Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
La
testa le doleva convulsamente. Gli occhi resi lucidi dalla febbre mal
sopportavano la tenue luce della stanza. Masumi bussò
lievemente alla porta prima di entrare.
Le posò una mano
sulla fronte caldissima. La guardò preoccupato.
- Come ti
senti? Il maggiordomo mi ha riferito che non hai mangiato nulla.
Lo
sguardo di Maya si posò su di lui. Indossava ancora un
elegante vestito scuro, segno che era appena rientrato dal lavoro.
-
Non ho fame Masumi, sono solo stanca.
- Vuoi che resti a casa con
te stasera? Posso inviare i miei collaboratori al party.
La
scrutò seriamente in volto. Il rossore sulle guance e la
fronte imperlata di sudore erano un segno inequivocabile che la
febbre stava salendo.
- No, Masumi. Devi andare. Il presidente
della Daito non può mancare alla serata in onore di una nuova
ed autentica rappresentazione della dea scarlatta.
- Hai ragione
come al solito, ragazzina. Gli affari prima di tutto. Dovrò
presentarmi senza la mia attrice preferita. Riposati, Maya.
Le
sorrise dandole un buffetto sulla guancia.
Maya
si chiese se lui fosse felice. Dal giorno del loro matrimonio Masumi
si era sempre comportato in modo impeccabile.
Era sempre stato
gentile e premuroso, come mai lo aveva visto. La composta cortesia
non lasciava trasparire i pensieri dell’uomo che ora era suo
marito.
Si era chiesta più volte, se una volta sposati,
lui le avrebbe rivelato di avere celato per anni la propria identità
dietro quella dell’ammiratore segreto. Non lo aveva fatto.
La
trattava con estrema premura, ma non si era mai avvicinato a lei come
marito.
Un contratto di affari. A volte lo dimenticava, ma il
loro matrimonio era fondato sui diritti della dea scarlatta.
Con
una punta di rammarico pensò che le prime due settimane di
matrimonio erano trascorse travolte dagli impegni per il nuovo
allestimento della dea scarlatta.
Maya dovette ammettere che le
voci riguardo alle capacità organizzative del marito trovavano
conferma nella risolutezza che egli dimostrava ogni volta che era
necessario prendere una decisione.
Aveva partecipato spesso a
quelle interminabili riunioni dove assisteva agli scontri
professionali tra il marito e il regista Kuronuma.
La signora
Tsukikage, a causa delle precarie condizioni di salute, li aveva
onorati della sua presenza solo una volta.
Ricordava ancora lo
sguardo calmo della sua insegnate posato su di lei.
- Maya hai
trovato la tua strada. Segui il tuo cuore e la tua Akoya sarà
sublime.
La signora Tsukikage non aveva minimamente accennato al
contratto sui diritti dell’opera, le cui clausole avevano
costretto lei e Masumi ad un matrimonio inevitabile. Si era limitata
a sorriderle misteriosamente e Maya non aveva afferrato il
significato nascosto di quelle parole. Sakurakoji accompagnava sempre
il signor Kuronuma. Più volte lo aveva sorpreso a fissarla in
modo interrogativo. I suoi occhi sembravano velati di tristezza.
Provava nei suoi confronti un senso di colpa indefinibile. Lo
aveva deliberatamente evitato fino al giorno del matrimonio, ben
conoscendo i sentimenti che nutriva per lei. Era consapevole di
dovergli una spiegazione.
La sua mente riemerse dai ricordi dei
giorni appena trascorsi. Dalle persiane socchiuse scorgeva le prime
luci di Tokyo illuminare la città mentre il sole morente si
dissolveva all’orizzonte.
Chiuse gli occhi vinta dalla
febbre a dalla stanchezza.
Quando
entrò nell’ampio salone squisitamente arredato, gli
occhi dei presenti si posarono su di lui. Avvezzo a trovarsi al
centro dell’attenzione si diresse con noncurante eleganza verso
il padrone di casa per porgergli i propri omaggi.
Il brusio che
si sollevò sottolineava chiaramente la delusione degli
invitati nel non vedere la giovane moglie accanto a lui.
Una
raffinata figura femminile gli si avvicinò.
- Buonasera
Masumi. Non ci vediamo da diverso tempo.
Masumi chinò la
testa in segno di saluto. Attese qualche secondo prima di rispondere.
- Ti trovo bene, Shiori.
La donna trattenne un moto di
collera. Il pensiero che quella piccola intrigante le avesse
sottratto il fidanzato la tormentava ancora.
La rottura del loro
fidanzamento l’aveva resa estremamente irritabile.
Dopo la
prima reazione di smarrimento e dolore, aveva capito che non era
innamorata di Masumi, bensì del potere che lui rappresentava.
Il suo orgoglio ferito gridava vendetta, e avrebbe fatto qualsiasi
cosa per distruggere il loro matrimonio.
- Mi aspettavo di vedere
tua moglie accanto a te, in una serata così importante per la
Daito.
- Non si sentiva molto bene e le ho consigliato di
rimanere a casa.
Nascose la propria insofferenza dietro un
sorriso ipocrita. Odiava quella ragazza.
- Mi sono meravigliata
della velocità con cui vi siete sposati. Avevo sempre pensato
che tua moglie fosse innamorata di quel ragazzo che recita con lei,
come si chiama? Sakurakoji, mi pare. E invece ha sposato te. Comunque
sia, il suo caro amico le resterà accanto impersonando il suo
innamorato, sulla scena.
Shiori aveva parlato lentamente. Il tono
all’apparenza neutro celava una sottile e crudele allusione.
Masumi strinse impercettibilmente la mascella. Non rispose alla
sua provocazione.
Osservandolo si accorse che aveva colto nel
segno. Era davvero possibile che lui amasse quella ragazzina? Cercò
di insinuare in lui il tarlo della gelosia.
- Effettivamente se
ben ricordo, alcuni miei collaboratori mi hanno riportato di averli
visti insieme spesso ultimamente. Immagino che tu non possa
accompagnarla ovunque, occupato come sei dal lavoro.
- Mia moglie
e quel ragazzo sono amici. Si conoscono da tanto tempo e non vedo il
motivo per cui lei non possa frequentarlo.
Comprese di avere
risposto con un tono troppo acceso. Cercò di riacquistare la
padronanza di sé accendendosi lentamente una sigaretta. Aspirò
profondamente una boccata di fumo nel tentativo di placare la
rabbiosa gelosia che lo aveva travolto.
- Mio caro, non
accalorarti in questo modo.
La voce strascicata di Shiori gli
provocò un eccesso d’ira. Si impose di calmarsi.
-
Scusami, ma vedo alcune persone con le quali ho necessità di
parlare.
Masumi le diede le spalle e, allontanandosi tra gli
invitati, non vide la piega sarcastica che aveva assunto la bocca di
Shiori.
- continua -