Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Masumi
sembrava una belva in gabbia. Sakurakoji, accarezzandosi la mascella
dolorante, abbandonò il tono ironico. Non aveva mai visto il
presidente della Daito in quelle condizioni. Ferocemente arrabbiato.
Comprese che sarebbe stato opportuno evitare uno scontro con lui.
La
collera trasudava da ogni suo movimento. Ad un esame attento, però,
Masumi pareva sforzarsi di nascondere altre emozioni, diverse
dall’ira palesemente manifestata. Disperazione forse?
Cercò
di restare calmo.
- Maya non è qui, signor Hayami.
Lui
si avvicinò pericolosamente, prendendolo per il colletto. Lo
attirò vicino al suo viso. Gli occhi chiari e pungenti lo
scrutarono cercando, nell’espressione del volto di Sakurakoji,
una conferma alla sua risposta.
- E pensi che io ti creda? So
quanto siete uniti.
Sakurakoji alzò le mani in segno di
resa.
- E lei pensa che le mentirei? Maya non è qui. Non è
mai venuta.
Masumi lo lasciò andare. Si appoggiò
alla parete sospirando. Il volto stanco e tormentato era un segno
inequivocabile della preoccupazione che lo aveva imprigionato dopo la
scomparsa di Maya.
- Ero certo di trovarla qui. Lei ti ama.
Pensavo che sarebbe corsa tra le tue braccia, che sarebbe venuta in
cerca di conforto, dopo il nostro litigio.
Sakurakoji rimase per
un attimo in silenzio. Tutti i tasselli si erano finalmente inseriti
al loro posto, mostrandogli con chiarezza la realtà. Sorrise
amaramente, comprendendo che non c’era posto per lui nella vita
di Maya.
Fu tentato di tacere e lasciare Masumi in preda alle
proprie incertezze. Poi ci ripensò. Ricordò il pianto
liberatorio di Maya ed la violenza di Masumi quando lo aveva colpito
senza mezzi termini.
- Avevo sempre sperato che Maya mi amasse.
Ma non è così.
Uno scintillio di speranza si accese
nello sguardo di Masumi.
- Come fai ad esserne certo?
- Me lo
ha confessato lei. Sono solo un amico. Altrimenti non si sarebbe
sposata con lei, signor Masumi, non glielo avrei permesso. Lei non mi
ama, il suo cuore è altrove. Il suo sogno appartiene ad un
altro uomo.
Masumi
spalancò gli occhi, turbato. Le parole di Sakurakoji avevano
riacceso la speranza e, contemporaneamente, insinuato in lui un
atroce dubbio. Si accomodò su una sedia passandosi una mano
sulla fronte. La testa gli doleva convulsamente. Il sogno di Maya. Un
altro uomo. L’ammiratore delle rose scarlatte? E lui, Masumi
Hayami, suo marito, che posto occupava nella sua vita?
Chinò
il capo, spossato dal turbine di emozioni che cercava di trattenere
da lungo tempo.
L’apprensione per la scomparsa di Maya non
gli dava tregua.
Osservò il suo interlocutore. Riprese a
parlare. Le sue riflessioni erano forse rivolte più a se
stesso che a Sakurakoji.
- Ho sbagliato ancora con lei. Non so se
mi perdonerà. L’ho accusata di colpe che non ha
commesso, in preda ai miei maledetti tormenti. Sono proprio uno
stupido. Farei qualunque cosa per ottenere il suo perdono.
Guardò
di nuovo il volto di Sakurakoji. Un’ombra bluastra si stava
formando su parte della guancia e sul labbro del ragazzo. Sospirò
pentito.
- Ti ho fatto male? Scusami.
Sakurakoji cercò
di sorridere, portandosi una mano sul livido violaceo.
- Non è
stata certo una carezza. Però ne è valsa la pena, pur
di vedere Masumi Hayami perdere il proverbiale, gelido controllo. E
così anche il presidente della Daito, l’uomo d’affari
senza scrupoli, si è innamorato.
Sakurakoji non aggiunse
altro. Maya e Masumi erano innamorati l’uno dell’altra.
Ignorando i sentimenti reciproci, si erano tormentati in un’altalena
di equivoci che li aveva allontanati.
Solo loro avevano la
facoltà di chiarirsi.
Masumi
restò in silenzio. Era inutile negare, e perché
poi?Amava Maya più di se stesso e, nonostante l’amore
assoluto, era riuscito ad allontanarla da sé. Si alzò.
Il suo compito non era terminato.
Aveva giudicato male
Sakurakoji. Anche lui amava Maya e desiderava solo la sua felicità.
Si diresse verso la porta.
- Devo trovarla. Non riesco a
pensare ad un luogo dove possa essersi rifugiata.
Sakurakoji
intuì l’intensità della sua angoscia.
- Segua
il suo cuore, signor Hayami, e troverà Maya.
Masumi chinò
il capo e prima di voltarsi gli indirizzò un sorriso colmo di
tristezza.
- continua -