Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Amando una Rosa Scarlatta

By Oscar1755

Atto XIV

Masumi sembrava una belva in gabbia. Sakurakoji, accarezzandosi la mascella dolorante, abbandonò il tono ironico. Non aveva mai visto il presidente della Daito in quelle condizioni. Ferocemente arrabbiato. Comprese che sarebbe stato opportuno evitare uno scontro con lui.
La collera trasudava da ogni suo movimento. Ad un esame attento, però, Masumi pareva sforzarsi di nascondere altre emozioni, diverse dall’ira palesemente manifestata. Disperazione forse?
Cercò di restare calmo.
- Maya non è qui, signor Hayami.
Lui si avvicinò pericolosamente, prendendolo per il colletto. Lo attirò vicino al suo viso. Gli occhi chiari e pungenti lo scrutarono cercando, nell’espressione del volto di Sakurakoji, una conferma alla sua risposta.
- E pensi che io ti creda? So quanto siete uniti.
Sakurakoji alzò le mani in segno di resa.
- E lei pensa che le mentirei? Maya non è qui. Non è mai venuta.
Masumi lo lasciò andare. Si appoggiò alla parete sospirando. Il volto stanco e tormentato era un segno inequivocabile della preoccupazione che lo aveva imprigionato dopo la scomparsa di Maya.
- Ero certo di trovarla qui. Lei ti ama. Pensavo che sarebbe corsa tra le tue braccia, che sarebbe venuta in cerca di conforto, dopo il nostro litigio.
Sakurakoji rimase per un attimo in silenzio. Tutti i tasselli si erano finalmente inseriti al loro posto, mostrandogli con chiarezza la realtà. Sorrise amaramente, comprendendo che non c’era posto per lui nella vita di Maya.
Fu tentato di tacere e lasciare Masumi in preda alle proprie incertezze. Poi ci ripensò. Ricordò il pianto liberatorio di Maya ed la violenza di Masumi quando lo aveva colpito senza mezzi termini.
- Avevo sempre sperato che Maya mi amasse. Ma non è così.
Uno scintillio di speranza si accese nello sguardo di Masumi.
- Come fai ad esserne certo?
- Me lo ha confessato lei. Sono solo un amico. Altrimenti non si sarebbe sposata con lei, signor Masumi, non glielo avrei permesso. Lei non mi ama, il suo cuore è altrove. Il suo sogno appartiene ad un altro uomo.

Masumi spalancò gli occhi, turbato. Le parole di Sakurakoji avevano riacceso la speranza e, contemporaneamente, insinuato in lui un atroce dubbio. Si accomodò su una sedia passandosi una mano sulla fronte. La testa gli doleva convulsamente. Il sogno di Maya. Un altro uomo. L’ammiratore delle rose scarlatte? E lui, Masumi Hayami, suo marito, che posto occupava nella sua vita?
Chinò il capo, spossato dal turbine di emozioni che cercava di trattenere da lungo tempo.
L’apprensione per la scomparsa di Maya non gli dava tregua.
Osservò il suo interlocutore. Riprese a parlare. Le sue riflessioni erano forse rivolte più a se stesso che a Sakurakoji.
- Ho sbagliato ancora con lei. Non so se mi perdonerà. L’ho accusata di colpe che non ha commesso, in preda ai miei maledetti tormenti. Sono proprio uno stupido. Farei qualunque cosa per ottenere il suo perdono.
Guardò di nuovo il volto di Sakurakoji. Un’ombra bluastra si stava formando su parte della guancia e sul labbro del ragazzo. Sospirò pentito.
- Ti ho fatto male? Scusami.
Sakurakoji cercò di sorridere, portandosi una mano sul livido violaceo.
- Non è stata certo una carezza. Però ne è valsa la pena, pur di vedere Masumi Hayami perdere il proverbiale, gelido controllo. E così anche il presidente della Daito, l’uomo d’affari senza scrupoli, si è innamorato.
Sakurakoji non aggiunse altro. Maya e Masumi erano innamorati l’uno dell’altra. Ignorando i sentimenti reciproci, si erano tormentati in un’altalena di equivoci che li aveva allontanati.
Solo loro avevano la facoltà di chiarirsi.

Masumi restò in silenzio. Era inutile negare, e perché poi?Amava Maya più di se stesso e, nonostante l’amore assoluto, era riuscito ad allontanarla da sé. Si alzò. Il suo compito non era terminato.
Aveva giudicato male Sakurakoji. Anche lui amava Maya e desiderava solo la sua felicità.
Si diresse verso la porta.
- Devo trovarla. Non riesco a pensare ad un luogo dove possa essersi rifugiata.
Sakurakoji intuì l’intensità della sua angoscia.
- Segua il suo cuore, signor Hayami, e troverà Maya.
Masumi chinò il capo e prima di voltarsi gli indirizzò un sorriso colmo di tristezza.

- continua -

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