Dragon Ball, Bulma, Vegeta e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Akira Toriyama, Bird Studio e Toei Animation.

Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.

Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

 

AFFETTO DI PADRE

 

Sono passati circa otto mesi dalla sconfitta di Majinbu e oramai il ricordo dello scontro è stato cancellato dalla mente dei terrestri grazie alle Sfere del Drago. Il simpatico Bu vive pacificamente in casa di Mr. Satan e i nostri amici sono tornati a condurre vite tranquille e pacifiche.

 

“Buon giorno, mamma!” gridò Trunks sfrecciando ad una velocità impressionante innanzi alla dispensa per sottrarvi altrettanto rapidamente un paio di focacce e poi dileguarsi nel nulla.

“Trunks” lo richiamò la madre. Quella piccola peste peggiorava a vista d’occhio. Oramai non conosceva più le buone maniere.

“Che c’è?” chiese il piccolo ricomparendo nel vano della porta con una focaccia in bocca e l’altra ancora nella mano.

“Quante volte te lo devo dire che non si corre in quel modo in casa?” gli disse contrariata Bulma.

Il piccolo fece una piccola smorfia biricchina e rispose “Ma mamma, io vado di fretta” per poi sparire nuovamente. Bulma fece in tempo a vederlo decollare in direzione delle montagne. Con un sospiro rassegnato torno ai fornelli. Tra poco Vegeta sarebbe uscito dalla Gravity Room e doveva sbrigarsi o il suo stomaco saiyan avrebbe brontolato, piuttosto rumorosamente, la colazione.

 

Nel frattempo il nostro piccolo amico si stava recando alla scuola elementare che frequentava insieme all’inseparabile compagno di giochi e marachelle, cioè Goten.

“Ciao amico, tutto bene?” chiese quest’ultimo quando lo vide.

“Certo.E’ confermato, oggi ci alleniamo con tuo padre?” chiese Trunks eccitato. Battersi con Goku era sempre molto divertente. Inoltre spesso i loro scontri si trasformavano in allegre baruffe dove Goten e Trunks si divertivano a mettere in difficoltà il giocoso guerriero. Goku, quando si metteva, era anche peggio di loro.

 

“Hai visto Trunks?” chiese Vegeta alla moglie accomodandosi a tavola, era affamato.

“Si. E’ già andato a scuola. A proposito quando si è svegliato mi ha detto che oggi passerà il pomeriggio a casa di Goku, mi ha chiesto di avvertirti che pertanto oggi non si allenerà con te” disse la donna mettendogli tranquillamente, davanti al naso, un piatto ricolmo di ogni ben di Dio.

Vegeta si accigliò. Negli ultimi tempi suo figlio passava troppo tempo a casa di Goku e sempre meno ad allenarsi con lui. La cosa lo disturbava anche se nemmeno lui sapeva dire bene il perché.

Bulma notò l’espressione corrucciata del marito. Anche lei si era accorta del particolare interesse che Trunks mostrava per Goku. Bulma sospettava che invidiasse all’amico Goten il rapporto giocoso e ilare che aveva col padre. Intendiamoci, Trunks adorava suo padre, ma ne era sempre un po’ intimorito e soprattutto gli mancava molto la complicità che invece vedeva tra Goten e il genitore. Va detto che Goku trattava Trunks esattamente allo stesso modo del figlio e forse era proprio questo suo atteggiamento ad attirare tanto il bambino.

Dopo avere consumato l’abbondante pasto Vegeta si alzò da tavola e fece per andarsene.

“Tesoro. Hai un minuto? Dovrei parlarti di una cosa importante” lo trattene la moglie facendogli cenno di sedersi.

Perplesso il saiyan si riaccomodò sulla sedia puntando sulla moglie uno sguardo contrariato. Se la cosa importante era una delle stupide feste che adorava tanto organizzare l’avrebbe strozzata.

“Vegeta, ho l’impressione che nostro figlio stia attraversando un momento difficile. Forse dovremmo parlagli un po’” disse decisa.

“Di che diamine stai parlando?” l’apostrofò il marito perplesso.

“Avrai notato anche tu che preferisce stare di più a casa di Goten che a casa nostra” gli disse senza girarci intorno, era curiosa di vedere la sua reazione.

Vegeta serrò i pugni. Non aveva bisogno che glielo facesse notare quella svampita di sua moglie, lo sapeva già, dannazione.

“E con questo?” le disse però fingendo una calma che non possedeva.

Bulma si indispettì.

“O, va al diavolo Vegeta. Ci penserò da sola” e così dicendo si alzò in piedi e si allontanò sbattendo la porta.

Perfetto, pensò il saiyan al colmo dell’irritazione. Ci mancava solo lei. Senza pensarci un minuto di più si rifiondò nella gravity room aveva un bel po’ di rabbia da scaricare.

 

Quel fine settimana era stato organizzato un barbecue a casa dei Son. C’erano praticamente tutti. Crili con C-18 e Marron, Yanko e Puel, Tenshing e Junior, Bu Satan e la giovane Videl (che diciamocelo aveva occhi solo per il giovane Gohan) e la famiglia Vegeta al gran completo.

La giornata stava trascorrendo tranquilla e felice. Dopo essersi rimpizzati di tutto il possibile i nostri amici si stavano divertendo giocando a carte, mentre i bambini si rincorrevano allegri per il prato. Vegeta, come al solito, si teneva un po’ in disparte ma anche lui aveva il volto rilassato.

“Papà, dai vieni a giocare con noi?” disse Goten all’improvviso costringendo Goku ad alzarsi e a seguirlo. Ben presto tutto furono presi dalle strilla divertite dei due bambini che avevano intrapreso una vera e propria battaglia con il più esperto guerriero. Le regole erano semplici riuscire a sfilare la casacca dell’avversario e Goku, dobbiamo dirlo, era proprio in difficoltà. Con un trucchetto Trunks riuscì ad abbindolarlo e così a privarlo della casacca che portò in giro per il prato come un trofeo di guerra.

“Piccola peste. Restituiscimela subito” gli gridava contro minaccioso il nostro amico scatenando l’ilarità di tutti. Alla fine Trunks si decise a restituire il mal tolto e stanco si riavviò verso il luogo dove avevano approntato il pic-nic. Un’allegra risata giunse dalle sue spalle. Voltandosi vide qualcosa che lo ferì. Goku aveva preso a cavalluccio sulle sue spalle Goten e trotterellava allegramente nella sua direzione scherzando con il figlio. Trunks non potè impedirsi di lanciare un’occhiata al volto severo del padre. Lui non lo aveva mai trattato in quel modo. Disorientato e ferito il piccolo mascherò il suo dolore dietro un sorrisino di circostanza e con la scusa di volersi rinfrescare abbandonò il gruppo dirigendosi verso il fiume. A Bulma però non era sfuggito il suo sguardo. Ora aveva capito. Trunks stava soffrendo, e non poco, la freddezza del padre. Finchè non aveva avuto metri di paragone il suo atteggiamento severo gli era sembrato del tutto normale ma ora, vedendo Goku con il figlio, si rendeva conto che gli mancava qualcosa. Fece per seguirlo ma si rese conto che in quel momento non era di lei che aveva bisogno ma bensì di suo padre. Lanciò un’occhiata di sbiego al marito. Vegeta pareva non essersi accorto di nulla, o più semplicemente non lo considerava un problema.

Dopo un quarto d’ora il piccolo fece ritorno. Il suo volto non mostrava nulla e sembrava il solito ragazzino spensierato e felice. Aveva imparato da suo padre a mascherare così bene i suoi sentimenti. Era stata la prima cosa che gli aveva insegnato quando aveva deciso di allenarlo.

Il resto della giornata trascorse tranquillamente e quando alla fine si congedarono dai Son nessuno si accorse dello strano silenzio in cui era calato il piccolo saiyan.

 

Vegeta giaceva al buio intento a fissare il soffitto della sua camera da letto. La sveglia sul comodino segnava le tre del mattino. Bulma dormiva profondamente accanto a lui, ma il sonno non riusciva proprio ad arrivare per il nostro saiyan. Stava ripensando allo strano atteggiamento di suo figlio. Lo conosceva meglio di chiunque altro e sapeva che stava soffrendo. Il problema e che lui proprio non riusciva a dargli quello che lui cercava. Non riusciva ad essere aperto e giocoso com’era Goku. In un primo tempo aveva pensato che il piccolo gli preferisse l’antico rivale, visto l’assiduità con la quale lo cercava, ma quel pomeriggio si era reso conto che suo figlio cercava in Goku un surrogato di padre che però non riusciva a renderlo felice. Avrebbe voluto da lui, da Vegeta quel genere di attenzioni e da nessun altro. Quando aveva deciso di sacrificare la sua vita per proteggere sia il figlio che Bulma lo aveva abbracciato rimpiangendo di non essere stato un buon padre. Ora aveva la possibilità di rimediare, voleva davvero lasciare che suo figlio soffrisse per la sua arroganza e freddezza o si voleva decidere a diventare veramente un padre?

Solo all’alba, il nostro saiyan riuscì a trovare pace. Aveva preso una decisione e non sarebbe più tornato indietro.

 

Anche quella mattina, Trunks sfrecciò in cucina per rubare dalla dispensa le ciambelle e scappare di filato verso la scuola. Anche quella mattina Bulma lo rimproverò per la sua mancanza di educazione. Ma qualcosa di diverso stava per accadere.

“Ciao, mamma. Io vado” disse il piccolo pronto a schizzare fuori di casa ma una mano robusta lo trattenne per una spalla.

“Terminata la scuola torna immediatamente a casa, noi due dobbiamo parlare” gli disse Vegeta serio in viso.

Il piccolo deglutì nervosamente. Aveva forse combinato qualcosa???

“Ricevuto, papà” si affrettò comunque ad annuire.

Bulma osservò sorpresa ed incuriosita il volto del marito alla ricerca di qualche indizio sulle sue intenzioni ma inutilmente.

“Posso sapere cosa ti frulla per la testa?” gli chiese allora decisa.

Il marito le lanciò una breve occhiata.

“Si tratta di una cosa tra me e Trunks” le rispose poi sibillino, lasciandola piena di curiosità insoddisfatta.

Trunks era da poco tornato dalla scuola e stava finendo il suo pranzo quando il padre entrò nella stanza.

“Andiamo. Seguimi” e senza aggiungere altro uscì nel cortile. Confuso il piccolo si affrettò ad obbedire. Un paio di minuti dopo erano in volo diretti a nord. Trunks seguiva a qualche metro di distanza il genitore. Era perplesso, suo padre non lo aveva mai portato ad allenarsi lontano dalla Capsule Corporation, chissà cosa aveva in mente.

Vegeta sapeva che suo figlio era alquanto confuso dal suo atteggiamento ma era soddisfatto del fatto che lo mascherasse piuttosto bene.

“Scendiamo” gli disse ad un tratto riducendo la velocità.

Non appena toccarono il suolo il saiyan iniziò gli esercizi di riscaldamento. Il piccolo fece altrettanto, era chiaro che si trattava di un allenamento.

Un paio di minuti più tardi padre e figlio erano presi in un deciso e difficile duello. Trunks era perplesso. Quello non era il solito allenamento era un vero e proprio scontro e Vegeta non ci stava andando tanto leggero. Il piccolo finì scaraventato contro le rocce senza troppi complimenti. Vagamente spaventato dalla sua espressione seria e determinata il piccolo si rimise in piedi.

“Ehm, papà. Perché sei così arrabbiato?” gli chiese titubante.

Vegeta sogghignò. Come si era aspettato il figlio temeva si trattasse di una punizione e cercava astutamente di rabbonirlo.

“Stai zitto e combatti” ribatte freddamente.

Il piccolo si sentì completamente spiazzato. Sapendo bene che l’unico modo per uscire da quella situazione era di mostrare a suo padre che sapeva combattere e che non era un fifone il piccolo partì all’attacco, mettendoci tutta la forza e l’energia di cui era capace.

Mezz’ora dopo il piccolo era accasciato al suolo nel tentativo di prendere fiato. Era sfinito. Era stato l’allenamento più duro della sua vita. Solo contro Majinbu era stato peggio. Confuso osservò la sagoma del padre avvicinarsi lentamente. Dalla posizione in cui si trovava riusciva a vedere solo i suoi stivali e pertanto non potè notare l’occhiata pienamente elogiativa che gli fece il padre. Era fiero di quel guerriero in miniatura, più di quanto sarebbe mai stato capace di credere. Senza dire niente si allontanò immergendosi nel lago accanto al quale avevano combattuto.

“Vieni qui” disse burbero al figlio.

Trunks si sforzò di alzarsi in piedi e con passo malfermo si immerse a sua volta. L’acqua fresca ritemprò le sue membra stanche e si sentì subito meglio. C’era una calma irreale tutt’intorno a loro. Dopo un attimo di esitazione si volse a guardare il padre. Sembrava rilassato e tranquillo come raramente gli era capitato di vederlo. Improvvisamente lo colse il folle istinto di schizzarlo d’acqua. Un piccolo innocente scherzo, ma subito lo represse. Suo padre non avrebbe approvato. Abbassando il capo si allontanò di qualche metro. Vegeta si era perfettamente accorto delle intenzioni del figlio e il fatto che si fosse trattenuto gli dava la portata di quanto fosse confuso. Fingendo il più totale disinteresse prese fiato e si immerse sott’acqua. Trunks se ne accorse ma non gli prestò caso, almeno finchè suo padre non lo trascinò a fondo.

Quando riuscì a riemergere tossicchiò ripetutamente, dannazione aveva bevuto mezzo lago. Scostandosi un ciuffo di capelli lilla dagli occhi il piccolo cercò il padre. Era a soli due metri di distanza e lo stava osservando con un sorriso ironico. Indispettito il piccolo mise da parte la prudenza e prese a schizzare il padre con tutta la forza che aveva.

“Così impari” gli disse furioso scagliandoglisi contro. Vegeta non restò con le mani in mano e agguantatolo per la testa lo rischiaffò sott’acqua. Non appena fu in grado di parlare il piccolo gli disse arrabbiato “Non è giusto. Stai giocando sporco”.

“Ah sì” lo prese in giro il padre schizzandolo d’acqua.

“Allora vuoi la guerra” disse il piccolo e senza pensarci due volte gli restituì spruzzata su spruzzata. Le grida del bambino e gli improperi di Vegeta si sentivano nel raggio di cinque chilometri. Ad un certo punto Trunks si rese conto che stava…giocando con suo padre. La cosa aveva talmente dell’incredibile che al piccolo vennero le lacrime agli occhi. Senza esitare si catapultò letteralmente contro il padre abbracciandolo più forte che potè.

“Ti voglio bene, papà” gli sussurrò emozionato.

Il saiyan non disse niente ma strinse al cuore suo figlio. Al diavolo l’orgoglio. Una volta ogni tanto un gesto di affetto non lo avrebbe reso un rammollito. Era un ragazzino in gamba e meritava non solo il suo rispetto ma soprattutto il suo affetto incondizionato. Finalmente anche Vegeta era divenuto davvero…padre.

 

By ARESIAN.

 

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