non è stato semplicemente un
pilota, ma IL PILOTA. Posso elencarVi i numeri dei suoi record, delle sue
vittorie ma non è questo che dà l’idea dello spessore di questo indimenticato
Campione. Erano le sue gare a renderlo “inimitabile”. I numeri sono
inevitabili, è vero, e a volte anche impietosi, perché sono il simbolo di
qualcosa che è stato e che non tornerà più. Mi riserbo, tuttavia, di
mostrarveli solo al fondo, perché quello che mi preme e cercare di far
capire, a chi non lo ha mai visto correre, chi era Ayrton Senna da Silva. Lo chiamavano “Rain Man
- Il Mago della Pioggia” perché come correva lui, sul viscido asfalto
bagnato, nessun altro riusciva a fare. Il suo primo GP lo ha vinto proprio,
sotto una pioggia battente, all’Estoril in Portogallo nel 1985 realizzando
quello che viene definito il “Gran Premio Perfetto” (Pole position, girò più
veloce in gara, vittoria). Mentre gli altri piloti arrancavano nella nebbia
(per effetto delle scie d’acqua sollevete dalle monoposto) o uscivano di
pista, lui macinava giro dopo giro, dando l’impressione di correre su due
binari, tanto la sua F1 era incollata all’asfalto. Le sue vittorie più belle
sono proprio venute sotto il diluvio. Come a Spa in Belgio, lo stesso anno.
In quel circuito esiste una curva dove, una piega, molto impegnativa che
arriva dopo una leggera depressione. In effetti la pista dopo un breve
rettilineo in discesa, piega prima a sinistra e nel mezzo del raggio di curva
parte una salita decisa, mentre la strada torna a piegare rapidamente verso
destra e poi nuovamente a sinistra. Una curva per piloti con il “Pelo sullo
stomaco”. Una curva dove la tentazione di alzare il piede è forte. All’epoca
in cui correva Ayrton non tutti i piloti riuscivano a percorrerla “in pieno”,
ovvero a tavoletta. Ayrton lo faceva e quel giorno, sul bagnato, era quello
che la prendeva più veloce di tutti, eppure pareva andare piano tanto la sua
guida era “pulita”. Indimenticabile poi la strepitosa gara compiuta a
Doninghton per il Gran Premio d’Europa del 1993. Pioggia battente, alternata
a sprazzi di sereno. La pista da allagata ad asciutatta per poi tornare
allagata o semplicmente umida, tanto che viene ricordato come il Gran Premio
con il maggior numero di soste ai box per il cambio dei pneumatici (prima le
Slick – da asciutto – e poi quelle da bagnato. All’epoca non esistevano le
“intermedie” per l’umido). Quel GP è stato il suo capolavoro. Con una pista
innondata d’acqua è riuscito a compiere, dopo lo start, cinque sorpassi in un
solo giro. Ha infilato Michael Schumacher alla prima staccata, Karl
Wendlinger alla seconda. Tre curve dopo, sorpassava con una manovra ardita
Damon Hill, e infine, due curve prima del traguardo del 1° giro, infilava
anche Alain Prost poi… solo il vuoto dietro di lui. Finì il GP doppiando
tutti gli avversari. Solo Damon Hill, a due o tre giri dalla fine si sdoppiò
ma concluse a più di un minuto di distacco dal Campionissimo brasiliano..
Ragazze/i, per chi non seguiva la FORMULA 1, in quel periodo, faccio presente
che, a parte Karl Wendliger, tutti gil altri piloti sono stati Campioni del
Mondo. Tornando alle memorie delle sue gare, rimembro poi lo strepitoso
spettacolo che fornì a Suzuka in Giappone, lo stesso anno. Quando iniziò a
piovere divorò la pista andando due secondi più veloce, a giro, di Alain
Prost (un 4 volte Campione del Mondo). Un altro soprannome
di Ayrton era “MAGIC”. L’anno in cui
vinse il suo 1° Titolo Mondiale in F1, a Suzuka si rese protagonista di una
gara “maiuscola”. Aveva la Pole Position, ma un inconveniente prima del Giro
di Ricognizione, gli fece subire una penalità. Per regolamento doveva partire
in fondo allo schieramento, ovvero ultimo. Per vincere il Titolo doveva
vincere la gara. Bhè, lo fece. Una rimonta mozzafiato, che lasciò gli
spettatori incollati allo schermo. Ayrton Senna, però, era
“grande” anche per un’altra ragione. Sapeva vincere anche quando la sua
vettura non era competitiva come le altre. Nel 1993 la Williams di Alain
Prost era “ufo”, tipo la Ferrari di quest’anno per intenderci. Eppure, Prost
non vinse tutti i GP. Quando le condizioni atmosferiche livellavano le
prestazione, Ayrton Senna emergeva a illuminare la pista con bagliori di
magia pura. La William si accapparrò quasi tutti i GP. Le uniche volte che
non vinse, ovvero sei se non ricordo male, sul gradino più alto del podio
salì Ayrton ben 5 volte (una va detto spettò a Michael Schumacher). Lo stesso
accade l’anno prima, nel 1992, quando la Williams di Nigel Mansell era
talmente inavvicinabile che l’inglese (certamente un grandissimo pilota)
vinse il Titolo già a metà stagione. Bhè, anche in quell’occasione, quando
non vinceva Mansell, c’era lui, per ben 3 volte. Come scordare il GP del
Brasile del 1991 ad Interlagos? Aveva dominato la gara con una macchina decisamente
superiore, bisognava darne atto, ma quel gioiello meccanico si incrinò. Gli
ultimi giri di quel GP divennero un calvario per il pilota. Da prima il
cambio (era manuale e non automatico come nelle F1 di adesso) iniziò a dare
dei problemi, ogni tanto non entrava qualche marcia, rendendo difficoltosa la
guida. Negli ultimi otto giri del GP, e di questo c’è la testimonianza del
Camera-car, Ayrton si ritrovò con solo la 6^ marcia disponibile, e con la
barra del cambio rotta, tanto che fu costretto a tenere la mano sul cambio
per impedire che saltasse la marcia, con uno sforzo notevole al braccio,
infortunandoselo. I suoi “tempi sul giro” salirono di molto e si ritrovò
braccato da Riccardo Patrese (altro bravissimo pilota) che stava rimontando
giro dopo giro. Nel Circuito di Interlagos ci sono diverse curve da
percorrere con marce bassa, per esempio una terza, ma lui non poteva scalare
le marce. Eppure portò a termine il GP, vincendo, senza uscire di pista e
tenendo la vettura in traiettoia semplicmente giocando di frizione, freni,
acceleratore, sterzo, con un’abilità incredibile. Questo era Ayrton Senna da
Silva. Albo d’Oro
IN FORMULA 1 DAL 1984 AL 1994 Ha
corso con 4 scuderie (Toleman, Lotus,
McLaren, Williams) Ha
disputato 161 granpremi salendo 90 volte sul podio e vincendo 41 volte. Ha
collezionato 65 Pole Positions Ha
vinto 6 volte il GP di Montecarlo, di cui 5 di fila. ***** L’uomo Ayrton Senna da Silva
era nato il 21 marzo del 1960 a San Paolo del Brasile. Ma i dati anagrafici non
sono rilevanti per capire chi era. Non starò qui a sciorinarVi le ragioni per
le quali, nonostante i suoi difetti e i suoi pregi che trasparivano da
interviste e immagini, ero una sua accanita Fans. Dire che mi piaceva Ayrton
come pilota non è esaustivo, perché io apprezzavo anche l’uomo. Certo, quello
che potevo intuire da ciò che vedevo, dai suoi atteggiamenti, dal suo modo
esprimere emozioni e sentimenti. Non sarei obiettiva, pertanto, se cercassi
di parlare di lui, anche perché non l’ho mai conosciuto di persona e non
potrei mai raccontarVi il “vero” Ayrton. Posso solo narrarvi qualche
aneddotto “illuminante” che mi piace ricordare. Ayrton Senna, nel
momento stesso in cui iniziò a correre in F1, decise di cambiare il suo nome,
o meglio di accorciarlo. Senna infatti è il cognome della madre (in Brasile
usa tenere i cognomi di entrami i genitori). Le ragioni di questa decisione?
Semplice. Di Da Silva ce n’erano tanti in Brasile (è un cognume diffusissimo
come Rossi o Bianchi in Italia) ma di Ayrton Senna doveva essercene solo uno.
Il Mondo doveva ricordarsi di lui. Megalomania? No, credo semplicemente che
desiderasse distinguersi in qualche modo, far capire che lui era un pilota da
non sottovalutare, anche perché lui era fermamente convinto di essere il migliore
e di dover vincere il Titolo Mondiale di F1. Aveva l’hobby del modelllismo, o
meglio degli aeroplani radiocomandati, che amava costruire e poi far volare
nella sua Facenda in Brasile ad Angra dos Reis (spero di averlo scritto
giusto). Anche quando era in vacanza, non correva, non riusciva a fare a mno
dei motori e della velocità. Adorava lo sci d’acqua e le corse con gli Acqua
Scooter. Era estremamente geloso della sua vita privata, e odiava ogni forma
di intromissione in essa, anche se inevitabilmente le sue numerose “storie” e
“flirt” erano spiattellati su tutti le prime pagine dei rotocalchi. Quando,
il sabato famigerato antecedente al GP che lo vide perdere la vita, assistè
alla morte di Roland Ratzenberger confidò che voleva trovare un modo per
ricordarlo, perché non sapeva cosa altro fare per far comprendere a tutti il
suo dolore. Il giorno in cui morì, stando a quando dichiarato successivamente
alla TV, portava nella tasca della tuta una bandiera austriaca, perché voleva
vincere quel GP e voleva fare il Giro d’onore con quella bandiera in mano per
dedicarla ad un collega che non c’era più…. Adesso mi fermo, e
lascio che siano le sue parole a farVi capire chi era… Ayrton. “Io sono una persona che vivo di emozione… tanta
emozione. Anche se ci sono delle volte che non dimostro perché non voglio
dimostrare riesco a guardare dentro di me. Però nellla mia personalità, nel
mio carattere devo avere tanta emozione per mantenermi motivato… non soltanto
nella mia professione però nella mia vita. Correre per me è un modo di vita.
Correre per me è un modo di ridere, un modo di piangere, un modo di esprezare
(esprimere) i miei sentimenti”. “Il tifo è la cosa più
importante per uno sportista. L’ammirazione della gente, il tifo, la passione
è una cosa molto motivante e che io sono molto sensibile.” “Io sono felicissimo. Ognuno
… avendo una vita come abbiamo noi brasiliani, girando il mondo con la F1,
qulache volta merita anche di calmarsi un po’ e condividere con la donna
speciale un po’ della nostra vita e io sono felice” “Se una persona non ha più
sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se
nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi di vita” “Non potrai mai cambiare il mondo da solo. Però
puoi dare il tuo contributo per cambiarne un pezzetto. Quello che faccio
davvero io per la povertà non lo dirò mai. La F1 è ben misera cosa in
confronto a questa tragedia. “ “Sono un privilegiato, ho
sempre avuto una vita molto bella. Ma tutto quello che ho ottenuto dalla vita
l’ho guadagnato con l’impegno e il desiderio fortissimo di raggiungere i miei
obbiettivi , di vincere, nella vita, non come pilota. Perciò lasciate che vi
dica che chiunque voi siate nella vita, sia che siate al livello più basso, o
al più alto, dovete avere una grande forza e una grande determinazione e
dovete affrontare qualsiasi cosa con grande amore e fede in Dio e un giorno
raggiungerete i vostri obbiettivi e avrete successo” “C’è una certa dose di
rischio nelle corse automobilistiche e la F1, come sapete, fa parte di queste
corse. Così quando guidi, fai le prove o corri sei esposto a dei rischi. Ci
sono rischi calcolati e altri che provocano situazioni inaspettate. E tu puoi
non esserci più, cosi, in una frazione di secondo. In questo modo capisci che
tu non sei nessuno. All’improvviso la tua vita può finire. Ciò fa parte di
questo mestiere, o lo affronti da professionista, in modo distaccato o
altrimenti lasci perdere e smetti e si da il caso che io ami troppo quello
che faccio per lasciare semplicemente perdere; non posso è parte della mia
vita.” “Correre è la mia passione.
La F1 è una gran parte della mia vita. Battermi al volante è nel mio sangue.
Non sfuggire alla lotta è nella mia natura. Io voglio essere il più veloce,
io voglio dimostrare di essere il migliore.” .Ayrton Senna da Silva TORNA A “MY CORNER” |
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