Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Con
lo sguardo triste fissava il proprio volto riflesso sul vetro della
finestra. Era sola in casa. Rei era uscita con gli altri ragazzi
della compagnia. Nonostante l’insistenza dell’amica, lei
si era rifiutata di unirsi a loro. Le vicende delle ultime due
settimane avevano messo a dura prova il suo fisico minuto e la sua
capacità di giudizio.
Dopo il colloquio con la signora
Tsukikage, Maya era riuscita ad afferrare l’essenza dello
spirito della dea scarlatta.
Aveva dato vita sul palcoscenico, la
sera della prima, ad una interpretazione senza eguali.
Ayumi si
era immediatamente resa conto di avere perduto la sfida.
Le
sembrava ancora di sentire il fragore del pubblico entusiasta.
Nell’eccitazione generale non aveva mai perso di vista il
suo ammiratore. Masumi era presente e non aveva mai distolto lo
sguardo da lei.
Aveva ricevuto, come sempre, il grande mazzo di
rose scarlatte, ma non un biglietto né una parola.
La
confusione nella sua mente e nel suo cuore pareva non avere fine.
Masumi. Il giovane presidente della Daito l’aveva
applaudita, sorridendole. La fidanzata non era con lui. Maya l’aveva
cercata con lo sguardo tra i presenti, ma non l’aveva vista.
Travolta dagli applausi e dalle richieste dei fotografi la sua
mente non riusciva ad essere lucida.
Ricordò distintamente
la figura in abito nero salire sul palco e dichiarare davanti alla
stampa e al pubblico che i diritti della dea scarlatta sarebbero
appartenuti a lei, Maya Kitajima.
Cercò, senza riuscirvi,
di mettere ordine tra i pensieri confusi che le balenavano nella
mente.
Masumi. Non era riuscito ad avvicinarlo. Se ne era andato
dopo l’annuncio della signora Tsukikage, lasciandole un
profondo e angosciante vuoto nel cuore.
Si riscosse da quei
pensieri dolorosi.
Rilesse il contratto che teneva stretto tra le
mani. La signora Tsukikage aveva preteso che lei lo firmasse pena la
perdita dei diritti della dea scarlatta.
Richiamò alla
mente la risposta che le aveva dato quando lei le aveva chiesto il
motivo di quel comportamento.
- Maya possedere i diritti della dea
scarlatta è un onore ma anche un pesante fardello da portare,
sono certa che saprai afferrare il tuo destino.
Con un gesto
rabbioso lo gettò sul pavimento.
E ora? Che cosa doveva
fare? Prese tra le mani il cartoncino bianco che aveva trovato sul
pavimento dietro la porta, rientrando a casa. Solo poche e concise
parole.
“Maya ti aspetto stasera nel solito ristorante”.
Sospirò.
Sakurakoji era sempre molto gentile con lei.
Negli ultimi tempi erano usciti spesso insieme e lei in quei brevi
istanti aveva lenito il dolore che le provocava l’amore
tormentato per un uomo che non sarebbe mai stato suo.
Forse con
lui avrebbe trascorso una serata piacevole e avrebbe trovato una
soluzione ai propri problemi.
Conosceva
bene l’elegante ristorante nel quale lei e Sakurakoji avevano
spesso cenato negli ultimi tempi.
Entrando, si guardò
intorno cercandolo con gli occhi.
L’alta figura maschile le
si avvicinò alle spalle.
- Buonasera, ragazzina.
Maya
trasalì udendo il tono ironico di quella voce che conosceva
molto bene. Si voltò di scatto. Due occhi azzurri si posarono
interrogativi su di lei.
- Noto che sei molto elegante questa
sera. Hai per caso un appuntamento?
Maya distolse lo sguardo. Non
poteva tenergli testa se lo guardava. Si fece forza cercando di
ignorare il battito impetuoso del proprio cuore e il rossore che
sentiva affiorarle sulle guance. Sollevò il mento in segno di
sfida.
- Sì signor Hayami. Ho un appuntamento, ma la cosa
non la riguarda.
La sommessa risata di Masumi le scatenò
un impeto di rabbia.
- Io invece credo che mi riguardi ragazzina,
perché il biglietto di invito per questa sera l’ho
scritto io.
- continua -