Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Amando una Rosa Scarlatta

By Oscar1755

Atto V

Lo sguardo stupito e sospettoso di Maya si posò su di lui.
- Il biglietto è suo?
- Se lo avessi firmato con il mio nome ti saresti presentata ugualmente?
Maya non rispose, confermando la supposizione di Masumi. Lo guardò incredula. Il sorriso ironico dipinto sulle labbra. Il suo disappunto crebbe ancora di più.
- Io non ho nulla da dirle. Me ne vado.
Fece per voltarsi, ma la voce minacciosamente calma di Masumi la bloccò.
- Ragazzina ci tieni a mantenere i diritti della dea scarlatta?
Quella domanda colpì nel segno.
- Che cosa c’entra la dea scarlatta, adesso? Quali basse manovre ha intenzione di usare ora?
Masumi sorrise apertamente.
- Sapevo che l’argomento dea scarlatta avrebbe attirato la tua attenzione.
- Che cosa vuole?
Maya quasi gridò le ultime parole.
Era esasperata e la vicinanza di Masumi contribuiva a creare una tensione che non sarebbe riuscita a sostenere a lungo.
Lo osservò con rabbia. Rabbia verso se stessa perché sentiva il proprio cuore battere come impazzito per l’uomo che le stava di fronte. Rabbia per non riuscire a dimenticare una persona alla quale non importava nulla di lei.
Solo i diritti della dea scarlatta contavano per lui, ormai era chiaro.
Ma non li avrebbe mai avuti, non con il contratto voluto dalla signora Tsukikage. Attese con inquietudine che Masumi riprendesse a parlare.

La calma ben simulata di Masumi mostrava alla sua interlocutrice l’esteriorità di una sicurezza che in realtà era ben lontano dal nutrire.
Una sola mossa sbagliata e avrebbe rischiato di perdere tutto.
Rispose alla domanda di Maya con il tono più neutro possibile.
- Desidero discutere di affari con te. Ma prima accomodiamoci ed ordiniamo la cena. So che mi odi, ma almeno comportiamoci da persone civili e cerchiamo di non litigare. Questa serata se non proprio piacevole si potrebbe rivelare almeno proficua per entrambi.
Maya lo fissò per un breve istante. Che cosa aveva da perdere ascoltandolo? Travolta da molti dubbi non sapeva come comportarsi.
Masumi, inconsapevole della lotta interiore di Maya, attendeva con apparente serenità.
Non aveva previsto una contromossa in caso di un suo rifiuto, ma sapeva di aver toccato un argomento di vitale importanza per lei. Il sogno della dea scarlatta.
La voce risoluta di Maya gli giunse inattesa.
- E sia. Cenerò con lei ed ascolterò ciò che ha da dirmi.
Masumi le posò una mano sul braccio guidandola all’interno della sala, visibilmente sollevato. Il secondo colpo era andato a segno.
- Desideri qualcosa in particolare o vuoi che ordini io per tutti e due?
La sua voce suadente la fece trasalire.
- Non ha importanza signor Hayami. Siamo qui per affari, no?
Un sorriso beffardo si dipinse sul volto di Masumi mentre chiamava il cameriere con un cenno del capo.
- Ragazzina preferisci acqua o succo di frutta?
- Non sono più una ragazzina signor Hayami. Desidero bere del vino.
La voce incrinata di Maya rivelò la sua rabbia faticosamente trattenuta.
Masumi chinò la testa in segno di resa. La sua risata soffocata giunse alle orecchie di Maya.

Lo esaminò mentre ordinava la cena. Cercava di analizzare con poco successo le circostanze che l’avevano condotta a quel punto della sua vita.
Non si fidava di lui, non dopo gli ultimi avvenimenti. Masumi desiderava ottenere i diritti della dea scarlatta e di questo non ne aveva mai fatto mistero.
Non le era chiaro però il ruolo che aveva assunto nella veste di ammiratore segreto alla luce di ciò che era accaduto negli ultimi mesi. Immersa nelle proprie disquisizioni non si era accorta che il cameriere se n’era andato.
Due impenetrabili occhi azzurri si posarono su di lei. Il cuore prese a batterle furiosamente mentre un lieve rossore le imporporò le guance.
Distolse rapidamente lo sguardo imbarazzata. Lo amava, non lo aveva dimenticato. Aveva cercato nella profondità della propria ragione la motivazione per odiarlo. Ne aveva di ragioni per farlo. Ma il suo cuore le dettava sentimenti che nulla avevano a che vedere con l’odio. Aveva persino creduto nell’illusione della metà dell’anima. Ricordò la valle dei susini, dove tutto le era sembrato possibile, anche l’amore di un uomo come Masumi.
Poi il suo comportamento l’aveva risvegliata bruscamente riportandola alla realtà. Con profonda tristezza si era resa conto di avere solamente sognato.
Non lo vedeva da diversi giorni ed ora era lì, di fronte a lei, elegante e bellissimo.
- Cosa c’è ragazzina, sei pentita di avere accettato di cenare con l’affarista senza scrupoli della Daito?
Il tono divertito di Masumi la fece sussultare.
- Siamo qui per parlare di affari. Sono parole sue. Allora parli, la sto ascoltando!
Lui fece un cenno di assenso. Riconobbe la ragazzina tenace e combattiva che amava da tanto tempo.
Si chiese se ciò che stava per fare avesse un senso.

- continua -

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