Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Amando una Rosa Scarlatta

By Oscar1755

Atto X

Stava uscendo di corsa dall’ascensore, quando si sentì chiamare da una voce alle sue spalle. Si girò con aria colpevole. Sakurakoji si fermò davanti a lei.
- Maya perché mi sfuggi? Ogni volta che usciamo da questo palazzo tu corri via. Ti ho forse fatto qualcosa che ti ha ferita? Sai che avrei tante cose da chiederti, ma non lo farò se tu non ne vuoi parlare. Ti prego però non relegarmi ai margini della tua vita, in questo modo.
La ragazza abbassò lo sguardo confusa. Sakurakoji aveva ragione. Non meritava di essere trattato in quel modo.
- Ti chiedo scusa. Hai ragione Sakurakoji io non sono stata onesta con te. Non so se potrai perdonarmi per quello che ti ho fatto.
- Vieni Maya. C’è un locale qui vicino. Possiamo bere un tè caldo e parlare, se tu lo vuoi.

Masumi indossò la giacca ed uscì dal proprio ufficio. Kuronuma se ne era appena andato e Maya aveva lasciato il palazzo della Daito già da un paio di ore.
Salendo in macchina il suo pensiero si soffermò sulla giovane moglie.
Maya sembrava avere accettato serenamente la sua presenza costante. I diverbi che li avevano divisi in passato parevano svaniti. Era ancora timida, ma era certo che non avesse più paura di lui.
Appoggiò le mani sul volante. L’immagine di Maya con il volto arrossato e gli occhi brillanti di eccitazione per l’imminente messa in scena della dea scarlatta si stagliò nitida nella mente. La sua passione per la recitazione lo aveva contagiato e si sentiva animato da una nuova e impetuosa vitalità.
Aveva cercato di essere molto paziente con lei, per non turbare l’equilibrio che sembrava avessero raggiunto. Nascondere i propri sentimenti per Maya stava però diventando sempre più difficile, come gli era diventato insostenibile starle accanto senza prenderla tra le braccia.
Mentre girava la chiave dell’accensione, decise che si sarebbe fermato in un negozio di fiori.

Sakurakoji non immaginava quale fosse il legame tra Maya e il marito.
- Credevo che fossimo amici, Maya, che tra noi esistesse un rapporto speciale. Perché hai sposato quell’uomo? Pensavo che lo odiassi.
Maya chinò il capo con aria colpevole.
- Non puoi capire Sakurakoji. Dovevo prendere una decisione in fretta e….
- E l’hai sposato!
Sakurakoji terminò la frase al suo posto.
- Ti rendi conto di ciò che hai appena detto? Maya non ti riconosco più. Lo ami? Ami Masumi Hayami? Rispondimi ti prego.
Le prese entrambe le mani. Maya non riuscì a trattenere le lacrime che scesero copiose sulle guance.
- Dimmi che cosa ti ha fatto! Ti ha fatto del male Maya?
Lei ignorò le invettive di Sakurakoji.
- Sì, sono innamorata di lui. Senza speranza. Lui mi ha sposato per i diritti della dea scarlatta.
- Io lo ammazzo quel bastardo!
- No! Masumi è stato onesto con me. Mi ha proposto un contratto di affari ed io l’ho accettato. E’ gentile con me.
Le lacrime di Maya si trasformarono in un pianto tormentato. Non riuscì più a trattenere l’angoscia che aveva nel cuore. Gli confessò di amare disperatamente il marito e lo stargli accanto sapendo che lui non provava nulla per lei le era diventato penoso.
- Credevo che sarei riuscita ad accontentarmi delle sue premure. Ma mi sbagliavo. Io desidero di più da Masumi, desidero il suo amore.
Sakurakoji allungò una mano per accarezzarle il volto. Le asciugò le lacrime. Non aveva parole per consolarla. Frastornato da quella disperata dichiarazione d’amore la circondò in un tenero abbraccio e attese finché i singhiozzi cessarono.

Aveva appena svoltato l’angolo quando la sua attenzione fu catturata da due figure famigliari sedute ad un tavolino. L’ampia vetrata del locale gli consentiva di vedere le espressioni dei loro volti. Come un automa schiacciò il piede sul pedale del freno. Improvvisamente gli tornarono alla mente le parole di Shiori. Inspirò profondamente per contrastare il sospetto che sentiva crescere in lui.
Fissò con il viso contratto la scena che gli si presentò davanti agli occhi.
Le mani di Sakurakoji che stringevano quelle di Maya, le lacrime di lei, il loro abbraccio interminabile.
Una violenta gelosia si impadronì di lui. La sua mente era incapace di ragionare sotto l’effetto di una fitta di dolore insopportabile.
Lanciò la macchina a tutta velocità. Non l’avrebbe perdonata!

- continua -

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