Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Un
braccio si mosse impercettibilmente, mentre il sole già alto
nel cielo lo esortava ad alzarsi.
Mentre si stava risvegliando,
Masumi assaporò la sensazione di appagamento che il suo corpo
ancora avvertiva. Un sorriso di beatitudine si dipinse sul volto al
pensiero della notte precedente.
Muovendosi, allungò un
braccio per raggiungere il corpo morbido della moglie.
Si sollevò
di scatto quando, accanto a sé, la sua mano agguantò il
vuoto.
Osservò la metà del letto. L’incavo
nel cuscino indicava che la notte precedente era stata reale.
Vi
posò la mano e con terrore sentì che le lenzuola erano
fredde.
Si alzò rapidamente dal letto e con sgomento si
guardò intorno in cerca di un indizio che indicasse la
presenza di Maya. Notò un foglio posato sullo scrittoio.
Lo
prese in mano senza celare un evidente nervosismo. Mentre le parole
gli scorrevano sotto gli occhi, il volto assunse un’espressione
adirata.
- Maledizione, ragazzina! Mi farai impazzire.
Le
parole scritte con calligrafia minuta ed elegante si erano impresse
nella mente all’istante.
“Masumi, perdonami. Non
posso essere tua moglie. Sarebbe penoso per entrambi trascinare un
matrimonio che non può concederci quello in cui crediamo. I
diritti della dea scarlatta sono tuoi. Ti ringrazio per quello che
hai fatto per me. Maya.”
Si
diede mentalmente dello stupido. L’aveva spaventata. Avrebbe
mai smesso di ferirla?
Si passò impotente una mano tra i
capelli. Sollevò lo sguardo fissando i propri occhi nello
specchio che aveva di fronte.
Vide l’espressione di un uomo
che non riconosceva. Era dunque tanto legato a quella ragazzina? Il
suo destino sarebbe stato come quello di suo padre?
In silenzio,
immobile, studiò l’immagine alta e di bell’aspetto
che lo specchio rifletteva.
Vi appoggiò i pugni chiusi.
L’inquietudine gli impediva di pensare razionalmente. L’assenza
di Maya lo aveva profondamente sconvolto. Si sarebbe
irrimediabilmente annientato senza di lei.
Eppure aveva risposto
con vibrante emozione alle sue carezze. Lo aveva amato con lo stesso
suo trasporto.
Dopo averla stretta tra le braccia ed amata con
tutto se stesso, non poteva più tornare indietro.
Maya era
il suo respiro vitale, la sua metà dell’anima. L’aveva
insultata e amareggiata.
Maledisse la gelosia che lo aveva
accecato.
L’aveva accusata di tradirlo. Non aveva voluto
credere alla innocenza che lei gli aveva proclamato tra le lacrime.
Maya non mentiva, avrebbe dovuto saperlo. Facendo l’amore
con lei, si era reso conto che nessun uomo l’aveva mai avuta
così vicina.
Non faceva che commettere errori con lei.
Esisteva un modo per riparare alle offese che le aveva inflitto?
Si
impose di reagire all’opprimente apatia che lo stava catturando
in una rete di angoscia straziante.
Respirando lentamente, cercò
di calmarsi. Il suo pensiero percorreva mentalmente i luoghi nei
quali era solita recarsi. Doveva assolutamente vederla. E la risposta
di Maya avrebbe deciso il suo destino.
Salendo
le scale, sentimenti contrastanti di speranza e di timore si
intrecciavano nella sua mente. Desiderava trovarla il prima
possibile, ma non sarebbe stato felice di vederla in quel luogo.
Bussò con forza sulla porta chiusa.
- Chi è?
La voce maschile era ancora assonnata.
- Masumi Hayami. Apri
questa porta, ragazzo.
Il tono irritato gli uscì dalle
labbra senza volerlo. Sentire la voce di Sakurakoji gli aveva
riacceso la fiamma della gelosia.
L’uscio si aprì
leggermente. Sakurakoji osservò il volto adirato dell’uomo.
L’insofferenza che provava per lui e il ricordo delle parole di
Maya lo fecero irritare.
- Signor Hayami, che cosa vuole?
Masumi
interpretò il tono secco e risoluto del ragazzo come una
ammissione di responsabilità.
Spinse violentemente la
porta entrando in casa.
- Dov’è lei?
Gli occhi
penetranti fissi su Sakurakoji mostravano chiaramente la sua collera.
Per un istante si squadrarono severamente l’uno con altro.
Un sorriso sarcastico comparve sulle labbra di Sakurakoji.
-
Dov’è, chi? Non riuscì a terminare la frase. Un
violento pugno lo colpì in pieno volto, facendolo barcollare.
Un rivolo di sangue fuoriuscì dalla bocca. Lo asciugò
con il dorso della mano.
- Ma è impazzito?
Si
fissarono con odio.
- Non te lo chiederò una seconda
volta. Dov’è mia moglie?
- continua -