Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Il
cuore si arrestò per un attimo. Trattenne il respiro. Quella
calda voce le fece vibrare le corde dell’anima.
L’impalpabile
timore di scoprire che fosse solo un’illusione la paralizzava.
Il desiderio appassionato di averlo accanto era talmente forte da
farle male.
Si voltò lentamente con gli occhi chiusi. Una
supplica si levò silenziosa dal cuore invocando il suo nome.
Una mano carezzevole le sfiorò la guancia.
Era reale.
Il tocco delicato di una mano calda. La mano di Masumi.
- Allora,
qual è il tuo desiderio, Maya?
Aprì gli occhi. La
sua elegante figura si stagliava di fronte a lei, nel pallido
chiarore della notte stellata.
Il silenzio era tangibile. La
profonda attrazione del loro amore faceva fremere la loro anima e li
aveva travolti in un vortice di passione, che li univa
indissolubilmente l’uno all’altra.
Il richiamo
confuso che entrambi avevano udito, si era trasformano in una nitida
invocazione.
Percepivano, con crescente intensità, le loro
anime cercarsi, chiamarsi e accarezzarsi come quel lontano giorno
nella valle dei susini.
Con gli sguardi ricolmi di straordinaria
emozione e gli occhi fissi gli uni negli altri indugiarono immobili,
assaporando intensamente lo stesso pulsante turbamento, lo stesso
fluido caldo che scorreva nel loro animo.
Non era un’illusione.
Le due metà della stessa anima erano destinate a cercarsi
in eterno, bramando l’una la fusione con l’altra parte di
sé.
Maya sopraffatta dall’amore meraviglioso per
Masumi, accarezzò con dolcezza la calda mano posata sulla sua
guancia.
- Il mio desiderio è di fronte a me.
L’abbraccio
impetuoso di Masumi la catturò, facendo nascere il lei in una
miriade di emozioni di una intensità tale, che ebbe
l’impressione di precipitare nel vuoto. Come la sera in cui si
erano amati con passione.
Un lieve gemito le uscì dalle
labbra, mentre aggrappandosi a lui, chiudeva gli occhi per
contrastare la sensazione di vertigine che l’aveva colta.
Con
le labbra posate sui morbidi capelli di sua moglie, Masumi sussurrò
le parole tanto a lungo celate nel suo cuore.
- La mia anima
bramava la tua. Ti ho cercato, invocando il tuo nome con tutto
l’amore che ho dentro di me. La tua anima mi ha chiamato e ho
percepito la sofferenza delle tue lacrime. Maya, tesoro, io ti amo.
Ti amo come mai avrei creduto possibile. L’intensità del
mio amore per te è talmente travolgente da farmi male.
Smise
di parlare. L’emozione di averla finalmente raggiunta e
rivelato l’essenza più segreta di se stesso gli impedì
di continuare. Una felicità incontenibile lo avvolse. Le
sollevò delicatamente il viso.
- Perdonami, se puoi, per
tutto il dolore che ti ho inflitto, accecato dall’orgoglio e
dalla gelosia. Maya ti prego, resta accanto a me. Ti ho cercata
tanto, ho temuto di averti perduta per sempre. Ero troppo occupato a
lottare contro i miei sentimenti per ascoltare il richiamo incessante
della mia anima.
La
sua metà dell’anima. Il suo sogno più grande.
Maya si nascose nell’ampio abbraccio di Masumi, assaporando di
nuovo la delirante sensazione di calore che tanto aveva desiderato.
Scossa dai singhiozzi di gioia, tremava tra le forti braccia del
marito.
- Masumi, metà della mia anima, ti amo. Ho creduto
di perderti. Stavo tornando da te, quando mi hai trovato. Ti ho
invocavo, supplicando che il mio amore fosse corrisposto. Quel giorno
nella valle dei susini ho sentito le nostre anime unirsi, ti ho
chiamato, amore mio, e tu sei venuto. Poi, lontano da quel magico
luogo, ho cercato di convincermi che era stata solo l’illusione
creata dal mio desiderio per te.
Non
terminò la frase. Le calde labbra di Masumi si posarono
possessive sulle sue. Masumi trasferì in quel bacio esigente
tutto l’amore ed il disperato desiderio di lei.
Maya
dischiuse le labbra ed entrambi riassaporarono le emozioni, mai
sopite, che avevano provato quando si erano amati per la prima volta.
Gli occhi adoranti di Masumi, non lasciavano alcun dubbio
sull’amore che nutriva per la giovane moglie.
- Ti amo,
Maya. Solo accanto a te mi sento completo e vitale.
Lentamente,
tolse dall’interno della giacca una rosa scarlatta.
- Per
il mio fiore più bello.
Maya sorrise di gioia. Prese la
rosa tra le mani avvicinandola al viso per percepirne il delicato
profumo.
- Finalmente hai deciso di rivelarti, mio adorato
donatore di rose scarlatte.
La sua risata cristallina riecheggiò
nel silenzio della notte alla vista del volto sconcertato di Masumi.
- Sai che l’ammiratore sono io? Come l’hai scoperto?
E’ stato forse Hijiri?
Uno scintillio di collera gli
offuscò per un attimo lo sguardo, al pensiero che il suo
fidato collaboratore lo avesse imbrogliato, negandogli l’opportunità
di rivelare a Maya la verità.
- Ti sei tradito da solo,
Masumi.
La attirò di nuovo a sé, sfiorandole le
labbra con un lieve bacio.
- Io? Ho commesso un errore? E quando,
se mi è lecito sapere?
Sorrise. Il tono ironico rivolto a
se stesso, sottolineava la lunga lista di malintesi che il suo
comportamento aveva originato.
- Il biglietto che ho ricevuto
insieme alle familiari rose scarlatte in occasione del premio per la
mia interpretazione di Lande dimenticate. Il mio ammiratore scrisse
che era rimasto estasiato dalla scena in cui Jane comprende la sua
natura umana stringendo la sciarpa blu di Stewart. La sciarpa blu è
andata distrutta dopo la prima rappresentazione. In seguito ne
abbiamo usata una rossa. E solo tu eri presente il primo giorno. Solo
tu potevi essere l’ammiratore.
Maya sollevò il capo
per guardarlo.
- Da Lande dimenticate? Amore mio, quanto tempo
abbiamo consumato negli equivoci! Perdonami di nuovo, ti prego.
Il mio comportamento ti ha ferito in tante occasioni.
Smise di
parlare per stringerla di nuovo.
Le sorrise con una tenerezza che
Maya non gli aveva mai visto. L’amore che gli leggeva negli
occhi chiari era reale. Non era il sogno della dea scarlatta. Era la
sua vita. Il suo sogno divenuto realtà. Il loro sogno.
Masumi
la abbracciò con delicata premura.
- Ho colto la mia rosa
scarlatta.
Le mormorò sulle labbra prima di catturarle in
un caldo bacio pieno di promesse.
EPILOGO
La
pioggia fitta picchiava sui vetri dell’ampio ufficio di Masumi.
Lo sguardo si perdeva tra i palazzi di Tokyo che si ergevano
immobili sotto il cielo plumbeo e coperto di nubi, mentre il suo
pensiero era catturato dai ricordi.
Maya sorseggiava una tazza di
tè che l’efficiente segretaria di Masumi le aveva
gentilmente portato.
Prima di uscire, Mizuki l’aveva
salutata con sincera cortesia, e si era trattenuta un attimo ad
osservarla.
Maya era diversa. La ragazzina timida e all’apparenza
ordinaria, si era trasformata in una giovane donna affascinante e
sicura di sé. Cosa c’era di diverso in lei che la
rendeva così incantevole?
Era certamente il sorriso.
Radioso e sereno, le illuminava il volto rendendola deliziosa. Negli
occhi limpidi e distesi era facile riconoscere la felicità del
suo animo.
Il sorriso leggero, che le incurvava gli angoli della
bocca, era una costante che la accompagnava da quando, lei e Masumi,
erano ritornati dal paese natale della dea scarlatta.
I pensieri
erravano tra i ricordi del suo giovane passato. Il tempo aveva
placato l’angoscia, e gli eventi accaduti non facevano più
male.
La gioia, nata in lei dall’avere trovato la propria
metà dell’anima in Masumi, aveva posato sui momenti
dolorosi un velo delicato che li tramutava semplicemente in ricordi.
Rammentava di avere sofferto, quando entrambi si osteggiavano,
l’uno contro l’altra, divisi dalle incomprensioni, ma non
aveva più la percezione fisica di tale tormento.
L’amore
del marito aveva allontanato tutte le incertezze del passato. Il
cuore era leggero e non più oppresso da dubbi e timori.
Sembravano trascorsi anni da quei momenti, nei quali la
disperazione l’aveva afferrata impedendole di vedere oltre il
presente.
Erano rientrati a Tokyo, dopo una settimana vissuta nel
paese natale della dea scarlatta.
Il ricordo vivo dei giorni
trascorsi lontano dal mondo, le colorava ancora le guance di un
pudico rossore.
Nelle giornate di serena pace della valle,
avevano rivelato l’uno all’altra i segreti inconfessati
del loro cuore.
I susini in fiore erano stati gli spettatori
immobili dei loro dialoghi, mentre le notti stellate, testimoni
silenziose del loro amore appassionato, si erano succedute l’una
all’altra accompagnandoli verso l’armonia unica e
preziosa che legava le loro anime.
Fu travolta dell’emozione
mentre ricordava le parole di Masumi. Suo marito si era rivelato un
uomo tenero ed innamorato, così diverso dal controllato uomo
d’affari che aveva sempre visto in lui.
La timidezza del
suo carattere, mostrata nei momenti iniziali del loro nuovo rapporto,
era scomparsa sostituita dalla consapevolezza di essere amata
dall’uomo che lei aveva desiderato con tutta se stessa.
La
riunione era durata più del previsto. Aveva amministrato gli
affari con la consueta efficienza.
Masumi gettò
un’occhiata all’orologio. Era quasi l’ora di
pranzo.
L’abile uomo d’affari, infallibile nel
condurre il gioco, aveva aggiunto al proprio modo di agire una
componente umana che in passato gli era stata completamente estranea.
Il suo cuore.
Un sorriso garbato aveva sostituito l’espressione
impassibile del suo volto. La serenità del suo animo
traspariva dagli occhi chiari. Maya aveva operato in lui un miracolo.
Entrò piano nel proprio ufficio. Gli occhi scivolarono sul
fisico esile della moglie.
Gli dava le spalle, volgendo lo
sguardo assorto verso la città. Il desiderio di lei lo rapì.
Si costrinse a calmarsi, raggiungendola in silenzio.
L’abbracciò
con ardore, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo.
-
E’ molto che mi aspetti amore mio? Mi sei mancata tanto.
Ridendo, Maya si voltò verso di lui alzando il viso e,
sollevandosi in punta di piedi, gli offrì le labbra.
Il
bacio fu intimo e provocante. Masumi si staccò malvolentieri
da quel dolce contatto. Osservò la moglie. Gli occhi lucidi e
le guance arrossate la rendevano splendida.
- Masumi, hai la
brutta abitudine di prendermi sempre alle spalle.
La risata
spensierata di lei, lo catturò nel ritmo della sua gioia. La
sollevò da terra schioccandole un bacio volutamente rumoroso.
- Masumi mettimi giù. Il presidente della Daito che si
comporta così. Vergogna!
- Non è colpa mia se ho
una moglie talmente affascinante da farmi dimenticare le regole della
buona educazione.
Rise di cuore e di gusto come mai aveva fatto
prima di incontrare Maya. Lei gli buttò le braccia attorno al
collo avvinghiandosi a lui.
- Mio freddo e impenetrabile uomo
d’affari, siamo nel tuo ufficio, non a casa nostra.
Masumi
la guardò intensamente. Si stupiva ancora di come Maya potesse
avere scelto lui, così distaccato e arrogante. La strinse più
forte a sé.
La sua anima vibrò e il suo pensiero
vagò oltre il presente. Con gli occhi del cuore percepì
una splendida immagine indefinita.
Studiò con attenzione
lo sguardo adorante della moglie. I loro occhi si tuffarono gli uni
negli altri per un tempo che parve infinito.
Masumi la accarezzò
lentamente, mentre la sua anima le rivolgeva una muta domanda.
Lei
gli sorrise. Le guance si imporporarono di un lieve rossore.
-
Masumi, sembra che tu abbia già intuito quello che volevo
dirti…
- Maya, tesoro, è quello che penso?
Gli
occhi brillavano per l’emozione a stento trattenuta.
- Se
il tuo pensiero è stato rapito dalla visione di una
famiglia….sì, è quello che pensi.
Masumi si
chinò su di lei avvolgendola nel suo caldo abbraccio.
-
Amore mio, non avrei mai potuto desiderare un dono più grande
di questo.
Le loro labbra si unirono di nuovo, suggellando e
rinnovando il loro sublime voto di amore eterno.
FINE
spero che vi sia piaciuta, perchè ne avrei altre in serbo, se le gradite ^^