Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
La
posata cadde sul piatto. Il rumore sordo la riportò
immediatamente alla realtà. Era certa di ciò che aveva
appena udito? Il breve smarrimento fu sostituito da una rabbia
cieca.
- Sposarla? Lei che è già fidanzato con
un’altra? Come può dire certe cose con tanta leggerezza?
- Ti avevo preannunciato che volevo parlarti di affari. Trovo che
questa proposta sia vantaggiosa per entrambi. E per rispondere alla
tua domanda, no, non sono più fidanzato.
Studiò con
deliberata lentezza l’atteggiamento di Maya.
Dopo la prima
reazione di rabbia, si era chiusa in un anomalo mutismo. Il volto
serio e la piccola ruga che le si era formata tra le sopracciglia
indicavano chiaramente che stava ponderando l’insolita proposta
che lui le aveva fatto.
Masumi riprese a parlare.
- Ragazzina,
non sto scherzando affatto. Se analizzi tutta la situazione la mia
proposta di matrimonio è l’unica via di uscita che hai
per mantenere i diritti della dea scarlatta e portarla in scena.
Ovviamente anch’io ottengo, in quanto tuo marito, i diritti
della dea scarlatta. A me sembra un ottimo affare sotto ogni punto di
vista.
La guardò preoccupato. Aveva fatto breccia nel
cuore di Maya quella motivazione? Oppure era talmente innamorata di
Sakurakoji che per lui avrebbe rinunciato a tutti i suoi sogni?
Con
gesti lenti Maya riprese a mangiare. Masumi la fissò
perplesso.
- Ragazzina hai sentito quello che ti ho detto?
Un
rivolo di sudore gli colò dalla tempia. Maya sembrava
pietrificata. Possibile che i suoi sforzi fossero stati inutili? Si
era sbagliato sul sogno di Maya? Il pensiero che la sua strategia
potesse fallire lo lasciò smarrito. Gli risultava sempre più
difficile mantenere il controllo, mentre la tempesta di dubbi e
gelosia si stava scatenando dentro di lui.
- Ho sentito benissimo
signor Hayami.
- Non hai niente da replicare?
Maya
non aveva il coraggio di parlare. La prima reazione di alzarsi ed
abbandonare il ristorante era stata sostituita da una confusa
incapacità di ribellione.
La paura che lui potesse leggere
il suo stato d’animo la paralizzava.
Nella sua testa un
complesso di panico, eccitazione, gioia, speranza, delusione si
amalgamavano impedendole di elaborare una risposta alla richiesta di
Masumi.
La logica, nei suoi pensieri, era svanita molto tempo
prima, quando si era accorta di essersi irrimediabilmente innamorata
di lui. Non riusciva a pensare razionalmente.
Una voce interiore
le ricordava che Masumi poteva essere suo. Non la amava, voleva i
diritti della dea scarlatta, ma avrebbe sposato lei, Maya Kitajima.
Doveva rispondere. Masumi, inquieto, attendeva in silenzio.
Ormai la sua mente era annichilita. Aveva analizzato la
situazione da ogni punto di vista.
Desiderava i diritti della dea
scarlatta e desiderava Masumi. Ma un matrimonio come contratto
d’affari?
Se avesse risposto affermativamente Masumi
sarebbe diventato suo marito. Non la amava ma avrebbe condiviso la
vita con lei.
Non era più fidanzato. Non avrebbe sposato
Shiori.
Aveva chiesto a lei di sposarlo. Una proposta di affari,
le aveva detto, niente altro.
Le sue disquisizioni mentali erano
durate anche troppo a lungo.
Tornò a guardare il suo
accompagnatore. Si portò alle labbra il bicchiere di ottimo
vino rosso e ne bevve il contenuto in un unico sorso.
- Vacci
piano ragazzina. Non voglio riportarti a casa ubriaca.
L’alcool
contenuto nel vino le provocò un leggero bruciore alla bocca
dello stomaco. Sentì il calore diffondersi nelle guance. Posò
piano il bicchiere. Lo guardò in silenzio, inspirò
profondamente e liberò la mente.
- Accetto di
sposarla.
Masumi le sorrise, visibilmente sollevato.
-
Perfetto. Non ti pentirai mai di questa decisione, ti do la mia
parola.
Le prese una mano e se la portò alle labbra.
-
Che ne diresti di darmi del tu e chiamarmi per nome, in fondo sei la
mia futura sposa, no?
Con le guance in fiamme e la voce lieve ed
emozionata, Maya lo accontentò.
- Si….Masumi.
Un
caldo sorriso si dipinse sulle sue labbra. Aveva centrato l’obiettivo
con insperata precisione.
- continua -