Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Lo
sguardo stupito e sospettoso di Maya si posò su di lui.
-
Il biglietto è suo?
- Se lo avessi firmato con il mio nome
ti saresti presentata ugualmente?
Maya non rispose, confermando
la supposizione di Masumi. Lo guardò incredula. Il sorriso
ironico dipinto sulle labbra. Il suo disappunto crebbe ancora di
più.
- Io non ho nulla da dirle. Me ne vado.
Fece per
voltarsi, ma la voce minacciosamente calma di Masumi la bloccò.
-
Ragazzina ci tieni a mantenere i diritti della dea scarlatta?
Quella
domanda colpì nel segno.
- Che cosa c’entra la dea
scarlatta, adesso? Quali basse manovre ha intenzione di usare ora?
Masumi sorrise apertamente.
- Sapevo che l’argomento dea
scarlatta avrebbe attirato la tua attenzione.
- Che cosa
vuole?
Maya quasi gridò le ultime parole.
Era
esasperata e la vicinanza di Masumi contribuiva a creare una tensione
che non sarebbe riuscita a sostenere a lungo.
Lo osservò
con rabbia. Rabbia verso se stessa perché sentiva il proprio
cuore battere come impazzito per l’uomo che le stava di fronte.
Rabbia per non riuscire a dimenticare una persona alla quale non
importava nulla di lei.
Solo i diritti della dea scarlatta
contavano per lui, ormai era chiaro.
Ma non li avrebbe mai avuti,
non con il contratto voluto dalla signora Tsukikage. Attese con
inquietudine che Masumi riprendesse a parlare.
La
calma ben simulata di Masumi mostrava alla sua interlocutrice
l’esteriorità di una sicurezza che in realtà era
ben lontano dal nutrire.
Una sola mossa sbagliata e avrebbe
rischiato di perdere tutto.
Rispose alla domanda di Maya con il
tono più neutro possibile.
- Desidero discutere di affari
con te. Ma prima accomodiamoci ed ordiniamo la cena. So che mi odi,
ma almeno comportiamoci da persone civili e cerchiamo di non
litigare. Questa serata se non proprio piacevole si potrebbe rivelare
almeno proficua per entrambi.
Maya lo fissò per un breve
istante. Che cosa aveva da perdere ascoltandolo? Travolta da molti
dubbi non sapeva come comportarsi.
Masumi, inconsapevole della
lotta interiore di Maya, attendeva con apparente serenità.
Non aveva previsto una contromossa in caso di un suo rifiuto, ma
sapeva di aver toccato un argomento di vitale importanza per lei. Il
sogno della dea scarlatta.
La voce risoluta di Maya gli giunse
inattesa.
- E sia. Cenerò con lei ed ascolterò ciò
che ha da dirmi.
Masumi le posò una mano sul braccio
guidandola all’interno della sala, visibilmente sollevato. Il
secondo colpo era andato a segno.
- Desideri qualcosa in
particolare o vuoi che ordini io per tutti e due?
La sua voce
suadente la fece trasalire.
- Non ha importanza signor Hayami.
Siamo qui per affari, no?
Un sorriso beffardo si dipinse sul
volto di Masumi mentre chiamava il cameriere con un cenno del capo.
-
Ragazzina preferisci acqua o succo di frutta?
- Non sono più
una ragazzina signor Hayami. Desidero bere del vino.
La voce
incrinata di Maya rivelò la sua rabbia faticosamente
trattenuta.
Masumi chinò la testa in segno di resa. La sua
risata soffocata giunse alle orecchie di Maya.
Lo
esaminò mentre ordinava la cena. Cercava di analizzare con
poco successo le circostanze che l’avevano condotta a quel
punto della sua vita.
Non si fidava di lui, non dopo gli ultimi
avvenimenti. Masumi desiderava ottenere i diritti della dea scarlatta
e di questo non ne aveva mai fatto mistero.
Non le era chiaro
però il ruolo che aveva assunto nella veste di ammiratore
segreto alla luce di ciò che era accaduto negli ultimi mesi.
Immersa nelle proprie disquisizioni non si era accorta che il
cameriere se n’era andato.
Due impenetrabili occhi azzurri
si posarono su di lei. Il cuore prese a batterle furiosamente mentre
un lieve rossore le imporporò le guance.
Distolse
rapidamente lo sguardo imbarazzata. Lo amava, non lo aveva
dimenticato. Aveva cercato nella profondità della propria
ragione la motivazione per odiarlo. Ne aveva di ragioni per farlo. Ma
il suo cuore le dettava sentimenti che nulla avevano a che vedere con
l’odio. Aveva persino creduto nell’illusione della metà
dell’anima. Ricordò la valle dei susini, dove tutto le
era sembrato possibile, anche l’amore di un uomo come Masumi.
Poi il suo comportamento l’aveva risvegliata bruscamente
riportandola alla realtà. Con profonda tristezza si era resa
conto di avere solamente sognato.
Non lo vedeva da diversi giorni
ed ora era lì, di fronte a lei, elegante e bellissimo.
-
Cosa c’è ragazzina, sei pentita di avere accettato di
cenare con l’affarista senza scrupoli della Daito?
Il tono
divertito di Masumi la fece sussultare.
- Siamo qui per parlare
di affari. Sono parole sue. Allora parli, la sto ascoltando!
Lui
fece un cenno di assenso. Riconobbe la ragazzina tenace e combattiva
che amava da tanto tempo.
Si chiese se ciò che stava per
fare avesse un senso.
- continua -