Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Amando una Rosa Scarlatta

By Oscar1755

Atto IX

La testa le doleva convulsamente. Gli occhi resi lucidi dalla febbre mal sopportavano la tenue luce della stanza. Masumi bussò lievemente alla porta prima di entrare.
Le posò una mano sulla fronte caldissima. La guardò preoccupato.
- Come ti senti? Il maggiordomo mi ha riferito che non hai mangiato nulla.
Lo sguardo di Maya si posò su di lui. Indossava ancora un elegante vestito scuro, segno che era appena rientrato dal lavoro.
- Non ho fame Masumi, sono solo stanca.
- Vuoi che resti a casa con te stasera? Posso inviare i miei collaboratori al party.
La scrutò seriamente in volto. Il rossore sulle guance e la fronte imperlata di sudore erano un segno inequivocabile che la febbre stava salendo.
- No, Masumi. Devi andare. Il presidente della Daito non può mancare alla serata in onore di una nuova ed autentica rappresentazione della dea scarlatta.
- Hai ragione come al solito, ragazzina. Gli affari prima di tutto. Dovrò presentarmi senza la mia attrice preferita. Riposati, Maya.
Le sorrise dandole un buffetto sulla guancia.

Maya si chiese se lui fosse felice. Dal giorno del loro matrimonio Masumi si era sempre comportato in modo impeccabile.
Era sempre stato gentile e premuroso, come mai lo aveva visto. La composta cortesia non lasciava trasparire i pensieri dell’uomo che ora era suo marito.
Si era chiesta più volte, se una volta sposati, lui le avrebbe rivelato di avere celato per anni la propria identità dietro quella dell’ammiratore segreto. Non lo aveva fatto.
La trattava con estrema premura, ma non si era mai avvicinato a lei come marito.
Un contratto di affari. A volte lo dimenticava, ma il loro matrimonio era fondato sui diritti della dea scarlatta.
Con una punta di rammarico pensò che le prime due settimane di matrimonio erano trascorse travolte dagli impegni per il nuovo allestimento della dea scarlatta.
Maya dovette ammettere che le voci riguardo alle capacità organizzative del marito trovavano conferma nella risolutezza che egli dimostrava ogni volta che era necessario prendere una decisione.
Aveva partecipato spesso a quelle interminabili riunioni dove assisteva agli scontri professionali tra il marito e il regista Kuronuma.
La signora Tsukikage, a causa delle precarie condizioni di salute, li aveva onorati della sua presenza solo una volta.
Ricordava ancora lo sguardo calmo della sua insegnate posato su di lei.
- Maya hai trovato la tua strada. Segui il tuo cuore e la tua Akoya sarà sublime.
La signora Tsukikage non aveva minimamente accennato al contratto sui diritti dell’opera, le cui clausole avevano costretto lei e Masumi ad un matrimonio inevitabile. Si era limitata a sorriderle misteriosamente e Maya non aveva afferrato il significato nascosto di quelle parole. Sakurakoji accompagnava sempre il signor Kuronuma. Più volte lo aveva sorpreso a fissarla in modo interrogativo. I suoi occhi sembravano velati di tristezza.
Provava nei suoi confronti un senso di colpa indefinibile. Lo aveva deliberatamente evitato fino al giorno del matrimonio, ben conoscendo i sentimenti che nutriva per lei. Era consapevole di dovergli una spiegazione.
La sua mente riemerse dai ricordi dei giorni appena trascorsi. Dalle persiane socchiuse scorgeva le prime luci di Tokyo illuminare la città mentre il sole morente si dissolveva all’orizzonte.
Chiuse gli occhi vinta dalla febbre a dalla stanchezza.

Quando entrò nell’ampio salone squisitamente arredato, gli occhi dei presenti si posarono su di lui. Avvezzo a trovarsi al centro dell’attenzione si diresse con noncurante eleganza verso il padrone di casa per porgergli i propri omaggi.
Il brusio che si sollevò sottolineava chiaramente la delusione degli invitati nel non vedere la giovane moglie accanto a lui.
Una raffinata figura femminile gli si avvicinò.
- Buonasera Masumi. Non ci vediamo da diverso tempo.
Masumi chinò la testa in segno di saluto. Attese qualche secondo prima di rispondere.
- Ti trovo bene, Shiori.
La donna trattenne un moto di collera. Il pensiero che quella piccola intrigante le avesse sottratto il fidanzato la tormentava ancora.
La rottura del loro fidanzamento l’aveva resa estremamente irritabile.
Dopo la prima reazione di smarrimento e dolore, aveva capito che non era innamorata di Masumi, bensì del potere che lui rappresentava. Il suo orgoglio ferito gridava vendetta, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per distruggere il loro matrimonio.
- Mi aspettavo di vedere tua moglie accanto a te, in una serata così importante per la Daito.
- Non si sentiva molto bene e le ho consigliato di rimanere a casa.
Nascose la propria insofferenza dietro un sorriso ipocrita. Odiava quella ragazza.
- Mi sono meravigliata della velocità con cui vi siete sposati. Avevo sempre pensato che tua moglie fosse innamorata di quel ragazzo che recita con lei, come si chiama? Sakurakoji, mi pare. E invece ha sposato te. Comunque sia, il suo caro amico le resterà accanto impersonando il suo innamorato, sulla scena.
Shiori aveva parlato lentamente. Il tono all’apparenza neutro celava una sottile e crudele allusione.
Masumi strinse impercettibilmente la mascella. Non rispose alla sua provocazione.
Osservandolo si accorse che aveva colto nel segno. Era davvero possibile che lui amasse quella ragazzina? Cercò di insinuare in lui il tarlo della gelosia.
- Effettivamente se ben ricordo, alcuni miei collaboratori mi hanno riportato di averli visti insieme spesso ultimamente. Immagino che tu non possa accompagnarla ovunque, occupato come sei dal lavoro.
- Mia moglie e quel ragazzo sono amici. Si conoscono da tanto tempo e non vedo il motivo per cui lei non possa frequentarlo.
Comprese di avere risposto con un tono troppo acceso. Cercò di riacquistare la padronanza di sé accendendosi lentamente una sigaretta. Aspirò profondamente una boccata di fumo nel tentativo di placare la rabbiosa gelosia che lo aveva travolto.
- Mio caro, non accalorarti in questo modo.
La voce strascicata di Shiori gli provocò un eccesso d’ira. Si impose di calmarsi.
- Scusami, ma vedo alcune persone con le quali ho necessità di parlare.
Masumi le diede le spalle e, allontanandosi tra gli invitati, non vide la piega sarcastica che aveva assunto la bocca di Shiori.

- continua -

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