Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Stava
uscendo di corsa dall’ascensore, quando si sentì
chiamare da una voce alle sue spalle. Si girò con aria
colpevole. Sakurakoji si fermò davanti a lei.
- Maya
perché mi sfuggi? Ogni volta che usciamo da questo palazzo tu
corri via. Ti ho forse fatto qualcosa che ti ha ferita? Sai che avrei
tante cose da chiederti, ma non lo farò se tu non ne vuoi
parlare. Ti prego però non relegarmi ai margini della tua
vita, in questo modo.
La ragazza abbassò lo sguardo
confusa. Sakurakoji aveva ragione. Non meritava di essere trattato in
quel modo.
- Ti chiedo scusa. Hai ragione Sakurakoji io non sono
stata onesta con te. Non so se potrai perdonarmi per quello che ti ho
fatto.
- Vieni Maya. C’è un locale qui vicino.
Possiamo bere un tè caldo e parlare, se tu lo vuoi.
Masumi
indossò la giacca ed uscì dal proprio ufficio. Kuronuma
se ne era appena andato e Maya aveva lasciato il palazzo della Daito
già da un paio di ore.
Salendo in macchina il suo pensiero
si soffermò sulla giovane moglie.
Maya sembrava avere
accettato serenamente la sua presenza costante. I diverbi che li
avevano divisi in passato parevano svaniti. Era ancora timida, ma era
certo che non avesse più paura di lui.
Appoggiò le
mani sul volante. L’immagine di Maya con il volto arrossato e
gli occhi brillanti di eccitazione per l’imminente messa in
scena della dea scarlatta si stagliò nitida nella mente. La
sua passione per la recitazione lo aveva contagiato e si sentiva
animato da una nuova e impetuosa vitalità.
Aveva cercato
di essere molto paziente con lei, per non turbare l’equilibrio
che sembrava avessero raggiunto. Nascondere i propri sentimenti per
Maya stava però diventando sempre più difficile, come
gli era diventato insostenibile starle accanto senza prenderla tra le
braccia.
Mentre girava la chiave dell’accensione, decise
che si sarebbe fermato in un negozio di fiori.
Sakurakoji
non immaginava quale fosse il legame tra Maya e il marito.
-
Credevo che fossimo amici, Maya, che tra noi esistesse un rapporto
speciale. Perché hai sposato quell’uomo? Pensavo che lo
odiassi.
Maya chinò il capo con aria colpevole.
- Non
puoi capire Sakurakoji. Dovevo prendere una decisione in fretta e….
- E l’hai sposato!
Sakurakoji terminò la frase
al suo posto.
- Ti rendi conto di ciò che hai appena
detto? Maya non ti riconosco più. Lo ami? Ami Masumi Hayami?
Rispondimi ti prego.
Le prese entrambe le mani. Maya non riuscì
a trattenere le lacrime che scesero copiose sulle guance.
- Dimmi
che cosa ti ha fatto! Ti ha fatto del male Maya?
Lei ignorò
le invettive di Sakurakoji.
- Sì, sono innamorata di lui.
Senza speranza. Lui mi ha sposato per i diritti della dea scarlatta.
- Io lo ammazzo quel bastardo!
- No! Masumi è stato
onesto con me. Mi ha proposto un contratto di affari ed io l’ho
accettato. E’ gentile con me.
Le lacrime di Maya si
trasformarono in un pianto tormentato. Non riuscì più a
trattenere l’angoscia che aveva nel cuore. Gli confessò
di amare disperatamente il marito e lo stargli accanto sapendo che
lui non provava nulla per lei le era diventato penoso.
- Credevo
che sarei riuscita ad accontentarmi delle sue premure. Ma mi
sbagliavo. Io desidero di più da Masumi, desidero il suo
amore.
Sakurakoji allungò una mano per accarezzarle il
volto. Le asciugò le lacrime. Non aveva parole per consolarla.
Frastornato da quella disperata dichiarazione d’amore la
circondò in un tenero abbraccio e attese finché i
singhiozzi cessarono.
Aveva
appena svoltato l’angolo quando la sua attenzione fu catturata
da due figure famigliari sedute ad un tavolino. L’ampia vetrata
del locale gli consentiva di vedere le espressioni dei loro volti.
Come un automa schiacciò il piede sul pedale del freno.
Improvvisamente gli tornarono alla mente le parole di Shiori. Inspirò
profondamente per contrastare il sospetto che sentiva crescere in
lui.
Fissò con il viso contratto la scena che gli si
presentò davanti agli occhi.
Le mani di Sakurakoji che
stringevano quelle di Maya, le lacrime di lei, il loro abbraccio
interminabile.
Una violenta gelosia si impadronì di lui.
La sua mente era incapace di ragionare sotto l’effetto di una
fitta di dolore insopportabile.
Lanciò la macchina a tutta
velocità. Non l’avrebbe perdonata!
- continua -