Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Rientrò
in casa correndo. Era in ritardo per la cena. Non avrebbe voluto far
attendere Masumi.
Si fermò ad osservare la propria
immagine riflessa nel grande specchio appeso ad una parete
dell’ingresso. Gli occhi erano ancora leggermente gonfi ed
arrossati per il pianto liberatorio.
L’eco dei passi
provenienti dal vasto salone la costrinse a voltarsi.
Masumi,
appoggiato allo stipite della porta, fumava senza fretta una
sigaretta. Il volto era impenetrabile.
Senza afferrarne il
motivo, una profonda inquietudine si fece strada in lei.
L’intuito
le faceva presagire che qualcosa di infausto sarebbe potuto accadere.
Chinò il viso per nascondere le tracce inequivocabili che il
pianto le aveva lasciato.
- Buonasera Masumi. Sono in ritardo per
la cena. Vado subito a cambiarmi d’abito.
- Non ti
affrettare. I domestici sono fuori servizio. Li ho congedati io. Non
c’è fretta per la cena. Accomodati invece nel mio
studio. Devo parlarti.
La voce sinistramente calma di Masumi,
sembrava riecheggiare di una minaccia nascosta. Un fremito di paura
le percorse la schiena.
Maya si accomodò in una delle
eleganti poltrone stringendosi nervosamente le mani. Il tono di voce
di Masumi era pericolosamente allarmante.
- Mi chiedevo se
saresti rientrata a casa.
Maya non capì il senso di quella
frase.
- Masumi non capisco, c’e qualcosa che non va? Cosa
significa questa domanda?
Un timore oscuro cominciò a
insinuarsi in lei. Masumi era strano. Il suo viso sembrava una
maschera di granito. Solo gli occhi erano vigili e attenti. Erano
diversi. Cupi e crudeli. Un terrore irrazionale si insinuò fra
i suoi pensieri.
- Masumi che cos’hai?
- Da quanto
tempo mi tradisci?
Maya sussultò all’udire quella
accusa.
Non si aspettava una insinuazione così brutale da
parte del marito. L’insolenza e il tono sarcastico della
domanda le incendiarono l’animo di una rabbiosa angoscia.
-
Ma sei impazzito? Tu stai vaneggiando. Ma come ti permetti!
La
diga di impassibilità crollò all’istante,
riversando su di Maya tutte le frustrazioni a lungo taciute.
-
Ormai puoi smettere di recitare con me la parte della fedele
mogliettina timida. Tu e Sakurakoji! Credi forse che non lo sappia?
Da quanto tempo dura la vostra relazione? Hai sposato me per non
perdere i diritti della dea scarlatta pur amando lui! Non tollero che
mi si tratti in questo modo. Ti pentirai di avermi mentito. Piccola,
sciocca ragazzina. Credevi forse di continuare tranquillamente la tua
farsa? Distruggerò la dea scarlatta e distruggerò te,
Maya Kitajima. Il prezzo che dovrai pagare non sarà mai
abbastanza alto per quello che mi hai fatto.
La prese per un
braccio strattonandola violentemente. Al grido di dolore di Maya,
lasciò la presa.
Lei si allontanò, visibilmente
spaventata. Masumi era fuori di sé.
Tutta la gratitudine
di Maya si trasformò in un odioso risentimento verso suo
marito per le accuse infamanti che aveva osato rivolgerle.
- Tu
sei pazzo!. Io e Sakurakoji? Mi stai accusando di colpe che non ho
commesso.
Si fermò per riprendere fiato. Era ferita,
umiliata, offesa. Desiderò mortificarlo come lui aveva fatto
con lei.
- Mi accusi di averti tradito, di essere innamorata di
Sakurakoji, ma tu che ne sai dell’amore? Tu che hai sposato il
tuo lavoro e i diritti della dea scarlatta! Amare Sakurakoji? Lo
meriterebbe, è un ragazzo meraviglioso. Ma anche se lo amassi
non ti tradirei mai, in nome della promessa che ci siamo scambiati.
Masumi strinse i pugni. Allora era vero! Lei era innamorata di un
altro. Non poteva sopportarlo.
La collera violenta divampò,
annullando la residua razionalità che gli era rimasta. Il suo
atteggiamento stava fatalmente incrinando il loro matrimonio.
-
Non starò qui a guardarti amoreggiare con un altro. Non devi
più vedere quel Sakurakoji. Vi ho visto. Tu e lui,
abbracciati. Non puoi negare l’evidenza. Giuro che ve la farò
pagare.
Tacque all’improvviso, guardandola con occhi
sbarrati. La gelosia gli rendeva il respiro affannoso.
- Basta!
Ti odio! Non voglio più ascoltare le tue infamanti accuse.
Maya scappò, correndo verso la propria camera. Si tuffò
sul letto in preda ad una profonda crisi di pianto.
Non poteva
funzionare, non era così che aveva immaginato loro matrimonio.
Masumi non la amava, non l’avrebbe mai amata.
Era un
oggetto per lui. Lo strumento per la sua adorata dea scarlatta.
Non
si accorse che il marito l’aveva seguita, chiudendo la porta
dietro di sé.
- Non abbiamo finito di discutere. Mi devi
delle spiegazioni, ragazzina.
- Vattene! Vattene, hai capito? Ti
odio. Non ti devo nessuna spiegazione. Hai ottenuto i diritti della
dea scarlatta, no? Il resto non conta. Quello che faccio della mia
vita non ti deve riguardare.
Maya esasperata, gli aveva riversato
addosso tutto il rancore di cui era capace.
Masumi non tollerò
ulteriormente le sue parole. Erano staffilate dolorose per la sua
anima, mentre il veleno della folle gelosia si stava diffondendo nel
suo cuore.
- Sei mia moglie. Devi comportarti come si conviene.
Non lascerò che quel ragazzetto imberbe posi ancora su di te
le sue mani. Tu sei mia, hai capito? Tu mi appartieni!
Fece
qualche passo verso di lei. Le osservò i seni ansanti, il
rossore sulle guance, le lacrime che offuscavano i suoi occhi
limpidi. Il desiderio di lei esplose con una violenza incontenibile.
La rabbia, la gelosia, lo sconforto, il dolore, l’amore, la
passione a lungo trattenuti esplosero travolgendo in un istante gli
argini di difesa che Masumi aveva eretto con grande difficoltà.
Maya lo guardò spaventata. Non lo aveva mai visto così.
Fece per allontanarsi ma si trovò le mani imprigionate dalle
forti braccia di Masumi.
- Sei mia moglie. Sei mia e di nessun
altro. Sono stato fin troppo paziente. E che cosa ho ottenuto? Mia
moglie mi tradisce. Non lo rivedrai più. Non mi importa se sei
innamorata di lui. Cancellerò dalla tua mente e dal tuo corpo
il ricordo di lui.
Il tono alterato dall’ira e lo sguardo
crudele non lasciavano presagire a nulla di buono.
Maya cercò
di divincolarsi ma l’unico effetto che ottenne fu quello di
trovarsi ancora più imprigionata dall’abbraccio di
Masumi.
Avvicinò il viso a quello della moglie, la voce,
invitante e appassionata, diventò un sussurro sulle labbra di
Maya.
- Mi appartieni. Non mi importa se mi odi e se dopo mi
odierai ancora di più, ma ora avrò ciò che mi
spetta di diritto.
La strinse in un abbraccio vigoroso e
chinandosi lentamente su di lei si impossessò febbrilmente
delle sue labbra. La rabbia, al contatto con le labbra calde della
moglie, si dissolse trasformandosi in ardente passione.
Con una
mano percorse la sua schiena in una lunga e sensuale carezza.
Masumi
sollevò leggermente il capo ricercando nel profondo sguardo di
Maya una risposta al tacito desiderio che lo aveva travolto.
Calde
lacrime le solcavano le guance rosee. Maya nascose il volto contro la
gola di Masumi.
Non le importava nulla mentre, avvolta dal caldo
abbraccio del marito, sentiva il suo cuore palpitare impazzito.
Il
respiro ansimante di Masumi le accarezzava i capelli, mentre si
sentiva vinta da un desiderio fino ad allora sconosciuto. Lo amava
più di se stessa.
L’odio provato per lui scomparve,
trafitto da un’ondata di amore travolgente che le riscaldò
l’anima. Dimentica delle crudeli accuse di Masumi, incapace di
resistergli, si abbandonò all’abbraccio e sollevando le
braccia intorno al collo lo strinse a sé schiudendo le labbra.
Masumi si chinò di nuovo su di lei aumentando la pressione
delle braccia per avvicinarla ancora di più a sé.
A
quel contatto i loro corpi si incendiarono, trascinati da un
desiderio irrefrenabile che li costrinse a cercarsi con bramosia.
Lo
scorrere del tempo si dissolse dalle loro menti e dai loro gesti. Lo
struggimento dell’animo fu sopraffatto da fluttuanti emozioni
di piacere intenso che li rese incuranti delle loro incertezze.
I
baci divennero sempre più profondi ed ardenti, le mani si
intrecciarono, cercandosi, con deliberata indolenza. Masumi assaporò
la pelle vellutata di Maya, cingendola con possessiva tenerezza.
Lentamente, si fusero con il corpo e con la mente raggiungendo,
in un crescendo di emozioni incontenibili, un’estasi
fluttuante.
Piano, tornarono alla realtà, planando dalle
alte sommità dell’appagamento, verso un mare di serena
tranquillità.
Masumi la strinse a sé con delicata
intensità. Maya si accoccolò tranquilla tra le sue
braccia.
Il sonno li catturò pigramente nella quiete
silenziosa della notte.
- continua -