Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Amando una Rosa Scarlatta

By Oscar1755

Atto XII

Maya aprì gli occhi mentre le strie argentee dell’alba rischiaravano il sereno cielo notturno.
Tra le fresche lenzuola, le loro mani intrecciate sembravano volerle ricordare la notte appena trascorsa. Si mosse piano per non svegliare il marito. Masumi dormiva profondamente.
Il volto, sereno e disteso, rivelava il lato fanciullesco di un uomo che lei aveva sempre creduto freddo e arrogante.
Si morse le labbra a quel pensiero. In realtà, Masumi aveva mostrato anche lati piacevoli del suo carattere. Era stato gentile e paziente con lei e, dopo il matrimonio, aveva abbandonato l’aria ironica con la quale l’aveva sempre stuzzicata, dedicandole attente premure.
Il suo comportamento era però mutato all’improvviso, la sera precedente.
Arrossì al pensiero della notte appena trascorsa tra le sue braccia.
Si erano amati, con una passione divorante che l’aveva consumata fino a farla precipitare in un sonno profondo e rilassante.
Afferrò nitidamente l’enorme gravità del suo gesto. Fare l’amore con lui l’aveva fatalmente incatenata a quell’uomo all’apparenza freddo e distaccato che era suo marito.
Sentì di non avere più alcuna via d’uscita. Il suo cuore sarebbe appartenuto a Masumi per sempre.

Con una fitta al cuore, ricordò la litigata della sera precedente.
L’odio e il risentimento, che aveva avvertito nascerle improvvisamente dal profondo dell’animo, avevano rappresentato un debole tentativo di difesa, fugato dall’abbraccio impetuoso di Masumi.
Non avrebbe voluto cedergli, non a quelle condizioni.
Il sogno di vedere ricambiato il proprio amore dall’uomo che più contava nella sua vita non si era realizzato.
Avrebbe desiderato ascoltare dolci parole d’amore da Masumi. Ma non era accaduto.
Più volte, durante la notte, mentre si lasciava trasportare da sensazioni sconosciute e travolgenti era stata sul punto di confessargli che lo amava, ma non lo aveva fatto.
Pur trascinata dalla passione, un frammento di razionalità nella sua mente le aveva impedito di rivelargli i suoi più reconditi pensieri.
Una lacrima le scese sul volto. Avrebbe dovuto odiare il marito per averla legata a sé senza speranza. Ma non poteva.
Ricordò il suo volto adirato e sconvolto dalla collera. Come era diverso dall’uomo che ora dormiva profondamente accanto a lei, cingendole la vita.
Un lieve sorriso gli aleggiava sulle labbra. Quelle stesse che, poche ore prima, l’avevano sfiorata facendola fremere di bruciante eccitazione. Gli occhi chiusi e il respiro lieve denotavano che stava tranquillamente riposando.

La metà dell’anima. Esisteva? Lei non lo avrebbe dimenticato, ma lui?
Riecheggiarono nelle sue orecchie le dure parole di Masumi. Lei era sua e gli apparteneva, come gli appartenevano i diritti della dea scarlatta.
Masumi era un uomo di indiscutibile successo. Era abituato a vincere, a possedere cose e persone. Forse era questo il solo modo di amare che conosceva, il possesso.
Aveva voluto energicamente convincersi di potere vivere accanto a lui, accontentandosi delle sue premure e delle sue gentilezze e rinunciando all’amore.
Ingenuamente si era persuasa di poterlo amare senza essere ricambiata, ma si era sbagliata.
L’averlo amato così appassionatamente le aveva fatto capire che avrebbe desiderato con tutta l’anima che Masumi la amasse a sua volta, con la stessa intensità.
Era quello l’amore? Le metà dell’anima che si cercano, si riconoscono e si donano l’uno all’altra con devozione, passione, amore.
Non era accaduto. Masumi non le aveva dichiarato che l’amava. La collera irrefrenabile era esplosa in una passione furiosa. Era stato tenero, delicato, paziente, ma aveva taciuto.
Ricordò di essere arrossita sotto lo sguardo dei suoi occhi penetranti.
L’espressione adirata era scomparsa dal suo volto. Masumi aveva vinto anche questa volta. Ma lei non poteva continuare a fingere in questo modo. Fingere di provare per lui poco più che gratitudine, quando tutto il suo essere gli chiedeva di amarla.
Forse il prezzo della sua dea scarlatta doveva passare attraverso il sogno di un amore irrealizzabile.
Si domandò se il loro destino era quello di continuare a ferirsi.
Lentamente, in silenzio, si alzò.
Contemplò la propria immagine di donna nello specchio della sua stanza. Gli occhi colmi d’amore che vide riflessi erano lucidi per l’emozione.
Si chinò sull’elegante scrittoio d’epoca. Scrisse, con mano tremante, solo poche parole su un piccolo foglio bianco.
Si vestì con gesti misurati e pesanti. Si voltò un’ultima volta fissando il volto di Masumi con lo sguardo colmo di lacrime. Pensò che lo amava più della sua vita.
Uscì e richiuse piano la porta dietro di lei.

- continua -

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